BRUCO
- IMPOSSIBILE
Quell’Aburame
era…
Decisamente
strano.
Le
tonde lenti scure lo fissavano dall’alto, immobili e fredde
come l’espressione
di chi le indossava.
-Che
stai facendo?-
Ad
una persona comune, sarebbe parso piatto persino il tono usato dal
bambino nel
porre la domanda; ma le orecchie allenate del piccolo scrutato
rilevarono una
lievissima nota di rimprovero sepolta sotto strati di distacco, come un
archeologo ritrova un frammento antico nel deserto.
-Cercavo
di prendere una farfalla…- rispose Rei, dalla sua stramba
prospettiva
rovesciata.
Il
piccolo Shino osservò il cugino, mentre
un’increspatura delle labbra veniva
celata dall’ampio colletto della tunica: un Aburame non
rincorre mai gli
insetti, sono loro a sciamare al minimo richiamo di un membro del Clan.
E
mai, mai un Aburame si sarebbe reso tanto ridicolo in
quell’inutile ed
insensata cerca: nel maldestro tentativo di scalare l’albero
per raggiungere la
farfalla, Rei era salito su un ramo troppo esile per sopportare
l’esiguo fardello
dei suoi chili infantili (altro errore che un Aburame non avrebbe mai
commesso), producendo come effetto una rovinosa caduta che lo aveva
visto
atterrare in una scomposta posa che gli inchiodava la nuca a terra, gli
incollava il busto all’albero e gli faceva ricadere in avanti
le gambe in una “V”
da cui era possibile scorgere il viso, coperto solo a metà
dai bizzarri
occhiali a forma di farfalla, piegati diagonalmente sul naso.
Era
un vero mistero come il piccolo fosse riuscito a mantenere integro
l’osso del
collo, con un capitombolo del genere.
Avrebbe
pensato che il cugino fosse dotato di un esoscheletro come i loro
insetti, se
la pelle diafana, in più punti sbucciata, non avesse
sgretolato la sua teoria.
-Hai
usato un metodo piuttosto inefficace- valutò con freddezza,
mentre Rei rotolava
su se stesso per rimettersi in piedi.
-Sembrerebbe-
rise il cugino, rimettendo in assetto gli occhiali sul naso e
spazzandosi i
pantaloni sdruciti.
Poi,
a tradimento, fece uno scatto degno di un gerride e serrò le
braccia paffute
attorno al torace del cugino.
-Però
ho preso qualcosa di meglio- gorgheggiò, con il tipico
sorriso luminoso dei
bambini che così poco si addiceva ai membri del Clan.
Shino
valutò per un istante l’ipotesi di sbarazzarsi
della fastidiosa presenza del
cugino pungolandolo con un kunai, prima di decidere che ignorarlo
sarebbe stata
l’arma più efficace contro l’irruenza di
quel piccolo pasticcione.
Così
continuò il suo giro senza prestare la minima attenzione al
bagaglio umano che
gli si era arpionato addosso.
Imbranato,
invadente e maldestro.
Di
una cosa era certo.
Rei
non gli sarebbe mai piaciuto.
CRISALIDE
- INCERTO
Quell’Aburame
era…
Anomalo
Quando
il padre di Rei si era rivolto al padre di Shino dicendo di essere
preoccupato
per il figlio, che si allontanava inesorabilmente dal prototipo di
Aburame perfetto,
lui era presente.
Quando
il padre di Shino aveva assicurato al padre di Rei che avrebbe fatto
qualcosa,
lui aveva ascoltato.
Ma
non aveva capito che, in una trattativa tra padri,
sarebbe stato coinvolto un figlio
innocente.
Mai
più avrebbe permesso un simile scivolone alle sue
capacità deduttive; non
quando una mancata lettura del reale significato delle parole paterne
lo aveva
incastrato a passare un intero pomeriggio da solo con
l’esagitato Rei, nella speranza di passare allo scapestrato
parente un po' del suo buonsenso.
Certo,
rispetto a quando era bambino, il cugino si era lievemente
calmato…
-Che
stai facendo?- gli strillò ad una distanza infima
dall’orecchio, rendendo
inservibile il suo timpano sinistro.
…
ma non più di tanto.
