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Autore: HamletRedDiablo    25/11/2009    1 recensioni
Dal bruco alla farfalla, dall'odio all'amore... bastano tre passi per cambiare radicalmente idea su di una persona.
Così continuò il suo giro senza prestare la minima attenzione al bagaglio umano che gli si era arpionato addosso.
Imbranato, invadente e maldestro.
Di una cosa era certo.
Rei non gli sarebbe mai piaciuto.

Mai dire mai...
Dedicata a Shino-kun, alias meg89-sempai **
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shino Aburame, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BRUCO - IMPOSSIBILE

Quell’Aburame era…

Decisamente strano.

 

Le tonde lenti scure lo fissavano dall’alto, immobili e fredde come l’espressione di chi le indossava.

-Che stai facendo?-

Ad una persona comune, sarebbe parso piatto persino il tono usato dal bambino nel porre la domanda; ma le orecchie allenate del piccolo scrutato rilevarono una lievissima nota di rimprovero sepolta sotto strati di distacco, come un archeologo ritrova un frammento antico nel deserto.

-Cercavo di prendere una farfalla…- rispose Rei, dalla sua stramba prospettiva rovesciata.

Il piccolo Shino osservò il cugino, mentre un’increspatura delle labbra veniva celata dall’ampio colletto della tunica: un Aburame non rincorre mai gli insetti, sono loro a sciamare al minimo richiamo di un membro del Clan.

E mai, mai un Aburame si sarebbe reso tanto ridicolo in quell’inutile ed insensata cerca: nel maldestro tentativo di scalare l’albero per raggiungere la farfalla, Rei era salito su un ramo troppo esile per sopportare l’esiguo fardello dei suoi chili infantili (altro errore che un Aburame non avrebbe mai commesso), producendo come effetto una rovinosa caduta che lo aveva visto atterrare in una scomposta posa che gli inchiodava la nuca a terra, gli incollava il busto all’albero e gli faceva ricadere in avanti le gambe in una “V” da cui era possibile scorgere il viso, coperto solo a metà dai bizzarri occhiali a forma di farfalla, piegati diagonalmente sul naso.

Era un vero mistero come il piccolo fosse riuscito a mantenere integro l’osso del collo, con un capitombolo del genere.

Avrebbe pensato che il cugino fosse dotato di un esoscheletro come i loro insetti, se la pelle diafana, in più punti sbucciata, non avesse sgretolato la sua teoria.

-Hai usato un metodo piuttosto inefficace- valutò con freddezza, mentre Rei rotolava su se stesso per rimettersi in piedi.

-Sembrerebbe- rise il cugino, rimettendo in assetto gli occhiali sul naso e spazzandosi i pantaloni sdruciti.

Poi, a tradimento, fece uno scatto degno di un gerride e serrò le braccia paffute attorno al torace del cugino.

-Però ho preso qualcosa di meglio- gorgheggiò, con il tipico sorriso luminoso dei bambini che così poco si addiceva ai membri del Clan.

Shino valutò per un istante l’ipotesi di sbarazzarsi della fastidiosa presenza del cugino pungolandolo con un kunai, prima di decidere che ignorarlo sarebbe stata l’arma più efficace contro l’irruenza di quel piccolo pasticcione.

Così continuò il suo giro senza prestare la minima attenzione al bagaglio umano che gli si era arpionato addosso.

Imbranato, invadente e maldestro.

Di una cosa era certo.

Rei non gli sarebbe mai piaciuto.

 

 

CRISALIDE - INCERTO

Quell’Aburame era…

Anomalo

 

Quando il padre di Rei si era rivolto al padre di Shino dicendo di essere preoccupato per il figlio, che si allontanava inesorabilmente dal prototipo di Aburame perfetto, lui era presente.

Quando il padre di Shino aveva assicurato al padre di Rei che avrebbe fatto qualcosa, lui aveva ascoltato.

Ma non aveva capito che, in una trattativa tra padri, sarebbe stato coinvolto un figlio innocente.

Mai più avrebbe permesso un simile scivolone alle sue capacità deduttive; non quando una mancata lettura del reale significato delle parole paterne lo aveva incastrato a passare un intero pomeriggio da solo con l’esagitato Rei, nella speranza di passare allo scapestrato parente un po' del suo buonsenso.

