I Kissed a Girl
Nota dell'Autrice:
Questa Yuri è un piccolo esperimento e, inoltre, un
regalo per Bloom e SonOfSun.
Spero possa piacervi. E' la mia prima yuri, quindi
andateci piano ._.
Buona Lettura!^^
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Si domandava perchè era finita in una situazione del genere, pur sapendo che
era profondamente sbagliato provare certe cose.
Al contempo, le pareva assai naturale provare certe cose
verso quella ragazza all'apparenza viziata e lamentosa, anche se questo
comportava problemi.
Quel genere di problemi erano costituiti dal fatto che
entrambe erano donne.
Ma suvvia! Erano pur sempre in un'epoca moderna dove
tutto è permesso, una semplice attrazione sessuale era
ordinaria e soprattutto frequente.
Anche se in quel caso, l'attrazione era da parte di una donna
per una donna, non per un uomo come ci si sarebbe aspettato.
Vi era qualcosa di folle in tutta quella storia, qualcosa che la preoccupava e
la spingeva a negare tale fatto, fino al bisogno mentale - e mai fisico! - di
relegare certi pensieri nella parte più recondita della mente, dove i
sentimenti e le
fantasie di quel tipo era introvabili, e difficilmente si potevano recuperare.
Lasciare che quell'attrazione
rimanesse solo una fantasia erotica era davvero un sollievo e, a dispetto di
tutte le sue convinzioni, era di certo frustrante trattenersi, soprattutto
quando era costretta a dover fare la doccia ogni qualvolta un allenamento
finiva, per poi ritrovarsi a studiare di tanto in tanto le forme poco
accentuate ma visibili di quel corpo caldo, i capelli lunghi e biondi che le accarezzavano morbide
le spalle...
Un tale
spettacolo era davvero una tortura per lei.
Per tale motivo tirava un sospiro di sollievo sapendo
che erano sempre in compagnia durante quei momenti.
Se fossero state sole, forse... Ma no, che stava
pensando?! Mai avrebbe avuto il coraggio di fare mosse tanto azzardate,
col rischio poi di
sembrare una maniaca.
Agli occhi di Silvia, lei era soltanto una iettatrice, null'altro. E questo
comportava una distanza fra di loro assai incolmabile.
C'era da dire che, se anche fosse stata ricambiata,
probabilmente Sirius si sarebbe scandalizzato alla
scoperta di una loro possibile relazione e, ferito, avrebbe tagliato i ponti
con entrambe, almeno conoscendolo.
Il che sarebbe stata una rovina per entrambe.
Pur essendo attratta fino all'ossessione dalla biondina,
provava un amore incredibile e forte nei confronti del principe
De Alisia, anche se questi si mostrava freddo e impenetrabile.
Nulla poteva scalfire Sirius.
- Buongiorno, Reika. –
La voce fredda ed elegante del principe De Alisia la fece
sussultare, riportandola al presente.
La donna sorrise, provando a non arrossire davanti allo sguardo intenso che le veniva rivolto.
- 'Giorno, Sirius. Dormito
bene? -
- Stupendamente. Avrei bisogno del tuo aiuto, però so che hai molto da fare, e non vorrei
davvero causarti qualche... -
- Oh, non ti preoccupare! Sono disposta ad aiutarti, non c'è
problema! - lo fermò Reika, scordandosi che doveva
studiare per il prossimo esame.
Il ragazzo sorrise. - Bene. Silvia avrebbe bisogno di aiuto
per un test di Sophia, e non potendo io darle una
mano per impegni presi in precedenza, mi sarebbe di
grande conforto se l'aiutassi. Almeno riuscirebbe a stare
alla larga da quell'animale. -
Con sguardo disgustato, Sirius rivolse la sua
attenzione ad Apollo, seduto come un cane davanti alla vetrata del salone.
Reika si lasciò scappare una risatina: era nota
l'avversione del biondo nei confronti del giovane, dovuta al fatto
che Apollo era considerato la vera reincarnazione di Apollonius, Taiyou no Tsubasa.
Era geloso, in pratica.
- Ok, le darò una mano. - Non era sicura che Silvia avrebbe accettato il suo
aiuto, comunque. La odiava.
Sirius sorrise, compiaciuto. - Grazie, Reika. Sei sempre così gentile. -
E vorrei vedere... pensò la corvina,
osservando il biondo andarsene in direzione dei dormitori femminili, in cerca
della sorella.
