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Autore: Reil    29/11/2009    2 recensioni
....Mia mamma si divertiva a chiamarmi “Cadaverina” solo per infastidire mio padre che, tra l’altro era la mozzarellastica causa del mio problema....
Non ha trama. Solo una pallidissima protagonista che racconta la propria storia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia Storia
Questa è la mia Storia




Quando avevo cinque anni tutti mi dicevano che ero una piccola bimba macabra.
Mia mamma si divertiva a chiamarmi “Cadaverina” solo per infastidire mio padre che, tra l’altro era la mozzarellastica causa del mio problema.

La mia pelle era pallidissima e d’estate non m’abbronzavo per niente; i capelli erano neri, lisci e lunghi; inutile dire che per me giocare a nascondino era impossibile e che i miei amichetti si preoccupavano di non farmelo notare; infatti correvano urlando “tana per Casper!” mentre io mi dichiaravo sconfitta.

Non mi dava particolarmente fastidio anche perché non ero abbastanza grande da comprendere la grandezza del problema.

Poi una volta a dieci anni, in quinta elementare, andai dal bambino che mi piaceva e gli chiesi se voleva mettersi con me ed iniziare le medie come coppia.
Sapete cosa mi rispose?Testuali parole ,eh!
“Sei un fantasma, mi fai paura e non ti voglio, avrei gli incubi tutte le notti!”

Ed effettivamente un pochino ci rimasi male.

La cosa mi portò all’età di undici anni ad andare dal parrucchiere e diventare bionda.

Ok, a questo punto se avete prestato bene attenzione a ciò che vi ho detto dovreste capire che quello fu un terribile errore.

Perché, con una pelle come la mia, i capelli biondi creavano un altro problema non meno rilevante del primo.
Infatti mentre tornavo a casa sentii la voce di mia madre che diceva “oh povera bimba, non vorrei mai essere sua madre”.

Così iniziai le medie come la- fate bene attenzione, perché il nomignolo che sto per riferirvi fu creato dai miei nuovi compagni di classe ed è una triste testimonianza della crudeltà puerile- “Bambalbina”.

Feci segretamente un patto col diavolo per tornare al soprannome Casper ma, evidentemente, Lucifero aveva di meglio da fare, forse stava girando l’Esorcista in quel periodo.

Mia madre non mi volle dare i soldi per tornare al mio oscuro colore naturale e così dovetti aspettare sei lunghi mesi per racimolare i soldi necessari.

Senza pensarci due volte mi feci tingere del mio vecchio e adorato nero, mi girava ancora per la testa il pensiero del professore che quella mattina aveva fatto supplenza nella mia classe e che non appena entrato aveva esclamato enfaticamente “Quale pazzo ha permesso a quella ragazza di sedersi accanto alla finestra?!”.

A pensarci ora quello fu un errore. Avrei potuto solo scurirli in modo da non esaltare troppo la pelle, ma la paura di dover sopportare un altro soprannome e altre prese in giro per altri sei mesi mi impedì di fare qualsiasi altra cosa.
E tornai ad essere la dolce “Cadaverina” di mia madre.






Fine primo capitolo!
Spero di riuscire a postare il secondo il più presto possibile.
Credo che saranno tutti capitoli molto corti e insensati ma che alla fin fine porteranno ad una conclusione sensata.
Fidatevi, troverò un senso a questa storia!
Un bacio, Cla21!

 

  
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