The Black Moody’s
FanFics Corporation presents
MOULIN ROUGE!
PERSONAGGI ED INTERPRETI
Gokine, regina del Moulin ~ Son Goku
Christian Sanzo, scrittore squattrinato ~ Genjo
Sanzo Hoshi
Il Duca ~ Homura
Kanzeon Ziedler, padrona del Moulin ~ Kanzeon
Bosatsu
Nataku Toulouse, il ragazzino ~ Nataku
Gojyo, l’argentino narcolettico ~ Sha Gojyo
Hakkai, il musicista ~ Cho Hakkai
Kou, il fornitore d’assenzio ~ Kogaiji
Shi e Zen, tirapiedi del Duca ~ Shien e Zenon
Nini, la rompiscatole ~ Lirin
L’anziana “balia” di Gokine ~ Yaone
Il medico ~ Jiroushin
Il defunto padre di Sanzo ~ Komyo Sanzo Hoshi
… e un sacco di altra gente …
ACT. 1
Voce fuori campo: …
c’era una volta un ragazzo, un ragazzo tutto particolare
Si dice
che vagabondò a lungo e lontano, molto lontano, per terra e per mare
E così un
giorno, un giorno di tempesta, le nostre strade s’incrociarono
E mentre
mi narrava molte cose, di pazzi amori, demoni e dei, questo infine mi disse…
La cosa più grande che tu possa imparare è… è…
…
[silenzio assoluto, il
pubblico è in attesa]
Voce fuori campo
(leggermente alterata): Ehi, qui manca roba! Si può sapere chi è l’imbecille
che ha usato l’ultima pagina del copione per rollarsi una canna?? Volevo farlo
io… Comunque, quello che quel ragazzo mi disse… lo scoprirete solo seguendoci!
Buona visione… (si
ritira in punta di piedi per poi precipitarsi a cercare il trafugatore/trice di
pagine)
[Gare de Lion, stazione
di Parigi, ultimo anno del XIX secolo]
Il treno proveniente da
Londra si era appena arrestato alla fine del binario 9 e ¾ , e già i suoi
passeggeri si apprestavano a scendere a terra: tra questi, spiccava un
giovanotto abbigliato di nero, con una piccola valigia in mano e l’espressione
scocciata. Aveva capelli dorati al pari del grano maturo, un paio di penetranti
occhi violetti e una sigaretta incollata alle labbra, ed emanava un tale
fascino che rischiò di provocare una fibrillazione generale tra le svariate
persone che gli passavano accanto.
Il suo nome era
Christian Sanzo, ed era giunto a Parigi con l’intento di scrivere quel
dannatissimo romanzo che gli frullava in testa da una mezza dozzina di mesi e
che ancora non gli riusciva di cominciare; quello di scrivere poi era uno dei
pochi talenti che aveva, quindi perché non sfruttarlo? E come se non bastasse,
ne aveva pieni i coglioni di stare a Londra, da quando… da quando era successa quella cosa lì. Rimugina che ti rimugina, giunse infine alla sua
meta: il famigerato quartiere di Montmartre, dove abbondavano sigarette, erba,
assenzio a metà prezzo e dove potevi fare quello che ti pareva! Un vero
paradiso! Magari avrebbe anche trovato un lavoro interessante… Fatto sta che si
ritrovò in men che non si dica ad aver affittato un appartamentuccio squallido,
le cui finestre davano giusto giusto sul celeberrimo… Moulin Rouge! Sanzo
conosceva di fama il suddetto locale, anche se non gli interessava granchè
metterci piede: un po’ perché non voleva beghe di genere femminile, e un po’
perché rischiava di venir preso lui stesso per una primadonna del Moulin, vista
la sua bellezza delicata (al contrario del suo carattere).
Insomma, stava per
cercare di cominciare a buttare giù qualche riga, quando un tizio dai capelli
rossi gli rovinò proprio sulla scrivania (che era già scassata di suo),
precipitando dal soffito.
Sanzo (facendo un salto
indietro): MA CHE CAVOLO…
Voce proveniente dal
buco nel soffito: Oddio, tutto bene? Aaah, gli succede veramente troppo spesso!
Sanzo (alzando la testa
e vedendo un ragazzino appollaiato sul bordo del buco): Prego?
Ragazzino (indica il
tizio semisvenuto sulla scrivania): Quello è Gojyo, l’argentino, ed è
narcolettico… di tanto in tanto si addormenta come un ghiro e casca giù a peso
morto! Ora lo tiriamo su, non ti preoccupare…
Mentre il biondo non
riusciva a capacitarsi di cosa diamine stesse succedendo, altre due teste si
affacciarono alla voragine del soffitto: uno era un tizio moro con un assurdo
monocolo e il volto gentile, il secondo un ragazzo dai lunghi capelli rossastri
e l’aria vagamente allucinata. Entrambi si calarono nella stanza di Sanzo,
seguiti a ruota dal ragazzino, e raccattarono l’argentino.
Tipo-con-il-monocolo:
Oh, accidenti, e adesso come facciamo ad andare avanti con le prove?
