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Autore: Ransie88219    30/11/2009    2 recensioni
ESTRATTO:Nel mentre penso ciò mi riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi stava facendo una domanda.
E come una stupida gli chiedo di ripeterla perché ero troppo distratta.
Che figura.
“Dicevo, ti va di andare a prendere qualcosa da bere assieme?” mi chiede mellifluo e con una voce da…infarto!
Lo guardo emozionatissima.
Non so cosa dirgli.
“Sono astemia”..
Lo sento ridere e assieme a lui si aggregano anche le mie due amiche.
Argh, ma che deficiente!
Ma come ho fatto a uscirmene con un SONO ASTEMIA ?!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La fase degli astri celesti'
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kiarina95: Davvero mi seguivi da tempo

kiarina95:  Davvero mi seguivi da tempo?! Grazie 1000!!! Non ti preoccupare ti capisco…io per leggere un capitolo di una storia mi ci metto a più riprese perché non ho mai tempo!!!! Davvero anche tu ami scrivere!!!!wow!! Allora darò un occhiata anche hai tuoi romanzi!!!! Appena ho due minuti promesso!!!!^.^ Fiuuuuuuu, ma allora non sono l’unica ragazzaccia con un lato maschile!!! *me rincuorata* Non dovrei fare preferenze trai miei personaggi, ma il mio preferito è Bibi XD e in seconda Vilen *ç* è il mio uomo ideale all’incirca…– che poi consocerai – . Sorry per il ritardo ma il tempo è sempre contro di me…ç_ç  Spero che anche questo cap ti sarà di tuo gradimento!!! Mi fa piacere che il mio stile ti piaccia…ho sempre paura di scrivere arabo ç_ç!!! Tesora, non preoccuparti anche se non commenti sempre….a me basta che leggi e già mi fai felice ^.^ quindi vai tranquilla!!!! Ciaoooooo!! BESOS!!!!!!!! P.S. l’incontro ci sarà nel prossimo capitolo….tra Shaz e Russell!!!

 

Dark_lady88:  Tutta d’un fiato O.O ??? hai letto tutto d’un fiato??? O.O!!!! Oh my God grazie!!! Ma caspita!!! Ti sei letta 115 pagine scritte a word di fila….poverina, spero che per colpa mia non ti abbia fatto perdere la vista ç_ç !!!! davvero la storia non annoia??? Fiuuuuuuu!!! E interessante?? *ç* grazie!!! Me no male.!!!! Scusa il ritardo ma il tempo non c’è mai..pero se riesci con una prologa a far si che il giorno duri 36 ore solo per me invece che 24….Beh…credo che un capitolo ogni 3 giorni ci sarebbe se non di più!!!! Spero che anche questo nuovo cap ti piaccia!!!!! Il prossimo sarà meglio in quanto è di passaggio questo, ma FONDAMENTALE per capire meglio la protagonista….^.^ buona lettura tesora!!! BESOSSSSSSSSS ^.^

 

 

 

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13. Dubbi e confessioni

 

POV KAELAN

Sono seduto su uan panchina di questo verdissimo parco, nella zone riprese, mentre osservo da lontano le azioni del Mostriciattolo.

La vedo parlare con Frèderik.

Lui interviene gesticolando in modo goffo e esagerato.

Lei ride e lui l’affianca.

Assottiglio gli occhi involontariamente a questa scena.

Io sono molto più divertente di lui. Anche lei riderebbe alle mie battute se le dessi meno noia.

Sta proprio qui il mio problema.

Le vado vicino per proporle, non so, di ripassare assieme una scena ma quando le sono davanti tutte le buone intenzioni tra cui anche quelle civili, scompaiono e  mi comporto come un perfetto idiota.

Detesto ammetterlo, ma ho un comportamento davvero infantile nei suoi confronti.

Possibile che crei sempre una situazione in cui io sia il cane e lei il gatto?

Cane e gatto…

Io e Sharon…

Continuo ad osservarla curioso.

Non ci vedevamo da almeno un anno.

Lei è cambiata moltissimo, e non solo fisicamente, ma anche mentalmente anche se cerca di camuffarlo per non sembrare aliena anche tra gli adulti.

