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Autore: milly92    23/11/2009    10 recensioni
Si dice sempre che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, eppure questo è l’errore che commette Luna giudicando male la sua gemella Stella e il migliore amico di quest’ultima, Marco. Si trasferisce nella città in cui abita suo padre sin da dopo la separazione con sua madre e, inevitabilmente, Stella la segue. Cosa succederà quando, tra uno spagnolo affascinante, una zia quarantenne single, un datore di lavoro bonaccione, dei nonni affettuosi e cugine un po’ pasticcione, Luna sarà costretta a vivere delle situazioni che nel loro essere spiacevoli la porteranno a ricredersi, soprattutto riguardo Marco? Può un “odio secolare” mutare in qualcosa che possa remotamente chiamarsi amore?
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Odi, Sed Amo'
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Forse Questa partita La Vinco Io- Inguaribile Romantica
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Capitolo 4

Forse Questa partita La Vinco Io- Inguaribile Romantica

“Luna, hai visto la mia sciarpa rossa e bianca?”.

Stella si agitava freneticamente per tutta la stanza, mentre con una mano recuperava degli stivali neri e con l’altra cercava di indossare i suoi orecchini preferiti. Io, che me ne stavo dalla parte opposta della stanza con il libro di letteratura spagnola in mano, alzai lo sguardo.

“Ti sembro il tipo che indossa una sciarpa rossa e bianca? Non sapevo nemmeno che l’avessi” le tenni presente, spazientita.

“Ovvio che non lo sai, la nonna me l’ha finita di fare oggi, sai, proprio come ti ha creato quella tutta colorata che ti ha portato bene all’esame. Ho pensato che portasse fortuna se l’avessi indossata alla partita” spiegò.

All’udire quella parola chiusi il libro con uno scatto di nervosismo. La partita. Da dodici ore non si parlava d’altro! La partita di qua, la partita di là, la partita così, “Vinceremo!”, “Forza Artus!”, “Vestiamoci di rosso e bianco come la divisa della squadra”… Stavo impazzendo. La mia gemella, mia cugina e Paola erano in tumulto per questo incontro, dato che da questo, anzi, dal suo esito, dipendeva la felicità dei “loro uomini” e sia Miriam che Paola speravano in una bella festa post partita per poter far meglio breccia nel cuore dei loro amati.

Loro andavano alla partita ed io me ne sarei rimasta a casa a finire di ripetere dato che l’esame ci sarebbe stato tra soli due giorni ed io ci tenevo ad avere un buon voto. Non che me ne importasse dell’incontro, ovvio, non ci vedevo nulla di buon nel vedere quei ragazzi tutti sudati che si passavano la palla con fare troglodita quando non nutrivo alcun interesse nei loro confronti. Anzi, tra di loro c’era uno che meno vedevo meglio era.

Stella continuava ad aggirarsi per la stanza con fare sbrigativo, finchè non esultò quando trovò la fatidica sciarpa in uno dei cassetti. Così passò ad aggiustarsi il lucidalabbra, i capelli e il mascara, finchè il suono del campanello non annunciò l’arrivo di Miriam e Paola.

“Sicura di non voler venire?” mi chiese Paola, avvolta in un giubbino rosso che faceva pendant con gli stivali che indossava,  dopo che ebbi salutato sia lei che l’altra.

“No, grazie, devo finire di studiare” ribadii per quella che probabilmente era la centesima volta, e mi sforzai di sorridere. Miriam non mi guardava, era come se non ci fossi, e la cosa mi irritò un bel po’ dato che dimostrava sia il fatto del suo tradimento sia il fatto che fosse consapevole dell’aver commesso un errore nel non chiamarmi e parlarmi decentemente da quando aveva conosciuto Mattia.

Paola si arrese con un piccolo cenno, poi si voltò verso Stella.  “Ho parlato con Mattia e ha detto che dopo la partita andiamo a casa di Claudio, uno della squadra, così non sarai senza cavaliere” disse ammiccante, dandole una pacca sulla spalla.

