E ora, a grande richiesta generale
(ceeeeeerto…) ritorna…
LA LOBA
Dall’autrice de “Ma che cosa ci facciamo
qui?”, “La figlia di Kakuzu” & “My Sanctuary” una nuova, innovativa
fiction!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Prima di cominciare ringrazio tutte le
persone che mi hanno commentata nelle fic precedenti e ringrazio
anticipatamente chi mi commenterà!!!!
E ora possiamo iniziare (le luci in sala si
spengono)
…
…
…
I tre ragazzi correvano tra le sale del
palazzo. Ci avevano impiegato quasi un mese per arrivare su quell’isola. Il
palazzo era un imponente struttura con torri a cupola, tutto di marmo bianco,
immerso nella foresta tropicale. Gli interni erano stupefacenti: tutto
luccicava d’oro. Ora ti chiederai chi sono e perché ti sto raccontando questo:
siediti, e sentirai la storia più spettacolare del mondo…
Mi chiamo Leyla e sono nata e cresciuta nel
villaggio della sabbia. Non so chi siano i miei genitori, ma so per certo che
erano dei poco di buono, almeno secondo me, dopo aver sentito la storia che il
mio padre adottivo mi raccontava ogni giorno: quando io avevo circa un anno, i
miei genitori, andarono al palazzo del Kazekage perché dovevano partire per una
missione lunga e difficile e chiesero di tenermi con se. Egli accettò e mi
crebbe insieme ai suoi figli Temari e Kankuro. I mesi passarono e i miei non si
facevano vedere. Quando compì 6 anni, mi disse che si erano trasferiti in un
altro villaggio perché non mi volevano con se. Dai 6 ai 10 anni ho vissuto un
periodo di depressione mista a rabbia, ma dopo un po’, il tutto sbollì. Com’era
la mia famiglia adottiva? Un disastro. La madre, Karura, non l’ho mai
conosciuta. Morì quando partorì l’ultimo figlio, Gaara. Temari e Kankuro non mi
avevano mai considerato parte della famiglia. Mi escludevano sempre. Imparai a
cavarmela da sola molto presto. Per quanto riguarda Gaara, nessuno mi
permetteva di avvicinarmi a lui. Una volta scappai di casa per andare a
cercarlo. Quando lo vidi, con quello sguardo triste, spento e opaco, mi venne
quasi da piangere. Volevo a tutti i costi consolarlo. Solo una volta gli
parlai. Giocammo insieme e finalmente mi sentii parte di una famiglia. Dopo
qualche giorno, quando lo incotrai per la strada, la sua espressione era
cambiata radicalmente: i suoi occhi non erano più tristi, ma colmi di rabbia.
Quando gli toccai una mano per cercare un contatto con lui… bè sarei morta se
non fosse intervenuto il Kazekage. Da allora non gli rivolsi più la parola.
Sono passati 11 anni da quell’avvenimento e molte cose sono cambiate. Il 4 è
morto, Gaara non è più l’assassino di un tempo. È diventato il Kazekage. Tutti
lo rispettano e tutti lo amano. Ha instaurato un ottimo rapporto con i suoi
fratelli. Molte ragazze gli sbavano dietro. E io? Bè, io sono stata dimenticata.
Dimenticata, avete capito bene. Sono il fantasma del villaggio. Sono colei che
ha preso il posto di Gaara quando veniva considerato un mostro. Per questo, a
15 anni, me ne andai. Ma la vita volle essere per una volta, almeno per una
volta, generosa con me… mi diede una famiglia. Un’unica persona che costituiva
la famiglia che avevo sempre sognato. Quella persona si chiama Heily. È una
ragazza bassa, con i capelli ricci di colore biondo scuro lungo fino alla
schiena, con la pelle leggermente ambrata,
gli occhi grandi, di un verde smeraldo. Viveva nel villaggio del mare, e come
me non aveva avuto un passato facile. Quando era piccola venne allevata da una
famiglia di pescatori che all’età di 14 anni morirono. Non erano i suoi veri
genitori: era stata adottata, ma a differenza di me, aveva avuto una famiglia.
Appena nata, Heily era stata messa in un cesto su una barca e il destino volle
che fosse la barca del pescatore che le salvò la vita. Sono 2 anni che viviamo insieme, ma a me
sembra un’eternità. Lei è come una sorella. È la mia vita. Lei faceva la ninja,
come me, ma a differenza di me che ero solo un Chuunin, lei era un Jonin e
aspirava a diventare un ANBU. La cosa divertente è che avevamo chackra
differenti: io il fuoco, lei l’acqua. Per questo ci chiamavano il team Fiamma
& Onda. Un giorno capitò una missione nel villaggio della sabbia, il posto
che odiavo di più al mondo. Dovevamo consegnare un rotolo al Kazekage in
persona e questo non mi andava molto bene. Dopo qualche giorno di viaggio…bè qui
comincia la storia.
Ciò CHE DESIDERAVO.
