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Autore: Fanny Jumping Sparrow    26/11/2009    3 recensioni
*Completamente revisionata*
La maledizione dell'Olandese Volante è spezzata grazie all'amore fedele di Elizabeth, ma Calipso ha ancora una richiesta da fare al Capitano Turner...
Nel corso della sua ricerca, affiancato dalla moglie e dal figlioletto, ritroverà i vecchi compagni d'avventura, ma Jack continuerà a creare non pochi problemi...
Ringrazio chi continuerà a leggere e chi la metterà tra le preferite!
- E mi avevi fatto promettere "niente segreti" - sospirò Will reprimendo della sana collera.
- Non riguardava te e me. Questo è un segreto di storia della pirateria! - Elizabeth non si smentiva mai: piratessa fino alle budella.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Capitolo 35: La spada, il corvo, il mare

- Santa pazienza! – sbuffò Anamaria prima di saltare e raggiungere i coniugi Turner, appesi in equilibrio precario sullo stesso gradino della biscaglina, aggrappandosi poco più in basso.
- Sei impazzita? – la rimproverò sottovoce Will, avvertendo il sobbalzo delle corde – Non ci reggerà tutti e tre!
- Vi costava così tanto rispettare il piano? – mormorò di contro lei, cercando di poggiarsi il meno possibile su quelle funi fradice.
- Non sei tu ad avere un figlio nelle mani di quei balordi! – ansimò con angoscia Elizabeth, al che Anamaria si arrese mentre il Capitano dell’Olandese, reggendosi solo con una mano e un piede, si voltò verso i suoi rimasti nella polena, intimando loro con dei gesti di arrampicarsi sui fianchi della Spettro.

Fortezza taceva da qualche secondo, gli occhi spiritati, le labbra increspate appena visibili sotto la fitta barba crespa, il braccio destro teso in avanti con il palmo rivolto verso l’alto.
Jack aveva intuito che gli stava chiedendo quello che non aveva, perciò si nascose dietro la maschera dell’ironia per temporeggiare: - Temi che si metta a piovere? – proferì ruotando il polso come a verificare possibili gocce sulla pelle – Ormai dovresti esserci abituato al clima tropicale, compare!
Worley brontolò a bocca chiusa, abbassando il braccio e stringendo le dita attorno al calcio della pistola, senza staccare lo sguardo minaccioso da Sparrow che, con espressione ugualmente grave, continuò a discorrere mettendosi a camminare lentamente in tondo: - Dal momento che ti ho distrutto due navi, ho ritenuto cosa lodevole … e buona … e giusta, consegnarti altre due navi. Voilà! – indicò con un movimento plateale delle braccia l’Olandese e la Murena ormeggiate alle sue spalle.
Fortezza restò fermo dov’era a studiare i due velieri con poca persuasione, rialzando il palmo verso di lui per poi esprimersi con superbia: - Di navi potrò averne quante voglio grazie a preziose carte. Perfino nel mondo dei morti me le posso andare a cercare.
Jack s’impresse una faccia triste: - Sono desolato ma quelle preziose carte io non ce le ho – scandì parola per parola con franchezza, percependo la tensione crescere attorno a lui sottoforma delle occhiatacce della ciurma e dei loro bassi ruggiti biascicati tra i denti.
- Pensavo che il pesciolino ti interessasse. E invece … - Worley impugnò la rivoltella mirando la rete a parecchi piedi da terra in cui era imprigionato Jim, il quale urlò forte nonostante il bavaglio che gli copriva la bocca, perché anche gli altri pirati della Spettro avevano estratto le loro pistole puntandole tutte contro di lui.
- Le ha rubate Barbossa! Il Capitano della Perla Nera! – strepitò rapidamente Sparrow, serrando le palpebre dopo aver sentito scattare decine di caricatori contemporaneamente.

- Ecco il segnale! – bisbigliò Anamaria agli altri, salendo poco più in alto.
In realtà si erano già mossi in anticipo. Non distingueva se a far vibrare la precaria scaletta sotto le sue mani fossero le funi in procinto di spezzarsi o le crescenti palpitazioni di Will ed Elizabeth, i cui respiri affannati sembravano doversi trasformare da un minuto all’altro in urla di furore, portandoli a scagliarsi contro i nemici prima della seconda frase convenuta con Jack.
Le loro teste per poco non facevano già capolino dal parapetto.