Stella ridacchiò, sistemandosi una ciocca di capelli particolarmente ribelle. “Lo conosci?”.

“Si, è davvero molo carino, se è questo che volevi sapere”.

“Perfetto!”.

Inutile dire che continuavo  a guardarle come se fossi una sorta di aliena. Un quarto d’ora dopo uscirono, allegre per la serata che le aspettava, e fu così che restai sola a casa dato che i nonni erano a cena da zia Kitty insieme a papà.

Improvvisamente mi sentii sola come non lo ero mai stata, tanto che chiusi il libro di letteratura e mi gettai sul letto. Era facile comprendere la causa di tutto ciò: Miriam, che fino a quel momento era stata la mia unica confidente ed amica, era tutta presa da Mattia, mia sorella e la mia nuova amica non pensavano altro che a divertirsi e a conoscere ragazzi nuovi, zia Kitty stessa stava conoscendo nuovi uomini ed io…? Io mi sentivo vecchia, inutile, sola e inattraente.

Iniziavo a desiderare sul serio qualcuno al mio fianco, qualcuno che ci tenesse a me per quella che ero, consapevole delle mie pazzie, dei miei pensieri non sempre allegri e positivi… Qualcuno che amasse Luna Solari pur sapendo di stare con una ragazza per niente speciale. Nonostante la corazza che volevo mostrare esternamente, all’interno mi sentivo debole, quasi di cristallo, il cui unico tocco di qualcuno troppo poco prudente avrebbe potuto infrangermi. Anzi, infrangere il mio cuore, troppe volte ricostruito e rimesso insieme con una sorta di Attack che però non avrebbe potuto funzionare per sempre. Sorrisi tristemente ricordandomi di una canzone del “mio” Vasco che al momento sembrava fare proprio al caso mio… Com’era…? Come diceva? E poi le parole mi apparvero chiare e nitide nella mente.

“…Sei un'incredibile romantica
un po' nevrotica
ma non patetica
certo unica”

 
Buttai la testa sotto al cuscino, chiedendomi  se a questo punto valesse la pena ritornare a Firenze, quando il mio cellulare squillò. Era un sms.

“Un uccellino mi ha detto che sei sola a casa a studiare… Mi piace vedere la gente che studia, anche se nel tuo caso non ci capirei un’acca visto che lo spagnolo ed io non andiamo d’accordo, quindi ti va se ti raggiungo con frittelle, crocchè e focacce? Anto.”

Sorrisi come una bambina il giorno di Natale. Qualcuno allora si era ricordato della mia esistenza! Antonio era stato davvero gentile, e la cosa mi stupiva visto che ultimamente a lavoro non ci eravamo parlati più di tanto.

Se vieni posso anche fare a meno di studiare così facciamo due chiacchiere, anche se poi domani a lavoro io studio e tu mi sostituisci quando Michele esce XP Ti aspetto.

La consapevolezza del fatto che anche io avevo un amico su cui contare rendeva tutto migliore, così, dicendomi che mi bastavano altri due ripassi, posai il libro, indossai qualcosa di più presentabile  rispetto alla comodissima tuta rossa iper larga che avevo, ovvero dei pantaloni di velluto neri con un maglioncino bordeaux e cercai qualcosa da bere nel frigo oltre la solita acqua.

Antonio non si fece attendere, arrivò dieci minuti dopo, e quando aprii la porta mi sorrise come solo lui sapeva fare, in modo tra il sarcastico e il felice.

“Ciao!” dissi, facendolo entrare.

“Ciao, secchiona. Ma dimmi, è normale starsene a casa di sabato sera?” chiese subito.

“Uffa, sei venuto qui per la predica?”.

“No, per carità. Dove posso poggiare questo?” chiese, indicando un vassoio che teneva in mano.

“Vieni, in cucina”.

Gli feci fare un breve tour della casa, mi informò circa le ultime notizie sul lavoro e Michele, finchè non mi rivelò che era stata zia Kitty a dirgli che quella sera sarei stata da sola.