Chissà come deve essere difficile per lei soffocare le sue curiosità e passioni, per adattarsi alle possibilità di chi le sta attorno.

Che frustrazione…

Ora l’idiota in carica le si affianca e le mette una mano sulle spalle e con l’altra la invita a seguirlo.

Pare indecisa ma poi rifiuta cortesemente sorridendogli, e raggiunge Christopher, con il quale inizia una conversazione seria, da quanto deduco dalla sua faccia dove ci lego pacatezza e dalla rigidità della sua postura.

<< Continua così e la consumerai del tutto! >> mi compare alle spalle Vick, il fautore di questa affermazione, che mi si siede a fianco.

<< Ci mancherebbe! >> replico offeso della sua affermazione, distogliendo lo sguardo da Sharon e fissandolo nella direzione opposta.

Tra noi cala un lungo silenzio pieno però di lunghi discorsi taciti.

Tra noi è sempre così, non c’è bisogno di parlare più del dovuto, lui mi capisce; forse è anche perché lo considero alla stregua di mio padre.

<< Ammettilo >> tenta di farmi confessare di cose di cui non sono assolutamente convinto.

<< Mai, neanche sotto tortura >> replico testardo, continuando ad osservare interessato il boschetto di fianco a noi.

<< Sei uno stupido >>.

<< Sicuramente >>.

<< Ma perché non lo ammetti? E’ assolutamente evidente >> riprova testardo quanto me.

<< Stai farneticando >> provo a depistarlo.

<< E tu stai divagando >>.

Sbuffo irritato per la piega che sta prendendo questo discorso.

<< Non vedo che cosa ci sia da ammettere >> incrocio le braccia al petto lo guardo innocentemente.

<< Lo sia che non funziona con me – fa una pausa e riprende – Ok, stiamo al gioco: Sharon ti è mancata in questo anno e ti ci sei affezionato >>.

Lo guardo con due palline da tennis al posto degli occhi, nella mia migliore performance da recitazione.

<< Sei fuori strada. Non ho il minimo interesse per lei. E’ la mia nemesi e nonché collega, nulla di più >> finisco con fare eloquente, sentendo quanto una parte di ciò detta, non sia che pura falsità. Ma nonostante ciò non faccio cadere la mai maschera.

<< Io non insinuo nulla, sei tu che dai a vedere ciò da come ti comporti – poi mi sorride soddisfatto – Ti piace >>.

Lo guardo con il cervello staccato mentre quelle due parole mi rimbombano nella testa in un lunghissimo eco, mentre lo guardo stralunato e on la bocca leggermente aperta per lo stupore.

<< Manco morto >> è la risposta che riesco a dare dopo essermi ripreso dalla frase bomba. Dopo di che mi alzo silenziosamente dalla panchina e senza salutare Vick me ne torno all’hotel, percorrendo a ritroso lo stesso sentiero fatto da Sharon precedentemente, quando se ne era andata via, lasciando dietro di se quella panchina vuota, metri e metri più avanti a me.

 

POV SHARON

 

Anf…anf…anf…

Salgo in corsa gli scalini dell’hotel in cui alloggio.

Anf…anf…anf…

Dopo cinque rampe di scale finalmente arrivo nel pianerottolo del mio piano e più silenziosamente possibile mi avvio alla porta della mia stanza.

Ho fatto un oretta di jojjing per schiarirmi un pò le idee.

Troppe cose mi sono successe negli ultimi giorni.

Subito alla mente mi compare il volto del bellissimo ragazzo del vicolo, dagli occhi color pece, dalla profondità dell’oblio…

Arrossisco di botto a tal pensiero e cambio immediatamente pensieri, mentre apro con la carta magnetica la mia stanza.

Appena faccio qualche passo mi butto sul letto e abbraccio il cuscino un po’ stanca, mentre riprendo fiato e lo regolarizzo.

Fisso lateralmente la sveglia.

7:12 a.m.

Mi alzo con uno scatto repentino in piedi e inizio a togliermi le scarpe da ginnastica.

Devo sbrigarmi! Altrimenti farò ritardo sul set!

E mentre penso ciò inizio a levarmi la maglietta a maniche corte, poi i pantaloncini sintetici.

