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Autore: Moon_Glade    23/11/2009    2 recensioni
Cosa succede nella testa di un licantropo quando perde colui che ama? Cosa resta nel suo cuore ferito? i sentimenti di un lupo mannaro dilaniato da qualcosa che lo ha segnato ancora più della sua mutazione... una persona che lo amato per quello che era ed è, sparita dalla sua vita. (P.S.:lasciate perdere qualche volta il senso di quello che troverete scritto e che a volte potrebbe apparire folle o senza senso.chi mi conosce sa che una volta che l'ispirazione mi prende mentre ascolto una canzone che mi piace, mi cattura e non mi lascia più...XD e io scrivo esattamente quello che il cuore e lo spirito mi dettano...)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ho persa


La nuda e fredda terra lacera i miei piedi scalzi.

Il gelo della neve mi penetra nelle ossa.

Freddo.

Il mio cuore si aggira inquieto per il bosco.

Lo sento battere, e ad ogni suo battito una fitta interiore mi colpisce.

Vorrei tanto poter tornare a casa.

Buio.

Ma non posso.

Un brivido mi scuote.

Solo la Luna mi accompagna ed illumina il mio cammino.

Non posso.

Non posso perché ti ho persa.



Lente, silenziose, le lacrime iniziano a rigarmi le guance.

Cado in ginocchio.

Il dolore brucia ancor più che la gelida neve.

Abbasso la testa.

Stringo i pugni.

La nocche sbiancano.

Stringo i denti.

Ti ho persa.



Mi lascio cadere.

Non c'è più nulla per cui valga la pena sopravvivere.

Stringo la terra con le mani, come se avessi paura di cadere.

Le mie unghie scavano dei profondi solchi.

Profondi quanto le ferite del mio cuore.

Alzo la mano.

La apro.

Il terriccio nel palmo mi scivola lentamente tra le dita.

Con la stessa facilità con cui tu sei scivolata via da me.



Singhiozzo in silenzio nel buio, le tenebre si stringono su di me.

Il mio cuore trafitto e sanguinante implora una fine.

Invoca la morte.

Ci deve essere una fine...

Il mio corpo e il mio spirito vogliono sparire.

Chiudo gli occhi.

Tu sei scomparsa.



Il tuo corpo è freddo.

Resta inerte tra le mie mani. Non ti muovi.

Il tuo petto è immobile.

Gli occhi chiusi.



Eri uscita dai miei sogni.

Eri venuta e avevi dissipato le tenebre che mi avvolgevano.

Gli incubi che crescevano dentro di me.

La mia ombra non mi spaventava più quando ero con te.

Perché tu sapevi vedere oltre di essa.



Corro avvolto dal buio e dalla nebbia.

I contorni della foresta attorno a me sono indistinti, confusi.

Non vedo niente.

Macchie scure indefinibili mi scorrono ai lati.

Mi guida solamente l'istinto.

E una paura folle.

La paura che ti sia successo qualcosa.

La paura di perderti.


Non avevi paura di me.

Non avevi timore del mostro che si celava dentro di me.

Amavi entrambe le mie persone.

E io ti amavo.

Ti avrei protetta da qualsiasi cosa.

Da chiunque avesse tentato di farti del male.



Devo proteggerti.

Perché ti ho lasciata sola?

Corro con il cuore in gola.

Ti ho lasciata sola.

Non me lo perdonerò mai...



Scosso dai singulti resto a terra, incapace di reagire.

Non voglio reagire.

Vorrei poter rimanere immobile per sempre..

Vorrei poter non pensare..

Vorrei potermi impedire di ripensare a quello che è stato..

Le mie guance bagnate sfregano sul terreno.



Davanti a me, nell'oscurità, sento dei rumori.

C'è qualcuno.

La speranza si riaccende.

Ti ho trovata.



A lungo ti avevo cercata.

Forse inconsciamente, inconsapevolmente, ma l'avevo fatto.

E quando sei arrivata è stato come un fulmine a ciel sereno.

Ti avevo trovata finalmente.

Ci eravamo trovati.

Avevi guardato i miei occhi e avevi sorriso.

Dicevi che erano strani.

Pensavi che assomigliassero a delle pietre preziose castano-rubino.

Dicevi anche che ti piacevano.

Anche a me i tuoi piacevano.

A me piaceva tutto di te..



La tua immagine sorridente è l'ultima cosa che vedo.