“Ormai mi conosci, sai che non ce l’avrei fatta a starmene lì a guardare quella partita quando non m’importa niente. Per non parlare del post partita, dover stare a contatto con quel Marco” gli spiegai quando ci sedemmo a tavola per mangiare.

“Ha fatto qualcos’altro?” chiese subito.

“Mah, le solite cose, niente di nuovo. E pensa che sta per mettersi con una ragazza che ho conosciuto ieri, Paola”.

Antonio mi ascoltava con educazione, ma avevo la netta impressione che stesse con la testa da tutt’altra parte. Subito mi rimproverai di essere noiosa e seccante visto che parlavo sempre della stessa cosa con lui, così mi decisi a cambiare argomento e dissi: “Invece tu che mi racconti di nuovo?”.

Lui addentò un pezzo di focaccia, masticò e poi mormorò: “Beh, ho una buona notizia per te”.

Restai con la frittella che stavo per imboccare a mezz’aria. Buone notizie per me?! “E cioè?” chiesi subito, senza dargli il tempo di aggiungere qualcos’altro.

Sorrise e assunse un’aria misteriosa. Odiavo quando faceva così!

“Dai, spara, dimmi cosa…?” lo esortai ancora. “Un aumento da parte di Michele?” tentai, anche se la cosa era alquanto improbabile visto che Michele mi pagava fin troppo per quei tre giorni a settimana in cui lavoravo.

Antonio scosse il capo. “No, un qualcosa di molto più… Romantico” annunciò, squadrando per bene la mia espressione. Ovviamente restò ancora più soddisfatto quando vide la mia confusione crescere a dismisura. Poi, un lampo di luce mi balenò in mente, accendendo la cosiddetta lampadina, e sospirai. Tutto quadrava: se era qualcosa di romantico voleva dire che aveva a che fare con zia Kitty e uno dei suoi incontri galanti che aveva avuto al locale. Ecco perché era stata lei a mandare Antonio a casa!

“Oh capito! Beh, ammetto che mi fa piacere” dissi alla fine, anche se la cosa non mi esaltava chissà quanto visto che l’uomo con cui si sarebbe vista era uno degli scapoli rifiutato da chissà quante donne e, quindi, pieno di difetti e con un losco passato.

“Ti fa piacere? Io credevo che avresti fatto i salti di gioia!” mi rimproverò Antonio, quasi scandalizzato.

Levai un sopracciglio, senza capire. “E perché, scusa? Conosci la mia opinione…” gli ricordai.

“Appunto. Ed è per questo che credevo che come minimo saresti andata in chiesa ad accendere un cero a qualche Santo per ringraziarlo!” continuò, sempre più incredulo.

La mia confusione continuava sempre di più, e alla fine, come pretesto, scelsi di ridere. “Cavoli, addirittura?! Voglio capire che la situazione sia alquanto nuova, ma Zia Kitty non è ridotta così male a tal punto da aver bisogno…”.

“Zia Kitty?”.

Antonio era al colmo dell’incomprensione e mi guardò come se fossi una malata terminale al centro di igiene mentale della città.

“Eh, si, zia Kitty! Insomma, non ti riferivi agli incontri di ieri sera?” chiesi spazientita e decisa a capirci qualcosa in più.

“Ma no!”. Antonio rideva a crepapelle, scuotendo il capo. Inutile dire che mi sentivo come se fossi ad uno spettacolo satirico ed ero l’unica a non comprendere una battuta particolarmente ironica.

Sbuffai, del tutto dimentica della frittella che aspettava solo di essere mangiata. “E allora a cosa ti riferivi?”.

“Mi sembrava strano che avessi capito subito…” mi fece notare, e quando lo guardai male si corresse con un: “Nel senso che non tendi ad avere molta fiducia in te stessa e allora un episodio del genere…”.

“Cavolo, mi dici che cavolo è successo?!” urlai alla fine, non potendone più.

