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Autore: Persychan    26/11/2009    2 recensioni
Un tempo la sua pelle profumava di salsedine, ora sapeva di sangue, fumo e carte da gioco.
Ma anche tutto ciò era solo un miraggio.
1. Luci - Nel mio sangue io cambierò: "[...]il suo cuore smise di battere, mentre l’ultima cosa che provava era il dolore."
2. Lei - Io: "Chiunque nella stanza avrebbe scommesso o su un colpo di lupara o su lancio di tazzina, non di certo su un persona come lui, famosa per la sua pazienza e accondiscendenza."
3. Le rose - Lui è illusione: "Nessun sogno per lui quella notte, nessuna voce dolce e nessun profumo di rose ne quella notte ne la prossima."
4. Tra occhi di cristallo e piume di cappelli : "Francia ama le belle dame e figli della nobiltà che circolano a corte, ma il perché debba sopportare anche i rispettivi genitori e parenti acquisiti gli è ancora sconosciuto." [Chibi!Monaco]
[Principato di Monaco]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Le rose - Lui è illusione
Personaggi/Pairings: Monaco (Oc del Principato di Monaco), Charlotte (Oc del quartiere di Montecarlo) + nominato Francis Bonnefoy (Francia). Oneside Monaco ----> Francia
Rating: giallo
Avvertimenti: shonen-ai, angst e maltrattamento da parte dell'autrice di Principato.
Note: - Maltratto Monaco e questo è male, ma non credo che smetterò di scrivere su di lui. Muahahahahahah
- Nessun riferimento storico.

Le rose - Lui è illusione



Se ami alla follia il tuo amante, che ti importa di che carne è fatto il suo corpo?
Saffo




Mani bianche come fine avorio che si stagliavano sulla sua pelle scurita dal sole.
Tocchi che lo facevano impazzire.
Iridi così scuri da far apparire spento il colore dell’oceano brillante alla luce dell’alba e profondi come non sono neppure gli abissi dove il sole si nasconde dall’oscurità della notte.
Occhi in cui annegare.
Capelli biondi, come cortina dorata che lo isolava dal resto del mondo, da qualunque cosa non fosse lui, che delicatamente sfioravano il suo viso ad ogni spinta.
Il suo profumo.
La sua voce.
Mon rossignol.”
Lui.
“Monaco.”

E Monaco si svegliò, davanti a lui solo umili capelli mori dal taglio severo e dolci occhi coloro cioccolata che lo guardavano preoccupati da dietro un paio di occhiali dalla montatura tondeggiante: la sua assistente.

“Stavate facendo un brutto sogno, monsieur Monaco?”

Era soltanto Charlotte, la sua piccola innocente Charlotte dallo sguardo caldo e scuro, colei che aveva scelto per la sua mancanza di malizia - basta lui per entrambi, in fondo - la sola ad avere accesso ai suoi appartamenti - escludendo la famiglia reale, ma in quel caso la sua non era una scelta: lui deve obbedire - il suo porto sicuro e quindi l’unica donna che non si sarebbe mai portato a letto.
Nessun sogno per lui quella notte, nessuna voce dolce e nessun profumo di rose per lui ne quella notte ne la prossima.

“No, tutt’altro Charlotte. Perché mi chiedi questo?”
“Piangevate. E anche ora...”

Monaco si portò una mano al viso sfiorando, così, le chiare lacrime che ancora scivolavano giù sulle guance lambendo appena il naso delicato per poi tuffarsi oltre il taglio deciso del mento e finire la loro corsa lungo la curva morbida e bianca del suo collo.
Si sollevò, sedendosi sul bianco divano dai ricchi decori, che aveva ospitato il suo riposo inaspettato e quel sogno/incubo tanto amato/odiato, ma nel farlo una singola stilla cadde al di là dell’infossatura della clavicola scendendo lungo lo sterno come ombra di quella scia di baci fantasma che aveva assaporato pochi attimi prima.
Monaco tremò.

“Siete sicuro di sentirvi bene, monsieur? Magari oggi potreste non scendere, mi inventerò una scusa e di certo per una volta...”

Le posò un dito sulle labbra, prima di prendere un fazzoletto dalla tasca asciugandosi malamente le lacrime come a cancellare, con questo semplice gesto, il sintomo del suo dolore.

“Non serve, preferisco lavorare che stare qui a non far nulla. A pensare.”
“Capisco.”