Certo, rispetto a quando era bambino, il cugino si era lievemente calmato…

-Che stai facendo?- gli strillò ad una distanza infima dall’orecchio, rendendo inservibile il suo timpano sinistro.

… ma non più di tanto.

Che senso aveva, poi, una simile domanda? Reggeva in una mano un kunai e nell’altra un panno che stava sfregando sulla superficie di metallo: era ovvio che stava pulendo il suo equipaggiamento, come qualunque ninja assennato faceva regolarmente.

-Evita domande inutili, e, in particolare, evita di urlarle, o la gente penserà che il tuo quoziente intellettivo non sia all’altezza del resto del Clan- lo riprese glaciale Shino.

Nel riflesso del kunai appena lucidato, Shino poté notare l’incurvarsi delle labbra del cugino in un sorriso furfantesco.

-Ti è mai venuto in mente, illustre cugino, che alle volte si fanno domande futili solo per bisogno di comunicare con chi si arrocca nel silenzio?-

L’Aburame concesse per un attimo ai suoi occhi di discostarsi dal suo impiego per puntarsi sul viso irriverente del cugino: non una molecola del suo corpo tradì la sorpresa nell’aver sentito un discorso serio, logico e coerente essere formulato dall’altro Aburame.

-Dare l’impressione di essere sciocchi è riprovevole, qualunque sia lo scopo- asserì.

-Gli insetti sono le creature più piccole del pianeta- cominciò Rei, senza alcuna coerenza con quanto affermato dal cugino. –Eppure, sono i dominatori del mondo: gli uomini non possono vivere ovunque, mentre a qualsiasi latitudine è possibile trovare una fiorente colonia di insetti-

Altro aspetto del cugino che trovava oltremodo sgradevole erano quelle sue digressioni senza senso, sciorinate fissando il nulla o il soffitto, senza degnare di attenzione l’interlocutore umano, quasi le sue riflessioni non fossero effettivamente recitate per essere ascoltate.

-Persino il battito di ali di una farfalla è in grado di scatenare un uragano…-

-Dove vuoi arrivare?- lo interruppe Shino, prima che Rei partisse per la strada della fantasia.

Di nuovo quel ghignetto da brigante.

-Tu mi consideri una seccatura- constatò Rei. Non sembrava ferito, e neppure arrabbiato: era come uno scienziato che espone un dato di fatto. –Fai attenzione, Shino: sono i particolari più insignificanti a sconvolgerci la vita-

Per il resto del pomeriggio, Rei si barricò in un mutismo che cedeva il passo di quando in quando a fulminei sorrisetti sagaci in direzione dell’altro Aburame, quasi per ricordargli lo sfacciato sottinteso delle sue parole.

Irritante, incoerente e sfacciato.

Quell’Aburame non rientrava nei parametri del Clan: era come se in un alveare perfetto fosse nata un’ape azzurra.

Shino continuò a pulire le armi, convincendosi che la punta di interesse nei confronti del cugino non era certamente più vincolante di quella che lega un entomologo alla scoperta di una nuova razza.

 

 

FARFALLA - SICURO

Quell’Aburame era…

Unico.

 

Odiava Rei.

Lo odiava perché era irrazionale.

Nessun Aburame si sarebbe mai permesso di assaltarne un altro a quel modo.

E lo odiava doppiamente perché faceva diventare irrazionale anche lui.

Nessun Aburame si sarebbe mai fatto stendere a terra opponendo solo qualche protesta traballante per la poca convinzione.

Un sospiro imbarazzante venne trattenuto a fatica dai denti serrati.

Le iridi sfavillarono di malizia da sopra gli occhiali abbassati.

-Ti trattieni, cugino?- lo irrise Rei, con una scioltezza invidiabile per chi stava carponi su di un’altra persona, specie considerando che entrambe erano parzialmente spogliate. –Sei imbarazzato, per caso?-

-Le tue stupide domande sono sempre stressanti- brontolò Shino, mantenendo a fatica il controllo della voce, tentativo minato dalle mani irrispettose del cugino che continuavano ad esplorarlo senza il minimo pudore.

Un guizzo di perversa furbizia gli arricciò le labbra.

