Giovedì
La superficie liscia del banco di scuola era
leggermente bollente a causa di un raggio di sole birichino che, passando
attraverso la sottile lama di vetro della finestra, veniva ad illuminarlo, rendendo
fastidiosa agli occhi la lettura delle complicate formule matematiche scritte
sul foglio bianco. Leggeri strati di polvere si alzavano dal banco, simili ad una irritante nevicata di smog. Nella stanza, il solo rumore
che interrompeva il silenzio era il leggero scorrere delle penne a sfera dei
ragazzi impegnati nella prova, ognuno con la testa china sul proprio lavoro e i
capelli che coprivano leggermente la fronte o gli occhi, quand’erano troppo
lunghi.
Anche Miyon si trovava nella
stessa posizione, ma si teneva anche la fronte con la mano sinistra, per
restare concentrata. Aveva studiato tutta la notte e tutto il giorno precedente
e adesso dondolava lentamente per il sonno arretrato. I testi degli esercizi
scomparivano lentamente in lontananza, come le vette di una montagna viste dal
mare. Era colpa sua. Se martedì non fosse andata a
spasso per consolare Yami, non avrebbe dovuto studiare fino alle cinque del
mattino. E lui cos’aveva fatto per ricambiare? Si era
offeso per una cavolata e non le aveva più parlato!
Scosse leggermente la testa. Non era il momento di pensare a delle soluzioni
per farsi perdonare. Doveva concentrasi sulla prova.
Era troppo importante. Non aveva certo bisogno di lui! Anzi, desiderava che se ne andasse al più presto dal suo corpo.
«∫xsenxdx…» mormorò,
in modo che la sua stessa voce la tenesse sveglia. «-xcosx
- ∫1cosx= -xcosx - senx
+ C…» Alzò leggermente la penna dal foglio per passare all’esercizio
successivo, ma il suo fisico non resse. Le palpebre caddero dolcemente sulle
lunghe occhiaie della notte insonne e lei si accasciò silenziosa sul banco, la
penna ancora aperta in mano e il braccio sinistro leggermente alzato a
sostenerla.
«Miyon!» La figura di Yami apparve
dietro di lei. «Cosa
stai combinando?! Maledizione, hai detto che questa prova era importante!» La ragazza non rispose, immersa in un
sonno perfetto e tranquillo.
«Minaguchi…?»
L’insegnante, la cartella con le correzioni sottomano, si avvicinò lentamente.
«Qualche problema?»
«No, no» negò Yami, rialzando il corpo di Miyon
finché la schiena non formò una linea continua con lo schienale della sedia. Si
concentrò subito sul foglio del compito, oltre evitare altre domande. «Non ci
capisco niente…» Il foglio era costellato di simboli strani che non assumevano nella sua mente alcun significato concreto, come se fossero
scritti in un’altra lingua. Raramente, in quel mare di simboli, si trovava un
numero. Era davvero matematica, quella?
Yami sospirò. Come fare per aiutarla? Sistemò la
mano sotto il mento e si mise ad osservare il giardino verde della finestra,
cercando una soluzione. Di sicuro, lui non era in grado di risolvere gli
esercizi, avrebbe dovuto copiare. Ma da chi? Nel
parcheggio della scuola, in lontananza, individuò una limousine bianca, sul cui
cofano stava acciambellato un gatto nero, che prendeva il primo sole della
giornata. «Kaiba!» Yami allungò il braccio sinistro, coperto fino al polso
dalla camicia bianca. Staccò il bottone e tirò in su
la manica, quindi copiò velocemente tutti gli esercizi, cercando di togliere
quello che credeva essere il superfluo. Quando il
braccio finì, utilizzò anche l’altro. «Professoressa, non mi sento molto bene»
disse alzandosi. «Potrei andare un attimo al bagno?»
La bionda professoressa gli si avvicinò sculettando.
«Vuoi che ti sospenda la prova?»
«Oh, no!» Ci sarebbe mancato solo quello! «Mi
sentirò meglio dopo essermi sciacquato un attimo la faccia»
«Allora vai» gli diede il permesso la professoressa,
accompagnandolo con un gesto della mano.