Con solo biancheria e fantasmini ai piedi mi avvio verso il bagno quando un’ombra alla porta a vetri della terrazza non mi fa sussultare sul posto, richiamando la mia attenzione.

<< Potevi anche continuare, mica mi scandalizzavo >> parla il farabutto che mi osserva dalla sua cima, dalla testa ai piedi.

In risposta ancora stupita prendo il guanciale dal letto e glielo tiro addosso,e  mentre si difende dal mio attacco prendo il copriletto e mi ci avvolgo, comprendomi ai suoi occhi.

Lo guardo imbarazzata e con una gran voglia di dirgliene quattro!

Lui intanto preso al volo il cuscino lo posa sul mio letto disfatto e mi guarda divertito.

<< Da quando in qua hai tanto pudore? >> mi sfotte quel farabutto.

<< Da quando ho smesso di fare la modella! >> ribatto arrabbiata per la sua intrusione nella mia stanza.

Gli lancio fulmini con lo sguardo.

Lo sento ridere.

<< Ero venuto per chiederti una cosa, ma pare che non sia il momento >> mi sorride sempre divertito adocchiando la mia coperta.

<< E c’era bisogno di introdurti in camera mia come un ladro? Non potevi aspettare più tardi o bussare come si confaccia tra persone civili? >> lo rimbecchetto.

<< Quante storie per una visitina…>> poi mi si avvicina e si sporge verso di me, mi da un bacio sulla guancia e si avvia verso la porta.

<< Te la dico più tardi allora…vai a farti la doccia >> e detto ciò si chiude dietro di se la porta.

Io la fisso sbigottita per il comportamento di quell’australiano impossibile e mi avvio verso il bagno.

Che beva di prima mattina?

Nah, impossibile è astemio…

E’ più probabile che abbia sbattuto la testa…

Tempo di entrare in doccia che sento che la porta della mia stanza che si riapre e poi un bercio da parte sua.

<< Carinissime le mutandine di Betty Boop! >> e richiude la porta ridendo.

<< Kaelannnnnnnnnnnn! >> urlo finalmente il suo nome spazientita, svegliando così gli altri attori del piano, preannunciandogli anche a loro un duro periodo di convivenza tra me e lui.

Questa me la lego al dito! Penso arrabbiata, per avermi offeso il mio completino preferito, mentre lascio trasportare via dall’acqua calda tutti i brutti pensieri di prima e anche minacce di morte insegnatomi da Vergil, da utilizzare con un becero del genere…

 

UNA SETTIMANA DOPO…

 

POV RUSSELL

 

Cammino a passo di marcia su e giù per il piazzale scolastico in attesa della campanella di uscita.

Che diavolo le sarà successo?

Possibile che Sharon si possa essere spaventata a tal punto da non uscire di casa?

Basta! Devo sapere qualcosa!

Nel mentre la campanella suona e la solita onda di gente esce dall’edificio.

Adocchio il mio obbiettivo e vado contro corrente per raggiungerla.

Mi pongo davanti  a lei, bloccando il suo passo e quello del ragazzo che la tiene per meno e mi guarda sospettoso.

<< Sei un’amica di Sharon vero? >> le chiedo con il tono più calmo possibile, soffocando invece quella rimescolanza interna di preoccupazione.

<< Si…perché? >> mi risponde quasi sussurrandomi.

Forse è intimidita dal sottoscritto.

Come dalle torto.

Meglio rincarare la dose…

Mi piego verso di lei e cerco pure di farle un mezzo sorriso rassicurante, cosa che assolutamente non va a genio al ragazzo con lei, cosa che noto dalle occhiate puntigliose che sento.

<< Perché volevo sapere il motivo della sua assenza a scuola. Sai dirmelo? >> cerco di regalarle uno dei miei sorrisi migliori.

I suoi occhi si allargano sorpresi, per poi intristirsi per un momento e rispondermi mogia.

<< Non so dove sia, nè quando torni. So solo che è da una settimana assente. Nient’altro >> detto ciò mi sorpassa senza una parola trascinando il suo ragazzo verso il parcheggio.

Ma che ho chiesto di male?

Ma possibile che se tu ti dimostri gentile e cordiale con qualcuno, si ricevi sempre “pesciate in faccia” come dice sempre Tayler?

