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Autore: fri rapace    29/11/2009    10 recensioni
Tonks aggrottò per un istante la fronte. “Oh, capisco.”
“Davvero?” Remus sgranò gli occhi con aria innocente, da ragazzino.
“Sì. Ho visto gli sguardi che Sirius ti lancia in continuazione”, annuì grave, posandogli una mano sulla spalla per consolarlo.
L’uomo si irrigidì vistosamente. “Ah. Allora l’hai notato anche tu.”
“L’hanno notato tutti, Remus. Anche i ragazzi. Credo che Harry sia abbastanza sconvolto… insomma, Sirius ti ha dato una pacca sul sedere davanti a lui. Che mancanza di tatto.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due parole Dedicata a tutte le persone che hanno seguito la mia fanfiction “Un orsetto per Teddy”
Vi ringrazio tantissimo ^^
È una one-shot parecchio scema, lo so, prendetela per quel che è ^^



Inciampando sull’ultimo gradino, ma con la soddisfazione di essere riuscita a passarne indenne quasi cinque, Tonks si ritrovò bocconi nel corridoio che conduceva alle stanze nella vecchia e ammuffita dimora dei Black. Una figura magra e mal vestita stava seduta davanti alla porta del bagno, fissando con occhi tristi il pavimento.
La ragazza si tirò in piedi con un mezzo sorriso, e gli si avvicinò trotterellando.
“Ciao Remus, che fai seduto qui?”
Lui sospirò, guardando per un lungo istante i vestiti puliti e un po’ spiegazzati che teneva in grembo, per poi gettarli a terra.
“Beh, che c’è che non va?” gli chiese.
“Ecco…”  l’uomo scosse la testa, con aria sconsolata.
“Su, confidati con me!” lo spronò, dispiaciuta per lui. Era una persona così chiusa.
“Va bene”, si arrese, senza aggiungere altro per un tempo che a Tonks parve infinito.
Quando era ormai arrivata a temere che si fosse addormentato, lo chiamò, dandogli uno scrollone.
“Va bene…”  ripeté lui senza scomporsi, ma con evidente fatica. “Volevo farmi un bagno, ma non me la sento. Non qui.”
“E perché no?”
“Beh… c’è Sirius.”
Tonks aggrottò per un istante la fronte. “Oh, capisco.”
“Davvero?” Remus sgranò gli occhi con aria innocente, da ragazzino.
“Sì. Ho visto gli sguardi che ti lancia in continuazione”, annuì grave, posandogli una mano sulla spalla per consolarlo.
L’uomo si irrigidì vistosamente. “Ah. Allora l’hai notato anche tu.”
“L’hanno notato tutti, Remus. Anche i ragazzi. Credo che Harry sia abbastanza sconvolto… insomma, Sirius ti ha dato una pacca sul sedere davanti a lui. Che mancanza di tatto.”
Remus gemette, afferrandosi il capo con le mani. “Ma che gli succede? È vero, a Hogwarts non se le filava tanto, tutte quelle ragazze che cercavano di infilare le mani sotto la sua divisa, ma non ho mai pensato che potessero piacergli gli uomini.”
“Beh, Remus, la prigione può cambiare profondamente un uomo”, osservò Tonks, sentendosi molto saggia.
“Mi sta sempre appiccicato! Quando ha capito che volevo farmi un bagno si è piantato qui, davanti alla porta, sbottonandosi la camicia. E… e…” balbettò, mordendosi le labbra.
“Sì, Remus?”
“Mi ha chiesto: Stai per farti un bagno? E io… Sì! E lui… Ok, voglio partecipare anche io!”  la voce gli scemò in un sussurro. “E così gli ho aperto la porta e l’ho spinto dentro. Due ore fa. Ha urlato che mi avrebbe aspettato, anche per giorni se necessario.”
“Oh. Mi spiace Remus.”
Le sembrava così indifeso, lì accucciato sul pavimento. Tutto da abbracciare!
“Chissà come sarà ridotto…” rifletté lui, gettando un’occhiata carica di preoccupazione dietro di sé.
“E sì…” Tonks sapeva bene quanto fosse dura sentirsi rifiutati dall’uomo che si ama.
“Sarà tutto raggrinzito. Sai, nell’acqua. Per due ore.”
