Capitolo
4
Forse
Questa partita La Vinco Io- Inguaribile Romantica
Stella si agitava freneticamente
per tutta la stanza, mentre
con una mano recuperava degli stivali neri e con l’altra
cercava di indossare i
suoi orecchini preferiti. Io, che me ne stavo dalla parte opposta della
stanza
con il libro di letteratura spagnola in mano, alzai lo sguardo.
“Ti sembro il tipo che
indossa una sciarpa rossa e bianca?
Non sapevo nemmeno che l’avessi” le tenni presente,
spazientita.
“Ovvio che non lo sai, la
nonna me l’ha finita di fare oggi,
sai, proprio come ti ha creato quella tutta colorata che ti ha portato
bene
all’esame. Ho pensato che portasse fortuna se
l’avessi indossata alla partita”
spiegò.
All’udire quella parola
chiusi il libro con uno scatto di
nervosismo. La partita. Da dodici ore non si parlava d’altro!
La partita di
qua, la partita di là, la partita così,
“Vinceremo!”, “Forza Artus!”,
“Vestiamoci
di rosso e bianco come la divisa della squadra”…
Stavo impazzendo. La mia
gemella, mia cugina e Paola erano in tumulto per questo incontro, dato
che da
questo, anzi, dal suo esito, dipendeva la felicità dei
“loro uomini” e sia
Miriam che Paola speravano in una bella festa post partita per poter
far meglio
breccia nel cuore dei loro amati.
Loro andavano alla partita ed io me
ne sarei rimasta a casa
a finire di ripetere dato che l’esame ci sarebbe stato tra
soli due giorni ed
io ci tenevo ad avere un buon voto. Non che me ne importasse
dell’incontro,
ovvio, non ci vedevo nulla di buon nel vedere quei ragazzi tutti sudati
che si
passavano la palla con fare troglodita quando non nutrivo alcun
interesse nei
loro confronti. Anzi, tra di loro c’era uno che meno vedevo
meglio era.
Stella continuava ad aggirarsi per
la stanza con fare
sbrigativo, finchè non esultò quando
trovò la fatidica sciarpa in uno dei
cassetti. Così passò ad aggiustarsi il
lucidalabbra, i capelli e il mascara,
finchè il suono del campanello non annunciò
l’arrivo di Miriam e Paola.
“Sicura di non voler
venire?” mi chiese Paola, avvolta in un
giubbino rosso che faceva pendant con gli stivali che indossava, dopo che ebbi salutato sia
lei che l’altra.
“No, grazie, devo finire
di studiare” ribadii per quella che
probabilmente era la centesima volta, e mi sforzai di sorridere. Miriam
non mi
guardava, era come se non ci fossi, e la cosa mi irritò un
bel po’ dato che
dimostrava sia il fatto del suo tradimento sia il fatto che fosse
consapevole dell’aver
commesso un errore nel non chiamarmi e parlarmi decentemente da quando
aveva
conosciuto Mattia.
Paola si arrese con un piccolo
cenno, poi si voltò verso
Stella. “Ho
parlato con Mattia e ha
detto che dopo la partita andiamo a casa di Claudio, uno della squadra,
così
non sarai senza cavaliere” disse ammiccante, dandole una
pacca sulla spalla.
Stella ridacchiò,
sistemandosi una ciocca di capelli
particolarmente ribelle. “Lo conosci?”.
“Si, è davvero
molo carino, se è questo che volevi sapere”.
“Perfetto!”.
Inutile dire che continuavo
a guardarle come se fossi una sorta di aliena. Un quarto
d’ora dopo
uscirono, allegre per la serata che le aspettava, e fu così
che restai sola a
casa dato che i nonni erano a cena da zia Kitty insieme a
papà.
Improvvisamente mi sentii sola come
non lo ero mai stata,
tanto che chiusi il libro di letteratura e mi gettai sul letto. Era
facile
comprendere la causa di tutto ciò: Miriam, che fino a quel
momento era stata la
mia unica confidente ed amica, era tutta presa da Mattia, mia sorella e
la mia
nuova amica non pensavano altro che a divertirsi e a conoscere ragazzi
nuovi,
zia Kitty stessa stava conoscendo nuovi uomini ed io…? Io mi
sentivo vecchia,
inutile, sola e inattraente.