Tipo-rosso-allucinato:
Dici che gli ci vorrà un po’ a svegliarsi?
Tipo-con-il-monocolo:
Non lo so, ma non possiamo perdere tempo!
Ragazzino (facendo segno
verso Sanzo): Ehm…
Tipo-con-il-monocolo
(guardando Sanzo): Oh, tu sei nuovo?
Sanzo (irritato): Certo
che sì… quanto ci mettete a togliervi dai piedi?
Tipo-rosso-allucinato
(squadrandolo): Potresti servirci…
Sanzo (sospettoso): Che
vuoi dire?
Ragazzino (prendendolo
per un braccio): Vieni su con noi! Sostituirai Gojyo finchè non si sarà
ripreso!
Tipo-con-il-monocolo&Tipo-rosso-allucinato:
Ottima idea, Nataku!
Così, il nostro
protagonista venne trascinato su per le scale dallo strano terzetto (sarebbero
in quattro, ma l’argentino era fuori gioco), per ritrovarsi in un appartamento
completamente arrangiato in modo da assomigliare ad un palcoscenico, con
pannelli che rappresentavano un presunto paesaggio alpestre e luci che si
fulminavano ogni due minuti. Abbandonato l’argentino sul divano, i tre strani
figuri si presentarono come Nataku Toulouse (il ragazzino), Hakkai (il tipo con
il monocolo) e Kou (l’allucinato), e spiattellarono un cappello tirolese in
testa a Sanzo, che rischiava seriamente di esplodere dalla rabbia.
Hakkai (sedendosi di
fronte ad un piccolo pianoforte scassato): Forse sarà bene spiegarti un attimo…
Sanzo (tripudio di
venuzze pulsanti sulle tempie): Sì, credo anch’io.
Nataku: Vedi, stiamo
mettendo su uno spettacolo da presentare a Kanzeon Ziedler, la padrona del
Moulin Rouge! Se l’idea le piacesse
avremmo l’opportunità di portarlo in scena con il suo aiuto e ci guadagneremmo
un po’ di soldi.
Sanzo (sopracciglio
inarcato in modo scettico): E io cosa dovrei entrarci?
Kou: Per ora nulla, devi
solo sostituire Gojyo…
Sanzo: Non darmi ordini…
Kou: … però se poi tu
volessi darci una mano sei libero di farlo. Qui siamo ad un punto morto.
Sanzo: Ve lo potete
scordare.
Hakkai: No, pensaci su!
Sei appena arrivato e hai bisogno di un lavoro, vero? Questa è una buona occasione!
Sanzo (riflettendo e
considerando che è la verità): Beh… almeno ditemi di cosa parla questo dannato
spettacolo.
Detto fatto. Nel giro di
dieci minuti, Nataku e Hakkai, parlando un po’ a turno e facendo un gran
casino, gli spiegarono che la storia del loro “spettacolo spettacolare” si
svolgeva in Svizzera e parlava d’amore (al che il giovane biondo storse
leggermente il naso)… solo che non avevano davvero idea di cosa scrivere, si
erano impantanati. Quando il ragazzino, il moro e l’allucinato iniziarono a
parlare tutti insieme, proponendo le frasi più assurde per il monologo cantato
del protagonista, Sanzo non ne potè veramente più: non che ne avesse tutta ‘sta
voglia, ma poteva davvero trovare una strada per guadagnare, assieme ai quattro
svitati che aveva incontrato, e poteva mettere alla prova le sue abilità.
Dimenticandosi in tal modo di quella
cosa lì…
Sanzo (cantando,
appollaiato su uno scaleo): The
hills are alive with the sound of music…
Tutti (spiazzati e
incantati dalla sua voce): …
Gojyo (risvegliandosi di
colpo): Le colline vivono del suono della musica! Mi piace!! (e ricasca giù
come una pera)
Sanzo: Ma che idiota…
Tutti (occhio adorante):
Ti prego, continua!
Sanzo (prima sbuffa e
poi canta ancora): …
with songs they have sung for a thousand years…
Nataku (quasi in
trance): Oooh… ma è meraviglioso!
Hakkai (a mani giunte):
Hai una voce strepitosa! E le parole… oh, divine!
Sanzo (preoccupandosi
seriamente della sanità mentale degli astanti): …
Kou (scuotendosi): Bene,
direi che sei assunto.
Sanzo (scettico):
Perché, questo tu lo chiami lavoro?
Kou (laconico):
Dettagli, dettagli… lo diventerà ben presto, grazie al tuo aiuto!
Sanzo (a voce bassa):
Beata ingenuità…
Gojyo (risvegliandosi e
appoggiando inavvertitamente una mano sui bassifondi del biondo): Il ragazzo ha
talento! Mi piace!
[Sanzo gli tira un
sonoro pugno in testa e l’altro ritira la mano]
Gojyo (massaggianosi il
capo): Mi piace il tuo talento, razza di scrittore schizofrenico! Cos’hai
capito?!
Sanzo: Tu tieni giù le
mani e poi ne riparliamo, argentino pervertito!
Hakkai (interviene):
Suvvia, non discutete, siamo tutti colleghi ormai!
