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Autore: rita cullen    23/11/2009    1 recensioni
One-shot dedicato ai Volturi. La storia si svolge a Volterra e vede Gianna tra i protagonisti... Raiting: Giallo, potete leggere tranquillamente ;)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunch Time
[one-shot sui Volturi]

Volterra era molto soleggiata in quel periodo e l’aria afosa che si respirava non era il massimo.
Era la stagione più adatta alla caccia, quella dall’interno, s’intende. Orde di turisti provenienti da ogni dove si accalcavano per entrare a visitare quelle enormi fortezze, affascinati. Alcuni, poi erano tanto ammaliati dalla guida turistica, o almeno, si presentava come tale, da seguirla in capo al mondo. Secondo i giovani allocchi era la creatura più bella e angelica vista nella loro vita, essi non potevano certo immaginare che quella splendida preda-cacciatrice aveva più o meno il doppio degli anni dei loro nonni messi assieme, nè che sarebbe stata la loro rovina. La bellezza nascondeva la sua vera natura, quella che li avrebbe uccisi. La cacciatrice si avviava lungo gli oscuri corridoi della fortezza, di tanto in tanto accennava qualcosa riguardo alla storia della città e alle sue tradizioni. Lanciava sorrisini ammiccanti ai giovani e si mostrava molto gentile con tutti i visitatori. La coda di turisti attraversò numerosi strettoi, cunicoli e porticine e la gente incominciava a lamentarsi. Giunti ad un’altra porta, apparentemente uguale in tutto e per tutto alle altre, la cacciatrice fece segno ai turisti di fermarsi e disse loro di aspettarla. Aprì il portone di un palmo e…immediatamente era sparita senza far intravedere nulla di ciò che li aspettava dietro quella porta e si era mossa con una velocità impossibile; i visitatori pensarono di non essersi accorti dei movimenti della ragazza a causa del buio che li circondava. La ragazza nel mentre era già entrata e adesso si trovava all’ingresso di un’ immensa sala affollata e buia, arricchita con stendardi, arazzi, quadri e tre massicci e lavorati troni in legno, sui quali sedevano tre uomini dall’aspetto antico e severo. La ragazza si avvicinò facendosi spazio tra la folla di persone che riempivano la sala. Avvicinandosi a quello che dalla posizione centrale sembrava il capo dei tre disse «Aro, padrone, sono arrivate le pietanze per il vostro banchetto» La folla cominciava ad agitarsi per l’eccitazione. Aro fece segno a quella massa immersa nell’ombra di tacere, e all’improvviso tutti smisero di parlare. Aro rispose rivolgendosi alla ragazza «Carissima Gianna, grazie per il disturbo preso, puoi farli accomodare» così dicendo la congedò con un gesto della mano e ritornò a chiacchierare con l’uomo alla sua destra. Gianna, velocissima come prima, riapparse sulla porta e invece di richiuderla la tenne socchiusa, dicendo invogliando i turisti ad entrare con un sorriso che lasciava scoperti i denti «Bene, ecco quello che tutti stavate aspettando, accomodatevi troverete una sorpresa» e così facendo invitò tutti ad entrare e tenne la porta aperta finché non si assicurò che anche l’ultimo dei turisti fosse entrato. Le urla di terrore cessarono in uno, forse due secondi, dopo quell’enorme boato, il silenzio più assoluto. Sembrava che la stanza fosse diventata ad un tratto vuota, come se tutti quegli umani non fossero entrati, come se dentro non ci fossero mai state quelle creature antiche e severe. Gianna sopirò «come al solito hanno spazzato via tutto» e così incominciò a saltare agilmente ripercorrendo i corridoi al contrario per accalappiare il secondo turno di prede.
  
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