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Autore: Noire    23/11/2009    4 recensioni
"Io ti ho sempre odiato."
"Non lo sapevi? Amore e odio sono più simili di quanto si creda."
Wonderland, avresti mai pensato di poterci capitare? Attraverso un sogno, o uno specchio, o semplicemente una banale coincidenza che cambia la tua vita per sempre.
Una coincidenza che ti farà spalancare gli occhi dallo stupore, ti farà dubitare della realtà stessa, eppure è così. Spesso la realtà è più incredibile dei sogni, e noi ci siamo capitati dentro.
Quella era diventata la mia incredibile realtà.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, non puoi farci niente! Sono quasi tutti matti, qui!

The Cheshire Cat.





Quanto era passato dal giorno in cui mi ero decisa a fare uno dei passi più importanti della mia vita e apparire sui giornali accanto a Joe?
Sì, perchè naturalmente già il giorno dopo le foto del nostro bacio e la sua dichiarazione di appartenenza alla sottoscritta erano state prontamente pubblicate su quasi tutte le riviste di gossip esistenti.
Giusto qualche settimana. Ovviamente, ero stata costretta ad andarmene da scuola. La sorpresa era stata troppo grande, per chi mi conosceva, e adesso ero stata costretta a cambiare numero di cellulare e soprattutto a evitare Samantha in qualsiasi modo mi fosse possibile.
Certo, non che mi dispiacesse, ma non era così facile, soprattutto perchè ero convinta che fosse piuttosto intenzionata a farmela pagare; stesso impegno mi era necessario per schivare i giornalisti, fermamente intenzionati a strappare un'intervista alla "nuova fidanzatina" di Joe Jonas.
Non mi piaceva che i fatti miei fossero spifferati su ogni giornale e televisione, non riuscivo a sopportarlo. Sapevo già che la reazione di molte fans non era stata esattamente positiva: ovvio, le avevo private dell'ultimo dei Jonas che per loro era ancora single.
L'unica cosa che mi consentiva di andare avanti, era proprio lui, Joe. L'avevo fatto per dimostrare che lo amavo, e adesso lui si stava prodigando al suo meglio perchè l'improvvisa ondata di notorietà non mi travolgesse. Era stato lui a trovarmi un insegnante privato che mi permettesse di finire gli studi, e sempre lui mi seguiva costantemente in modo da non farmi affrontare da sola incontri non propriamente piacevoli.
In ogni caso, la notizia era stata ben presto sostituita da un'altra, più sensazionale e che senza dubbio più si prestava a cattiverie e maldicenze: il matrimonio di Vic e Nicholas.
I media erano letteralmente impazziti di gioia, quando si era diffusa la notizia. Le malignità che erano state divulgate con tanto entusiasmo, poi, erano tanto eclatanti da far saltare i nervi persino a me, figurarsi a loro.
Stranamente, Vic sembrava non essersene curata troppo, presa com'era dai preparativi per le nozze, previste per giugno, e ben presto anche io mi dimenticai quasi completamente della mia nuova e senz'altro più agitata vita.
Io e Danielle ci eravamo offerte entrambe per aiutare la sposa, sostenute da una straordinariamente entusiasta Denise. In realtà, ero rimasta piacevolmente sorpresa dalla sua reazione, anche se mai come da quelle del reverendo. Avrebbe officiato lui il rito. Per quanto riguardava me, la mia eccitazione per l'evento superava ogni limite.
Non era dovuto soltanto al fatto che le opportunità per l'rganizzazione erano tanto magnifiche da farlo sembrare qualcosa di principesco, o per l'atmosfera da matrimonio in sè, anche se Kevin era stato tanto gentile da ricordare a me e Joe che i prossimi dovevamo essere noi.
No, era perchè il mio più grande desiderio era vedere Vic felice, e mi auguravo sul serio che quella fosse la volta buona.
Per questo mi ero adoperata con tutta la forza di volontà possibile per aiutarla con la parte più complicata di quella faccenda, e sempre per questo facevo ormai tappa fissa a casa sua assieme a Danielle, carica di cataloghi, fogli, foglietti ed enormi foto di composizioni floreali e tovaglie.