Anche se tra di loro c’era solo un rapporto di lavoro - di fedeltà e forse di amicizia - che nessuna delle due parti voleva far evolvere in nulla di più - lui perché sapeva di non essere in grado di creare un legame più forte di quello, lei perché sapeva che non c'era spazio per nessun’altro in quell’angusto spazio che era diventato il suo cuore. - Charlotte era l’unica persona a conoscerlo veramente: l’aveva accompagnato in ogni cambiamento e vi si era adattata, sostenendolo sempre come poteva con le sue scarse risorse senza mai risparmiarsi pur di aiutarlo.

“Ora dobbiamo andare, Charlotte. Aiutami a prepararmi, per favore.”
“Come desiderate.”

Come un uccello che cambia le piume per far splendere il suo piumaggio alla luce del sole, lui si sarebbe dovuto mostrare al mondo con una sempre nuova maschera da interpretare per non annoiare i suoi ospiti.
Rossignol, un dolce e falso usignolo.


Ricordava bene il precettore che aveva cercato di insegnargli a ballare a suon di bacchettate e ricordava altrettanto bene di non aver imparato neppure un passo da quel lui, ma che non appena era stato Francis a indicargli i movimenti il tutto gli era apparso estremamente semplice. Anche ora che quella memoria apparteneva ad un’altra vita - una realtà che per lui profumava di terra da arare e di vento odoroso di salsedine - lui ne metteva ancora a frutto gli insegnamenti: in fondo muoversi tra quella massa informe di persone con grazia senza cadere o sbagliare era un po’ come danzare.

[Mani sconosciute da stringere.
Un passo indietro.
Voci che si complimentavano.
Un passo laterale.
Sorridere.
Un passo avanti.
Giocare l’ennesima partita.
Giravolta.
Vincere.
E la musica si ferma. ]

Charlotte, sempre un passo dietro di lui, si occupava di essere la sua coscienza, di sospingerlo oltre quando una puntata si alzava troppo , di ricordargli chi fosse la persona che stava per salutare e di togliergli il bicchiere di mano quando questi si facevano troppo frequenti.
Se lui era la mente che teneva in piedi la sua nazione, Charlotte era quella che si occupava di tenere in piedi lui.

“Forse dovreste sedervi.”
“Se credi sia meglio così.”

Monaco la seguì docile verso uno divanetto che, solitario, riempiva l’angolo meno affollato dell’intero casinò: Charlotte era bravissima a trovare posti del genere quando lui ne aveva bisogno.
Da lì però poteva ugualmente tenere sott’occhio la situazione e osservare il viavai dei suoi ospiti e clienti paganti - praticamente coloro che permettevano a lui di continuare ad esistere - in tutta la sua varietà, perché nonostante le vesti eleganti li uniformassero almeno in parte, non ve n’era uno identico all’altro. E nessuno era uguale all’unica persona che avrebbe voluto vedere.

“Ma mi accontenterei di qualcosa di simile, di una copia, di un brandello di passato o di un breve attimo solo mio. Lui però non mi vede neppure, sono solo un brandello di terra che nessuno ha voluto...”
“Monsieur Monaco, ho paura che abbiate bevuto un po’ troppo.”
“Probabile, ma questo non cambia il mio desiderio.”

Socchiuse gli occhi gettando la testa all’indietro oltre lo schienale del divano e osservando, tra le ciglia chiare, le luci che brillavano oltre la finestra, oltre al casinò e oltre a quel piccolo lembo di terra che chiamava casa.
Chissà se da qualche parte c’era qualcuno che gli assomigliava abbastanza da placare anche solo per qualche istante quel dolore che lo assaliva ad ogni respiro, quella fame feroce.

“Anche una finzione mi basterebbe. Mi accontenterei che fosse un sogno, che l’illusione sia la materia della sua carne, purché sia anche solo somigliante a lui.”

Poi uno scintillio d’oro oltre la folla e un profumo insistente di rose. Forse le sue preghiere sarebbero state ascoltate.

“Monsieur Monaco, non dovreste andare. Lo sapete che...”
“Non questa sera, Charlotte. In fondo ci troviamo a Monaco dove la realtà è fatta di dolci miraggi e di sogni. Fammi vivere almeno per una volta il mio di sogno. Credo di meritarmelo, no?”

La guardò con i suoi liquidi occhi azzurri dove la pupilla appariva come una disperata voragine nera affamata di quella luce che ancora si rifletteva, timida, sul fondo e Charlotte chinò il capo soffiando via la sua risposta, senza osare rialzare lo sguardo fino a quando Monaco non si fu allontanato.

“Fate come desiderate. Vi verrò a svegliare domani mattina.”