Poi, cado nel vuoto.



Con un balzo piombo al centro di uno spiazzo erboso.

Qualcuno grida.

Qualcuno scatta, corre in tutte le direzioni.

Sento dei passi.

Qualcuno mi punta addosso delle forti luci.

Mi accecano.

Mi muovo a scatti, scuotendo furiosamente la testa.

Sento delle voci.

Ovunque intorno a me.

Ringhio e colpisco alla cieca. Le mie zampe fendono l'aria impalpabile.

Non vedo niente.

Poi, all'improvviso, si sente un grido.

Cala il silenzio.

Stringo gli occhi, cercando di allontanare la momentanea sensazione di cecità.

È la tua voce.

Sei tu che hai gridato.

Ancora incapace di vedere, percepisco il tuo odore.

E sento le tue mani tremanti affondare nel mio collo peloso.

Mi stringi a te.

Hai paura.

Ma adesso ci sono io con te.



Spalanco gli occhi con uno scatto.

Sopra di me brillano nel cielo la Luna e le stelle.

Ma la loro luce non è per me..

I contorni argentei del disco lunare sfumano, confusi dalle mie lacrime.

Ripiombo nell'oscurità.



Ricomincio a distinguere le forme.

Delle alte ombre scure stanno di fronte a me e te, ci circondano.

Ti faccio scudo con il mio corpo, non devono toccarti.

Sono uomini.

Sussurrano tra di loro, qualcuno punta il dito verso di noi.

Ringhio in direzione del più vicino.

Le orecchie mi si ripiegano sulla testa.

Scopro le labbra.

La tua stretta su di me si fa più forte.

Andatevene”.

Cominciano a ridere.

Ora riesco a vedere.

Il tuo volto bellissimo è solcato da due strisce luccicanti, che dagli occhi partono per interrompersi sul mento.

Stai piangendo.

Ma nei tuoi occhi verdi c'è un'espressione decisa. La Tua espressione.

Hai paura.

Ma non vuoi andartene.

Spingo lievemente il muso contro la tua spalla.


Vai via”.


Mi guardi e vedo le lacrime riaffiorare dai tuoi occhi.

Ti giri.

Non vuoi darmi ascolto.

Ti rivolgi ancora agli uomini.

Andatevene”.

Perché non vuoi ascoltarmi?


Perché non mi hai ascoltato?

I brividi scuotono il mio corpo.

Ho freddo.

È stata tutta colpa mia...



Ridono.

Ti prendono in giro.

Uno di loro sta tentando di allontanarti da me.

Si avvicina lentamente, la mano tesa verso di te.

Ti sta dicendo qualcosa, ma non voglio ascoltare.

Non voglio sentire.

Scatto in avanti.

Le mie zanne si chiudono sulla sua mano.

Con un grido l'uomo tenta di staccarsi dalla mia morsa.

Altri si avvicinano.

Solo adesso vedo i fucili.


NO!”


Lo lascio andare.

Cade a terra tenendosi la mano.

Uno scuro liquido la bagna.

Sangue.

Torno da te.

Mi prendi la testa tra le mani, e inizi a singhiozzare.

Non dovevi farlo...”



Mi viene da vomitare.

Non ce la faccio.

Voglio andarmene.

Andarmene come tu te ne sei andata.



Uno di loro ti ha presa.

Ti sta trascinando via. Ti dice di non preoccuparti.

Tu non lo ascolti.

Gridi.

Gli dici di lasciarti.

Ti divincoli ma non ce la puoi fare.

Il resto del gruppo mi circonda. A due metri da me, ognuno con il fucile puntato.

Ormai il tuo è un pianto disperato.

Il mio cuore si spezza ad ogni tuo grido.

Mi abbandono al suolo, incapace di reagire.

Se cerco di raggiungerti ti faranno del male...

Le zampe non mi reggono più.

Le tue grida mi giungono alle orecchie.

La tua disperazione mi disarma.

Non ha più senso fare altro.

Crollo al suolo.


Perché l'avete fatto!!? Lasciatemi andare!!”


Prego solo che la fine arrivi presto.



Ormai il mio pianto è incontrollato.

Singhiozzo, grido nel bosco oscuro.

Le mie lacrime bagnano il terreno.

Non c'è nessuno a sentire la mia disperazione.



Sei riuscita a liberarti.

Corri verso di me, ma io non posso vederti.