Iniziavo a desiderare sul serio
qualcuno al mio fianco,
qualcuno che ci tenesse a me per quella che ero, consapevole delle mie
pazzie,
dei miei pensieri non sempre allegri e positivi… Qualcuno
che amasse Luna Solari
pur sapendo di stare con una ragazza per niente speciale. Nonostante la
corazza
che volevo mostrare esternamente, all’interno mi sentivo
debole, quasi di cristallo,
il cui unico tocco di qualcuno troppo poco prudente avrebbe potuto
infrangermi.
Anzi, infrangere il mio cuore, troppe volte ricostruito e rimesso
insieme con
una sorta di Attack che però non avrebbe potuto funzionare
per sempre. Sorrisi
tristemente ricordandomi di una canzone del “mio”
Vasco che al momento sembrava
fare proprio al caso mio… Com’era…?
Come diceva? E poi le parole mi apparvero
chiare e nitide nella mente.
“…Sei
un'incredibile romantica
un po' nevrotica
ma non patetica
certo unica”
Buttai la testa sotto al cuscino, chiedendomi se
a questo punto valesse la pena ritornare a
Firenze, quando il mio cellulare squillò. Era un sms.
“Un
uccellino mi ha detto che sei sola a casa a studiare… Mi
piace vedere la gente
che studia, anche se nel tuo caso non ci capirei un’acca
visto che lo spagnolo
ed io non andiamo d’accordo, quindi ti va se ti raggiungo con
frittelle,
crocchè e focacce? Anto.”
Sorrisi come una bambina il giorno
di Natale. Qualcuno
allora si era ricordato della mia esistenza! Antonio era stato davvero
gentile,
e la cosa mi stupiva visto che ultimamente a lavoro non ci eravamo
parlati più
di tanto.
Se
vieni
posso anche fare a meno di studiare così facciamo due
chiacchiere, anche se poi
domani a lavoro io studio e tu mi sostituisci quando Michele esce XP Ti
aspetto.
La consapevolezza del fatto che
anche io avevo un amico su
cui contare rendeva tutto migliore, così, dicendomi che mi
bastavano altri due
ripassi, posai il libro, indossai qualcosa di più
presentabile rispetto
alla comodissima tuta rossa iper
larga che avevo, ovvero dei pantaloni di velluto neri con un
maglioncino
bordeaux e cercai qualcosa da bere nel frigo oltre la solita acqua.
Antonio non si fece attendere,
arrivò dieci minuti dopo, e
quando aprii la porta mi sorrise come solo lui sapeva fare, in modo tra
il
sarcastico e il felice.
“Ciao!” dissi,
facendolo entrare.
“Ciao, secchiona. Ma
dimmi, è normale starsene a casa di
sabato sera?” chiese subito.
“Uffa, sei venuto qui per
la predica?”.
“No, per
carità. Dove posso poggiare questo?” chiese,
indicando un vassoio che teneva in mano.
“Vieni, in
cucina”.
Gli feci fare un breve tour della
casa, mi informò circa le
ultime notizie sul lavoro e Michele, finchè non mi
rivelò che era stata zia
Kitty a dirgli che quella sera sarei stata da sola.
“Ormai mi conosci, sai
che non ce l’avrei fatta a starmene
lì a guardare quella partita quando non m’importa
niente. Per non parlare del
post partita, dover stare a contatto con quel Marco” gli
spiegai quando ci
sedemmo a tavola per mangiare.
“Ha fatto
qualcos’altro?” chiese subito.
“Mah, le solite cose,
niente di nuovo. E pensa che sta per
mettersi con una ragazza che ho conosciuto ieri, Paola”.
Antonio mi ascoltava con
educazione, ma avevo la netta
impressione che stesse con la testa da tutt’altra parte.