Yami ringraziò con un cenno e uscì, così velocemente
da dimostrare di essere in perfetta forma. Fortunatamente erano tutti troppo
impegnati per accorgersene. «Kaiba, vedi di essere nelle vicinanze» L’aula
multimediale avrebbe dovuto essere al piano di sotto. Vi corse immediatamente,
ringraziando che le scarpe di tela ticchettassero
piano come le lancette di un orologio sul pavimento, in modo da non attirare
l’attenzione.
La porta dell’aula multimediale era aperta. Kaiba
sedeva alla cattedra, con la schiena rivolta verso l’entrata, tutto concentrato
sullo schermo luminoso del pc, che lasciava scorrere
una lunga serie di codici binari. Le sue lunghe dita ticchettavano velocemente
sulla tastiera e gli occhi azzurri riflettevano tutte quelle scritte. La bocca
era semichiusa in una grande concentrazione.
Il silenzio che regnava sovrano in quell’aula semivuota fu interrotto
dall’arrivo di Yami, che fece una brusca frenata sulla porta per evitare di
sbattere, visto la velocità con cui giungeva. «Kaiba! Ho bisogno del tuo
aiuto!» Kaiba si voltò a guardare quella ragazza. Stranamente, si ricordò di averla già vista, anche se non avrebbe saputo dire
esattamente dove. «Devi risolvere per me degli esercizi di matematica! È
importante! Io non ne sono capace»
«Torna in aula» rispose solamente lui alzando le
spalle. Aveva ben altro da fare che preoccuparsi dei capricci di una ragazzina
viziata.
«No!» Yami si avvicinò e sbattè
una mano sulla cattedra. «Devi ascoltarmi!»
«Non sono il tipo che tende a fare favori gratuiti»
Kaiba scostò la mano dal mouse e si girò leggermente sulla sedia, accavallando
le gambe sui lunghi pantaloni neri. «Tanto meno agli sconosciuti»
«Lo so» Yami sospirò. «Ti conosco. Il sangue del
duellante dentro di te è ancora in ebollizione. Questa è una sfida. E
probabilmente l’unica che riuscirai mai a vincere
contro di me» Sorrise sardonico. «Risolvimi gli esercizi di matematica»
Lentamente, Kaiba si alzò e lo fissò. Le pupille si
restrinsero su di lui come se vedessero al di là della
forma fisica. «Yuugi…?» mormorò alla fine. «Ma…»
«Alla fine mi hai riconosciuto» lo interruppe
velocemente lui. «Adesso non ho tempo di spiegarti per bene» Si tirò nuovamente
in su le maniche, mostrando le braccia piene di
scritte con l’inchiostro blu. «La ragazza che vedi si è addormentata durante un
compito importante. Solo tu puoi risolvere questa roba»
«Integrali…» dedusse Kaiba dopo una rapida occhiata.
«Io che ci guadagno?» domando poi, sarcastico.
«Niente, come al solito»
rispose calmo Yami. «Devo ancora restituirti il Santuario Demoniaco»
Il ricordo della finale di Battle
City lo fece leggermente alterare. «E va bene» sbuffò,
afferrando una penna dalla scrivania. «Dove ti scrivo i risultati?»
Poiché non vi era più spazio sulle
braccia, Yami abbassò uno dei calzettoni blu scuri alti fino al ginocchio e
allungò la gamba. «In ordine, perché ci manca solo che li scriva male»
«Che mi tocca fare…» Kaiba
gli tirò in avanti il braccio per guardare con calma gli esercizi e iniziò
lentamente a premere la punta della penna sotto il ginocchio, facendogli un
leggero solletico. Yami scoccò una rapida occhiata all’orologio al quarzo
appeso alla parete. Avrebbe fatto giusto in tempo.
***
Le pareti nivee dell’infermeria della scuola
iniziarono ad invadere leggermente gli occhi di Miyon mentre lei li apriva,
stiracchiandosi. Non ricordava molto di ciò che era successo, però adesso si
sentiva veramente riposata. Il leggero raggio di sole che entrava dalle
finestre, coperte da spesse tende, non riuscivano a
farle capire che ore erano.
«Ben svegliata» Il viso sorridente e paffuto
dell’infermiera spuntò da dietro la tenda bianca che divideva il letto dove
Miyon era sdraiata dal resto della stanza. «Hai
dormito quattro ore filate!»
«Si…?» bisbigliò leggermente Miyon con il volto
ancora affondato nel morbido cuscino.