“Remus!” strillò scandalizzata. Non riusciva a capirlo, le sembrava una persona così dolce e sensibile, ma a volte aveva certe cadute di stile inquietanti.
“Che c’è?”
“Non capisci niente!” E all’espressione infuriata aggiunse una capigliatura verde oliva, così, per dare maggior enfasi alla sua opinione.
“Ah, non capisco niente? Pensi che io abbia torto?”
“Certo!”
Il suo migliore amico soffriva a causa sua, e lui pensava agli effetti della prolungata immersione in acqua sulla pelle!
Remus si alzò in piedi all’improvviso, facendola quasi spaventare, girando poi su se stesso  e entrando senza esitazioni nel bagno.
“Ehi!” protestò Sirius, mentre veniva scaraventato fuori nel corridoio, seguito da un asciugamano che gli si posò sulla testa.
Tonks, inorridita, si coprì il viso con le mani.
“Aspetta e vedrai!” le urlò Remus dal bagno. “E non guardare Sirius!” ringhiò con voce feroce.
“Non ci penso nemmeno, a guardarlo”, piagnucolò, con gli occhi serrati e sentendosi formicolare la testa, chiaro indice che i suoi capelli stavano mutando di colore. Infatti cambiarono d’un botto dal verde all’arancione fluorescente.
“Uh, non sai che ti perdi”, disse Sirius tranquillamente, allacciandosi la salvietta alla vita e parandosi gli occhi con una mano messa di taglio sulla fronte. “Caspita, rischi di accecarmi con i tuoi capelli.”
Tonks gemette, l’ultima cosa che desiderava era vedere suo cugino senza mutande.
“Comunque,” proseguì lui. “Mi sa che non ha funzionato, il nostro giochetto. Remus non sembra avere alcuna intenzione di chiederti di poter venire a lavarsi a casa tua… forse io gli piaccio più di te.”
“Oh, sta zitto! Ti ha appena buttato fuori dal bagno, mi sembra.”
“Dopo avermi dato una bella sbirciata, però. Mi ha fissato per almeno due minuti, dappertutto. Davvero, ancora un istante con il suo sguardo indagatore addosso e sarei arrossito! E poi, abbassa i toni!… bel modo di ringraziarmi per aver dovuto fingere di essere innamorato di Remus… insomma… di un uomo! Per aiutare te!”
“Tecnicamente non è un uomo” , tentò lei, con una risatina nervosa.
“Un mammifero di sesso maschile!”
“Ok, ok, va bene, grazie infinite!”
“Bene, così va meglio.”
Sirius si incamminò verso la sua camera fischiettando, per nulla imbarazzato dalla sua nudità.
Tonks sentiva il suono dell’acqua che scorreva nella vasca, dietro alla porta del bagno.
“Non stai guardando Sirius, vero?” si informò di nuovo Remus, e la preoccupazione nella sua voce era chiara anche se soffocata dallo scrosciare dell’acqua.
“No”, lo tranquillizzò lei, mentre la cocente delusione per la non riuscita del suo fantastico e astutissimo piano, la abbandonava per far posto a una sensazione di gioia tremendamente appagante.
Il suo lupacchiotto era chiaramente geloso di lei!
“Giuramelo!”  le urlò.
Tonks strillò pestando i piedi per terra per l’entusiasmo. “Lo giuro!”
“Va bene! Mi fido.”



Erano quasi due ore che se ne stava seduta davanti alla porta del bagno, e Remus non accennava a voler uscire. Ma l’aveva pregata di aspettarlo, perchè doveva dimostrarle che non era affatto vero che non capiva niente.
Sospirò, immaginandosi la scena. Lui che usciva, con l’asciugamano attorno ai fianchi… Anzi, no, meglio nudo… E le prendeva il viso tra le mani, solleticandola con i capelli bagnati.
Iniziò a parlare da sola ad alta voce, immaginando che fosse Remus a bisbigliarle le parole che pronunciava, le labbra che le sfioravano appena l’orecchio: “Lo so che stai soffrendo a causa mia, piccola, fantastica e splendente Auror. Che mi ami e ti senti respinta da me a causa del muro che in tanti anni di solitudine mi sono costruito attorno, sentendomi rifiutato da tutti. Ma tu, con il tuo amore, hai abbattuto quel muro! Scrash!” urlò alla fine, fingendo di abbattere il muro metaforico con un calcio, a discapito dell’atmosfera irrimediabilmente rovinata.
