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Autore: xXxOpheliac_382xXx    28/11/2009    2 recensioni
"Non va bene essere diversi? Non va bene pensare con la propria testa ed amare chi ti pare? Non va bene? Allora che mondo è? È un mondo ingiusto!".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non mi sembra che tu abbia sparato nemmeno una parola a casaccio". Beh, infondo la Yuuwa ha ragione. Questa one shot ero molto indecisa se postarla oppure no. Ma alla fine ho pensato di non tenerla tutta per me.
Ciò che ho scritto mi riguarda in ogni singola frase (escluso il momento in cui mi butto sotto la macchina! XD Non avrei le palle per fare una cosa del genere neanche se mi pagassero!).
Il "ragazzo" che appare di fronte i miei occhi penso si capisca chi sia. Le parole che dice sono prese dal testo di Miseinen, canzone che sto amando da quando vedendo il live del Repeated Countless Error ho pianto per 2 ore e mezza se non di più. Significa molto per me. Non sto passando un periodo stupendo.
Ah, non ho 17 anni, per mia sfortuna. Sono un tantino più piccola. ^^"







"I Don't Want Forget To Myself..."





Correva la "piccola" Miharu. Correva per le strade di un paesino del Giappone. Correva sotto la pioggia. Correva non badando al cielo grigio. Correva per sentire solo una leggera brezza sul suo volto al posto delle lacrime amare.
Quattro anni. Quattro duri anni da quando aveva deciso di staccarsi dalla "massa". Quattro duri anni di lacrime, rimproveri e anche di discriminazione, sottile o evidente che essa fosse.
Aveva litigato, per l'ennesima volta, con sua madre. Sua madre che ormai a quanto pare insieme a suo padre (ormai lontano dalla famiglia da anni), era convinta che sua figlia stesse prendendo una strada sbagliata. Ma quanto sbagliato poteva essere seguire a 17 anni la propria band del cuore? Quanto a 17 anni poteva sembrare strano poter avere un taglio di capelli bizzarro? Eppure...
"Hai il demonio in corpo! Il demonio in Terra! Questo sei diventata!".
Correva verso il parco per una strada piena di buche e tombini aperti. Stava attraversando il quartiere malfamato di quel paese sotto una pioggia battente. Non c'era nessuno quel giorno per le strade. Non che di solito fosse diverso ma, quella giornata, non prometteva nulla di buono sotto ogni punto di vista.
Non guardava dove andava, lei. Non sapeva neanche dove stesse andando. Scappare di casa.. perchè? "Per risolvere un problema", pensò. "Risolviamo i problemi alla radice!"... Ma non avrebbe fatto un torto a chi pensava di amare alla follia?
Correva. Stava attraversando il marciapiede. Il momento sbagliato? No. "È quello giusto".
Una frenata. Una preghiera. La liberazione.
"Il suicidio è un gesto irrazionale", aveva detto qualcuno. Ma lei, era perfettamente lucida.
Forse sognava. Forse non aveva proprio discusso con sua madre. Fatto sta che vedeva qualcuno davanti a lei. Qualcuno che la guardava deluso, molto deluso. "Che ho fatto?", si chiese Miharu che guardava il ragazzo biondo che in qualche modo era di fronte a lei. Vestito di nero, le immancabili righe di matita sul collo. Non sentiva Miharu, ma l'altro stava dicendo qualcosa. Parlava.
"Il suicidio è un gesto irrazionale, no?".
---
"Volevo solo dirti grazie prima di sparire. Prima di fare un favore a chi mi è stato intorno e soprattutto a me stessa. Volevano togliermi l'unico sogno per non pensare a tutti i problemi che mi hanno sempre oppressa, angosciata."
"Ma so che volevi cantare quelle parole".
"Sono stata debole".
"Perchè?".
Miharu non rispose.
"È stata una buona soluzione?", chiese l'altro. "Non volevi dirmi grazie in un altro modo? Ho conosciuto i tuoi sogni. Ho saputo di quando piangevi. Ho saputo di quando le parole scritte e cantate da me ti facevano disperare. Ti chiedevi se non le avessi scritte pensando alla TUA vita".
"Ti ho deluso...", sussurrò flebilmente lei.
Il ragazzo non rispose.
"Hai ceduto. Non volevi essere come me? Non volevi andare avanti e vivere? Vivere dopo essere diventata forte?", intervenne poi.
"Non importa ora. Non ne avrò la possibilità. Ma sono contenta. Le mie preghiere sono state esaudite. Mi hai dato forza in altri innumerevoli momenti. Mi sono trattenuta più volte dal piangere per urlare il mio disprezzo verso tutto e tutti. Non va bene così?".
"Andava bene..", il ragazzo abbassò la testa.
Calò il silenzio in quel luogo che non aveva una definizione. Era un luogo che non esisteva circondato da strani fasci di luce colorata. Un posto che nessuno avrebbe mai potuto raccontare sulla Terra.
"Non dovevi correre senza rimpianti, piccola Miharu? E sostenere con dignità la solitudine di cui ti sei vantata?".