“E’ successo, cara Luna, che oggi un certo Feliz, mentre mi aiutava a compilare una lista per alcuni ingredienti, mi ha chiesto che fine avessi fatto visto che non stavi lavorando e dopo varie esitazioni e commenti mi ha esplicitamente detto che gli piacerebbe uscire con te qualche volta” disse tutto d’un fiato, in un modo tale da lasciarmi incredula e rossa come un peperone, tonalità che avevo assunto già da quando avevo sentito il suo nome.

Sorrisi come un’ebete e poi, però, la realtà prese il sopravvento e scossi il capo con decisione. “E’ una cosa assurda. Lui ieri se ne stava qui con Stella e gli altri…”.

“Non sapeva che avessi una gemella e accettato l’invito solo per vederti a fine serata, anche perché all’inizio pensava che Stella fosse te” spiegò subito con l’aria di chi la sapeva lunga.

“Oh, sul serio?”. Miracolo. Miracolo. Alleluja! Dopo diciotto anni, un essere umano preferiva me alla mia gemella!

“Si, ma ora non montarti, eh!” mi ammonì scherzosamente, ma gli impedii di aggiungere altro visto che mi ci ero letteralmente gettata addosso per la felicità.

Possibile? Un ragazzo così bello, spagnolo, affascinante, intrigante e chi più ne ha più ne metta per la prima volta nella mia vita voleva vedermi a tal punto da desiderare di uscire con me?

Inutile dire che per il resto della serata non riuscii a pensare ad altro e il povero Antonio dovette sorbirsi le mie esclamazioni incredule, e tanto per alleviare l’atmosfera se ne usciva con battute tipo: “Avrei preferito starti a guardare mentre studi e parli spagnolo piuttosto che sentirti parlare solo di uno spagnolo!”.

Se ne andò alle undici passate, ora in cui tornarono anche i nonni e papà, che non riuscirono a non notare una particolare gioia nei miei occhi. Per questo decisi di andarmene a letto; ovviamente non riuscivo a dormire e pensavo all’indomani, a come avrei dovuto comportarmi se fosse venuto al negozio.

Ma i miei pensieri furono interrotti dal ritorno di Stella, a mezzanotte e mezza.

Accese la luce e, dopo essersi tolta gli stivali, si avvicinò al mio letto.

“Luna, sei sveglia?” chiese a bassa voce.

Mi voltai verso di lei e risposi con una sorta di grugnito.

“Bene, perché mi serve il tuo aiuto!” annunciò soddisfatta, come se mi stesse dicendo una delle cose più belle del mondo.

“Che?! Fatti aiutare dai tuoi amichetti…” risposi subito, infastidita.

“Ascoltami prima di giudicare! Ah, a proposito, abbiamo vinto!”.

“E cosa dovrei farci?!”.

“No, niente, la cosa che dovevo dirti riguarda il compleanno di Paola. Ti interessa?” chiese, ignorando quasi il mio commento pungente.

Mi rizzai a sedere, un po’ più disposta ad ascoltare.

“Bene, dimmi” sbuffai, cercando di mantenere un certo contegno.

Stella parve felice per il fatto di essere riuscita ad attirare la mia attenzione e sorrise. “Le stiamo organizzando una festa a sorpresa, visto che Mattia ha detto che non vuole fare niente di che per i suoi venti anni, e quindi credo che tu voglia dare un tuo contributo visto che sembrate così amiche” spiegò.

Feci un piccolo cenno. Certo, Paola mi sembrava una brava persona anche se la conoscevo da un solo giorno. Tuttavia, non volevo  isolarmi e volevo fare la mia parte.

“Capito. Cosa dovrei fare?” domandai.

“Quello che ti va. Io avevo pensato…”.

“… E quindi visto che l’hai pensato devo farlo…”.