«Ti sei addormentata subito dopo la prova di
matematica» sorrise l’infermiera. «In mezzo al corridoio! Non ti dico lo spavento… Hai fame?» Miyon scosse la testa. «Okay, quando
ti va di mangiare qualcosa chiamami» Si frugò in
tasca. «A proposito, complimenti» Gettò sul letto un foglietto stropicciato e
uscì.
Miyon si tirò faticosamente su e lo prese. Era uno
dei compiti di matematica. A destra, subito sotto il suo nome, troneggiava il
numero “100”, il massimo voto che si potesse prendere.
«Ma io non ricordo di…»
«Infatti non sei stata tu» La figura di Yami comparve seduta sul letto,
con le gambe a penzoloni sul pavimento come l’aveva visto per la prima volta. «Ti sei addormentata durante la prova, così
sono dovuto andare a chiedere a Kaiba di aiutarmi, scrivendo le formule dove
capitava»
«Che…» Miyon si tirò fin
oltre il gomito le maniche della camicia che indossava ancora. Le braccia erano
completamente sporche i formule matematiche, ormai
semi cancellate.
«Le gambe non
sono ridotte meglio…»
aggiunse lui.
Miyon si morse un labbro. «Tu…»
«Avevi detto
che ti servivano TUTTE le borse di studio…» prevenne la domanda Yami.
«Lo avevo detto…» ripetè
lei fiacca. Sentendo la tenda aprirsi nuovamente, si sdraiò nuovamente sul
letto, coprendosi la testa con le lenzuola, temendo che si trattasse
dell’infermiera che l’avesse sentita parlare da sola.
«Tu hai un grosso problema, Minaguchi…»
disse invece una voce maschile. Miyon si scoprì il viso in tempo per vedere
Kaiba appoggiare a terra la sua inseparabile valigia e accomodarsi con le gambe
accavallate sulla sedia accanto al letto.
«Lo so, pensi che io sia pazza» mormorò lei
strapazzando il suo compito. «E comunque non pos-»
«Non esiste proprio una soluzione per far uscire mou hitori no Yuugi dal tuo
corpo?» la interruppe lui.
Miyon si alzò guardandolo stranita, quindi posò lo
sguardo su Yami, ancora seduto sul letto. «Ti
avevo detto che lo conoscevo»
alzò le spalle lui. «Mentre mi risolveva
gli esercizi, gli ho spiegato un po’ la situazione»
«Noi non la sappiamo» rispose allora lei.
«Non che la cosa mi faccia
piacere…» Kaiba annuì. «Ma temo che l’unica soluzione sia andare
da Isis» Miyon non sapeva chi fosse quella donna, perciò tacque. «Ti ci porto
io in Egitto, con il mio aereo privato»
«Davvero?» Lei spalancò gli occhi. «E non vuoi niente in cambio?»
«Beneficenza» rispose Kaiba ironico. «Quando vuoi partire?»
«Domenica» Miyon non sapeva, ma capiva il profondo
legame che legava i due ragazzi. Osservò ancora il foglio del compito,
immacolato, senza correzioni. «Sabato ho una partita…»
«Vada per domenica, ti passo
a prendere alle 7.00 in punto» disse Kaiba alzandosi. Miyon appallottolò il
foglio e lo lanciò lontano, oltre il letto, con un’espressione profondamente
delusa. «Ho letto il tuo curriculum» aggiunse allora Kaiba.
«Mi spii?» si preoccupò Miyon.
«Diciamo che preferisco avere una garanzia» la
contraddisse lui. «Avresti preso 100 senza difficoltà» Aprì la tenda con un
gesto violento e uscì.
«E’ un po’
antipatico, ma in fondo è a posto» disse Yami quando furono rimasti soli.
«A me sembra un po’ strano» commentò Miyon.
«Tutti i geni
lo sono, no?»
Lei annuì. «Anche tu,
infatti» Recuperò il foglio e cercò di stirarlo. «Invece
avrei preso 98, c’era un esercizio che non sapevo fare… E’ stata proprio una
fortuna che me l’abbia fatto lui…» Si fece seria. «Senti, per martedì…»
Lui la fermò con la mano. «Sono stato troppo permaloso» si scusò. «Solo che la situazione non è facile, per me…»
«Ti capisco…» sorrise Miyon. «In realtà, ho cercato
di prenderla sul ridere per non farla pesare troppo… Voglio dire, hai la mia
età e sei… Bè, morto» Scostò lo
sguardo imbarazzata. «Non è una cosa tanto allegra»
Yami inspirò profondamente. «Meno di quanto credi, almeno finchè ci saranno persone come te che mi aiuteranno»
Miyon gli pose simbolicamente una mano sulla spalle. «Io credo che tu sia stato un Faraone, ma è
ovvio che adesso tu non lo sia più. Siamo nel XXI
secolo!»