“Cosa hai rotto, Tonks?” chiese Remus, al di là della porta.
“Niente! Ma ne hai ancora per molto?”
“No… ormai sono quasi passate due ore.”
La ragazza sentì lo sciabordio dell’acqua, mentre lui usciva dalla vasca.
Si alzò, sistemandosi i capelli con gesti nervosi delle dita. Se ne afferrò una ciocca: erano ok, realizzò, della sua sfumatura preferita di rosa.
Un attimo dopo Remus era davanti a lei, con solo un asciugamano attorno alla vita. Chiuse gli occhi e attese.
“Guardami, Tonks,” le ordinò, con la sua voce roca così sexy.
Fremendo per l’eccitazione, alzò lentamente le palpebre, voleva gustarsi fino in fondo quel momento. Fissò gli occhi nei suoi, decisa a dargli l’opportunità di fare il primo passo.
“Guardami le mani," disse lui. "Ma anche il petto, o le gambe, i piedi… ignora le cicatrici, se ci riesci”, aggiunse, ma senza alcun imbarazzo.
Tonks si accigliò, non capiva dove volesse arrivare, ma non intendeva certo lasciarsi sfuggire l’occasione. Forse era uno di quegli uomini che si eccitavano a essere guardati.
“Allora, hai visto?” la incalzò, con impazienza.
Oh. Aveva le labbra che tendevano in maniera preoccupante al blu… e era decisamente troppo magro. Ma le sue cicatrici non la disturbavano affatto, anzi… le trovava intriganti. E poi adorava il suo pancino piatto (quello di suo padre era tondo come una sfera di cristallo…), e non era per nulla peloso, malgrado fosse un licantropo.
“Allora?”
“Allora cosa?” ringhiò lei, spazientita. “Insomma, cosa vuoi che ti dico? Lasciami godere il momento, no? Ci devo ancora arrivare, a guardarti lì…” si afferrò un lembo della maglietta e lo attorcigliò attorno alle dita, per tenere le mani impegnate. Desiderava che fosse lui a toccarla per primo. Certo che se non si fosse dato una svegliata sarebbe intervenuta con gran piacere.
“Pensi ancora che non capisco niente?” le chiese.
“Cosa?”
“Hai visto, no?”
“Eh, mica tanto... Magari potresti levarti anche la salvietta…” gli propose, sperando di non risultare troppo sfacciata.
“Non credo sia necessario”, Remus la stava guardando, senza nascondere un sorrisetto compiaciuto. “Ho già parecchia pelle nuda. Lo vedi che è tutto grinzosa? È come ti dicevo… non è vero che non capisco niente!” e le mise una mano sotto gli occhi. “Sirius non è stato davvero nella vasca per due ore, era seduto sotto il lavandino a sfogliare le riviste Babbane con cui si… ehm… intratteneva da ragazzino. Per questo ti ho detto di non guardarlo, lui ovviamente aveva la pelle perfettamente liscia e tesa, il che avrebbe erroneamente confutato la mia teoria.”
Tonks si sentì cadere le braccia. La delusione era così cocente che le salirono le lacrime agli occhi.
“Tu non capisci niente!” gli urlò.
“Ma, Tonks…”
“Spero che tu e Sirius possiate essere felici assieme! Anzi, gli dico di raggiungerti subito in camera tua, che sei tutto nudo e lo stai aspettando!”
“Questo no, non lo puoi fare!” la supplicò, agitandosi tutto, colto da un’ansia improvvisa che però le sembrò forzata.
“Ah, no?”
“No. Io non posso più stare qui, ti prego… come faccio a dormire, sapendo che Sirius si può infilare nel mio letto mentre sono privo di coscienza? Tra l’altro, ci ha già provato…” mormorò, chinando il capo, tristissimo. “Mi sento così… così… violato!”
“Oh!” Povero Remus, forse Sirius aveva esagerato.
“Mi vergogno un po’ a chiedertelo ma… posso venire a dormire a casa tua? Solo per stanotte” , le domandò, fissandosi i piedi.
Tonks non poté non notare il suo sguardo furbo, malgrado i capelli che gli ricadevano sugli occhi. Ma il cuore che le faceva le capriole nel petto le fece distogliere subito l’attenzione da quel particolare, che stonava con il tono sommesso delle parole dell’uomo. “Sicuro! Andiamo a preparare la valigia, ti aiuto io!”