Ma tu bada che caratterino!

Soffio con un diavolo per capello e ritorno verso la macchina per andare a farmi un giro e sbollire la rabbia.

Anche se non ho ottenuto nulla non mi arrendo.

Domani pomeriggio sarò di nuovo qua, con la speranza di vederla, come oggi, e ieri, e il giorno prima…

Non mi arrenderò alla prima difficoltà!

 

DOPO UN’ALTRA SETTIMANA…

 

POV MILLY

 

Cammino mano nella mano a Threy in questo interminabile corridoio scolastico.

Non posso fare a meno di non pensarci.

Ormai Sharon manca da due interminabili settimane da scuola, e si presenta solo agli allenamenti. Arriva al minuto spaccato e appena finiti scappa via entrando in una macchina costosa nera dai finestrini oscurati. Gli altri ci hanno provato a farla parlare ma lei si è rifiutata di dare spiegazioni ribadendo che non era il momento e che lo avrebbe fatto al suo ritorno a scuola. Così da quanto mi ha detto il mio ragazzo.

Guardo addolorata il corridoio lungo e tetro cercando di riordinare i pensieri.

Se ne è andata così…senza lasciarci alcuna spiegazione alle affermazioni di quel tizio con cui sembrava avere intesa, che si chiamava Kaelan se non erro.

A quanto sentito ci ha nascosto molte cose e  a questo punto mi chiedo se ci abbia pure mentito o magari preso in giro.

Ma a che pro?

Sono giorni che mi friggo il cervello con questi pensieri.

Non so gli altri, ma io ho piena fiducia in lei e crederò solo a ciò che mi dirà lei, quando tornerà.

Lo ha promesso e lei le mantiene sempre le sue promesse, ne ho la certezza.

Sposto lo sguardo davanti a me, posandolo su un mogio Dan e su uno Sly parecchio irritabile.

Ma loro?

Sospiro affranta e Threy aumenta leggermente la presa sulla mia mano.

Gli sorrido cortese, guardandolo negli occhi e specchiandomi nel suo sostegno.

Appena arriviamo a mensa puntiamo il nostro solito tavolo e, troviamo Rickey e Martin fissare insistemente un giornale poggiato sul tavolo.

Mi avvicino anche io assieme agli altri curiosa  e felice di questa novità, pur ti provare a distrarmi da tutta la faccenda che riguarda Sharon, così da non deprimermi.

Così mi faccio spazio trai ragazzi e mi sporgo a vedere le pagine e l’articolo.

Temo di avere delle allucinazioni, perché altrimenti non saprei trovare altra soluzione a ciò che sto vedendo.

Il giornale riporta il primo piano di Sharon con quel tizio che si chiama Kaelan!

Non ci posso credere.

Mi faccio un pizzicotto al braccio, ancora incredula di non stare sognando ad occhi aperti.

Lui è dietro di lei che le si appoggia da dietro, con le braccia muscolose sulla testa di lei, la quale in risposta gli fa un broncio colossale, anche se lui teoricamente non dovrebbe vederla. Allo stesso modo entrambi sembrano parlare con una terza persona che però non conosco.

Ma cosa ci fanno loro due in  prima pagina?

Istintivamente leggo il titolo principale che domina l’articolo, per poi passare ai sottotitoli sempre più incredula, fino a leggere l’articolo vero e proprio, scordandomi che c’è un mondo che va avanti e che mi circonda.

Il titolo in grande riportato è questo: “Un film e un nome da garanzia: Lilyth ”.

A quanto pare Sharon non si chiama a quel modo ma Lilyth…

Dall’articolo riesco a capire adesso molte cose, anche se trovo sempre un qualcosa che non  mi torna nel dialogo criptico tra lui e Sharon – o meglio Lilyth – avvenuto due settimane fa con Kaelan. Da qui vengo a sapere che lei è una pianista eccezionale, non che modella e adesso invece si sta dedicando alla recitazione nel ruolo da protagonista, in un film che uscirà a primavera.

Mi siedo come un’automa, con la testa scollegata per la sorpresa ancora in programma digestione, con un solo pensiero che mi penetra ovunque nella testa.

Se noi siamo veramente i suoi amici, perché non ci a detto della sua reale identità?