“No! Dicevo, avevo pensato al fatto che potevi aiutarci a fare un bel cartellone con le sue foto visto che sei brava con Photoshop e magari potresti raccogliere i soldi per il regalo, cosa ne pensi?” propose, cercando di risultare cordiale e zuccherosa.

Ragionai un po’, e alla fine  accettai.

“Grazie! Sapevo che avresti accettato!” esclamò.

“Si, ma inizierò ad aiutarvi dopodomani, dopo l’esame” le feci notare, cosa che però, non mi feci scrupolo a violare l’indomani, quando mi recai a lavoro pur di riuscire a vedere Feliz.

Ovviamente avevo la testa tra le nuvole per la notizia appresa da Antonio la sera prima, a tal punto che non gli badavo più quando iniziava a prendermi in giro per ogni minima cosa. Appena Michele uscì per incontrarsi con il fornitore, subito estrassi il librone di letteratura spagnola per ripetere, sotto lo sguardo rassegnato di Antonio, ma lo scampanellio della porta d’ingresso del locale mi costrinse a chiuderlo con un tonfo.

“Hola, Luna!”.

Mi sentii il cuore battere all’impazzata appena vidi Feliz venirmi incontro, con i capelli un po’ scompigliati e un abbigliamento ancor migliore del solito, formato da una camicia bianca con sopra un maglioncino blu, dei jeans scuri e le All Star jeansate.

“Oh, Feliz! Hola” mormorai, sentendomi le guance in fiamme. Me ne stavo ritta e rigida dietro al bancone, quasi come se facessi parte dell’esercito Italiano e stessi salutando un mio superiore. Quella mattina mi ero preparata meglio del solito, mi ero truccata leggermente e avevo lasciati i miei capelli castani sciolti che mi ricadevano sulla schiena,avevo indossato una gonna nera che arrivava a metà coscia con un maglioncino rosso e degli stivali neri, quindi ciò mi spinse a sentirmi un po’ più sicura e meno imbarazzata del solito. Dovevo fingere di non sapere nulla…

“Stai studiando?” chiese, marcando le “s” in un modo tale che mi faceva uscire fuori dai gangheri.

“Oh, si, prima, sai, ho l’esame di letteratura spagnola dopodomani e allora avevo bisogno di un ultimo ripasso…” risposi, cercando di essere disinvolta al massimo. Il massimo che riuscii ad ottenere? Iniziare a torturare una ciocca di capelli come facevo sempre quando ero nervosa, diamine!

“Capisco. Cosa hai dovuto studiare?” domandò; sembrava sul serio interessato.

Esitai un secondo. Se continuava a guardarmi con tale intensità come facevo a ricordarmi una quisquilia come gli argomenti d’esame?!

Toda la Edad Media, los juglares, Gonzalo de Berceo….” risposi, sentendomi una deficiente patentata. Bene, avevo anche iniziato ad esporre i vari argomenti in madrelingua, quasi come volessi fargli sapere che sapevo come si diceva “Medioevo” e “Giullari” in spagnolo!

Ma per fortuna Feliz mi sorrise. “Sai, a scuola andavo muy bien in literatura. Se ti va, posso aiutarti a ripassare, domani ho la giornata libera” disse con cautela.

Il risultato? Sulle mie guance ci si poteva friggere tutto il buffet del matrimonio di Flavia, tanto che erano roventi.

“Grazie, è gentile da parte tua…” biascicai.

“Ehm, ehm, Luna, io vado un secondo nell’ufficio di Michele a controllare una cosa, se arriva qualcuno chiamami” disse improvvisamente Antonio. Lo guardai come se l’avessi visto per la prima volta in vita mia. Avevo totalmente dimenticato al sua presenza!

“Va bene, certo, tranquillo” dissi subito, e vidi che Feliz sorrideva.

“Allora ti va bene se ti lascio il mio indirizzo e vieni quando hai tempo, domani?” ripropose.

La mia gola era secca, a tal punto che quasi non riuscivo più a spiccicare parola. “Ok, ma dimmi tu quando devo venire…”.

