Tutto
per colpa sua!
“E’
tutta colpa tua.” Mugugnò Hermione, stizzita, incrociando le braccia al petto e
guardando torvamente il peggiore fra i suoi nemici, tranquillamente seduto
davanti a lei.
Già,
tranquillamente seduto…
Tranquillamente….
Tranquilla…mente
Tranquillo.
Quello
stronzo era tranquillo.
Sì,
era tranquillo.
Erano
in punizione a causa SUA, e Malfoy era TRANQUILLO.
Non
solo. Non aveva fatto cenno alcuno, né d’assenso né di diniego, alle sue
parole. Certo, la sua frase non era una domanda, quindi non richiedeva una
risposta. Però, diamine! Erano nemici e lei lo aveva provocato. E lui cosa
faceva invece di rispondere agli attacchi? Rimaneva tranquillo. Sì,
proprio T-R-A-N-Q-U-I-L-L-O.
E
questo la irritava parecchio. Perché lui doveva essere nervoso almeno
quanto lei. Non doveva essere la sola a rodersi il fegato, caspita! La
reciprocità è una legge, lo assentiva anche Saffo! E chi non la segue, commette
un’ingiustizia!
Che
va pagata cara, naturalmente…
“Allora,
quando ti decidi a chiedermi scusa?” Disse Hermione, acida. E visto che Malfoy
pareva non avesse sentito nemmeno quelle sue ultime parole, aggiunse: “La
professoressa McGranitt ha detto che se non ci chiediamo scusa vicendevolmente,
toglierà noi per tutto l’anno ciò che più ci è caro in questa scuola.”
Niente.
Completamente silenzio. A quanto pare Malfoy era più tonto del previsto. Non
aveva nemmeno appreso la minaccia celata sotto quelle semplici parole.
Per
fortuna c’era qui lei, ad aiutarlo…
“Ciò
significa che io non potrò più avere accesso alla Biblioteca scolastica. Mentre tu… Tu, MALFOY, verrai espulso dalla squadra di
Quidditch ! »
Improvvisamente
il Serpeverde si voltò a guardarla, fissandola con i suoi penetranti occhi di
ghiaccio.
“Allora
chiedimi scusa.” Sibilò.
“Dopo
di te, Malfoy.”
“Dopo
di me un corno! Chiedimi scusa! E’ stata tutta colpa tua!”
“Cosa?!
E’ stata colpa tua invece! Io stavo tranquillamente leggendomi un libro sulle
rive del lago, quando tu sei venuto ad insultarmi senza alcun palese motivo!”
“Il
fatto che tu sia una sporca mezzosangue con i denti da castoro mi sembra un
motivo anche piuttosto palese, Granger…” Rispose cattivo lui, fissandola con un
ghigno di scherno.
Hermione
ridusse gli occhi a due fessure. “Dunque ammetti di aver incominciato tu.”
Draco
fece un’alzata di spalle. “Tu mi hai provocato.”
“E
con cosa?!”
“Con
la tua semplice esistenza, mi pare ovvio.”
“Bene,
allora mi puoi spiegare come mai tuo padre è il più grande servitore di
Voldemort?! Se davvero fosse così ostile verso quelli come me, non spenderebbe
tutta la sua vita a leccare il culo ad un Mezzosangue… e tu con lui.”
A
quelle parole Malfoy si alzò di scatto dal luogo in cui era seduto,
avventandosi contro la sua preda.
Ma
invano: infatti, appena arrivato a metà stanza, fu bloccato da una sorta di
muro invisibile: a quanto pare la McGranitt aveva previsto che il loro
chiarimento sarebbe potuto essere piuttosto movimentato.
“Che
c’è Malfoy, la verità fa male?”
“Appena
esco da qui ti taglio la gola, Granger!” Commentò Malfoy, tornando a sedersi.
“Non
penso che tu sia in grado di fare davvero un incantesimo di taglio: da quanto
ho potuto vedere, con la bacchetta sei piuttosto scarso.” Commentò con un
sorrisetto sapiente la ragazza. Quanto le piaceva avere il coltello dalla parte
del manico! Non si era mai divertita così tanto a schernire qualcuno!
“Pfiu,
sei stata solo fortunata…” Commentò Malfoy. Certo che era stata solo fortunata:
altrimenti come si poteva spiegare il fatto che La Granger fosse stata anche
fin troppo veloce a disarmarlo con un Expelliarmus durante il loro
piccolo scontro? Un Malfoy non poteva essere sconfitto da nessuno. Tanto meno
da una Mezzosangue.
Dunque,
la sua era stata solo fortuna.
Nemmeno
un Dio poteva competere con il Caso… pertanto non poteva provare vergogna per
l’accaduto.
“Ti
sei consolato così Malfoy?! Dicendoti che fosse stata solo fortuna?! Mi fai
davvero pena, non c’è che dire…”
“Non
mi sono consolato così: questa è la pura e semplice verità. Com’è una verità
anche il fatto che tu, avendomi provocato, debba per forza sentirti in dovere
di chiedermi scusa per prima.” Commentò poco dopo Malfoy, fissandola con uno
sguardo da Avada Kedavra…
“Non
ho nessuna colpa delle idee che girano per la tua mente malata. Se tu non
odiassi i Mezzosangue, la mia presenza non ti avrebbe irritato e così non
saremo arrivati a questo punto. Quindi la colpa è tua perché sei un idiota.”