L'umore della sposa però, a dispetto di quanto si potesse pensare, non era esattamente roseo. Ero stata costretta a sequestrarle la scatole delle aspirine, per evitare la sua fine causa overdose, e ai miei compiti si era aggiunto quello di sviare ogni eventuale crisi nervosa dovuta alla scelta dei fiori per la chiesa.
Avevo intuito la sfumatura tragica della situazione soltanto quando aveva cominciato a strepitare in francese, e mi ero trattenuta a stento dal risponderle allo stesso modo.
Sinceramente, non avrei mai pensato che un matrimonio potesse causare tanto nervosismo...ma almeno non era andata a trovare Sebastian. Sembrava non lo facesse più da un po', il che significava che non stava tanto male da dover ricorrere a quello.
Lo stress ad ogni modo era palpabile. Non riusciva a vedere Nick per più di un giorno a settimana, e per quello la capivo perfettamente: proprio adesso che mi ero decisa a rendere pubblica la cosa, i suoi impegni e i miei ci allontanavano.
Il diciottesimo compleanno di Vic era passato quasi inosservato, ma l'aveva trascorso interamente con Nick, perciò non avevo cercato di organizzare niente di più. E adesso mi affannavo a sfogliare quello che doveva essere il cinquantaseiesimo catalogo, cercando in tutti i modi di risolvere il problema dei crisantemi.
Fortunatamente, o provvidenzialmente che dir si voglia, il dilemma vestito era già stato risolto. E così adesso rimanevano soltanto altri mille dettagli da analizzare, sistemare, proporre e decidere.
Speravo che Vic avrebbe retto, perchè i miei nervi stavano cominciando seriamente a cedere. In più, ero preoccupata per lei. Non era tranquilla, lo vedevo chiaramente, e mi auguravo che tutti quei preparativi finissero in fretta, per darci un po' di respiro. Ad aggiungere novità alle novità, avevamo appreso, durante una delle nostre interminabili sedute di decisione colori/composizioni/pizzi, che Danielle era rimasta incinta. La notizia ci aveva lasciate completamente esterrefatte, distraendoci per un bel po' dai nostri infiniti impegni, così come la cena che si era tenuta per annunicare celebrare l'evento.
In sintesi, comunque, sì, anche io avevo bisogno di un po' di riposo, e purtroppo per me avevo sempre avuto l'abitudine di non sentirmi tranquilla fino a quando non avevo portato a termine i miei compiti.
Anche Joe però, era dell'idea che dovessi prendermi una pausa. Soprattutto perchè era riuscito a prendersela lui, dopo quasi una settimana, e volevamo approfittarne entrambi.
Il programma era molto semplice. Non saremmo usciti, visto che sembrava impossibile muovere più di due passi fuori casa senza che i paparazzi sbucassero fuori dai posti più impensabili, perciò alle una e un quarto lo sentii suonare il campanello di casa mia. Era quasi irriconoscibile, imbacuccato in un cappotto con il colletto alzato, occhiali da sole e un berretto da baseball che coprivano quasi interamente la sua faccia.
Non appena lo vidi finsi un'espressione sorpresa.
- E lei chi è? Mi dispiace, ma io aspettavo il mio ragazzo...
Feci per chiudere la porta, lui la bloccò e io lo lasciai fare. Così come non mi opposi quando mi baciò, sfilandosi gli occhiali scuri e chiudendosi la porta alle spalle. Poi mi morse delicatamente il labbro inferiore. Risi, protestando.
- Ahia!
- Beh, che c'è? Non volevi nemmeno farmi entrare. Mi sembra il minimo, cara.
Gli feci una linguaccia, poi lo baciai di nuovo.
- Ok, ok, ma adesso togliti tutta questa roba, per favore.
Il suo sguardo si fece più affilato.
- Tutta tutta?
Gli sferrai una manata sul braccio destro, ridendo.
- Joe Jonas, tu stai cercando di mettere alla prova la mia pazienza per caso?
- No, solo il tuo autocontrollo.
Scossi la testa, senza risparmiargli un'altra risata e un altro bacio, più lento questa volta.
- Non dovresti scherzare con il fuoco...
La sua risata fece eco alla mia, accarezzandomi le orecchie.
- Lo so, lo so...
