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Autore: maryana    29/11/2009    2 recensioni
L'esplosione della gravity room farà sorgere situazioni inaspettate ed imprevedibili...e tra le mura delle Capsule Corporatiion si instaura l'amore, strano ma intenso tra Bulma e Vegeta. Per raccontare questa stupenda storia d'amore,mi sono servita di alcune canzoni.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NELLA MIA STANZA- NEGRAMARO.

NELLA MIA STANZA-NEGRAMARO.

Nella mia stanza
per altre vie
da te ritornerei
nella mia stanza
da parte a parte
il cielo legherei
alle mie dita
e crolli il mondo
su di me

nella mia stanza
altro che mie
le ore in cui non sei (nella mia stanza)
nella mia stanza
di carta e inchiostro
il tempo vestirei
con le mie dita
e crolli il mondo
su di me

se stringi
tra le mani
la mia voce
ti accorgi che
tu non sentirai distanza
è tanto...

troppo tempo
che vorrei
poterti dire che
io... io non sento la distanza
io non sento la distanza
nella mia stanza
io non sento la distanza
nella mia stanza...

(se stringi
tra le mani
la mia voce
ti accorgi che
tu non sentirai distanza
è tanto...
troppo tempo
che vorrei
poterti dire che
io... io non sento la distanza)

 

 

 

 

7

NELLA MIA STANZA

 Si lasciò cadere pesantemente sul letto, era stanco e confuso, non sapeva che ore fossero: in cielo la luna piena era già alta, segno che era notte inoltrata.

Sopirò tornando a guardare il soffitto della sua camera, neanche potesse trovarci le risposte ai suoi perché.

Cercava di scovare dentro se stesso, analizzare con occhio il più possibile esterno e obbiettivo ciò che gli stava accadendo, ma non poteva- non riusciva- a rispondersi: perché si sentiva attratto dalla compagnia della giovane terrestre?

Una tale bellezza poteva giustificare il suo comportamento? No, non ne era del tutto convinto.

Fino a quel momento gli unici sentimenti che era stato in grado di provare erano stati la rabbia, il piacere nel constatare di essere più forte dell’avversario, la gloria della vittoria.

Come poteva, invece, nell’ultimo periodo aver trovato conforto in simili braccia morbide e fragili,come poteva aver perso la testa per quel profumo che solo una donna poteva emanare?

Se ne vergognava, se ne stupiva, eppure era ciò che aveva fatto.

Ed in quel momento nascosto dal buio, al sicuro tra le pareti della sua camera da letto, sentiva un’emozione nuova, un sentimento sconosciuto, che mai gli aveva attraversato l’animo e stretto la bocca dello stomaco in una morsa, era quasi un dolore fisico: era la mancanza che sentiva per lei.

Quel calore umano, quelle leggere carezze capaci di essere fuoco vivo sulla pelle, il sapore delle sue labbra…

Poteva negare auto ingannandosi di non sentire la voglia dirompente, inarrestabile di alzarsi da quel materasso, aprire quella porta e recarsi da lei.

Il desiderio era forte, quasi insopportabile, gravava su di lui…credette di poter impazzire, strinse tra le mani il cuscino e piegatolo in due se lo premette sulle orecchie: un urlo gli morì in gola.

 

Desiderava essere forte, dirsi di non essere dispiaciuta se quella sera lui aveva deciso di non venire, si mordicchiò le labbra fino a farsele sanguinare, chiuse gli occhi fino a farli bruciare…ma non poteva sopportare di mettersi a piangere.

La paura che lui avesse cambiato idea, che il suo orgoglio fosse più potente di ciò che avevano vissuto tra quei muri, era forte ma ancor di più lo era la speranza.

La speranza di poter credere che si trattasse solo di un caso isolato, che magari lui aveva bisogno di un momento per se stesso, equilibrare la nuova situazione a quella vecchia.

Riuscire ad essere un duo senza perdere il proprio io, senza vergognarsi di quello che inaspettatamente aveva cominciato a provare, perché Bulma lo sapeva che i suoi sentimenti erano ricambiati.

Lo percepiva nei baci rubati,negli sguardi intensi, negli abbracci focosi che si erano scambiati.

I ricordi sembravano  essersi assemblati con l’intonaco rosa delle pareti: i loro gesti d’amore erano imprigionati nel cemento, facevano parte di lei.

Poteva stringerli tra le mani, fare suo il passato? No, era impossibile.

Ma se chiudeva gli occhi, rilassandosi quei momenti venivano a far visita al suo cuore.

 

<< Puoi urlare, correre, ma non scappare da me Vegeta >>

Sono l’uno di fronte all’altra, l’immenso è attorno a loro.

<< Puoi forse intrappolarmi? >>

Lei si avvicina, delicata preme una mano sulla sua guancia, nega con il capo benevola.

<< Sei tu che lo vuoi >>

Sposta la sua mano sul suo cuore, con quella libera prende quella dell’altro e fa lo stesso:

<< Senti? >>

Vegeta può sentirlo chiaramente, battono all’unisono.

<< Vorrei…potrei dirti… >>

Lei sorride incoraggiante:

<< Che cosa? >>

Lui si inumidisce le labbra, improvvisamente secche.

<< Non sento la distanza…non c’è distanza >> la voce gli trema.

<< Lo so >>

I loro corpi sono vicini eppure lontani- lui è steso supino, lei rannicchiata con le gambe al petto- ma il sogno è lo stesso, uniti in un’altra dimensione, legati dallo stesso bisogno.

Si cercano, si chiamano…ma la domanda giusta è: si troveranno, per sempre?

 

RINGRAZIAMENTI:

Sharon633: Grazie per la tua recensione, sono contenta che i personaggi ti stiano piacendo e che la storia non stia stravolgendo la tue aspettative!

Ka93: Già era proprio contenta, cosa che non  si può dire in questo capitolo, ma spero ti sia piaciuto ugualmente!

Luna_07: Esatto, prevedevi bene: Vegeta è quel che è…ma ci piace così, non è vero?!

Un grazie ancora e un saluto grande,

Maryana.

 

 

 

  
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