Monaco tornò nella folla seguendo quel profumo di rose che da solo gli riempiva la testa di immagini e di scene che non sarebbero mai accadute ed infine - scivolando tra i tavoli e le coppie danzanti - lo raggiunse: i capelli non erano dello stesso biondo dorato, lo sguardo non era altrettanto profondo, la pelle non aveva il medesimo chiarore latteo e il profumo non era altro che una volgare colonia, ma si sarebbe accontentano.
Una effimera illusione era sempre più piacevole della sua realtà.

“Desiderate fare una partita?”

Lui - che non era lui - lo guardò e Monaco sorrise.
Rossignol, un dolce e falso usignolo che ammalia senza lasciare scampo

“Certo. Che cosa scommettete?”
“Delle ore. Delle ore notturne.”

Delle ore notturne trascorse con un miraggio, o povero usignolo.








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Oh amo Charlotte.
Oh sì, quella donna è da sposare.
Oh la adoro e sappiate che Charlotte ha un pessimo accento quando parla francese e che con Monaco parla in monegasco. Lo so che non è importante, ma lasciatemi fangirlare per lei *-*
Parlando di cose più serie mi scuso per il ritardo, ma ero senza il portatile cioè il pc su cui fisicamente si trovava questa fic. Il capitolo successivo arriverà a breve e parlerà del primo incontro tra Francia e Monaco quindi aspettatevi un adorabile Chibi!Monaco.
Oh, oh, oh...

Angolo del gossip
Prima di rispondere alle recensioni vi ricordo solo una cosa: Kurenai ha scritto una meravigliosa fic FranciaxMonaco in due parti dove vedrete quello che qui non avrete mai cioè una lemon oltre ad una storia assolutamente meravigliosa e per cui fangirleggio non solo perchè sono la madre di Monaco. La trovate qui

Cry_chan: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto spero che anche i seguenti siano di tuo gradimento. Ah, Monaco ti ringrazia per i complimenti ed è molto onorato di intrigarti... No, non assomiglia solo nell'aspetto a Francis <_<
Sokew86 (che ha commentato entrambi i capitoli *A*): grazie mille per i complimenti e sì, sono consapevole che Andorra non possa stare simpatica - è stata creata per non esserlo - ma più che senza orgoglio la definirei senza il concetto di orgoglio: non ha mai avuto particolari problemi nella sua esistenza per questo motivo non ha mai dovuto contare sull'orgoglio - sia come nazione che come persona - per non cadere nella disperazione. Parlando dell'ultimo pezzo della tua seconda recensione non sono sicura di aver ben compreso cosa intendi perchè mi risulta criptico su quale lato pensi mi debba applicare di più se intendi quello "amoroso" volevo dirti che le varie oneshot hanno diversi punti focali: nella prime due si trattava di focalizzare il personaggio e le sue contraddizioni (Soprattutto la seconda) questa invece, come hai potuto leggere, è molto più incentratata sull'amore non corrisposto e nella prossima addirittura non sarà shonen-ai. Se invece ho compreso male il tuo commento non farti problemi e contattami tranquillamente dalla mia pagina autore.
Kurenai: sei di parte ma amo i tuoi commenti *annuisce* Grazie, veramente grazie mille per i complimenti perchè quello che tu segni come punto forte, i sentimenti, i diversi contrastanti sentimenti è proprio quello che io voglio far risaltare: il marasma, un oceano di emozioni in cui far annegare il lettore senza dargli il tempo di respirare. Il punto debole delle mie fic è che poi, effettivamente, non succede quasi niente al di fuori della testa del personaggio, ma facciamo finta che non sia cosìXD
Oh, wow una fan di Andorra (anche se lei non lo saprà mai altrimenti si gasa ancora di più) non credevo che ce ne sarebbero state, ma sono felice che qualcuno comprenda il "dramma" di Andorra.
Tutto quello che hai detto è vero: Andorra è stata amata come poche al mondo e, devo aggiungere, ama come poche persone al mondo, certo, in un modo infantile e estremo quasi, ma assoluto. Ma, come dici tu, il suo desiderio non si avvererà mai perchè anche se è al primo posto nel cuore dei suoi fratelli, lo è nella classifica dei familiari/delle persone a cui tengono e vogliono bene e non su quella delle persone che amano.


Linea temporale - qui verranno messi i link a tutte le fanfiction riguardanti Monaco in ordine cronologico.

Le luci - Nel mio sangue io cambierò  ~    |    ~  Lei - Io ~ Le rose - Lui è illusione   ~  Piège Aigre-doux  by Kurenai ~
           (1848 - 1860)                            2000

   
 
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