Sospirò, prima di lasciarmi andare.
- Allora sarà meglio che mi trovi qualcosa da fare, per distrarmi...
Si diresse verso la cucina, aprendo il mobiletto ed estraendone due piatti. Io lo fermai in tempo.
- Heyheyhey, Danger, dammi quei piatti!
Lui si voltò verso di me con una smorfia.
- Traditrice! Avevamo deciso che non avresti usato quel soprannome!
Scoppiai di nuovo a ridere, mentre prendevo i piatti dalle sue mani e li posavo sul tavolo.
- Hai ragione, ma è stato più forte di me.
Le sue braccia mi circondarono la vita, sollevandomi dal pavimento e facendomi finire esattamente contro il suo petto. Mi strinse forte a sè per poi lasciarmi andare di nuovo, e mi sedetti, accorgendomi solo in quel momento della busta gigantesca che aveva poggiato vicino alla porta della cucina.
Gli lanciai un'occhiata perplessa.
- Cosa c'è lì dentro?
Lui sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, afferrando la busta e posandola sul tavolo, accanto ai piatti.
- Sapevo che non ti andava di cucinare, così sono passato a prendere della pasta al ristorante italiano sulla cinquantasettesima.
I miei occhi si illuminarono...sì, sapevo che si erano illuminati. Amavo la cucina italiana alla follia, da quando all'età di dodici anni mia madre mi aveva portata a Firenze, e Joe lo sapeva bene.
Aggiungendo anche quel punto alla lista delle ragioni per cui lo amavo alla follia, lo osservai estrarre dalla busta due grossi cartocci di pasta, ancora caldi, e metterli nei piatti senza farne cadere neanche un po'.
Assolutamente strabiliante. Sì, c'era un motivo se i suoi fratelli lo chiamavano Danger.
Mentre prendevo posate e bicchieri, pensai che sì, dopotutto quell'atmosfera matrimoniale mi aveva fatto riflettere sul nostro rapporto, soprattutto adesso che mi ero decisa a renderlo pubblico.
Lui dovette accorgersi che mi ero bloccata, perchè mi richiamò alla realtà.
- Bella addormentata, se non ti sbrighi si fredderà tutto.
Mi riscossi, schizzando quasi letteralmente a tavola e mettendomi seduta. Avevo appena addentato il mio primo boccone di pasta, quando Joe si fermò con la forchetta a mezz'aria, guardandomi.
- A cosa stavi pensando?
Inghiottii il boccone, cercando una risposta evasiva ma che non rendesse troppo evidente il fatto che stavo mentendo.
- A nulla in particolare...a Vic, a questo matrimonio.
Violet Dupont, la regina delle mezze verità. Ma non me la sentivo di parlare del nostro, di matrimonio. Non ancora. Il solo pensiero mi faceva attorcigliare lo stomaco.
Lui non sembrò accorgersi di nulla, comunque, e mi sorrise.
- Immagino che sia stressante, vero? Nick è quasi isterico, e ti assicuro che è una cosa piuttosto rara per lui...di solito, è quello calmo e riflessivo, ma credo che la lontananza da Vic e il fatto di aver dovuto provare almeno ventotto smoking diversi in una sola mattinata abbia messo a dura prova i suoi nervi.
- Più che stressante...Sai, sono un po' preoccupata per Vic in effetti. Non credo che tutto questo le faccia troppo bene, ma dopotutto è necessario, e tra qualche settimana tutto questo sarà finito, no? Potremo riposarci un po'.
Lui annuì. Non mi aveva permesso di vedere il suo vestito per il matrimonio, come io non gli avevo permesso di vedere il mio, ma ero tremendamente curiosa. Certo, perchè i preparativi riguardavano anche noi.
- Già, ma nel frattempo c'è lavoro, lavoro e ancora lavoro.
- Il nuovo disco è a fine?
- Esatto. Oggi dovrebbe essere l'ultima volta che vediamo quella sala di registrazione prima dell'uscita del prossimo. Spero...perchè sul serio, quelle pareti cominciavano a starmi strette.