Che
senso aveva, poi, una simile domanda? Reggeva in una mano un kunai e
nell’altra
un panno che stava sfregando sulla superficie di metallo: era ovvio che
stava
pulendo il suo equipaggiamento, come qualunque ninja assennato faceva
regolarmente.
-Evita
domande inutili, e, in particolare, evita di urlarle, o la gente
penserà che il
tuo quoziente intellettivo non sia all’altezza del resto del
Clan- lo riprese
glaciale Shino.
Nel
riflesso del kunai appena lucidato, Shino poté notare
l’incurvarsi delle labbra
del cugino in un sorriso furfantesco.
-Ti
è mai venuto in mente, illustre cugino, che alle volte si
fanno domande futili
solo per bisogno di comunicare con chi si arrocca nel silenzio?-
L’Aburame
concesse per un attimo ai suoi occhi di discostarsi dal suo impiego per
puntarsi sul viso irriverente del cugino: non una molecola del suo
corpo tradì
la sorpresa nell’aver sentito un discorso serio, logico e
coerente essere
formulato dall’altro Aburame.
-Dare
l’impressione di essere sciocchi è riprovevole,
qualunque sia lo scopo- asserì.
-Gli
insetti sono le creature più piccole del pianeta-
cominciò Rei, senza alcuna
coerenza con quanto affermato dal cugino. –Eppure, sono i
dominatori del mondo:
gli uomini non possono vivere ovunque, mentre a qualsiasi latitudine
è
possibile trovare una fiorente colonia di insetti-
Altro
aspetto del cugino che trovava oltremodo sgradevole erano quelle sue
digressioni senza senso, sciorinate fissando il nulla o il soffitto,
senza
degnare di attenzione l’interlocutore umano, quasi le sue
riflessioni non
fossero effettivamente recitate per essere ascoltate.
-Persino
il battito di ali di una farfalla è in grado di scatenare un
uragano…-
-Dove
vuoi arrivare?- lo interruppe Shino, prima che Rei partisse per la
strada della
fantasia.
Di
nuovo quel ghignetto da brigante.
-Tu
mi consideri una seccatura- constatò Rei. Non sembrava
ferito, e neppure
arrabbiato: era come uno scienziato che espone un dato di fatto.
–Fai attenzione,
Shino: sono i particolari più insignificanti a sconvolgerci
la vita-
Per
il resto del pomeriggio, Rei si barricò in un mutismo che
cedeva il passo di
quando in quando a fulminei sorrisetti sagaci in direzione
dell’altro Aburame,
quasi per ricordargli lo sfacciato sottinteso delle sue parole.
Irritante,
incoerente e sfacciato.
Quell’Aburame
non rientrava nei parametri del Clan: era come se in un alveare
perfetto fosse
nata un’ape azzurra.
Shino
continuò a pulire le armi, convincendosi che la punta di
interesse nei confronti
del cugino non era certamente più vincolante di quella che
lega un entomologo
alla scoperta di una nuova razza.
FARFALLA
- SICURO
Quell’Aburame
era…
Unico.
Odiava
Rei.
Lo
odiava perché era irrazionale.
Nessun
Aburame
si sarebbe mai permesso di assaltarne un altro a quel modo.
E
lo odiava doppiamente perché faceva diventare irrazionale
anche lui.
Nessun
Aburame
si sarebbe mai fatto stendere a terra opponendo solo qualche protesta
traballante per la poca convinzione.
Un
sospiro imbarazzante venne trattenuto a fatica dai denti serrati.
Le
iridi sfavillarono di malizia da sopra gli occhiali abbassati.
-Ti
trattieni, cugino?- lo irrise Rei, con una scioltezza invidiabile per
chi stava
carponi su di un’altra persona, specie considerando che
entrambe erano parzialmente spogliate.
–Sei imbarazzato, per caso?-
-Le
tue stupide domande sono sempre stressanti- brontolò Shino,
mantenendo a fatica
il controllo della voce, tentativo minato dalle mani irrispettose del
cugino
che continuavano ad esplorarlo senza il minimo pudore.
Un
guizzo di perversa furbizia gli arricciò le labbra.
-Oh,
sei stressato?- cantilenò Rei, senza preoccuparsi di
mascherare il tono
derisorio. –Non preoccuparti, ci penso io a farti passare lo
stress…-
Rei?