- Se davvero le ha Barbossa, allora tu me le porterai – ordinò Fortezza con impassibilità riponendo l’arma, subitamente copiato dai suoi, seppur tra mille imprecazioni.
Jack era compiaciuto di stare riuscendo a gestire la conversazione come aveva immaginato. Ormai i suoi compagni dovevano essere agganciati allo scafo della Spettro e attendevano solo il secondo segnale per accorrere in suo soccorso.
- Tu me le porterai – sibilò il vecchio Capitano, sicuro di una risposta affermativa, brandendo di nuovo la minaccia di crivellare di colpi il piccolo Turner che singhiozzava con gli occhi sbarrati.
- Io non ci penso proprio! – lo sorprese Sparrow – Pensavo che le tue navi fossero imbattibili. Che tu fossi imbattibile. E invece … Stai elemosinando il mio aiuto – lo provocò ostentando il suo spregio. Sapeva che un punto debole per molti pirati capitani di navi era l’orgoglio e, infatti, Worley si mostrò indispettito, contraendo le sopracciglia e stringendo la mandibola, come preso da un tic nervoso.
- Ormai la Perla Nera starà veleggiando verso l’isola dei Pelegosto, dritta verso la palude del Pantano, nel tentativo di raggiungere la dimora di Calypso – a quel punto sentiva di averlo catturato - Perché non scommettiamo a chi arriva primo? – gli suggerì con un sorriso astuto, pungolando l’altra sua fissa, le sfide sul mare.
Mentre gli rivolgeva tale proposta, lo vide scrollare le spalle ringalluzzito: - E sia! – acconsentì con un luccichio euforico negli occhi, subito oscurato dal dubbio – Le condizioni però le imporrò io – aggiunse con un ghigno insidioso.
Jack aprì la bocca per pronunciare la battuta che doveva dare il via libera a Will e agli altri per l’arrembaggio, ma accadde un imprevisto che gli mozzò le sillabe in gola.
Un tonfo nell’acqua, come di qualcosa di voluminoso e pesante, proprio nello spazio che separava lo scafo dell’Olandese da quello del suo vascello, distrasse Fortezza e lo indusse ad estrarre impulsivamente la pistola e a balzare di scatto con il braccio in alto.
Nello stesso istante Jack gli si lanciò addosso buttandolo a terra, ma il colpo partì comunque centrando qualcosa sopra le loro teste.
Jim vide il proiettile sfilacciare un nodo nell’intreccio di funi che lo avvolgeva e sosteneva a qualche metro dal ponte, e perse i sensi per lo spavento, ricadendo all’indietro.
Tutta la ciurma della Medusa Spettro si era lanciata verso la murata per accertarsi di vincere sul tempo un assalto ma venne ricacciata indietro dai pirati dei Capitani Turner e Jucard che, scavalcata la ringhiera, si gettarono con foga su di loro, prima sparando e poi ingaggiando dei furenti combattimenti con le spade. Ad essi si aggiunsero molti altri bucanieri che erano rimasti sulle rispettive navi e che diedero manforte ai compagni, riversandosi come un fiume in piena sulla tolda ribollente di urla, botte e urti metallici.
Jack rotolava per terra, ancora impegnato a disarmare Worley che si ostinava a tirare colpi a caso, rischiando di ferire i suoi stessi uomini.
- È lassù! Presto! Coprimi! – gridò Elizabeth, afferrando con frenesia il braccio di Will che, pur trovandosi invischiato negli scontri, cercava di rimanerle accanto e di avvicinarsi con lei ad uno degli alberi per recuperare Jim.
- Lo prendiamo, lo portiamo a bordo e ripartiamo! È facile! – si ripeteva Gibbs tra una sciabolata, uno spintone e un pugno sferrato ai nemici, che si trovavano in minoranza ma non perdevano l’aggressività.
I Turner, tenendosi stretti per la mano sinistra, spargevano fendenti a destra e a manca, con mirabile efficacia, non lasciando scampo a quanti si paravano loro davanti per ostacolarli, mentre Jack, non essendo molto abituato agli scontri prettamente fisici, iniziava a sentirsi allo stremo delle forze.
Per quanto quell’uomo fosse più maturo di lui conservava un vigore invidiabile, tanto che non era riuscito a spostarlo di un centimetro, né a disarmarlo. In compenso aveva tenuto a mente la conta dei proiettili che quello aveva esploso: - Hai solo un colpo oramai, vecchio gufo!
Fortezza con un guizzo inaspettato ribaltò le loro posizioni, schiacciando Jack sulle assi del ponte e, tenendogli premuto un ginocchio sullo stomaco e una mano sul collo, gli avvicinò la canna metallica alla faccia: - Un colpo solo mi basterà a farti fuori!
Prima che potesse piegare la gamba per dargli una ginocchiata sul muso, vide che la pistola gli volò dalla mano: - Non oggi! – era stata Anamaria con un calcio deciso a fermarlo.
- Tu? Jucard? Sospettavo che fossi passata dalla loro parte! – sbraitò Worley, alzandosi e sguainando la lama, pronto ad attaccarla.
- Sono sempre stata dalla parte dei veri pirati, io! – replicò fieramente la donna, preparandosi a far suonare il ferro.
Jack ne approfittò per scattare in piedi e rifilare un destro assestato e una spallata al Capitano della Spettro, facendolo capitolare in mezzo alla mischia.
- Almeno un grazie, Sparrow – la mora piratessa reclamò la sua attenzione, ma lui si limitò ad annuire sorridendole a labbra strette e, allo stesso tempo, volse gli occhi attorno a sé per valutare la situazione. In breve fu costretto ad inserirsi anche lui nei duelli all’arma bianca.
- Chi è stato l’idiota che ha pensato di farsi un tuffo? – chiese ad Anamaria durante un affondo, ghermendole il braccio libero – Andava tutto liscio! Mi avete rovinato la sorpresa!
Lei si dibatté irritata: - Nessuno si è tuffato. Si è staccato un pannello – asserì dando una gomitata ad un avversario che si trovò alle spalle.
Jack le fece fare una piroetta su se stessa e poi la avvicinò a sé fissandola con aria interrogativa, in attesa di un chiarimento.
La donna girò di nuovo, separandosi da lui che la tratteneva ancora per il polso sinistro e replicò, con molte pause a causa della necessità di parare i colpi: - Non lo conosci il segreto della Spettro? Ha lo scafo ricoperto di specchi infrangibili che all’occasione vengono nascosti da pannelli di normale legno. E un diamante in cima all’albero maestro che riflette la luce del sole. È così che diventa invisibile – gli spiegò con tono saccente, stupita che non lo sapesse.
- Un diamante hai detto?! – esclamò Jack drizzando gli occhi per cercare di individuarlo, quel tanto che bastò a distrarlo dall’arrivo di una sciabolata che per poco lo avrebbe sfregiato in faccia, se lei non l’avesse allontanato – Sei un disastro nel corpo a corpo gioia! – la prese in giro perché gli aveva pestato ripetutamente i piedi, evitando ancora una volta di ringraziarla.
- Forse riuscirei a battermi meglio se ti decidessi a lasciarmi andare, Capitan Tonto! – lo rimbeccò esasperata lei, convincendolo finalmente a mollare la presa stizzito, proseguendo da solo.
Entrambi, quasi accidentalmente, scoccarono un’occhiata a Will ed Elizabeth che invece sembravano una perfetta macchina da guerra nella loro letale danza con le lame, compensandosi e difendendosi a vicenda.