-Oh, sei stressato?- cantilenò Rei, senza preoccuparsi di mascherare il tono derisorio. –Non preoccuparti, ci penso io a farti passare lo stress…-

Rei?

Rei, la sua costante fonte di grattacapi fin dalla più tenera infanzia, in cui si schiantava a terra per inseguire le farfalle?

Lui avrebbe dovuto calmarlo?

Inoltre, a voler essere pignoli, le carezze del cugino non sembravano intenzionate a rilassargli i nervi, anzi, si sarebbe detto che il loro scopo fosse risvegliarli uno per uno, in modo che Shino non potesse ignorare nemmeno il contatto più lieve, fosse esso ad opera delle dita o delle labbra.

-Ti sei sentito solo- mormorò Rei sulla trachea del cugino, con una ruvida sensualità rubata ai vampiri.

-Ti ho detto di smetterla con le tue…- fece per protestare Shino, ma fu azzittito dal cugino, che risalì veloce fino al mento e lì flautò:

-Questa volta era un’affermazione-

Una minuscola rughetta si disegnò per un attimo appena sopra la montatura degli occhiali scuri.

Fu un’apparizione non più duratura di un battito di ciglia, ma non sfuggì a Rei, ormai abituato a decriptare le fulminee emozioni che rapide attraversavano i lineamenti del cugino, per poi sparire ad una velocità che avrebbe fatto invidia alla luce.

-Quando mio padre ha annunciato che il nostro soggiorno qui da voi era finito, ti sei sentito solo all’idea di non vedermi per un po’- proseguì Rei, tracciando arabeschi con la punta dell’indice sul petto del cugino, con la stessa naturalezza con cui si scarabocchia un foglio di carta. –Non sei indecifrabile come credi, cugino- ghignò il ragazzo.

-Tu stai delirando- dichiarò Shino, fissando il giovane da dietro lo scudo delle lenti.

Le sopracciglia di Rei scattarono all’insù, mimando una sorpresa esagerata.

-Se mi consideri folle, cugino…- lo tentò, approssimandosi sempre più con le labbra e fermandosi solo quando fu sicuro che l’altro potesse percepire il suo respiro sulla bocca dischiusa. -… perché non mi allontani prima che ti contagi?-

Shino risistemò le lenti che, nella particolarità della situazione, erano slittate di qualche millimetro fuori sede, prima di sentenziare:

-Perché bisogna sempre dare ragione ai pazzi , o potrebbero diventare pericolosi-

Il successivo sogghigno di Rei si stampò sulle labbra dell’Aburame, che lo accolsero dopo aver posto quel minimo di recalcitranza che l’etichetta esigeva in un corteggiamento.

-E allora continua a darmi ragione- bisbigliò Rei, staccandosi il minimo sufficiente per respirare, prima di trascinare con sé il cugino nel ciclone prodotto dal battito di ali scandito tanto tempo prima, all’epoca della sua prima caduta dagli alberi.

Malizioso, infido e spudorato.

Decisamente, non rispecchiava per niente il concetto di Aburame.

Ma, se non esistessero nuove varianti nell’eredità genetica, una specie sarebbe condannata all’estinzione.

E questo un buon Entomologo lo sa.

A che scopo opporsi alle leggi di evoluzione?


E dopo secoli, RedDiablo ricomparve su EFP XD con tre piccole shot yaoi ^^  tra la prima e la seconda passano parecchi anni (infatti nella prima i due sono bambini, nella seconda adolescenti) mentre dalla seconda alla terza passa meno tempo (Quanto? Quanto basta a tramutare antipatia in amore, non un secondo di più XD)
Primo esperimento (sì, non me la sento di chiamarlo fanfiction nè storia U_U) ReiShino, prima volta che scrivo yaoi... insomma, tutto nuovo XD.
Amo questo pairing, dire che lo adoro è un eufemismo *O*
Dedicato a Shino-kun alias meg89 (le cui ReiShino sono oro colato **), la scrittrice più yaoi che esista e a cui mi sono affezionata un mondo, sperando che questa mia operetta le faccia tornare il sorriso e che i miei deliri su msn e su Efp possano esserle sempre di conforto ^_^
Ti voglio un mondo di bene sempai! <3


   
 
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