Rei,
la sua costante fonte di grattacapi fin dalla più tenera
infanzia, in cui si
schiantava a terra per inseguire le farfalle?
Lui
avrebbe dovuto
calmarlo?
Inoltre,
a voler essere pignoli, le carezze del cugino non sembravano
intenzionate a
rilassargli i nervi, anzi, si sarebbe detto che il loro scopo fosse
risvegliarli uno per uno, in modo che Shino non potesse ignorare
nemmeno il
contatto più lieve, fosse esso ad opera delle dita o delle
labbra.
-Ti
sei sentito solo- mormorò Rei sulla trachea del cugino, con
una ruvida sensualità
rubata ai vampiri.
-Ti
ho detto di smetterla con le tue…- fece per protestare
Shino, ma fu azzittito
dal cugino, che risalì veloce fino al mento e lì
flautò:
-Questa
volta era un’affermazione-
Una
minuscola rughetta si disegnò per un attimo appena sopra la
montatura degli
occhiali scuri.
Fu
un’apparizione non più duratura di un battito di
ciglia, ma non sfuggì a Rei,
ormai abituato a decriptare le fulminee emozioni che rapide
attraversavano i
lineamenti del cugino, per poi sparire ad una velocità che
avrebbe fatto
invidia alla luce.
-Quando
mio padre ha annunciato che il nostro soggiorno qui da voi era finito,
ti sei
sentito solo all’idea di non vedermi per un po’-
proseguì Rei, tracciando
arabeschi con la punta dell’indice sul petto del cugino, con
la stessa
naturalezza con cui si scarabocchia un foglio di carta. –Non
sei indecifrabile come credi,
cugino- ghignò il ragazzo.
-Tu
stai delirando- dichiarò Shino, fissando il giovane da
dietro lo scudo delle
lenti.
Le
sopracciglia di Rei scattarono all’insù, mimando
una sorpresa esagerata.
-Se
mi consideri folle, cugino…- lo tentò,
approssimandosi sempre più con le labbra
e fermandosi solo quando fu sicuro che l’altro potesse
percepire il suo respiro
sulla bocca dischiusa. -… perché non mi allontani
prima che ti contagi?-
Shino
risistemò le lenti che, nella particolarità della
situazione, erano slittate di
qualche millimetro fuori sede, prima di sentenziare:
-Perché
bisogna sempre dare ragione ai
pazzi ,
o potrebbero diventare pericolosi-
Il
successivo sogghigno di Rei si stampò sulle labbra
dell’Aburame, che lo
accolsero dopo aver posto quel minimo di recalcitranza che
l’etichetta esigeva
in un corteggiamento.
-E
allora continua a darmi ragione- bisbigliò Rei, staccandosi
il minimo
sufficiente per respirare, prima di trascinare con sé il
cugino nel ciclone
prodotto dal battito di ali scandito tanto tempo prima,
all’epoca della sua
prima caduta dagli alberi.
Malizioso,
infido e spudorato.
Decisamente,
non rispecchiava per niente il concetto di Aburame.
Ma,
se non esistessero nuove varianti nell’eredità
genetica, una specie sarebbe
condannata all’estinzione.
E
questo un buon Entomologo lo sa.
A
che scopo opporsi alle leggi di evoluzione?
E dopo secoli, RedDiablo ricomparve su EFP XD con tre piccole shot yaoi ^^ tra la prima e la seconda passano parecchi anni (infatti nella prima i due sono bambini, nella seconda adolescenti) mentre dalla seconda alla terza passa meno tempo (Quanto? Quanto basta a tramutare antipatia in amore, non un secondo di più XD)
Primo esperimento (sì, non me la sento di chiamarlo fanfiction nè storia U_U) ReiShino, prima volta che scrivo yaoi... insomma, tutto nuovo XD.
Amo questo pairing, dire che lo adoro è un eufemismo *O*
Dedicato a Shino-kun alias meg89 (le cui ReiShino sono oro colato **), la scrittrice più yaoi che esista e a cui mi sono affezionata un mondo, sperando che questa mia operetta le faccia tornare il sorriso e che i miei deliri su msn e su Efp possano esserle sempre di conforto ^_^
Ti voglio un mondo di bene sempai! <3