< senti Heily, facciamo cosi: tu entri,
consegni e io ti aspetto fuori, che ne dici? >
< Leyla, per favore: affronta le tue
paure! Fagli vedere chi sei e che cosa sei
diventata >
< Come minimo non si ricorderà di me… >
< vorrai scherzare? Con la tua voce che
supera i 1000 watt? Credo che di una pazza con i capelli corti e perennemente scompigliati,
gli occhi gialli e con il culo a patata se ne ricordi eccome! >
< cooooooooosa? Allora precisiamo: prima
di andarmene dal villaggio avevo i capelli lunghi, e non sono scompigliati, ma
sono io che li acconciò cosi, poi i miei occhi sono marroni con una minuscola e
ripeto minuscola punta di giallo e il mio culo è a cuoricino e non a patata! >
< a cuoricione semmai >
< parli tu che al posto del culo hai un
tamburo extra large?! >
< Che cooooooosa??????????? Tesoro, Il
mio culo è arte! >
< l’importante è crederci >
< signore, se volete entrare… > disse
una serva (le chiamo cosi le puttane che stanno apresso al Kazekage) molto
sconcertata dalle ragazze che le si trovavno avanti
< oh si certo! > bè, questo è più o
meno il tipo di conversazione sul senso della vita che io e Heily ci facciamo
da quando ci siamo incontrate. Niente di speciale.
Mentre la mia amica bussava alla porta, il
mio cuore perdeva battiti: era da 2 anni che non ritornavo al villaggio e ne
erano passati 11 da quando non parlavo più con il Kazekage. Chissà come era
diventato? Mentre mi ponevo queste domande, la porta si aprì. Di fronte a me,
in piedi con un documento tra le mani vi era Gaara. Era molto più alto di
quanto lo ricordassi, probabilmente era cresciuto, ed il suo fisico era
diventato ancora più statuario e muscoloso. Ora sembrava davvero un dio. La
faccia era rimasta pressoché uguale, forse i lineamenti erano divenuti più
adulti, ma aveva ancora quel viso da bambino che ancora ricordavo. Quando ci
vide, ci squadrò da capo a piedi con uno sguardo autoritario ma non cattivo.
Guardò me, e gli occhi si sgranarono per un momento. A quel punto disse:
< Leyla, ciao. A quanto vedo sei
ritornata >
< buongiorno Kazekage. Sono ritornata
solo per completare la mia missione >
< è passato molto tempo dall’ultima volta
che ci siamo visti… >
< 2 anni kazekage. 11 da quando non ci
siamo rivolti più la parola > ero piena di rabbia che cercavo di reprimere
in ogni modo dimostrandomi distaccata e indifferente.
< ah… mi dispiace per quello che è
successo. Io non intendevo farti soffrire. E che sono successe molte cose e poi
io non ti ho più vista >
< molto
strano. Eppure vivevo in questo villaggio… >
< lo
so e mi dispiace che la nostra amicizia sia finita cosi, ma… >
< amicizia?
Era solo una semplice conoscenza signor kazekage. Niente di più > nel
pronunciare quelle parole, le lacrime mi stavano sopraffacendo e a stento
riuscivo a trattenerle. Penso che la mia amica se ne accorse, perché
disse:
< bè
questo è il rotolo. Noi adesso ce ne andiamo. Ci chiami quando ha finito di
leggerlo e avrà compilato una risposta >
< grazie
a tutte e due. Vorrei che rimarreste per qualche giorno qui a palazzo, cosi
potrete riposarvi e ripartirete rinvigorite. So che avete fatto un lungo
viaggio… >
< non
ci serve niente. Grazie dell’ospitalità, ma rifiutiamo > in quel momento mi
arrivò un pizzicotto sul mio perfetto culo a cuoricino e Heily disse:
< non
la ascolti, è stanca per il viaggio, va in delirio quando è stanca. Accettiamo
molto volentieri la sua ospitalità >
< magnifico.
Vi faccio accompagnare nelle vostre stanze. Kankuro, hai un minuto? > gaara
si rivolse a kankuro mentre stava attraversando il corridoio. In quel momento
pensai “che felicità, un’altra faccia amichevole che viene a rompermi i
coglioni direttamente dal mio passato. Quanto sono contenta!”
< si?
>
< potresti
accompagnare queste due ragazze nelle stanze degli ospiti? >
< certo.
Un momento, ma tu non sei… >
< Leyla,
scusa sono molto stanca potresti mostrami dov’è la mia stanza? >
< Leyla!!
sei tu! Non ci posso credere da quanto tempo che non ci vediamo! >
< già,
parecchio tempo. Mi scuso con te, con il kazekage e con temari per essere
venuta qui a turbarvi. Non era mia intenzione. Ma dovevo eseguire una missione,
quindi… >
< ma…cosa
ti è preso? Non sei contenta di essere di nuovo a casa? >
< mentirei
se dicessi che sono estasiata di stare nella mia terra natia, e che sono
commossa nel vedervi, ma… purtroppo la
mia falsità non è ai vostri alti livelli quindi non so mentire. Puoi anche
levarti quel sorriso da ebete dalla faccia. Tranquillo, non mi arrabbio se ti
comporti come ti sei comportato per tutti questi 9 anni. Sono abituata. Ora se
mi vuoi scusare, vado in camera mia, visto che a mio malgrado conosco questo
palazzo > detto questo, sbatté la porta e andai nelle camere degli ospiti,
pronta per una lunga e dolorosa rimarginazione sul passato condita da lacrime e
dolore.
< ma
che diamine le è preso? >
< è
la stanchezza, le fa fare cose accidentate. Ora mi accompagneresti alle camere
per favore? > Heily. Mi parava e mi para ancora sempre il culo per tutte le
cazzate che faccio.
< certo…certo
>
E nel
suo ufficiò gaara penso tra se:
< cosa
ti è successo Leyla? mi sembrava di aver chiarito con te… >