Jim rinvenne, trovandosi con metà del viso sporgente dalla trama della rete.
Con cautela si portò indietro, mettendosi seduto con le gambe incrociate. Gli restava da pazientare solo un altro po’. Perciò rinunciò a provare di nuovo a liberarsi dalle ruvide corde di canapa che gli avevano già graffiato i polsi e restò ad osservare l’indiavolata baraonda che imperversava sul ponte.
Almeno una cinquantina di pirati combatteva a colpi di sciabola e di pistola, il rumore degli spari e del metallo che cozzava gli giungeva insieme ad un turbine di ingiurie e parolacce.
Nessuno, però, si muoveva con destrezza nel maneggiare quel semplice ma pericoloso pezzo di acciaio lavorato e lucente come loro tre.
Gli sovvenne un pensiero curioso, che quella vecchia canzone, imparata a memoria poco dopo aver mosso i primi passi, fosse stata concepita apposta per loro.
E, quasi come a darsi conforto, la cominciò a canticchiare, o meglio, essendo ancora imbavagliato, a mugugnare.
Sua madre, sottile, eppure forte e tagliente, era la spada.
Suo padre, tosto, intrepido e graffiante, era il corvo.
Jack Sparrow, travolgente, misterioso, imprevedibile, era il mare.

   
 
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