“Mi farebbe piacere se venissi già dalla mattina” disse senza preamboli e sfoderando un sorriso luminoso che metteva in risalto i suoi denti perfetti e candidi.

“Allora… Ok…”.

Mi lasciò scritto il suo indirizzo su un foglio di carta, e stava per aggiungere altro quando mi ritrovai nel negozio Stella e Marco, che parvero subito sorpresi nel vedere con chi ero.

“Oh, ciao, Feliz!” esclamò subito Stella, salutandolo con due baci sulle guance.

“Ciao” aggiunse Marco, stringendogli la mano.

“Ciao” ribadì Feliz.

“Cosa ci fai qui?” aggiunse la mia amata gemella, tutta agghindata nel suo migliore stile invernale: fuseaux neri con una maglia che fungeva da vestitino grigio con sopra un cappottino corto nero e tacchi. Nella sua voce sembrava esserci una sorta di disappunto, cosa che mi irritò alquanto.

“Sono passato a salutare Luna” rispose candidamente lui, cosa che fece colorire le guance di Stella, che replicò con un freddo: “Ah”.

Marco parve notare il disappunto della sua amica, tanto che subito disse- probabilmente per farmi sentire esclusa-  con un tono stranamente gentile: “Stiamo organizzando un pranzo al ristornate di mio zio per domani, ti va di venire? Ci saranno anche Mattia, Miriam, Paola…”. I suoi occhi blu per un istante si volsero verso di e con aria saccente e di sfida, ed io ricambiai con forza la medesima occhiata, dicendomi che questa volta sarei stata io la vincitrice.

In quel momento ebbi una sensazione di pura vittoria, accresciuta dal fatto che Feliz rispose: “Domani? No, mi dispiace, ma domani ho la giornata libera così ho invitato Luna a casa mia, la aiuto a estudiar para el examen” rispose.

Marco lo guardò come se fosse impazzito e Stella sembrò sull’orlo di una crisi post adolescenziale. “E allora non puoi aiutarla a studiare la mattina  e poi vieni…?”ripropose Marco.

“No, mi dispiace Marco ma preferisco passare tutta la giornata con lei” spiegò Feliz, in un modo tale che mi lusingò. Si voltò verso di me e ci sorridemmo per un istante.

“Ok, lascia perdere Marco” ribattè bruscamente Stella. “Luna, ero venuta per lasciarti questo dépliant e vedere quale regalo preferisci fare a Paola. Dagli un’occhiata e mi dici cosa ne pensi oggi… Sempre se non sei impegnata con l’esame, ovvio. Ciao” e così dicendo se ne andò, trascinandosi Marco che mi guardava con i suoi occhi freddi ed intrisi d’odio. Non capivo. Ma che diamine gliene fregava? Gli dava fastidio che era già la seconda occasione in cui avevo qualcuno che mi accettasse per quello che ero, dopo Paola!

Feliz parve un po’ scombussolato da quell’incontro a sua volta, così decise di congedarsi con un: “Io me voy. Ti aspetto domani mattina!”.

“Va bene, ciao Feliz” risposi, e mi sentii ancora più imbarazzata quando si sporse verso di me per baciarmi una guancia.

“Finalmente questo tete a tete è finito. Mi stavo annoiando di là, senza avere nulla da fare quando qui ci sono le nuove tovaglie da mettere sui tavolini” brontolò Antonio, comparendo dal retro bottega.

“Oh, taci! Lasciami almeno godere la sensazione che sto vivendo! Per una volta Stella è stata messa K.O. insieme al suo amichetto…”.

Questo pensiero mi riempì la mente finchè non arrivai a casa. Salutai i nonni e papà, e stavo per entrare nella mia stanza quando la voce semi disperata di Stella che proveniva dall’altra parte della porta mi indusse a bloccarmi.

“…Si, ma, ti rendi conto? La preferisce a me! Ma che cavolo dici, Marco! Certo che non ho intenzione di dirle che mi piace!”.