Vedo solamente la bocca del fucile a qualche centimetro dalla mia testa che darà fine alle mie sofferenze.

In un attimo mi hai raggiunto.

Spingi uno degli uomini, che, preso alla sprovvista, scivola rovinosamente.

Poi, cadi tu sopra di me.

Il tuo viso mi appare, vicinissimo al mio muso.

Le lacrime ti bagnano gli occhi color smeraldo e le guance.

Alzo di scatto la testa.

E lo sparo mi risuona nei timpani.

Cado nell'erba, mentre il dolore inizia a diffondersi per tutta la testa.

Qualcosa di caldo mi cola sulle zampe.

Aspetto la fine.

Un lungo fischio acuto mi risuona nelle orecchie.

E poi ti vedo.

Scatto sulle zampe e con un balzo ti raggiungo.

Il silenzio cala nella radura.

Sui volti degli uomini delle espressioni sconvolte.

Per qualche secondo restano immobili.

Poi, scappano via, lasciando cadere le armi.

I loro passi si perdono nell'oscurità della boscaglia.

In pochi secondi, nella radura ci siamo solo io e te.

Trascinandomi sul terreno bagnato mi avvicino a te.

La trasformazione si esaurisce, ed il mio corpo ridiviene umano.

Tocco le tue braccia immobili, mentre le zampe ridiventano mani.

Afferro le tue mani, percorso da un fremito di agitazione.

...Ti prego...”

In lacrime le appoggio al mio viso, cercando una tua risposta.

Spingo i tuoi palmi contro la mia pelle.

...Ti prego...”

Sento ancora la loro morbidezza, il loro calore.

Le stringo tra le mie, sollevandoti contro il mio petto per sostenerti.

Non ti muovi.

Alzo una mano.

È bagnata di sangue.

Una grossa macchia scura si espande sul tessuto del tuo vestito, appena sopra lo stomaco.

La guardo e qualcosa nel mio cuore si spezza.

No...no..”

Ancora tremante ti stringo a me.

Bacio le tue guance che cominciano a diventare fredde.

Guardo il tuo viso perdere lentamente colore.

Non lasciarmi...”

Il tuo sangue macchia ovunque l'erba.

Ti stringo a me come se volessi proteggerti.

Chiazze rosse compaiono anche sulla mia pelle.

Non rispondi.

Le mie lacrime cadono su di te.

Ti grido di ascoltarmi, ti chiedo di rispondermi.

Piango e ti dico di non lasciarmi.

Ti imploro di non abbandonarmi.

Ti supplico di non andartene.

Ma non puoi sentirmi.

Il tuo corpo è freddo.

Resta inerte tra le mie mani. Non ti muovi.

Il tuo petto è immobile.

Gli occhi chiusi.

I segni delle tue lacrime ancora sulle tue guance rosa.

No...”

Non lasciarmi! Non andartene!!!”

NON ANDARE VIA DA ME!!”

Il mio pianto disperato si innalza fino alle cime degli alberi.



Il mio pianto disperato si innalza fino alle cime degli alberi.

Batto i pugni a terra, piangendo.

La tristezza mi assale, il mio cuore lacerato grida tutta la sua rabbia e frustrazione.

Grido fino a che i polmoni non mi bruciano per la mancanza di ossigeno.

Non posso farcela.

Voglio scomparire.

Voglio abbandonare questo mondo.

Non voglio più vivere.

Non senza di te.

Non senza il tuo calore.

Non senza il tuo sorriso.

Non senza i tuoi occhi e i tuoi capelli.

Non senza di te.

Ti amo.

Ti amerò per sempre.

Ma tu non ci sei più.

Non può bastare la Luna ad accompagnarmi.

Mi hai dato qualcosa che nemmeno lei poteva darmi.

Non ce la faccio.

Voglio dare fine a tutto questo.

Ti ho persa.




Informazioni per leggere questa storia:

- parti in scrittura normale: raccontano la situazione contemporanea, il presente.

- parti in corsivo: raccontano quello che è accaduto nel passato; sono reminiscenze, flash che il protagonista ha della situazione che lo ha portato alla disperazione.

- parti in corsivo grassetto: raccontano quello che ricorda il protagonista della persona amata, o come si sono conosciuti.


Spero vi sia piaciuto


Moon_Glade

(consiglio: leggetelo con sotto la canzone dei Blink 182 “I miss you”)










  
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