***
- No, non è giusto! Fratello, perchè non puoi studiare tu con me? Perchè deve
essere proprio Reika? - sbottò Silvia, facendo una
smorfia di rabbia.
Il pugno sul tavolo, sbattuto con violenza pochi secondi prima della sfuriata,
era arrossato per la potenza del colpo.
Sirius scrutò severamente la sorella, e inarcò
un sopracciglio.
- Non fare così, Silvia. Reika si è offerta
volentieri e dovresti esserle grata. Ora smettila e
prendi i libri: fra un po' andrai da lei a studiare, siamo intesi? -
Silvia scosse il capo, le lacrime agli
occhi. - Fratello, però io... -
- Non discutere. Ora preparati. -
Silvia si voltò rabbiosa, prese i libri e lanciò uno sguardo ferito al
fratello, constatando quanto fosse forte l'ammirazione
di lui nei confronti di Reika.
Non sopportava quella donna, quando c'era lei tutto andava per il verso
sbagliato, e non riusciva mai a stare con il suo amato fratello.
Inoltre avrebbe voluto studiare da sola, ma il test era particolarmente ostico
e non poteva certo prendere un voto basso.
La sua scheda Element ne avrebbe
risentito, e lo stesso riguardava per il
suo posto in prima squadra.
Per un attimo, ricordò che anche Apollo avrebbe dovuto fare il test;
sicuramente non sarebbe riuscito a passarlo, quello stupido.
Si mise accuratamente il bracciale al polso sinistro - per coprire le sue piume
di angelo - e fece un respiro profondo, per poi
voltarsi in direzione della porta, seguita da un silenzioso Sirius
che, preoccupato per il comportamento stranamente quieto della sorella, non
faceva altro che fissarla, teso.
Silvia pensò che, se Reika non le avesse dato un valido aiuto, gliel'avrebbe fatta pagare cara.
Parola sua.
***
No, mi rifiuto di studiare con Silvia in camera mia! Ci mancherebbe altro! pensò inorridita Reika, scrutando
la biondina dall'altra parte della sala.
La camera non era il posto più adatto: avrebbe fatto meglio a portarla in
biblioteca, si.
Almeno non correva il rischio di fissare troppo il letto e poi Silvia. Sarebbe
stato frustrante, terribile e di certo non molto garbato.
Non aveva l'abitudine di comportarsi come Pierre,
questo era poco ma sicuro.
Allargò il nodo della cravatta e deglutì.
Ad un tratto, una voce la chiamò.
- Ehi, Reika. - Apollo saltò giù da un tavolo, le
mani in tasca, l'espressione divertita e strafottente. - Studi con la
principessa Fessa? -
- Si. E tu? - domandò la donna, curiosa. - Se non
sbaglio devi fare lo stesso test di Silvia. -
Il rosso sbuffò. - Io non ne ho bisogno. Mi basta saper pilotare l'Aquarion per rimanere alla Deava.
-
In un certo senso aveva ragione. Era l'unico ad essere entrato nella prima squadra senza fare test o
allenamenti.
Diede un'occhiata a Silvia, che si stava avvicinando
col fratello. - Ti conviene andare. Oggi Silvy è
nervosa. -
Apollo sorrise, come se la cosa lo divertisse un mondo.
- Ok, io sparisco. Buona fortuna con la fessa, Reika. -
Detto questo scattò via, lanciandosi dalla finestra sopra di loro.
Reika scosse il capo, divertita: la vitalità di quel
ragazzo era contagiosa. Avrebbe voluto essere come lui. Invece
era la sfortuna fatta a persona.
Contemplò la figura alta del principe De Alisia, subito seguita da quella
minuta della sorella.
Silvia aveva l'espressione imbronciata e si guardava attorno
circospetta, quasi si aspettasse di venir attaccata da un momento
all'altro.
Forse pensava che Apollo le stesse riservando qualche scherzo dei suoi.
- Ciao, Silvia. Sirius. - Si alzò e sorrise
cordialmente ad entrambi, nascondendo lo sconcerto per il comportamento anomalo
della biondina.
In fondo Apollo
se n'era andato. Che bisogno
c'era di preoccuparsi in quel modo?
Silvia gonfiò le guance e bofonchiò un "ciao" di malavoglia.
Il fratello, paziente, rivolse alla corvina una sorriso
mozzafiato che la fece quasi tremare: quell'uomo
era proprio attraente.
