LO
SCEMO DEL VILLAGGIO
“And I won’t to
listen to your shame
you ran away you’re all the same
angels like you control
oh my love was born this long ago do you still care ?
you’ll never let me know”
Me lo disse così.
Con una semplicità spasmodica.
Mi si accapponò la mia già bianca
pelle,
quando effettivamente capii cosa mi stava
comunicando.
“Jiraiya-chan
è stato ucciso in battaglia.”
E me lo dici così, bastardo di un rospo?
E li guardavo, con quello sguardo da idiota.
Era forse arrivata l’ora di
crescere?
E tu, con quell’aria da stupido,
vieni a dire a me di crescere?
Fottiti.
Nel frattempo, continuavano a fissarmi, sembrava ci fosse timore nei loro occhi.
Alla fine, dopo tanto correre, dopo tanto affannarsi...
La gente aveva ancora paura della
mia volpe.
Paura di cosa succederebbe se in quel preciso istante,
io fossi esploso rischiando di far del male a tutti.
Sì è di questo che avevano paura.
Ma delusi le loro aspettative,
e loro ne furono felici.
D’altronde ogni parola, in quel
contesto,
risultava poco azzeccata.
No?
Non lo so.
Non so più niente, da quel giorno tutto ciò in cui credevo si sciolse come quel gelato che tenevo in mano.
Da quel giorno, lasciai Konoha,
abbandonai quella foglia a cui mi tenevo aggrappato.
Me ne andai per la mia strada a
caccia di certezze.
Hai provato questo, ero sennin, quando hai abbandonato tutto?
Questo forte senso d’inutilità che ti parte dal cervello e ti arriva fino ai piedi.
Questo senso di vuoto che ti ostacola il respiro e ti opprime la vista offuscata dalle lacrime.
Da piccolo mi sono sempre detto
che la solitudine ti uccide dentro,
ora credo che sia l’unico modo per
salvare questa mia anima malata.
Uccidetemi!
Urlo ai gabbiani.
Ma loro non mi ascoltano, continuano a volare indisturbati.
Uccidetemi!
Urlo alle nuvole.
Ma anche loro, nel loro immenso stato di solitudine bianca, continuavano a scivolare indisturbate.
Almeno tu, ero sennin, da lassù lo vedi quanto sono ridicolo?
Stai osservando quanto la mia
esistenza sia patetica?
Spero di no.
Il Naruto che tu hai sempre ammirato,
ora non è più qui.
Ho deluso le aspettative di molti,
mi dispiace.
Ma quando mi sentivo solo, e
cercavo una mano che mi guidasse,
nessuno si è fatto avanti.
Non importa a nessuno se sono le MIE aspettative ad andare a puttane?
Tutto ciò non ha senso.
Io non ho senso,
tutto ciò che faccio non lo ha.
Mi sono affannato quattro anni per tentare di salvare un fantasma.
E solo dopo che è morto ho capito
quanto volevo bene
a quel pervertito di un eremita.
Sono solo uno stolto.
Hai vinto, Sasuke.
Hai proprio vinto.
Il fallito tra noi due, sono
io.
E mi dispiace esserci arrivato adesso,
ora che non ha più senso.
E mi dispiace averti visto adesso, Sakura,
ora che non lotto più.
“Sasuke si trova nella grotta vicino le montagne a ovest, non se ne andrà per un po’.”
Dissi questo,
sfidando i suoi occhi verdi,
con una calma glaciale che non era da me.
“Non era questo che m’importava.”
Lo disse con voce lacerata.
Bugiarda.
Lei spalancò gli occhi.
“Quando mi hai detto che ero solo un fastidio per te, era di Sasuke che t’importava, quando sei venuta a cercarmi piangendo e supplicandomi era di Sasuke che t’importava, perfino quando mi hai fatto quella ridicola confessione d’amore era sempre di lui che t’importava. Dico bene?”
Iniziò a tremare, lo faceva
sempre, ma stranamente
non provavo nulla.
Era davvero la fine.
Perdonami, Naruto.
Le sorrisi,
con occhi che tutto facevano
tranne che sorridere.
“Torna al villaggio, dì che non sei riuscita a trovarmi e che in compenso hai trovato Sasuke.”
Ma lei si ostentava a rimanere
dov’era e a scuotere la testa.
Il Naruto
che tu hai conosciuto, è morto.
Allora feci una cosa spregevole, creai un Rasengan nella mia mano destra,
lei capì e scappò via.
Caddi a terra ridendo piangendo.
A questo punto della mia vita,
vorrei davvero poter volare lontano,
fino al sole,
e poi bruciarmi spargendo le mie ceneri nel mondo.
Cosicché nessuno,
nessuno,
si dimentichi di Uzumaki Naruto
Lo scemo del villaggio.
FINE