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Autore: rita cullen    24/11/2009    2 recensioni
One-shot ambientato dopo breaking dawn!!! Dedicato ad Edward e Bella e...Beh se non avete letto il quarto libro della saga vi consiglio di non leggerlo per non rovinarvi il piacere dei colpi di scena che breaking dawn sa regalare! Altrimenti...che ci fate ancora qui? leggete ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Happyness
[spoiler breaking dawn]

Era già scesa la notte, dopo un altro effimero e breve giorno, ormai il tempo passava così in fretta, che quasi non me ne accorgevo. Certo, c’erano dei vantaggi in tutto ciò, ad esempio avrei passato un’altra delle tante bellissime notti, dalla mia trasformazione a quella parte, con Edward, ma vedere crescere ogni giorno di più la mia amata Renesmee mi dava come un senso di lieve tristezza, come se mi stessi perdendo ogni attimo un dettaglio essenziale di lei, come se ogni istante, ogni decimo, ogni centesimo di secondo fosse perso, nonostante avessi a mia disposizione tutta l’eternità. La mia piccola brontolona si era addormentata a casa Cullen sul divano bianco e soffice, mentre Jacob le teneva stretta la mano. Era stanca dopo una lunga giornata di caccia: aveva preso ben due cervi e, ancora assetata era partita al seguito di un grosso capriolo che aveva poi esibito ai familiari con un sorriso angelico e perfetto stampato in faccia. Adesso io ed Edward la stavamo riportando a casa, la tenevo in braccio per il breve tragitto che ci separava dal nostro rifugio felice, la nostra casa, mia, di Edward e della nostra Nessie. Il solo luogo dove poter dare sfogo totalmente a noi stessi, e dove Emmett non poteva fare certe brutte battutacce. Appena arrivati sull’uscio di casa, Edward aprì la porta. «Prima le signore» disse rivolgendomi il suo speciale sorriso sghembo che, da vampira era molto più mozzafiato di quanto ricordassi in vita umana. «Grazie» risposi col fiato corto, riusciva ancora ad abbacinarmi ben bene, la nostra convivenza quotidiana non aveva affievolito affatto il suo effetto su di me e lui, di certo, non ne sembrava dispiaciuto. Entrammo in casa, la mia nuova casa, la casa in cui avrei trascorso il resto dell’eternità. Le pietruzze lisce e perfettamente levigate da quel genio di Esme luccicavano sotto i raggi della luna che entravano dalle enormi vetrate che fiancheggiavano la casa. I miei piedi nudi avvertivano una sensazione piacevolissima nello sfiorare quei sassolini multicolore, sembrava di camminare su un prato fiorito, una distesa di fiori di campo, freschi e luccicanti sotto la luce del sole di luglio.
Mi diressi subito verso la cameretta di Renesmee, una stanzetta piccola, rettangolare, semplice, ma perfetta nella sua semplicità. Mi avvicinai al lettino della piccola, tenendola in braccio, alzai la coperta e il lenzuolo a righe bianche e azzurre con i merletti in seta, coordinati, regalati ovviamente dalla zia Alice, e facendo il movimento più fluido che potessi consentire al mio braccio feci scivolare la piccola sul letto. Mi soffermai a guardarne l’espressione angelica e felice dipinta sul suo volto, poi avvicinai la sua mano alla mia guancia, curiosa di sapere il motivo della sua felicità. Nella sua mente emergevano dal nulla una moltitudine di facce delle persone più svariate, Io, Jacob, Edward, Alice, Rosalie, Esme, Emmett, Jasper, Carlisle, Charlie e via di seguito, per gradi, fino a sciamare in un vortice di ricordi in cui comparivano anche vecchi amici come Zafrina, del clan delle amazzoni o anche Tanya e le altre nostre “parenti”, come amavano definirsi, del clan di Denali. Ecco spiegata la sua felicità, ci stava ricordando tutti dopo molto tempo che non ci vedeva riuniti insieme. Beh dovevano mancarle molto le nostre nuove amiche!
Ancora sovrappensiero mi diressi verso l’uscita della camera e uscendo senza far rumore, chiusi la porta. Edward, che in quel momento avevo per un attimo tralasciato, mi aspettava in camera da letto, sdraiato sul soffice ed enorme materasso bianco del nostro letto a baldacchino, che ricordava molto quello di Isle Esme. Aveva le gambe distese che penzolavano fuori dal letto, mentre la testa era poggiata sopra le braccia incrociate dietro la nuca e guardava il tetto velato del letto, sembrava assorto, ma attentamente scrutava ogni mio movimento e appena entrai si ridestò da quella posizione rivolgendomi totale attenzione.
«Hai visto cosa pensa la piccola?» mi chiese curioso «si ho visto» risposi «e penso proprio che dovremmo fare una bella rimpatriata con tutti i nostri amici, anche se penso che Jacob non ne andrà matto» risi ripensando all’ultima volta che Jacob si era trovato a stretto contatto con una trentina di vampiri. «si hai ragione, penso sia una bella idea. In quanto a Jacob credo non si arrabbierà più di tanto sapendo che è ciò che Renesmee vuole, farebbe di tutto pur di farla felice» concluse Edward con aria d’assenso. «Comunque adesso non è proprio il momento di discutere di questo, non ti pare? Perché non ti metti comoda accanto a me?» Non ci pensai su nemmeno mezzo secondo, era un’offerta troppo allettante per rifiutare, quindi mi stesi sul letto accanto a lui. Edward mi prese il viso tra le mani e incominciò a baciarmi lungo tutto il collo. Mi sentivo immensamente felice. Strinsi il suo volto tra le mani e lo avvicinai maggiormente a me, poi incomincia a sbottonargli uno ad uno i bottoni della camicia, e altrettanto fece lui con me.
Il resto della notte trascorse troppo in fretta e come al solito al mattino dovemmo nuovamente separarci prima che la piccola Nessie si svegliasse. Era stata una notte piena di emozioni e felicità e, anche se breve, era stata una notte intensa e nonostante tutto andava bene così…dopotutto avremmo avuto altre occasioni e in fondo in fondo avevo una voglia matta di rivedere la mia piccola brontolona!
  
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