Subito mi rimproverai
di essere noiosa e seccante visto che parlavo sempre della stessa cosa
con lui,
così mi decisi a cambiare argomento e dissi:
“Invece tu che mi racconti di
nuovo?”.
Lui addentò un pezzo di
focaccia, masticò e poi mormorò:
“Beh, ho una buona notizia per te”.
Restai con la frittella che stavo
per imboccare a mezz’aria.
Buone notizie per me?! “E cioè?” chiesi
subito, senza dargli il tempo di
aggiungere qualcos’altro.
Sorrise e assunse un’aria
misteriosa. Odiavo quando faceva
così!
“Dai, spara, dimmi
cosa…?” lo esortai ancora. “Un aumento
da
parte di Michele?” tentai, anche se la cosa era alquanto
improbabile visto che
Michele mi pagava fin troppo per quei tre giorni a settimana in cui
lavoravo.
Antonio scosse il capo.
“No, un qualcosa di molto più…
Romantico” annunciò, squadrando per bene la mia
espressione. Ovviamente restò
ancora più soddisfatto quando vide la mia confusione
crescere a dismisura. Poi,
un lampo di luce mi balenò in mente, accendendo la
cosiddetta lampadina, e
sospirai. Tutto quadrava: se era qualcosa di romantico voleva dire che
aveva a
che fare con zia Kitty e uno dei suoi incontri galanti che aveva avuto
al
locale. Ecco perché era stata lei a mandare Antonio a casa!
“Oh capito! Beh, ammetto
che mi fa piacere” dissi alla fine,
anche se la cosa non mi esaltava chissà quanto visto che
l’uomo con cui si
sarebbe vista era uno degli scapoli rifiutato da chissà
quante donne e, quindi,
pieno di difetti e con un losco passato.
“Ti fa piacere? Io
credevo che avresti fatto i salti di
gioia!” mi rimproverò Antonio, quasi scandalizzato.
Levai un sopracciglio, senza
capire. “E perché, scusa?
Conosci la mia opinione…” gli ricordai.
“Appunto. Ed è
per questo che credevo che come minimo
saresti andata in chiesa ad accendere un cero a qualche Santo per
ringraziarlo!”
continuò, sempre più incredulo.
La mia confusione continuava sempre
di più, e alla fine,
come pretesto, scelsi di ridere. “Cavoli, addirittura?!
Voglio capire che la
situazione sia alquanto nuova, ma Zia Kitty non è ridotta
così male a tal punto
da aver bisogno…”.
“Zia Kitty?”.
Antonio era al colmo
dell’incomprensione e mi guardò come se
fossi una malata terminale al centro di igiene mentale della
città.
“Eh, si, zia Kitty!
Insomma, non ti riferivi agli incontri
di ieri sera?” chiesi spazientita e decisa a capirci qualcosa
in più.
“Ma no!”.
Antonio rideva a crepapelle, scuotendo il capo.
Inutile dire che mi sentivo come se fossi ad uno spettacolo satirico ed
ero
l’unica a non comprendere una battuta particolarmente
ironica.
Sbuffai, del tutto dimentica della
frittella che aspettava
solo di essere mangiata. “E allora a cosa ti
riferivi?”.
“Mi sembrava strano che
avessi capito subito…” mi fece
notare, e quando lo guardai male si corresse con un: “Nel
senso che non tendi
ad avere molta fiducia in te stessa e allora un episodio del
genere…”.
“Cavolo, mi dici che
cavolo è successo?!” urlai alla fine,
non potendone più.
“E’ successo,
cara Luna, che oggi un certo Feliz, mentre mi
aiutava a compilare una lista per alcuni ingredienti, mi ha chiesto che
fine
avessi fatto visto che non stavi lavorando e dopo varie esitazioni e
commenti
mi ha esplicitamente detto che gli piacerebbe uscire con te qualche
volta”
disse tutto d’un fiato, in un modo tale da lasciarmi
incredula e rossa come un
peperone, tonalità che avevo assunto già da
quando avevo sentito il suo nome.