Mi irrigidii e decisi di ritornare in cucina per bere un bicchiere d’acqua per non farle capire che avevo ascoltato la sua conversazione telefonica.

Per la prima volta il ragazzo che interessava ad entrambe preferiva me a lei. Non avevo nulla da rimproverarmi, anzi, la cosa per una volta mi lusingava. Altro che partita dell'Artus... Forse quella volta la vincitrice di quel match sarei stata io. Era la stessa cosa che era successa con Christian, no? Solo che, ripensandoci bene, lei non sapeva che io ero interessata a lui mentre io avevo appena avuto prova del suo interessamento per Feliz…

 

 

*°*°*°*°*

Hola!

Che ve ne sembra del capitolo? Si può dire che è da qui che inizia la vera e propria trama. Luna riesce ad ammaliare Feliz e Stella sembra tutta arrabbiata perché qualcuno preferisce la sua gemella a lei… Il prossimo capitolo sarà un po’ movimentato, parlerà del giorno dell’appuntamento di Luna e Feliz e succederà qualcosa di non molto piacevole, anche perché l’appuntamento inizierà a fine cap…

Comunque, cosa ve ne sembra della copertina della storia? Sono consapevole di essere un’imbranata cronica con Photoshop, così ho provato con Paint e so di non aver fatto chissà che, prometto che cercherò di migliorarla appena trovo qualche anima pia che mi spiega qualcosina! ^^

Come sempre, grazie mille alle 18 persone che hanno messo la storia tra le seguite, le 9 che l’hanno messa tra i preferiti, coloro che hanno letto e coloro che hanno recensito:

LoLa SteP: Il “Parla con Luna” su Facebook? Oddio, non ci avevo mai pensato, certo che sarebbe proprio divertente! Ma anche il “Parla con Marco” non sarebbe niente male secondo me, se vuoi crearlo sei libera di farlo xD Miriam ci ha deluso, eh si, ma questa storia verrà approfondita, promesso… Feliz una nuvola passeggera? Vedremo… Un bacione, tvbttttttt!

sam05: Grazie mille, e figurati, a tutti può capitare di dimenticare di recensire, anzi, mi fa piacere che tu abbia deciso di farlo! ^^ E’ bello sapere che il tuo personaggio preferito sia Luna, e riguardo Marco, beh, conosceremo molte altre sue sfaccettature nel corso della storia… Ci sarà un motivo per cui Paola e Stella gli vogliono bene, no? =D Un bacione e ancora grazie mille, se ti andrà di farmi sapere cosa te ne sembra anche di questo cap e di quelli a seguire mi farebbe molto piacere! ^^

yury_chan: Ciao ^^ Ti comprendo se stai vivendo una storia simile a quella di Luna e Stella con tua cugina, anche a me succedeva con mia cugina fino a qualche annetto fa, anche se in modo molto meno tragico di Luna e Stella xD, ed ora andiamo molto d’accordo =) Luna e Marco insieme? Chi leggerà vedrà, come dico sempre io, ihih! Un bacione e grazie mille per la recensione, spero che anche questo cap ti piaccia!

Blair 95: Grazie mille cara ^^ Riguardo marco e Luna, ovviamente non rispondo anche perché tu stessa mi ci hai autorizzato xD Miriam ci ha delusi, eh si, ma ti dico che tutta questa storia prenderà un’alta piega tra qualche capitolo… E’ bello sapere che l’idea delle foto sia piaciuta, è più facile leggere sapendo come sono fatti i personaggi secondo me, non credi? Un bacione!

CriCri88: Non sai quanto sia bello continuare a leggere le tue recensioni, invece, ogni volta mi riempi il cuore di gioia, sul serio ^^ Luna è sempre un po’ troppo esagerata, si, ma fa parte della sua indole e mano a mano vedremo che migliorerà quando le cose inizieranno a mettersi bene anche per lei e comprenderà che spesso non è tutto nero come lo dipinge lei. Marco non l’ha mai contata giusta, mi sa xD Riguardo il calimocho, beh, mi hai risvegliato un antico dubbio: ricordo di aver assaggiato una bibita scura offertami da un amico di Feliz che aveva più o meno il sapore degli ingredienti che dicevi tu ma non ricordavo come l’avevano chiamata, insieme ad un altro paio che non ho osato provare e che poi hanno fatto ubriacare la mia amica xD Un bacione cara, e grazie mille!