«Appunto» convenne lui.
Miyon si stiracchiò le braccia ancora sporche. «Quasi quasi dormo ancora un po’…»
Sorrise. «Visto che andiamo in Egitto, magari scopriamo
qualcosa di più…» Si sdraiò nuovamente, affondando nel materasso.
«Vorrei che tu
non entrassi in questa storia» le disse lui grave. «E’ molto pericoloso…»
«Probabilmente si» Lei chiuse gli occhi. «Però, se
c’è qualcosa che posso fare per aiutarti…»
«Una cosa c’è» Yami si sporse in avanti
verso di lei. «Mi insegneresti
a giocare a basket?»
***
La palla volò alta lungo la
palestra, quindi riscese velocemente, disegnando una parabola, e rimbalzò a
terra con un rumore sordo, rotolando delicatamente fuori del campo. Non aveva
nemmeno sfiorato il ferro rosso del canestro.
«Accidenti…» mormorò Yami,
ancora con il braccio teso.
«Sei proprio negato…» scosse la testa Miyon. «C’era troppa poca forza, in quel tiro»
«Sei tu che mi hai detto di
non spingere con le braccia!» si oppose Yami prendendo un’altra palla.
«Infatti devi dare forza con le gambe» spiegò paziente Miyon.
Yami si rimise in posizione e
provò nuovamente a tirare. Questa volta il pallone allargò la sua parabola, ma
la direzione fu talmente sbagliata da evitare persino il quadrato bianco che circonda il canestro.
«Ti faccio vedere io» Miyon afferrò un pallone e palleggiò leggermente. «Prendi la palla con due mani. Sposta la
sinistra lateralmente, come appoggio. Tieni al palla
all’altezza della fronte. Allarga le gambe e piega leggermente le ginocchia.
Poi, salta leggermente spingendo con le gambe e allunga totalmente il braccio
destro, staccando il sinistro. Piega il polso per dare la giusta direzione»
Yami obbedì e finalmente il suo
pallone, almeno, toccò il ferro. «Evvai!»
«Bravo!» sorrise Miyon, anche se il tuo tiro, invece, aveva centrato il
canestro. «Forse iniziare subito dai tiri
liberi non è una grande idea… Sono i più difficili…»
«Allora, se una volta sei
riuscita ad azzeccarne dieci di fila, sei veramente brava!» esclamò Yami
ammirato, provando, con scarsi risultati, a far girare la palla sul dito.
Miyon arrossì compiaciuta. «Bè, è stato un
colpo di fortuna» Si grattò la testa. «E poi, alle medie ho fatto una gavetta spaventosa… Sai, all’inizio anch’io non beccavo nemmeno il
ferro…» Si bloccò, guardandolo come sa davanti a lei ci fosse un estraneo. «Come… Come facevi a sapere dei dieci
canestri…?»
«Che?»
Yami si bloccò, con la palla a mezz’aria in posizione di tiro. «Veramente… Non
lo so…» Abbassò le braccia. «E’ come… Se lo sapessi da sempre…»
«Come se avessi un mio ricordo…» mormorò Miyon debolmente.
«Si, esatto» annuì Yami. «Non
mi è mai successo…»
«Non è una bella cosa…» Miyon si imbronciò. «Adesso, quello è un ricordo da niente… ma
se ci fossero delle cose che io non voglio che tu
sappia?!»
«Sono offeso da questa
mancanza di fiducia» disse seriamente Yami.
«Non è mancanza di fiducia…» Miyon abbassò lo sguardo. «Solo che, in fondo… Noi ci conosciamo solo
da cinque giorni…» Arrossì
vagamente. «I miei errori, vorrei
tenerli per me… Anche se sono cose da niente» si affrettò ad aggiungere.