Sorrisi come un’ebete e
poi, però, la realtà prese il
sopravvento e scossi il capo con decisione. “E’ una
cosa assurda. Lui ieri se
ne stava qui con Stella e gli altri…”.
“Non sapeva che avessi
una gemella e accettato l’invito solo
per vederti a fine serata, anche perché all’inizio
pensava che Stella fosse te”
spiegò subito con l’aria di chi la sapeva lunga.
“Oh, sul
serio?”. Miracolo. Miracolo. Alleluja! Dopo
diciotto anni, un essere umano preferiva me alla mia gemella!
“Si, ma ora non montarti,
eh!” mi ammonì scherzosamente, ma
gli impedii di aggiungere altro visto che mi ci ero letteralmente
gettata
addosso per la felicità.
Possibile? Un ragazzo
così bello, spagnolo,
affascinante, intrigante e chi più ne ha più ne
metta per
la prima volta nella mia vita voleva vedermi a tal punto da desiderare
di
uscire con me?
Inutile dire che per il resto della
serata non riuscii a
pensare ad altro e il povero Antonio dovette sorbirsi le mie
esclamazioni
incredule, e tanto per alleviare l’atmosfera se ne usciva con
battute tipo:
“Avrei preferito starti a guardare mentre studi e parli
spagnolo piuttosto che
sentirti parlare solo di uno spagnolo!”.
Se ne andò alle undici
passate, ora in cui tornarono anche i
nonni e papà, che non riuscirono a non notare una
particolare gioia nei miei
occhi. Per questo decisi di andarmene a letto; ovviamente non riuscivo
a
dormire e pensavo all’indomani, a come avrei dovuto
comportarmi se fosse venuto
al negozio.
Ma i miei pensieri furono
interrotti dal ritorno di Stella,
a mezzanotte e mezza.
Accese la luce e, dopo essersi
tolta gli stivali, si
avvicinò al mio letto.
“Luna, sei
sveglia?” chiese a bassa voce.
Mi voltai verso di lei e risposi
con una sorta di grugnito.
“Bene, perché
mi serve il tuo aiuto!” annunciò soddisfatta,
come se mi stesse dicendo una delle cose più belle del mondo.
“Che?! Fatti aiutare dai
tuoi amichetti…” risposi subito,
infastidita.
“Ascoltami prima di
giudicare! Ah, a proposito, abbiamo
vinto!”.
“E cosa dovrei
farci?!”.
“No, niente, la cosa che
dovevo dirti riguarda il compleanno
di Paola. Ti interessa?” chiese, ignorando quasi il mio
commento pungente.
Mi rizzai a sedere, un
po’ più disposta ad ascoltare.
“Bene, dimmi”
sbuffai, cercando di mantenere un certo
contegno.
Stella parve felice per il fatto di
essere riuscita ad
attirare la mia attenzione e sorrise. “Le stiamo organizzando
una festa a
sorpresa, visto che Mattia ha detto che non vuole fare niente di che
per i suoi
venti anni, e quindi credo che tu voglia dare un tuo contributo visto
che
sembrate così amiche” spiegò.
Feci un piccolo cenno. Certo, Paola
mi sembrava una brava
persona anche se la conoscevo da un solo giorno. Tuttavia, non volevo isolarmi e volevo fare la
mia parte.
“Capito. Cosa dovrei
fare?” domandai.
“Quello che ti va. Io
avevo pensato…”.
“… E quindi
visto che l’hai pensato devo farlo…”.
“No! Dicevo, avevo
pensato al fatto che potevi aiutarci a
fare un bel cartellone con le sue foto visto che sei brava con
Photoshop e
magari potresti raccogliere i soldi per il regalo, cosa ne
pensi?” propose,
cercando di risultare cordiale e zuccherosa.
Ragionai un po’, e alla
fine
accettai.
“Grazie! Sapevo che
avresti accettato!” esclamò.
“Si, ma
inizierò ad aiutarvi dopodomani, dopo
l’esame” le feci
notare, cosa che però, non mi feci scrupolo a violare
l’indomani, quando mi
recai a lavoro pur di riuscire a vedere Feliz.