“Non
sono io quello ad avere idee stupide… Chi è che in uno dei pochi sabati
soleggiati d’ottobre preferirebbe un libro grosso quanto un dizionario ad una
gita ad Hogsmead?
Se
tu non fossi stata così idiota da voler continuare a fare la sapientona anche
nel week-end, Granger, io non ti avrei incontrato per la via e così ora non ci
troveremo qui.
Quindi, l’idiota sei tu e
la colpa è tua!”
“Ti
stai solo arrampicando sugli specchi…”
“Anche
tu.”
“E
la mezz’ora sta per scadere.”
“Allora
muoviti a chiedermi scusa per prima.”
“Non
ci penso nemmeno. Io non ci perdo niente. Sei tu quello che rimarrà a secco per
tutto l’anno.”
“A
no? E tu riusciresti a resistere per otto lunghi mesi senza entrare a sfogliare
uno dei giganteschi vecchi tomi di cui la biblioteca è pregna?!” Disse Malfoy,
scandendo bene le parole per fare venire l’acquolina in bocca alla sua
avversaria. Magari, prendendola per la gola, sarebbe riuscito a convincerla…
“Beh,
posso sempre andare il sabato al Ghirigoro e comprarmi là tutto ciò di cui
necessito. O, al massimo, posso chiedere a Ron e Harry di prendermi i libri che
mi servono.
Tu,
invece, non potrai più svolazzare sul campo da Quidditch, e per te non ci sono
attenuanti!”
Malfoy
ghignò… era dura, la mezzosangue. Più dura del previsto. Più divertente del
previsto. E purtroppo, doveva ammetterlo, qua non aveva modo di metterla alle
strette. Era lei a dirigere il gioco.
“Scusa.” Disse dunque.
Hermione lo guardò con tanto d’occhi. Non è
possibile… si era già arreso?! Gliela aveva data vinta?!
Un momento… cosa aveva in mente? Cos’era quello
sguardo poco raccomandabile in quegli occhi già di per se oltremodo
intimidatori?!
“Beh, Granger, che c’è? Hai perso la lingua? O ti
devo ricordare che, per uscire, anche tu mi devi chiedere scusa?” Disse
Draco, alzandosi in piedi e guardandola dall’alto con fare borioso.
“Scusa Malfoy.” Mugugnò lei, rialzandosi.
Subito il muro che li divideva scomparve, e la porta
della piccola stanza in cui erano stati rinchiusi si aprì.
Appena usciti, i due ragazzi trovarono ad attenderli
una spazientita McGranitt, che, porgendo loro le bacchette, disse con la sua
voce scostante e autoritaria:
“Oh, finalmente! Pensavo aveste intenzione di fare
notte! Spero che una cosa del genere non si ripeta mai più! Ed ora, cercatevi
qualcosa da fare possibilmente l’uno lontano dall’altra: per oggi Hogsmead è
preclusa per voi.” E, dopo aver finito di dettare legge, l’anziana insegnante
se ne andò, lasciando i due ragazzi soli.
“Accio bacchetta Hermionis!”
Disse Draco appena i passi della professoressa non si udirono più rimbombare
per i vuoti corridoi della scuola. In un lampo, la bacchetta della ragazza,
colta alla sprovvista da quella mossa, volò nelle mani del ragazzo platinato,
che sorrise beffardo alla sua espressione incredula.
“Te l’avevo detto che era stata solo fortuna la tua,
prima.”
“E questa è stata invece una mossa degna di te,
Malfoy: non saresti mai riuscito a battermi se non pugnalandomi alle spalle.
In fondo, la codardia è sempre stata una delle
caratteristiche della tua Casa.” Rispose la ragazza, furiosa, riducendo gli
occhi a due fessure.
Draco sorrise, ignorando l’offesa, e iniziò ad
avvicinarsi a lei lentamente, cercando di intimidirla, ma invano. “Ed è sempre
stata una caratteristica di voi Grifondoro il coraggio, non è vero?! Come la
stupidità, del resto.
Scioccamente coraggiosi: così vi si dovrebbe
definire.
Chi provocherebbe il nemico, pur sapendo di non
potersi difendere poi dai suoi certi attacchi?!
Solo uno sciocco.”
“Cosa hai intenzione di farmi?!” Chiese Hermione,
corrugando la fronte.
“Oh, vedo che finalmente stai iniziando a
preoccuparti…”
“Non mi preoccupo affatto! Tanto prima o poi te la
farò pagare!”
“Mi vuoi proprio mettere nella condizione di fare in
modo che tu non possa poi vendicarti del mio piccolo scherzo, Granger?” Chiese
Malfoy, facendo ancora un passo avanti
“Quale piccolo scherzo?!” Sbottò Hermione,
indietreggiando di riflesso.