In meno di un secondo e con un’agilità che non le apparteneva, raccolse i suoi vestiti puliti, ancora posati a terra, e lo trascinò verso la sua stanza, temendo che potesse cambiare idea da un momento all’altro.
“Però mi devi promettere una cosa, Tonks.”
“Cosa?”
“Beh…”
“Su! A casa mia nessuno ti molesterà!”
“Oh. Che peccato.”
“Cosa?” chiese, sperando di non aver frainteso.
Sirius mise fuori la testa dalla sua stanza proprio in quel momento.
“Ah, grazie Felpato!” gli disse Remus, tranquillo.
“Di nulla vecchio mio, divertiti da Tonks.”
“Ok. Spero solo che riveda la sua posizione riguardo alle molestie che non intende farmi…”
Tonks sulle prime fece per gettare le braccia al collo di Remus, allora non aveva capito male! Lui voleva che lei… che loro… Ooooh!
Ma poi tornò in sé, quel tanto che bastava da riflettere sullo scambio di battute che aveva appena ascoltato.
“Dannato doppiogiochista!” urlò verso Sirius, il quale rideva di gusto e senza nessun pudore. “Mi hai tradita! Remus sapeva tutto!”
“Beh, alla fine hai ottenuto quello che volevi, no? Quello che tutti e due volevate. Mi siete debitori. Entrambi!”
In fondo era vero, e ancora faticava a crederci.
Si accorse che Remus cercava la sua mano e gliela prese, sentendosi al settimo cielo quando lui ricambiò la sua stretta, con un sorriso impacciato. “Andrà meglio quando saremo soli,” le promise, piegando la testa verso Sirius. “Ho difficoltà a lasciarmi andare, se c’è qualcuno che non si fa i fattacci suoi e mi spia.”
Dal colore acceso delle sue orecchie capì che la confidenza gli era costata parecchio, cosa che la fece sentire ancora più lusingata.
Sirius aveva allungato il collo nella loro direzione, cercando di capire di cosa stessero parlando. “Ehi! Cosa confabulate alle mie spalle?”
“Niente.”
“Lunastorta, non fare il reticente!”
“Va bene. Nel caso stanotte ti sentissi solo, ho già trovato con chi sostituirmi.”
Sirius lo guardò, sospettoso. “Qualche vecchia compagna di scuola?”
“No.”
“Oh. Tua sorella, allora?”
“Certo che no!”
“Peccato…”
“Con un mammifero.”
Sirius sbuffò, deluso.
“Femmina.”
“Ah, ok. Stavolta però non andarla a raccattare al canile, che poi mi attacca le pulci, lo sai.” Strizzò l’occhio all’amico, con un gran sorriso.
Tonks storse la bocca. “Non dice sul serio, vero?” chiese a Remus, un po’ preoccupata.
Ma lui stava ancora guardando nella direzione di Sirius.
“Grazie, amico.” Lesse Tonks sulle sue labbra, due parole pronunciata senza voce.
Poi Remus chiuse la porta della stanza alle loro spalle.
E la baciò.
“Ti amo.” Le dissero le labbra dell’uomo, mentre assaggiavano dolcemente le sue.
Due parole pronunciate senza voce.











Piccola nota: mi sembra di aver capito che spesso, nel fandom, il povero Remus è visto come una specie di vergognoso verginello (qualcuno mi dica dove questa convinzione ha riscontro nei libri…)

Comunque, a prescindere, un uomo di 35 anni è un uomo. Non una adolescente. E un uomo adulto non si imbarazza a fare quello che Remus fa nella mia ff, ve lo assicuro (e ne conosco anche di timidi, eh…), mentre è perfettamente comprensibile che Remus si vergogni di dare spettacolo, sciogliendosi in effusioni davanti ad altre persone ^^, anzi, questa è una caratteristica che accomuna parecchi uomini (ma anche donne)
Ma quando lui e Tonks sono soli… ;-)
Oh, dimenticavo, escludo che Remus abbia una sorella, ma la battuta di Sirius ci stava bene... così... concedetemelo ;-)














   
 
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