Ovviamente avevo la testa tra le
nuvole per la notizia
appresa da Antonio la sera prima, a tal punto che non gli badavo
più quando
iniziava a prendermi in giro per ogni minima cosa. Appena Michele
uscì per
incontrarsi con il fornitore, subito estrassi il librone di letteratura
spagnola per ripetere, sotto lo sguardo rassegnato di Antonio, ma lo
scampanellio della porta d’ingresso del locale mi costrinse a
chiuderlo con un
tonfo.
“Hola, Luna!”.
Mi sentii il cuore battere
all’impazzata appena vidi Feliz
venirmi incontro, con i capelli un po’ scompigliati e un
abbigliamento ancor
migliore del solito, formato da una camicia bianca con sopra un
maglioncino
blu, dei jeans scuri e le All Star jeansate.
“Oh, Feliz!
Hola” mormorai, sentendomi le guance in fiamme.
Me ne stavo ritta e rigida dietro al bancone, quasi come se facessi
parte
dell’esercito Italiano e stessi salutando un mio superiore.
Quella mattina mi
ero preparata meglio del solito, mi ero truccata leggermente e avevo
lasciati i
miei capelli castani sciolti che mi ricadevano sulla schiena,avevo
indossato una
gonna nera che arrivava a metà coscia con un maglioncino
rosso e degli stivali
neri, quindi ciò mi spinse a sentirmi un po’
più sicura e meno imbarazzata del
solito. Dovevo fingere di non sapere nulla…
“Stai
studiando?” chiese, marcando le “s” in un
modo tale
che mi faceva uscire fuori dai gangheri.
“Oh, si, prima, sai, ho
l’esame di letteratura spagnola
dopodomani e allora avevo bisogno di un ultimo
ripasso…” risposi, cercando di
essere disinvolta al massimo. Il massimo che riuscii ad ottenere?
Iniziare a
torturare una ciocca di capelli come facevo sempre quando ero nervosa,
diamine!
“Capisco. Cosa hai dovuto
studiare?” domandò; sembrava sul
serio interessato.
Esitai un secondo. Se continuava a
guardarmi con tale intensità
come facevo a ricordarmi una quisquilia come gli argomenti
d’esame?!
“Toda la Edad Media, los juglares, Gonzalo de
Berceo….” risposi, sentendomi una deficiente
patentata. Bene, avevo anche iniziato ad esporre i vari argomenti in
madrelingua, quasi come volessi fargli sapere che sapevo come si diceva
“Medioevo” e “Giullari” in
spagnolo!
Ma per fortuna Feliz mi sorrise.
“Sai, a scuola andavo muy bien
in literatura. Se ti va, posso
aiutarti a ripassare, domani ho la
giornata libera” disse con cautela.
Il risultato? Sulle mie guance ci
si poteva friggere tutto
il buffet del matrimonio di Flavia, tanto che erano roventi.
“Grazie, è
gentile da parte tua…” biascicai.
“Ehm, ehm, Luna, io vado
un secondo nell’ufficio di Michele
a controllare una cosa, se arriva qualcuno chiamami” disse
improvvisamente
Antonio. Lo guardai come se l’avessi visto per la prima volta
in vita mia.
Avevo totalmente dimenticato al sua presenza!
“Va bene, certo,
tranquillo” dissi subito, e vidi che Feliz
sorrideva.
“Allora ti va bene se ti
lascio il mio indirizzo e vieni
quando hai tempo, domani?” ripropose.
La mia gola era secca, a tal punto
che quasi non riuscivo
più a spiccicare parola. “Ok, ma dimmi tu quando
devo venire…”.
“Mi farebbe piacere se
venissi già dalla mattina” disse
senza preamboli e sfoderando un sorriso luminoso che metteva in risalto
i suoi
denti perfetti e candidi.
“Allora…
Ok…”.
Mi lasciò scritto il suo
indirizzo su un foglio di carta, e
stava per aggiungere altro quando mi ritrovai nel negozio Stella e
Marco, che
parvero subito sorpresi nel vedere con chi ero.