Finii di masticare l'ultimo boccone e poi gli sorrisi. Non vedevo l'ora che il disco fosse completato, a dire la verità, per poter passare più tempo con lui; sembrava tutto diverso ora, alla luce del sole...più vero. Avevo ricevuto anche una chiamata di mia madre, qualche sera prima, e per chissà quale scherzo del destino, mi aveva detto di essere davvero contenta per me. Sapevo che in fondo Joe le piaceva molto.
Ci alzammo da tavola, e misi in piatti nella lavastoviglie, appena prima di essere nuovamente raggiunta da Joe e dalle sue labbra sui miei capelli.
- Abbiamo un po' di tempo per le coccole, prima che Nick venga qua a rapirti?
Per tutta risposta lui mi sollevò di peso, depositandomi poi sul divano del salotto e distendendosi accanto a me. Nick doveva venire a prenderlo circa una mezz'oretta dopo, per portarlo via da me, e avevo intenzione di godermi tutto il tempo che mi rimaneva.
Sentire le sue braccia attorno a me era una delle cose che amavo di più al mondo, quasi quanto amavo essere praticamente l'unica persona a cui era permesso di toccare i suoi capelli.
Li accarezzavo, lentamente, sorridendo della sua espressione beata, gli occhi chiusi, e una lieve risata mi salì alle labbra.
- Sembri un cucciolo.
Lui finse di mettere il broncio.
- Questo fa svanire tutta la mia virilità.
Alzai gli occhi al cielo, baciandolo sulle labbra.
- Non credo che tu corra il rischio.
Questo ci fece ridere tutti e due, finchè non lo sentii agitarsi un po'.
- Che fai?
- Devo cercare una cosa.
Mi scostai da lui, che aveva cominciato a frugare in una tasca dei pantaloni.
- Mi ero quasi dimenticato...ma dove cavolo l'ho messo...
Alla fine, mi sventolò sotto il naso un piccolo bigliettino rosa, su cui era scritto un numero di telefono tutto svolazzi, con un cuoricino accanto. Io sgranai gli occhi, alzandomi di scatto dal divano.
- Joseph! E' quello che penso che sia?
La mia voce aveva assunto una tonalità isterica, molto più acuta del solito.
Joe si alzò, venendo verso di me, le mani alzate in segno di resa, la destra stretta attorno a quel piccolo insulso pezzo di carta color confetto.
- Sì, ma non ti agitare! Fammi spiegare, c'è un motivo per cui l'ho tenuto e l'ho portato qui.
Inspirai profondamente, cercando di calmarmi e soprattutto di immaginarmi quale fosse la ragione di quel gesto.
La compresi quando si diresse verso la finestra e la spalancò, estranendo allo stesso tempo un accendino dalla tasca dei jeans.
- Puoi venire qua senza che io rischi la morte per decapitazione?
Il suo sorriso fece sbollire completamente la mia rabbia. Mi sentivo davvero disarmata, non era giusto.
Mi avvicinai a lui, che mi prese la mano destra nella sua, mettendomi in mano l'accendino.
- Vogliamo farla finita con questa faccenda?
Mi voltai e mi ritrovai a fronteggiare i suoi occhi...I miei chiari, nei suoi scurissimi...che mi sorridevano.
- Insieme.
L'accendino scattò tra le mie dita, lambendo i bordi del foglietto e poi consumandolo quasi completamente, non appena lui lo lasciò andare nell'aria pomeridiana.
Riuscì a rubarmi un altro bacio e uno sguardo che significava il mio pieno perdono, e ciò sembrò soddisfarlo. A rovinare quel momento, però, giunse il suono fastidioso del campanello.
Joe sbuffò, strofinando il naso contro la mia clavicola.
- Nick. Ho bisogno di una cosa, amore.
La mia occhiata fu più che eloquente, ma sapevo di non potermi opporre...sarei stata crudele.
- La piastra è nel secondo cassetto del mobile bianco.
Sospirai, mentre lui mi lasciava andare e si precipitava in bagno.
- Lo so!
Lo sentii gridare, mentre andavo ad aprire la porta.
Il lieve sorriso di quello che avevo imparato a considerare il mio gemello acquisito precedette il suo saluto, la mano alzata.
