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Autore: Fiamma Drakon    27/11/2009    1 recensioni
Il titolo non ci combina niente con la fic, ma non sapevo che altro mettere... (e poi mi ispirava).
Raccolta disomogenea di one-shots, flashfics e drabbles su vari pairings yaoi di Dream Team.
All'inizio di ogni capitolo, le relative informazioni.
N.B: il rating potrebbe alzarsi in seguito, in base a quello dei successivi capitoli.
Possibili OOC.
Spero che piaccia! ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2_Fine senza inizio
~ Fine senza inizio ~
MizunoxShige
Personaggi: Shigeki Sato, Tatsuya Mizuno
Genere: Romantico, Triste, introspettivo
Rating: Giallo
Note: One-shot, AU, Shonen-ai



Un incidente.

All’inizio, credevo fosse una cosa banale: aveva attraversato senza fare attenzione, come faceva sempre, nonostante glielo avessi ripetuto un centinaio di volte di guardare prima di attraversare.
- Tatsubon, sei sempre troppo prudente! Che vuoi che mi succeda? - mi ripeteva sempre, ogni volta che lo avvertivo.
Mentre stava passando, sulle strisce pedonali per giunta, una macchina lo aveva investito, scaraventandolo a terra, sul duro asfalto.
Gli ero corso vicino, poi mi ero calmato: si muoveva un poco.
Credevo si sarebbe rialzato: non era un tipo così fragile da esser messo ko da una botta.
Mi sbagliavo: mano a mano che i secondi si tramutavano in minuti, lui non accennava a riprendersi.
Rimaneva disteso a terra, immobile.
Gli andai appresso e solo quando gli fui a fianco vidi del sangue scendergli lungo le tempie, scivolandogli sulle palpebre dolcemente chiuse e fra i capelli biondi, dai quali cadeva a bagnare l’asfalto.
Non accennava alcun movimento di sorta: la mia preoccupazione salì alle stelle.
Chiamai un’ambulanza.
Dopo poco arrivarono e lo portarono via.
Ormai, però, era troppo tardi: un trauma cranico.
Non ce l’aveva fatta.

Ora io ero lì, al cimitero, davanti alla sua lapide di candido marmo bianco.
L’avevano seppellito lì poche ore prima e non avevo la forza di andarmene: era più forte di me, sentivo che dovevo rimanere.
Ci frequentavamo solo da qualche settimana, da quando avevamo scoperto una piccola scintilla tra di noi, un’attrazione che, a quanto pareva, era destinata a rimanere incompleta, per sempre.
Era dura pensare che, fino a due giorni prima, lui era vivo e ridevamo e scherzavamo, ignari del funesto destino che si sarebbe abbattuto su di noi.
Il destino che ci avrebbe diviso.
Ora che ero lì, desideravo rimanervi: che senso aveva ritornare alla vita di tutti i giorni, sapendolo in una fossa sotto terra?
Saperlo così vicino a me, eppure così lontano, mi riempiva il cuore di tristezza e dolore: mi sentivo schiacciato dall’inevitabile dolore della perdita della persona più cara che avevo al mondo.
Mi sentivo come se tutta la felicità del mondo non potesse più essere mia.
Svuotato, irrequieto, freddo: ecco come mi sentivo.
Mi sembrava di essere separato da tutto il resto da una spessa ed indistruttibile barriera di ghiaccio.
Fredda, esattamente come il mio cuore, rimasto ormai privo del calore dell’affetto.
I miei occhi si soffermarono a guardare la sua foto sulla lapide: i capelli tenuti lontani dagli occhi da una benda rossa, uno sguardo deciso, limpido e un sorriso sincero e spensierato ad increspargli le labbra.
Lui era così. Lo era sempre stato e sempre lo sarebbe stato.
- Shige... - mormorai.
Proruppi in bassi gemiti che non riuscii più a contenere: come facevo a rimanere in silenzio di fronte alla prospettiva di una vita senza di lui?
Tremai e caddi in ginocchio, piegando il capo in avanti, fissando il bordo bianco del marmo che sigillava il suo corpo nella fredda terra.
- Perché mi hai lasciato da solo? - mormorai, mentre sempre più lacrime cadevano dai miei occhi, strisciandomi sulle guance.
Non mi giunse risposta, perché, semplicemente, non poteva più rispondermi.
- Shige... - richiamai ancora.
Non volevo arrendermi di fronte ad un inevitabile destino passato da solo, senza di lui al mio fianco.
Non riuscivo a concepire una vita senza Shige, semplicemente.
Iniziò a piovere: forse gli angeli in cielo provavano compassione per me o forse era la natura che cercava di condividere il mio dolore, per alleviarlo almeno un po’.
Ma niente riusciva a risollevarmi dall’abisso in cui stavo precipitando: vuoto, oscuro abisso dove niente sarebbe stato più come prima.
Pian piano il marmo sotto le mie mani divenne scivoloso e persi la presa, ritrovandomi disteso per metà sulla sua tomba, la pioggia che, incessante, mi tamburellava addosso.
Non mi importava: volevo rimanere lì con lui, per sempre.
Chiusi gli occhi, mentre altre lacrime scendevano, ininterrottamente.
Ero lì, accanto a lui: ciò che desideravo di più e che mi era stato negato per il resto della mia vita.
Iniziai ad aver freddo e a tremare convulsamente, ma non m’interessava: ero con il ragazzo che amavo e ciò mi bastava.
Lui era morto.
Io ero vivo.
Eppure, per quei fugaci istanti in cui rimasi lì disteso, ebbi l’impressione d’essere in un’eterea dimensione dove ambedue eravamo insieme, per sempre.
Sentii delle mani afferrarmi e tirarmi su di peso, voci che mi chiamavano, concitate, preoccupate, braccia che mi sorreggevano e mi trascinavano via.
Le mie gambe si mossero.
Guardai la sua tomba un’ultima volta, affranto, distrutto.
- Shige, aspettami... ritornerò da te. Te lo prometto -.




Angolino autrice
Finalmente ho trovato un po' d'ispirazione per continuare questa raccolta *-*
Devo dire che gran parte del merito va a Lady GaGa e alla sua "Bad Romance", che mi ha dato l'idea u_u.
Spero di trovare al più presto altre idee per poter continuare la raccolta, anche se non ci conto troppo... ^^''
Ringrazio quanti vorranno recensire ^^.
F.D.
   
 
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