“Oh, ciao,
Feliz!” esclamò subito Stella, salutandolo con due
baci sulle guance.
“Ciao” aggiunse
Marco, stringendogli la mano.
“Ciao”
ribadì Feliz.
“Cosa ci fai
qui?” aggiunse la mia amata
gemella, tutta agghindata nel suo migliore stile invernale:
fuseaux neri con una maglia che fungeva da vestitino grigio con sopra
un
cappottino corto nero e tacchi. Nella sua voce sembrava esserci una
sorta di
disappunto, cosa che mi irritò alquanto.
“Sono passato a salutare
Luna” rispose candidamente lui,
cosa che fece colorire le guance di Stella, che replicò con
un freddo: “Ah”.
Marco parve notare il disappunto
della sua amica, tanto che
subito disse- probabilmente per farmi sentire esclusa-
con un tono stranamente gentile: “Stiamo
organizzando un pranzo al ristornate di mio zio per domani, ti va di
venire? Ci
saranno anche Mattia, Miriam, Paola…”. I suoi
occhi blu per un istante si
volsero verso di e con aria saccente e di sfida, ed io ricambiai con
forza la
medesima occhiata, dicendomi che questa volta sarei stata io la
vincitrice.
In quel momento ebbi una sensazione
di pura vittoria,
accresciuta dal fatto che Feliz rispose: “Domani? No, mi
dispiace, ma domani ho
la giornata libera così ho invitato Luna a casa mia, la
aiuto a estudiar para el examen”
rispose.
Marco lo guardò come se
fosse impazzito e Stella sembrò
sull’orlo di una crisi post adolescenziale. “E
allora non puoi aiutarla a
studiare la mattina e
poi
vieni…?”ripropose Marco.
“No, mi dispiace Marco ma
preferisco passare tutta la
giornata con lei” spiegò Feliz, in un modo tale
che mi lusingò. Si voltò verso
di me e ci sorridemmo per un istante.
“Ok, lascia perdere
Marco” ribattè bruscamente Stella.
“Luna, ero venuta per lasciarti questo dépliant e
vedere quale regalo
preferisci fare a Paola. Dagli un’occhiata e mi dici cosa ne
pensi oggi… Sempre
se non sei impegnata con l’esame, ovvio. Ciao” e
così dicendo se ne andò,
trascinandosi Marco che mi guardava con i suoi occhi freddi ed intrisi
d’odio.
Non capivo. Ma che diamine gliene fregava? Gli dava fastidio che era
già la
seconda occasione in cui avevo qualcuno che mi accettasse per quello
che ero,
dopo Paola!
Feliz parve un po’
scombussolato da quell’incontro a sua
volta, così decise di congedarsi con un: “Io me voy. Ti aspetto domani
mattina!”.
“Va bene, ciao
Feliz” risposi, e mi sentii ancora più
imbarazzata quando si sporse verso di me per baciarmi una guancia.
“Finalmente questo tete
a tete è finito. Mi stavo annoiando di
là, senza avere nulla da fare quando
qui ci sono le nuove tovaglie da mettere sui tavolini”
brontolò Antonio,
comparendo dal retro bottega.
“Oh, taci! Lasciami
almeno godere la sensazione che sto
vivendo! Per una volta Stella è stata messa K.O. insieme al
suo amichetto…”.
Questo pensiero mi
riempì la mente finchè non arrivai a
casa. Salutai i nonni e papà, e stavo per entrare nella mia
stanza quando la
voce semi disperata di Stella che proveniva dall’altra parte
della porta mi
indusse a bloccarmi.
“…Si, ma, ti
rendi conto? La preferisce a me! Ma che cavolo
dici, Marco! Certo che non ho intenzione di dirle che mi
piace!”.
Mi irrigidii e decisi di ritornare
in cucina per bere un
bicchiere d’acqua per non farle capire che avevo ascoltato la
sua conversazione
telefonica.
