Smile Like You Mean It
(Happy B-Day Sai)

Il crepuscolo era rosso e vivo all’orizzonte, così intenso e reale che si mescolava con il resto del cielo. Le nuvole solo spruzzi di neve qua e la, anche esse si stavano unendo a quel cremisi, simile al sangue.

Due gemme nere si levarono verso quello spettacolo irreale, catturando quel sogno nella sua tela immacolata. Alle sue spalle, una figura minuta gli si fece vicina, calpestando a piedi nudi l’erba profumata. Due piccole mani andarono a oscurargli la vista.

Chi sono?

L’altro non rispose, sfiorò piano quelle dita e le fece calare gentilmente.

Nii-san…?

Sorrise stupidamente, scuotendo quella chioma d’argento. Felice come non mai mentre gli consegnava quella scatola di metallo.

Per te! Buon compleanno!

Lui la prese, l’aprì. Dentro c’erano tante matite colorate, tutte quelle che aveva sempre sognato. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa, sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa altro oltre ad un “grazie, non dovevi”.

Sapeva che non era solo cortesia ciò che voleva mostrargli. Lo sapeva, eppure, quel volto e quel cuore erano ormai intrappolati nella missione. Gelosamente, crudelmente, trattenuti dalle radici della terra, in profondità, nell’oscurità, in un luogo sicuro da cui poteva vedere il mondo intero ma da cui nessuno si sarebbe mai accorto della sua esistenza.

_ _ _


Eppure sapeva che prima o poi avrebbe dovuto sorridere a qualcuno. Solo non aveva capito che doveva farlo a modo suo.

_ _ _


La notte era stata lunga e infinita, le stelle che avevano accompagnato lo shinobi insonne lo stavano infine abbandonando, per far spazio all’alba. Maestosa e mistica, che ti catturava con quel gioco di luci tenui eppure vigorose, che illuminavano ogni dove con i loro raggi benevoli, scacciando momentaneamente il buio impietoso.

La matita tentava di seguire sinuosamente quell’evento, ripetitivo, sì, ma tuttavia ancora così sfuggevole che non era riuscito a dipingerlo a dovere sulla sua tela.

Le mani tremavano appena per la stanchezza, le palpebre calavano vertiginosamente reclamando il giusto riposo. Un lieto rumore di passi, gli fece capire che il suo turno di guardia era infine terminato. Sospirò esausto, ripose la tela nello zaino e recuperò i colori sparsi in giro. Due piedi si arrestarono proprio davanti a lui.

Sollevò il capo, una faccia da stupido gli sorrideva in una maniera ancora più scema. Nascondeva palesemente qualcosa dietro la schiena, ma lui non immaginava minimamente di cosa si trattasse.

Naruto…cosa c’è?

Senza replicare, mostrò quello che doveva essere un pacco mal riuscito. La sua espressione era mutata, divenendo un broncio infantile e imbarazzato.

Buon compleanno…Sai…!

Le gemme scure si sgranarono, prese quel dono e l’aprì. Dentro vi era una cornice.

Almeno ora saprai dove mettere la foto!

Ancora non capiva l’artista solitario, inclinò il capo, pensieroso, riflettendo attento sulle sue parole. Alle spalle di Naruto, esordirono altre figure chiassose. Una giovane kunoichi arriva trafelata da lui, scusandosi per il ritardo.

Siamo appena stati dal fotografo! Ecco a te…!

Nelle sue mani finirono alcune foto di loro, quelle che gli erano state scattate la settimana scorsa. Ora capì perché avevano insistito così tanto.
I due Jounin sopraggiunsero anche essi, sorridendogli, e il più anziano esordì parlando pacato.

Ora che fai parte anche tu del Team 7, meritavi una foto con il resto della squadra da conservare!

L’unico occhio visibile dell’uomo si socchiuse, sembrava felice, sorrise silenzioso sotto quella maschera scura. L’altro shinobi accanto a lui si lasciò andare ad una risata mesta.

Accidenti, vengo sempre malissimo nelle foto!

Anche gli altri si misero a ridere, ognuno di loro mostrava un espressione differente, ognuno aveva un modo particolare di sorridere. Sakura nascondeva il suo dietro una mano, con garbo, Yamato si sfiorava la guancia con un dito, le labbra semichiuse, Kakashi pareva il più rilassato, mentre Naruto…

Ha ragione capitano, ha proprio una faccia assurda! Ma mai quanto quella seriosa di Sai! Ti sei visto? Sei proprio buffo!

Naruto, era il più rumoroso di tutti. Il suo sorriso era largo, caldo, avvolgente. Si portò le braccia dietro la nuca, con quell’aria semplice e ingenua catturava e ammaliava tutti, inevitabilmente.

E anche Sai, a quella vista, non poteva fare a meno di sorridere a modo suo.

Grazie…grazie a tutti…

Timidamente, goffamente, sinceramente.

Era ormai lontano il ricordo di quel bambino che non sapeva come ricambiare ai gesti umani degli estranei. La luce fioca di un giovane se stesso che tentava di ringraziare il fratello maggiore, senza tutta via riuscire nell’impresa, svanì come le tenebre invase dalla luce dell’alba.


Buon compleanno, Sai!
Grazie, nii-san…
E dai, non fare quella faccia seria! Sorridi!