«Anch’io»
Yami aveva un’espressione terribilmente malinconica. Nemmeno lui desiderava
farle sapere i suoi segreti. Non voleva darle una falsa opinione. Cosa avrebbe detto, se avesse saputo cosa realmente fosse un
gioco delle tenebre? Lui aveva ucciso delle persone, mentre altre erano
impazzite. Non voleva che lei pensasse male di lui. Gli sarebbe sembrato come
tradire se stesso. Cercò di mostrare una faccia allegra. «Su, giochiamo!» Tirò
e, inaspettatamente, la palla entrò a ciuffo nel canestro.
«Tu… Hai appena fatto una… Una tripla…!» Miyon era sconvolta.
«Una tripla?» ripetè Yami, che non conosceva nulla delle regole del
basket.
«Oltre quella linea… Il canestro vale tre punti…» balbettò lei. «Ma sono difficilissimi da fare!»
«Ma
io sono un genio» sorrise immodesto lui.
«Solo un semplice colpo di fortuna! Prova ancora» lo provocò Miyon. Come in preda
ad un’incredibile dose di talento, o di doping mentale, Yami centrò
una tripla dietro l’altra, mentre, tuttavia, non riusciva ancora ad azzeccare
nemmeno un canestro da due punti. «Sei impossibile…»
«Le triple sono i canestri vincenti»
asserì Yami. «Probabilmente, sono il re dei giochi anche nel basket»
«Re dei giochi?» chiese Miyon. «Per il fatto che non hai mai perso a M&W?
Anzi, hai vinto anche contro Pegasus?»
«Adesso sei tu che leggi nei
miei ricordi…» sorrise Yami, contento nel vedere un leggero tono di ammirazione nella sua voce.
Miyon, imbarazzata, si mise
le mani a coppa sulla bocca rossa. «Scusa…»
tergiversò, raccogliendo la palla davanti a sé. «Fortunatamente, sai fare le triple»
«Fortunatamente?»
«Non sai palleggiare, non sai tirare, non sai
passare, non sai difendere…» elencò lei, imperterrita e crudele. «Come potevo farti giocare, sabato?»
«Vuoi… Farmi giocare alla
partita?» Yami spalancò gli occhi, incredulo.
«So che muori dalla voglia» annuì Miyon, severa. «E devo ancora ringraziarti per il compito di matematica…»
Yami si avvicinò di colpo e
le strappò il pallone dalle mani. «Allenamento intensivo, Miyon-sensei»
«Se è quello che vuoi…»
I palleggi si sentirono fino
a notte fonda.
Note di Akemichan:
Salve a tutti! (ma come?! Ancora note?! N.d.Tutti) Oh, quante storie…^^ Volevo precisare che
non ho intenzione di descrivere la partita di basket, ma, nel caso interessasse
vedere Miyon e (soprattutto) Yami alle prese con questo sport, fatemelo sapere,
che posso provare, nel limite delle mie possibilità (descrivere una partita di
basket non è semplicissimo, credo) a scrivere un capitolo bonus alla fine della
storia. Grazie ancora per aver letto anche questo capitolo. Bye
^^
Reviews:
Ayu-chan: Scusami ^^’’ Ti ripagherò
il collirio che stai usando ^^! Yami non è solo nel
corpo di un altro, ma pure di una ragazza… E’ dura la cosa…^_- Il manga esiste
ed esce ogni mese. A luglio, se non sbaglio, dovrebbe uscire il 22 (la sfida
Yuugi vs Otogi). I primi manga sono più economici, mi
sembra solo 2 euro, perché sono metà volumetto, poi dal 13 c’è il volume intero che costa 4
euro. Se nella tua città c’è una fumetteria
non credo che avrai problemi a recuperare gli arretrati. Non ricordo
precisamente il numero, ma dovrebbero essere 38, più o meno… Il manga è molto
meglio del cartone (nei primi manga, specialmente, c’è la serie che in Italia
non hanno mai trasmesso), anche se sono meno episodi, ma questo dipende
soprattutto dal fatto che noi abbiamo preso la versione USA censurata
totalmente… ç_ç Se penso com’era bello l’anime in jap… Ma purtroppo ci
dobbiamo tenere quello censurato, quindi il manga è l’unica soluzione per
leggere le cose come stanno. Te lo consiglio. Scusa per la dissertazione
lunga…^^ A presto ^^
Phoenix: Figurati, era solo
una cosetta da nulla ^^’’ Per il resto lo stile della
tua storia va benissimo così com’è, te l’assicuro ^^ Ti piace la coppia? Allora
ti consiglio di tenerli d’occhio, perché ci saranno delle sorprese…^_-