Per la prima volta il ragazzo che
interessava ad entrambe
preferiva me a lei. Non avevo nulla da rimproverarmi, anzi, la cosa per
una
volta mi lusingava. Altro che partita dell'Artus... Forse quella volta
la vincitrice di quel match sarei stata io. Era la stessa cosa che era
successa con Christian, no? Solo
che, ripensandoci bene, lei non sapeva che io ero interessata a lui
mentre io
avevo appena avuto prova del suo interessamento per Feliz…
*°*°*°*°*
Hola!
Che ve ne sembra del capitolo? Si
può dire che è da qui che
inizia la vera e propria trama. Luna riesce ad ammaliare Feliz e Stella
sembra
tutta arrabbiata perché qualcuno preferisce la sua gemella a
lei… Il prossimo
capitolo sarà un po’ movimentato,
parlerà del giorno dell’appuntamento di Luna
e Feliz e succederà qualcosa di non molto piacevole, anche
perché
l’appuntamento inizierà a fine cap…
Comunque, cosa ve ne sembra della
copertina della storia?
Sono consapevole di essere un’imbranata cronica con
Photoshop, così ho provato
con Paint e so di non aver fatto chissà che, prometto che
cercherò di migliorarla
appena trovo qualche anima pia che mi spiega qualcosina! ^^
Come sempre, grazie mille alle 18
persone che hanno messo la
storia tra le seguite, le 9 che l’hanno messa tra i
preferiti, coloro che hanno
letto e coloro che hanno recensito:
LoLa
SteP: Il “Parla con Luna” su
Facebook? Oddio, non ci
avevo mai pensato, certo che sarebbe proprio divertente! Ma anche il
“Parla con
Marco” non sarebbe niente male secondo me, se vuoi crearlo
sei libera di farlo
xD Miriam ci ha deluso, eh si, ma questa storia verrà
approfondita, promesso…
Feliz una nuvola passeggera? Vedremo… Un bacione, tvbttttttt!
sam05: Grazie
mille, e figurati, a tutti può capitare di
dimenticare di recensire, anzi, mi fa piacere che tu abbia deciso di
farlo! ^^ E’
bello sapere che il tuo personaggio preferito sia Luna, e riguardo
Marco, beh,
conosceremo molte altre sue sfaccettature nel corso della
storia… Ci sarà un
motivo per cui Paola e Stella gli vogliono bene, no? =D Un bacione e
ancora
grazie mille, se ti andrà di farmi sapere cosa te ne sembra
anche di questo cap
e di quelli a seguire mi farebbe molto piacere! ^^
yury_chan:
Ciao ^^ Ti comprendo se stai vivendo una storia
simile a quella di Luna e Stella con tua cugina, anche a me succedeva
con mia
cugina fino a qualche annetto fa, anche se in modo molto meno tragico
di Luna e
Stella xD, ed ora andiamo molto d’accordo =) Luna e Marco
insieme? Chi leggerà
vedrà, come dico sempre io, ihih! Un bacione e grazie mille
per la recensione,
spero che anche questo cap ti piaccia!
Blair 95: Grazie mille cara ^^ Riguardo marco e Luna, ovviamente non rispondo anche perché tu stessa mi ci hai autorizzato xD Miriam ci ha delusi, eh si, ma ti dico che tutta questa storia prenderà un’alta piega tra qualche capitolo… E’ bello sapere che l’idea delle foto sia piaciuta, è più facile leggere sapendo come sono fatti i personaggi secondo me, non credi? Un bacione!
CriCri88:
Non sai quanto sia bello continuare a leggere le tue recensioni,
invece, ogni volta mi riempi il cuore di gioia, sul serio ^^ Luna
è sempre un
po’ troppo esagerata, si, ma fa parte della sua indole e mano
a mano vedremo
che migliorerà quando le cose inizieranno a mettersi bene
anche per lei e
comprenderà che spesso non è tutto nero come lo
dipinge lei. Marco non l’ha mai
contata giusta, mi sa xD Riguardo il calimocho, beh, mi hai risvegliato
un
antico dubbio: ricordo di aver assaggiato una bibita scura offertami da
un
amico di Feliz che aveva più o meno il sapore degli
ingredienti che dicevi tu
ma non ricordavo come l’avevano chiamata, insieme ad un altro
paio che non ho
osato provare e che poi hanno fatto ubriacare la mia amica xD Un
bacione cara,
e grazie mille!