La ragazza iniziò a piangere. Il biondo continuava a parlare con voce dolce, nonostante quelle parole, a lei, facessero davvero male.
"Non avevi bisogno di amici..".
"Non ce ne sono mai stati.. e quei pochi.. si son dimostrati davvero cattivi..", ribattè a bassa voce Miharu.
"Hai dovuto mostrare gli artigli contro di tutto e di più".
"L'ho fatto... ho voluto essere forte... quando ero... debole.. inutile...".
"Le ali dell'adolescenza sono fragili e volubili, no? Ti portano a pensare e fare cose spropositate. Non volevi essere forte e riuscire a vivere per conto tuo?".
La ragazza annuì inginocchiata per terra, il capo chino e le lacrime che scendevano.
"Ma sono stata tradita da tutto e da tutti", si giustificò.
"Anche da te stessa, quando appunto potevi solo fidarti della tua testa", ribattè il ragazzo.
L'altra non rispose.
"Non troverai la libertà dopo questa luce, lo sai?", le domandò poi.
Miharu annuì.
"Sei annegata in questi giorni tempestosi, o sbaglio? Non avevi nulla per cui sperare, giusto?".
L'altra non rispose.
"Dovevi tirar fuori il tuo coraggio Miharu e continuare a contare solo su te stessa... ti sei fatta male, no?".
"Non parlare ancora..", lo interruppe poi la ragazza quasi supplicandolo.
"TI sei fatta male... ma nei momenti in cui hai pianto hai guardato verso il cielo e gridato: "Non voglio dimenticarmi di me stessa, voglio essere come sono"? L'hai fatto, Miharu? Sì, lo so. Ci hai provato. Ma perchè non hai sopportato ancora un po'? Perchè?".
Le lacrime della ragazza aumntarono. Stava morendo? Si. Ma se la morte era quella perchè non aveva deciso di passare a miglior vita prima?
"Ti ho chiesto di non parlare..", continuò lei. "potrei voler tornare indietro..", aggiunse bisbigliando.
Sul volto del biondo apparve un sorriso. Le si avvicinò inginocchiandosi cercando di guardarla negli occhi.
"Non ci sono riuscita! Capisci? Non va bene essere diversi? Non va bene pensare con la propria testa ed amare chi ti pare? Non va bene? Allora che mondo è? È un mondo ingiusto!", urlò quasi Miharu. Aveva bisogno di sfogarsi e, per una volta, non lo stava facendo in silenzio, parlando con sè stessa.
"Niente è giusto. Ci sarebbe sempre stato qualcuno che ti avrebbe incoraggiato.. i tuoi genitori.. i tuoi amici..", continuò l'altro calmo.
"Non ci sarebbe mai stato niente di tutto ciò che dici! Finora solo voi mi avete incoraggiato! Vivevo in funzione di tutto quello che siete. Ma poi mi son resa conto che stavo solo sognando. Siete.. sei diventato qualcosa di astratto..".
"Va bene sognare, Miharu. Va bene sognare finchè puoi farlo. Allora eravamo un sogno senza valore? Ti abbiamo aiutata a fuggire per un po'?".
"Si..", rispose a bassa voce l'altra. "Potrei voler tornare indietro solo per voi.. lo giuro.. su tutto quello che non ho mai avuto..".
"Continueremo a darti forza se ce ne dai la possibilità. Vuoi trovare la libertà? Vuoi piangere per il tuo sogno senza valore? Vuoi finalmente ricordarti di chi sei e non sentirti più sola?".
Miharu annuì. Si era scordata come le parole cantate da lui la facevano star meglio, le davano davvero la certezza che tutto si potesse risolvere sempre. Ma tutto ha un limite e, quel limite, l'aveva superato quel giorno. Lui la seguiva, come un angelo custode, in ogni movimento delle sue giornate, in ogni pensiero folle...
Il biondo si alzò e piano si allontanò da lei fino a sparire.
"Allora corri.. e punta verso il cielo, senza pensarci...", e così lei fece. Si alzò un passo, poi un altro. Ancora più veloce. Correva in quel luogo senza definizione. Guardava in alto dove tutto era bianco senza macchie nere, senza problemi.
"...apri le ali... inizia a volare ed atterra su un luogo chiamato libertà..".
Ora tutto era bianco. Ora c'era il niente. Ora sarebbe ricominciato tutto da capo.
"Avrai tutto ciò che di più meraviglioso possa esistere, piccola Miharu. Vivrai i giorni più belli della tua vita, tanto che vorrai ripercorrerli tutti un giorno. Non dimenticarti di te stessa, corri senza rimpianti e troverai un luogo che si chiama libertà. Non dovrai avere più i pesi di una vita per te sbagliata, di mille problemi più grandi di te che sei ancora piccola e debole. Continua a vivere per noi, se è questo che vuoi. È giusto vivere per un sogno senza valore. È giusto amare qualcuno di "astratto". È giusto vivere cercando disperatamente qualcosa che può come non può arrivare. Continua a chiederti se ho scritto per te tutto questo. Continua a pensare che incontrarmi qui è stata tutta opera della tua immaginazione per tornare lì e sognare anche di più...".
   
 
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