Ci abbracciamo, un abbraccio sentito ma breve. Ci conoscevamo, tanto da sapere perfettamente che eravamo entrambi abbastanza intolleranti al contatto fisico che non comprendesse quello con Joe e, nel suo caso, di Vic.
Gli sorrisi, mentre lo facevo entrare e sedere sul divano.
- Vì, come stai? E' una vita che ci vediamo, questo matrimonio sta scombinando la vita di tutti, eh?
Nonostante sembrasse davvero stanco, tutto in lui sorrideva. Era felice, e si vedeva chiaramente.
- Già, e a quanto pare tra qualche mese sentiremo anche un altro piccolo Jonas zampettare tra noi. Io sto benissimo comunque, anche se probabilmente dopo che tu e Vic vi sarete sposati andrò in pensione.
La nostra risata fu coperta da un nuovo urlo di Joe.
- Ho quasi finito! Arrivo subito!
Sul volto di Nick comparve una smorfia di impazienza.
- Arriveremo in ritardo.
Da parte mia ci fu un cenno di assenso, sconsolato.
- Mi dispiace.
- Figurati, non è colpa tua.
Mi strinsi nelle spalle.
- E tu invece? Come stai?
Il suo viso da bambino si illuminò, era raro vederlo sorridere così spesso...di solito era Joe, quello che rideva in continuazione.
- Io sto benissimo. Stanco, certo, ma penso proprio che ne valga la pena. Vì, tu sai quanto amo Vic, e questo non potrebbe rendermi più felice.
Era ovvio. Completamente palese, traspariva da ogni suo gesto, e la sua felicità contagiò anche me. Lui però non si interruppe.
- Non mi interessa nemmeno di quello che dicono i giornali...Mi sento sereno, per una volta.
Poi cambiò espressione.
- Ma siccome non ho la stessa mancanza di tatto di Kev, non ti farò la fatidica domanda.
Io gli sorrisi, quasi grata.
- Anche perchè sai benissimo che in ogni caso non ti avrei mai risposto.
- Esatto.
Già, perchè sembrava fosse diventata un'abitudine piuttosto comune, domandarsi e soprattutto domandarci quando saremmo stati noi, a fare il grande passo.
Proprio in quel momento, la porta del bagno si aprì e Joe fece il suo ingresso in salotto.
- Eccomi! Visto? Ho fatto prestissimo!
Nick si alzò dal divano, scuotendo la testa e guardando in tralice il fratello.
- Se per "prestissimo" intendi in venti minuti buoni...beh allora sì, hai fatto prestissimo.
Joe borbottò qualcosa che somigliava molto a "rompiscatole", poi si chinò appena a darmi un bacio.
- Bene, io vado.
Non riuscì a dirmi altro, perchè Nick lo stava già trascinando verso la porta...riuscii soltanto a comprendere il "ti amo" che fece in tempo a sillabare prima che la porta dell'ascesore si chiudesse, oltre al saluto sorridente e determinato di Nick.
Chiusi la porta di casa, il divertimento sulle labbra e negli occhi, poi mi spostai verso la finestra, per chiuderla. Sul davanzale c'era ancora qualche residuo di cenere.
Mi limitai a soffiarla via, come avevo soffiato via il pensiero di Samantha.
Disperso nel vento.











Angolino Dell'Autrice.

Heilàààà. Buonasera! So di avervi fatte aspettareee, come sempre. Perdono u.ù Ma ecco qua, dopo le varie richieste ricevute anche sulla mia shot, Did you Know? A proposito, grazie di cuore *-* E ovviamente, come di consueto, grazie anche a chi ha messo la storia nei preferiti, tra le seguite e a chi ha commentato!
jeeeeee: Tesoro ** Come sempre grazie infinite! Mi fa piacere che la tua giornata si sia compiuta al massimo xD Ahahahah <3
Maggie_Lullaby: Grazie anche a te! Figurati, il tuo commento mi ha davvero resa felice *-* E spero che continuerai a seguire la storia.
Lolly94 : Grazieeeee carissima! I vostri complimenti mi fanno andare avanti, davvero *-* Grazie ancora.
So di essere stata breve, ma mi si chiudono gli occhi e sto lottando contro Morfeo xD Al prossimo capitolooo.
Baci.
Eleonora.
  
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