Le posò una mano sulla spalla - Ti affido Silvia. Falla studiare sodo! -
- Va bene. - sussurrò Reika, rossa. Ok, Sirius la stava proprio imbarazzando.
Silvia, nera di rabbia, afferrò il braccio del biondo. - Fratello, torna
presto. Mi mancherai tanto. - disse, accorata.
Forse troppo accorata.
***
Gli Element sono in possesso di
molte abilità speciali, e sono molto diversi dai normali esseri umani.
Per questo, a loro è permesso pilotare l'Angelo meccanico Aquarion,
costruito 12.000 mila anni fa da un Angelo delle Tenebre, Taiyou
no Tsubasa, che...
- Oh, ma basta! Io so già tutto questo! Sono o no la
principessa De Alisia?! - esclamò con voce annoiata la
biondina, chiudendo il libro di botto.
Esasperata dal comportamento della ragazza, Reika
cercò di mantenere il controllo, anche se le risultava
assai difficile farlo, data l'enorme quantità di lamentele da parte della
biondina che, da oltre un'ora, non faceva altro che interrompere la sessione di
studio per dire la sua in merito.
Possibile che non si stancasse mai di ripetere le stesse identiche cose?
Sospirò, stanca. - Silvia, non importa quanto sai.
Devi imparare tutto a memoria. Non bastano dei ricordi per passare un test
delle Deava. -
Ennesimo sbuffo. - Io so già tutto. Punto. -
Quando finirà di fare la cocciuta?! pensò Reika, irritata.
- Reika, posso farti una domanda? - disse
improvvisamente Silvia, lanciandole un'occhiata curiosa con i suoi splendidi
occhi azzurri.
- Certo. - Fissò le labbra della ragazza e rabbrividì: sbagliava, o Silvia
aveva messo il lucidalabbra? Dannazione.
Erano sole nella biblioteca centrale della Deava, e
nemmeno Rena era nei paraggi - cosa assai insolita
per lei, tanto era abituata a stare lì.
Aspettò pazientemente la domanda di Silvia, che dopo qualche attimo di esitazione si decise a parlare:
- Tu sei innamorata di mio fratello? -
Colpita e affondata!
- Ehm... non credo che la risposta ti piacerebbe, Silvia, e poi io... ecco... -
- Cosa? Che stai dicendo? Non lo ami? - Sembrava
confusa.
Reika prese fiato e senza rendersene conto tornò a
fissare le labbra piene della principessa, studiandole attentamente.
Diavolo, non poteva lasciarsi andare a certi
pensieri, non in quel momento!
- Silvia... -
Quelle labbra.
Dannazione. Dannazione.
Dannazione!
Si chinò involontariamente su di lei e fece scontrare le loro bocche.
La cercò dopo un attimo di esitazione, e sentì da
parte di Silvia un certo sbigottimento; non se l'era aspettato, eh no.
Beh, nemmeno lei d'altronde.
Ad un certo punto, per motivi ignoti ad entrambe, Silvia rispose,
ignorando tutta la tensione accumulata con quel gesto.
Reika esultò per un secondo, poi
approfondì il bacio, facendo incontrare le loro lingue.
Calore, poi un forte sapore di vaniglia: intenso, attraente, gustoso.
Non avrebbe mai immaginato che quel bacio sarebbe stato tanto eccitante, tanto eccitante da spingerla ad essere più irruenta.
Posò la mano sulla spalla della bionda, poi la fece scendere fino al seno, che
accarezzò al di sopra della fine maglietta che
indossava.
La giovane lanciò un gemito e ansimò, cercando poi di riprendere fiato.
Silvia si avvinghiò a lei e le morse lenta il labbro
inferiore, provocandola.
Le mani s'intrecciavano, le bocca si cercavano, i
respiri acceleravano, elettrizzati.
Ad un certo punto, Reika si scansò. - Silvia... -
La bionda arrossì a sorrise, imbarazzata. - Ehm... -
C'era solo silenzio, eppure, quando tornarono a baciarsi, quel silenzio venne colmato solo dal piacere che causava loro quel bacio.
E continuarono, perde in quel vortice di passione che
coinvolse tutto di loro, tutto ciò che c'era di più intimo.
Passò il tempo...
E soddisfò entrambe.
I kissed a girl and I liked it
The taste of her cherry chapstick
I kissed a girl just to try it