FukoChan:
Grazie mille ^^ Feliz e Mattia hanno fatto scalpore
a quanto vedo, ma è giusto così, sono proprio dei
bei tipetti xD Luna ti
assomiglia? Se è così, non posso che dire
“bene!” perché adoro il carattere di
quella ragazza ^^ Ancora grazie, mi farebbe piacere continuare a sapere
cosa ne
pensi di quest’altro cap! Un bacione!
rossy87:
Si si, sono di Maddaloni ^^ Tu di dove sei? =) Mi
fa piacere sapere che la storia ti piaccia! Riguardo la tua
curiosità posso
comprenderti, e poi io da piccola desideravo una sorella al posto di
quell’impiastro di mio fratello xD quindi diciamo che siamo
quasi sulla stessa
lunghezza d’onda ^^ Sapere che i battibecchi tra Luna e Marco
ti fanno morire
mi rende ancora più felice, quando li scrivo non so
perché mi viene spesso da
ridere, ma ti dico che in seguito ce ne saranno altri ancora peggiori
di questi
;-) Diciamo che le
cose tra Marco, Paola
e Luna ovviamente si complicheranno perché Luna
dovrà fronteggiare situazioni
mai vissute prima… E i personaggi maschili hanno fatto
scalpore con tutte lo scorso
cap, eheh ;P Un bacione e grazie mille per i complimenti, spero ti
piaccia
anche questo cap! ^^
vero15star:
Rodrigo è proprio un bel vedere, eh? Se l’avessi
conosciuto un paio d’anni fa avrei potuto amare un
po’ di più “I Promessi Sposi”
grazie al suo nome, ma vabbè… xD Ammetto che
anche io Marco lo immagino
diverso, ma è maledettamente difficile trovare attori sulla
ventina mori con
gli occhi blu che m’ispirano, e poi ho voluto fare la
particolarità che non è
mozzafiato come Mattia e Feliz per vedere se con il passare dei cap
riuscirà a
conquistare il popolo femminile per il suo carattere =D Grazie mille
tesoro, ti
voglio tanto tanto bene! ^^
_Armonia_:
Oh, non sei un ragazzo? Che peccato, uffi xD xD
xD Idiozie mie a parte, l’avevo chiesto giusto per non
offendere eventuali lettori
segreti… Mi piace l’idea di un maschietto che
legge fic romantiche *_* In
effetti a me non piace concentrarmi su un solo personaggio, anzi,
spesso tendo
ad inventarne molteplici, fin troppi perché
anch’io sono dell’idea che tutto
sia noioso se si parla di una cosa sola, infatti tra un po’
conosceremo meglio
le storie di altre personaggi e ne conosceremo nuovi, come la madre di
Luna e
Stella, la madre di Flavia e il fratello di Marco… Mi fa
piacere che la zia sia
piaciuta, e anticipo che lei avrà una storia tutta sua nel
corso dei cap ^^
Feliz e Mattia hanno avuto un vero e proprio successo, eheh! Grazie
mille, un
bacione!
Come sempre, eccovi qualche
anticipazione…
“Sai
Luna, non ci crederai ma al
momento t’invidio molto” sussurrò,
ancora di spalle.
“Ma starò via
solo un paio di giorni” ribattei. “Comunque,
scusate ma ora vado altrimenti non ci arrivo più a casa di
Feliz e devo
assolutamente ripetere”.
“Prego, non
c’è di che, si figuri, è stato un
piacere ed un
onore” ribattè meccanicamente, nel solito modo che
mi faceva irritare.
Sbuffai
ed incrociai le braccia. “Vedi? Vedi? Non posso
essere seria che…”.
Mi raccomando, recensite ^^
A martedì,
la vostra milly92.