Le frasi tra le virgolette sono della canzone "Please don't stop the rain" di James Morrison.
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† ~Waiting. Tic, tic, tic~ †
«There’s nothing we can do to make it change
»
Libri, tomi –antichi e nuovi-, quaderni, fogli
–accartocciati
e non-, sparsi a terra, rendevano la stanza più simile ad
una biblioteca.
L’occhio smeraldo in un movimento vivace si posò
sul
calamaio, mentre il viso si corrucciò in una smorfia,
più simile ad uno sbuffo.
Il giovane Bookman contava il tempo, come in attesa.
Il ragazzo nemmeno si voltò: sapeva chi era, lo riconosceva
dal passo leggero e lento.
Ma non era lui che stava aspettando.
<<
Stupido! >>
Questa parola fu seguita da uno schiaffo, che
mirò la
testa rossa del giovane.
<< Ahi! Vecchio mi hai fatto male! >>, borbottò
quello,
massaggiandosi la nuca.
<< Sciocco, te l’ho ripetuto mille volte che non devi
distrarti. >>
<< Ho già finito. Letto ogni singolo documento presente in
questa stanza. >>
Lavi si ricompose sulla sedia e interruppe il nervoso tamburellare delle dita, cambiando espressione, come lo stesso tono di voce, che divenne più basso.
<<
E’ tornato? >>
<< Chi? >>
<< Allen. >>
Quel nome solleticò le labbra, uscendo in
un debole
soffio.
Gli occhi del più anziano, contornati dal trucco scuro, si assottigliarono.
<< No. >>
Ci fu silenzio per qualche secondo.
<< Non dimenticarti chi sei. >>
Bookman
nascose le mani nelle larghe maniche del kimono.
Il rosso posò la testa sulla scrivania. L’odore
dell’inchiostro pervase le sue narici.
Sul volto si dipinse un’espressione ingenua.
<< Allora aspetterò ancora. >>
Inutilmente.
« We can
pray for sunny weather
But that
won’t stop the rain »
END.