Nataku: Esatto! (a
Sanzo) Non sei forse anche tu un degno bohemien?
Sanzo: Veramente…
Gojyo: Tu credi nella
bellezza?
Sanzo: Ovvio.
Kou: Nella libertà?
Sanzo: Ma certo che sì.
Hakkai: E nella verità?
Sanzo: Naturalmente.
Nataku (prendendolo per
un braccio): E nell’amore?
Tutti: Già! L’amore!!
Sanzo (occhiataccia):
Assolutamente NO.
[patatrack generale, ci
manca poco che i quattro caschino a terra]
Nataku&Hakkai
(sconvolti): Ma… ma… ma… ma com’è possibile??
Kou (sempre laconico):
Il tuo è un nonsense, giovanotto…
Gojyo (scandalizzato):
Come puoi non credere nell’amore, pazzo?!
Sanzo (alzando
decisamente la voce): E PIANTATELA DI PARLARE TUTTI INSIEME!!!
Così, anche se gli
costava fatica, il biondo scrittore spiegò al quartetto di invasati che credeva
all’amore come idea astratta, ma che non voleva averci mai a che fare di
persona: l’aveva capito quando, pochi mesi prima, suo padre era morto per
salvarlo quando un manipolo di loschi individui li aveva assaliti per
rapinarli… e lui, suo padre, gli aveva fatto scudo con il proprio corpo… come
si poteva quindi legarsi a qualcuno, se poi c’era il rischio di perdersi?
L’amore arrecava dolore, solo dolore… e troppe responsabilità.
Nataku (occhi lucidi
alla fine del racconto): Oh… cielo, mi dispiace per tuo padre…
Sanzo (scuote le
spalle): In casi normali non l’avrebbe mai fatto, credo, ma doveva aver fumato
da poco…
Kou: Il risultato però
non cambia…
Sanzo (occhiataccia):
Appunto.
Hakkai: Beh, nell’amore
credi comunque, no?
Sanzo (il mal di testa
avanza): Ti ho detto che ci credo solo come idea…
Nataku: Fa lo stesso!
L’importante è crederci! Perciò… ehi, dove sono le bottiglie nuove?
Kou (aprendo una
scatola): Ci penso io, le ho portate stamattina.
Gojyo (occhi che
brillano alla vista delle preziose bottiglie di assenzio): Ah, questo sì che si
chiama parlare!
Sanzo (passo indietro):
Cosa diamine vorreste fare?
Nataku (sbattendogli
sotto il naso un bicchiere già pronto): Festeggiare il tuo primo lavoro a
Parigi!
Hakkai (levando il
proprio bicchiere in alto): E la tua entrata ufficiale nel mondo bohemien!
Gojyo: Sei dei nostri,
scrittore schizofrenico!
Sanzo: Purtroppo sì,
argentino pervertito!
Kou: Salute a tutti.
[tracannano tutti e
cinque i rispettivi bicchieri di assenzio… e qui parte lo sclero]
Quella notte Christian
Sanzo visse la sua prima, indimenticabile, allucinogena esperienza bohemienne,
popolata di sensuali fatine verdi che cantavano e ballavano il can-can al ritmo
di musiche semisconosciute (tra cui una canzone che doveva essere in giapponese
perché diceva Tachidomatteru
kimi no senaka wa, sabishige na mama boku wo toraeru… ), mentre i suoi quattro svitatissimi compagni ne
combinavano di cotte e di crude e blateravano cose incomprensibili riguardanti
lo spettacolo e certe ballerine, in particolare di una che doveva essere una
primadonna… una tizia molto bella dagli occhi dorati…
Ma il biondo non si
soffermò ad ascoltare (era di fuori come una tegola sbilenca): in fondo, la
sera successiva sarebbero andati proprio nel regno della potente Kanzeon
Ziedler e delle sue Tenkai Dogs… al Moulin Rouge!
To be continued…
Note dell’autrice: ehm… non chiedetemi come mi sia venuta fuori quest’idea perché sinceramente non lo so… Il fatto è che adoro Moulin Rouge, e mi è venuto quasi spontaneo abbinarci i nostri amati personaggi saiyukeschi… anche se ovviamente ne è nata una cosa del tutto schizzoide! Purtroppo non so se farà molto ridere come storia, visto che non ho mai scritto fics comiche prima d’ora, né tantomeno parodie, ma mi sto divertendo un sacco a scriverla e spero che lo stesso valga per voi nel leggerla. Perciò fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando, ci tengo. Detto questo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo atto (sempre che questo vi sia piaciuto e che decidiate di proseguire la lettura ^^’’), in cui entrerà finalmente in scena la regina del Moulin Rouge… e in cui i casini, come ben sapete se avete visto il film, cominceranno.
See you soon and go to
the West! Black Moody (che
farebbe meglio a studiare per gli esami…) ♪
* picola nota: non credo
ci sia bisogno di dirlo, ma le parole in giapponese sono quelle d’inizio di
“For real”, la prima sigla d’apertura dell’anime (insomma, sempre meglio
chiarire).