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Autore: Sotorei    23/11/2009    1 recensioni
Arrivati a un certo livello di potere, gli individui di Rune-Midgard iniziano a far luce, perdendo a lungo andare lo scopo della vita. Ma adesso c'è una novità. Gli dei permettono di superare il limite con la rinascita. Rinascere e diventare più forti. E perdere l'aura di luce, che per il sonno è una gran cosa.
Genere: Parodia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Renna, ma non quella col naso rosso, singhiozzava.

Lei, lo spadaccino e la ragazza rosa stavano all’entrata della Fabbrica di Giocattoli: il muso di una locomotiva a vapore diviso in due ad aprirsi a corridoio per il sotterraneo. Tornavano adesso dalla casa di Babbo Natale, dove una campanella volante aveva spiegato loro che a un punto il Babbo s’era alzato e aveva ordinato a tutti i bambini di entrare in un grosso sacco rosso, minacciandoli con un uncino. Aveva dovuto raccontare la vicenda due volte, perché durante la prima i ragazzi non l’avevano ascoltata chiedendosi da che parte le uscisse la voce.

«Non si preoccupi, Dasher» disse la ragazza rosa avvicinandosi alla renna. «Li salveremo.»

Lo spadaccino superò entrambi e fece: «No se non ci muoviamo.»  

La renna Dasher continuò a piangere.

«Suvvia, dobbiamo andare!» disse la ragazza rosa.

«Sì, certo. È che ogni volta che vedo questa locomotiva…» La renna indicò avanti, «mi viene da piangere. Sapete che era rimasta ferma, perché con le aeronavi e tutto non si usa più il treno e allora ho detto ehi, perché non la mettiamo qua? Sono stato io a dare l’idea. Guardarla mi…»

Lo spadaccino la tirò dentro per lo zoccolo.

Percorsero un corridoio in discesa fino a una sala circolare dalle pareti gialle, su cui pendevano lampade a forma di Poring. Al centro figurava una statua di Babbo Natale a cui mancava parte del cappello e un piede. Davanti a una porta chiusa, due Elfi Biscotto smangiucchiavano una tortina alla marmellata. Erano alti quanto un comò, la pelle ruvida tipica della pasta sfoglia e indossavano soli pantaloni, guanti e cappellino a punta. Un appunto sugli Elfi Biscotto: alcuni vestono di rosso e altri verde. Non si tratta di scelte politiche. I primi hanno ricevuto la Benedizione da Odino e sono in grado di lanciare magie elementali, ma non c’è da sottovalutare i verdi con la loro abitudine di curare gli alleati in difficoltà. Non si sa il perché Odino perda tempo a benedire elfi, ma ci sono tante domande irrisposte che spesso è meglio berci su che pensare. Un po’ come fa lo stesso Odino, dicono.

Quando gli elfi videro renna e ragazzi scendere la scala, si affrettarono a finire il dolcetto e gli andarono incontro agitando le manine.

«Non potete venire qui» disse l’Elfo vestito di rosso.

«Dovete tornare da lì» seguitò l’Elfo vestito di verde.

Dasher si frappose tra loro e i ragazzi, e gesticolando con gli zoccoli disse: «Dobbiamo vedere Babbo Natale!»

«Guardatelo, allora!» strillò l’Elfo Verde, indicando la statua. «Poi filate.»

Dasher scosse la testa. «Quello vero!»

«Lui sta dentro» disse l’Elfo Rosso. «E ci resterà.»

«A vita» aggiunse quello verde. Avrebbe forse detto altro, ma una freccia gli perforò la testa.  

L’arco puntato sull’elfo rimanente, l’arciera disse: «Mi sono sempre stati sul culo, quelli verdi. Voi bene o male no, quindi dirò una cosa stereotipata ma efficace: levati di culo o muori.»

Lo spadaccino la guardò di traverso. «Stai diventando insolitamente stronza, sai.»

«Faccio paura anche a me.»

L’Elfo guardava il compagno steso. «C-come…» Guardò l’arciera rosa. «Lui voleva diventare Rosso. Era il suo sogno.»

In risposta quella scoccò un’altra freccia, che lo mancò.

«La prossima colpirà» disse. «Levati di torno.»

«No!» disse Dasher la renna. «Prima ci deve dire dov’è Babbo Natale!»

«Ha detto che sta dentro» osservò lo spadaccino. «Serve altro?»

«A me sbatte sapere dov’è mio fratello!» urlò la ragazza rosa.

La renna sospirò. «Dentro è enorme. Possono essere ovunque.»

L’arciera avanzò senza abbassare l’arco. «Parla!» disse all’Elfo.

«Non ve lo dirò mai!»

«Sempre detto che gli elfi peccano d’utilità» commentò lo spadaccino.

«Scherzi» disse la renna, «lavorano come maiali.»

«I maiali lavorano?»

La renna parve pensarci su. «Non so.»

«Allora sono inutili.» Lo spadaccino portò le braccia all’impugnatura dell’enorme spada legata alla schiena. Le diede una piccola spinta, poi la sollevò tracciando una mezzaluna e colpì il pavimento davanti a sé, facendolo tremare.

L’Elfo deglutì.

«Andiamo di fretta» l’informò lo spadaccino.

L’Elfo si rialzò e indietreggiò singhiozzando. Sembrava tener d’occhio la ragazza rosa più degli altri, essendole più vicino. Diede uno sguardo al cadavere dell’Elfo Verde e dopo aver stretto i denti ed esitato mormorò: «Va bene. Vi farò da guida. Venite.»

Si volse e dopo uno schiocco di dita biscottate la porta si aprì.

   
 
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