“Questo!”
Tre mesi dopo
Hermione
si guardò allo specchio, finendo di spazzolarsi i capelli, che a malapena le
arrivavano fino al mento.
Quasi
ringraziava Malfoy per quello ‘scherzo’ che le aveva fatto quel giorno! Ora che
i capelli erano visibilmente più corti, era molto più facile tenerli a bada e
poteva usare ogni mattina, mentre si preparava prima di andare a lezione, una
pozione lisciante.
Quel
taglietto corto le stava davvero bene, ed erano stati in molti a dirglielo.
Metteva in risalto i suoi lineamenti delicati; senza contare che, da lisci, i
capelli le davano un’aria più simpatica e sbarazzina.
Finalmente
pronta, scese in sala comune e si avviò verso la Sala Grande da sola: si era
svegliata oltre l’orario consueto, e probabilmente i suoi amici erano già
scesi, dato che avevano paura di fare ritardo per la prima ora di lezione,
soliti com’erano a trattenersi ore a mangiare la colazione. Ma in fondo li
capiva: ritardare ad una lezione di Piton poteva avere conseguenze poco
piacevoli…
Scendendo
le scale che l’avrebbero condotto alla Sala, però, incontrò Draco Malfoy,
stranamente solo. Chissà, probabilmente anche i suoi scimmioni si erano
catapultati a fare colazione per paura di arrivare tardi alla lezione del
professore di pozioni.
Appena
la vide, le dedicò uno dei suoi soliti sorrisi ghignanti, che si allargò ancora
più quando si mise a fissare la sua chioma.
Dopo
quell’episodio di tre mesi prima, i rapporti fra lei e Malfoy erano cambiati
parecchio. Battibeccavano fra loro sempre più, ogni qual volta che
s’incontravano, perfino a lezione, ma… solo per il gusto di divertirsi. Sì,
certo, all’inizio lo facevano proprio per offendersi a vicenda: ma poi avevano
capito che, in fondo, ci provavano anche gusto in quelle litigate. Già, era divertente
scambiarsi battute piccanti, dare libero sfogo alla propria immaginazione per
insultare una persona che, tanto sapevi, non se la sarebbe presa, perché anche
lei stava al gioco. E, ancora più divertente, naturalmente, era aspettare la
risposta a cui poi si doveva ribattere.
Molto
spesso le loro cosiddette ‘litigate’ andavano a finire fra le risate di
entrambi, che procuravano sempre lo stupore delle persone che vi avevano
assistito.
“Buongiorno
Granger. Hai dormito male per caso? Oggi sei più brutta del solito.”
“Che
ci posso fare, non ho fatto altro che vedermi la tua brutta faccia tutta la
notte in sogno, è normale che non abbia dormito bene!” Rispose Hermione,
scendendo le scale e dirigendosi verso la sua meta.
“Non
dirmi che fai sogni erotici su di me, Granger! Che schifo!”
“Puoi
ben dirlo, che schifo! Nemmeno per puro caso potrebbe accadere una cosa del
genere, per carità!”
“Era
un insulto?!”
“Tu
che dici?!” Domandò lei, provocante, proprio nell’attimo in cui lo sorpassava.
“Beh,
allora non ti è bastata la lezione che ti ho dato l’ultima volta…” Fu la
semplice risposta che le diede il ragazzo, un attimo prima di afferrarla per la
vita e tirarla verso di se.
“Malfoy,
ma che fai! Stai toccando una lurida Mezzosangue!” Gli gridò lei, guardandolo
severamente in faccia e trattenendo a stento una risata.
“Sei
tu che mi hai provocato, Granger!” Rispose Draco, avvicinandosi al suo viso.
“Ah
sì, e come?” Chiese lei, guardandolo, sempre molto divertita.
“Con
la tua sola presenza…” Furono le ultime parole del ragazzo, un attimo prima di
poggiare le sue labbra su quelle di lei.
Rimasero
così, uno appiccicato all’altra, per almeno cinque minuti buoni, alternando
baci leggeri a fior di labbra ad altri ben più profondi e passionali, fino a
che, con uno strappo che di delicato non aveva proprio nulla, Hermione si
allontanò da lui, continuando a guardarlo intensamente.
“Baci
come un cane, Malfoy!” Gli disse poi acida, voltandogli le spalle e dirigendosi
verso la Sala Grande, senza però poter fare a meno di toccarsi le labbra con
una mano e ricordare il suo fresco sapore.
“Allora
dovremmo fare più allenamento, che dici?!” Le chiese lui. Lei si fermò un
attimo, senza voltarsi, per poi riprendere a camminare subito dopo.
Arrivata
però all’altezza della porta, si volse a guardarlo e, con un sorriso divertito,
gli disse:
“Credo
proprio di sì!”
Oh,
ok, questa è la mia prima oneshot su una coppia dei personaggi della
Rowling!!!!! Oddio, che ne pensate??????????
Vi
preeeeeeeego, commentate!!!!!!!!!!!!!! Ciauuuuuuuuu!!!!!! ;P