FukoChan: Grazie mille ^^ Feliz e Mattia hanno fatto scalpore a quanto vedo, ma è giusto così, sono proprio dei bei tipetti xD Luna ti assomiglia? Se è così, non posso che dire “bene!” perché adoro il carattere di quella ragazza ^^ Ancora grazie, mi farebbe piacere continuare a sapere cosa ne pensi di quest’altro cap! Un bacione!

rossy87: Si si, sono di Maddaloni ^^ Tu di dove sei? =) Mi fa piacere sapere che la storia ti piaccia! Riguardo la tua curiosità posso comprenderti, e poi io da piccola desideravo una sorella al posto di quell’impiastro di mio fratello xD quindi diciamo che siamo quasi sulla stessa lunghezza d’onda ^^ Sapere che i battibecchi tra Luna e Marco ti fanno morire mi rende ancora più felice, quando li scrivo non so perché mi viene spesso da ridere, ma ti dico che in seguito ce ne saranno altri ancora peggiori di questi ;-)  Diciamo che le cose tra Marco, Paola e Luna ovviamente si complicheranno perché Luna dovrà fronteggiare situazioni mai vissute prima… E i personaggi maschili hanno fatto scalpore con tutte lo scorso cap, eheh ;P Un bacione e grazie mille per i complimenti, spero ti piaccia anche questo cap! ^^

vero15star: Rodrigo è proprio un bel vedere, eh? Se l’avessi conosciuto un paio d’anni fa avrei potuto amare un po’ di più “I Promessi Sposi” grazie al suo nome, ma vabbè… xD Ammetto che anche io Marco lo immagino diverso, ma è maledettamente difficile trovare attori sulla ventina mori con gli occhi blu che m’ispirano, e poi ho voluto fare la particolarità che non è mozzafiato come Mattia e Feliz per vedere se con il passare dei cap riuscirà a conquistare il popolo femminile per il suo carattere =D Grazie mille tesoro, ti voglio tanto tanto bene! ^^

_Armonia_: Oh, non sei un ragazzo? Che peccato, uffi xD xD xD Idiozie mie a parte, l’avevo chiesto giusto per non offendere eventuali lettori segreti… Mi piace l’idea di un maschietto che legge fic romantiche *_* In effetti a me non piace concentrarmi su un solo personaggio, anzi, spesso tendo ad inventarne molteplici, fin troppi perché anch’io sono dell’idea che tutto sia noioso se si parla di una cosa sola, infatti tra un po’ conosceremo meglio le storie di altre personaggi e ne conosceremo nuovi, come la madre di Luna e Stella, la madre di Flavia e il fratello di Marco… Mi fa piacere che la zia sia piaciuta, e anticipo che lei avrà una storia tutta sua nel corso dei cap ^^ Feliz e Mattia hanno avuto un vero e proprio successo, eheh! Grazie mille, un bacione!

 

Come sempre, eccovi qualche anticipazione…

“Sai Luna, non ci crederai ma al momento t’invidio molto” sussurrò, ancora di spalle.

 

“Ma starò via solo un paio di giorni” ribattei. “Comunque, scusate ma ora vado altrimenti non ci arrivo più a casa di Feliz e devo assolutamente ripetere”.

 

“Prego, non c’è di che, si figuri, è stato un piacere ed un onore” ribattè meccanicamente, nel solito modo che mi faceva irritare.

Sbuffai ed incrociai le braccia. “Vedi? Vedi? Non posso essere seria che…”.

 

Mi raccomando, recensite ^^

A martedì,

la vostra milly92.

  
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