 

POV SHARON

Scendo dalla moto mettendo il cavalletto laterale, poi la chiudo e metto le chiavi del taschino interno del giubbotto in pelle.

Avanzo a passo di carica, con passi sicuri anche se sui tacchi.

Sono davanti all’entrata della scuola e tutti mi fissano.

Mi sistemo meglio lo zaino sulle spalle con fare nervoso.

La campanella di inizio lezioni suona e entro nell’edificio evitando accuratamente i miei – spero ancora – amici.

Le ore passano troppo in fretta, soprattutto quando non vorresti.

Così anche l’ultima ora prima della mensa arriva.

Come reagirà Dan?

In queste due settimane ci siamo sempre visti agli allenamenti, ma non ho mia rivolto la parola né a lui né agli altri.

Sono orribile…

Mi avvicino lentamente al nostro banco che condividiamo.

<< Occupato…>> mi risponde il morettino senza indugio né voltarsi. Mi arriva alle orecchie la sua voce fredda e pacata.

Una fitta a cuore.

Non posso certo dargli torno, me lo merito.

<< Ok, scusa…>> detto ciò faccio per girarmi ma mi blocco o meglio, mi blocca la sua faccia.

Nel mentre si gira totalmente verso di me e mi scruta sorpreso.

<< No, scusa io…non  mi ero accorto che fossi tu – si sposta di lato con la sedia – Vieni pure >>.

Gli sorrido cortese con una nuova speranza nel cuore.

Mi siedo e mi rigiro parzialmente verso di lui, come in attesa ce mi parli.

Mi scruta ancora sorpreso, ma mi sorride entusiasta.

<< I tuoi capelli… – mi cattura con due dita una ciocca castana perfettamente piastrata e se la rigira tra le dita – Te li sei tinti! >>.

<< Me li hanno tinti! >> ribatto triste incrociando le braccia al petto.

<< Come te li hanno tinti? >>.

<< Esigenza da copione >> sbotto pacata.

<< Oh…si certo…>> nel mentre ritorna scuro e serio.

Mi sa che adesso è lui quello mogio trai due.

Lo richiamo.

<< avete atteso due settimane, ce la fai ad attendere 60 minuti, per sapere tutto? >>.

<< Certo – e mi sorride – Stai meglio con il tuo colore naturale >> detto ciò si rigira in avanti per seguire la lezione rosso come un peperone.

Era forse un complimento?

<< Grazie, lo credo anche io, tempo un paio di lavaggi e tornerò bionda…>> e lo imito seguendo la lezione.

 

***

Affiancata da Dan mi muovo nei corridoi della scuola, verso la mensa.

Mi fa uno strano effetto aggirarmi con solo lui al mio fianco, senza la presenza di Sly.

Mi sono mancati tutti così tanto…

Pure le prese di giro di quella fornace di Rickey.

Rido tra me, ma ritorno immediatamente seria non appena vedo che tutto il gruppo è già seduto al solito tavolo.

Penso di sapere adesso, mentre avanzo, come si sentissero secoli prima i condannati al patibolo.

Uomini con il desiderio di voler cambiare il mondo; io lo stesso, solo però con la voglia di intenti minori, ma a mio avviso ben più importanti.

Avrei voluto dire tutto ai ragazzi fin dall’inizio, ma non volevo ch si ripetesse tutto come anni passati.

Voglio essere come una qualsiasi ragazza normale.

<< Ciao…>> mormoro nella loro direzione, ammutolendo il tavolo e forzandoli a voltarsi nella mia direzione.

Sotto lo sguardo attento del gruppo, Dan mi prende per mano e mi guida verso un posto vuoto.

Appena mi siedo metto le braccia sul tavolo e le unisco e parlo osservando il tavolo, interrompendo il silenzio di tomba che era sceso al mio arrivo qui, ma non attorno a  noi, dove tutti continuavano a mangiare ridere e chiacchierare.

<< Vi chiedo scusa, per iniziare anche se mi rendo conto che vi devo molto di più, come delle spiegazioni. Da dove volete che inizi? >>.

<< Dall’inizio? >> .

Alzo lo sguardo su chi ha parlato.

Fisso Dayane per un lunghissimo momento.

<< Ok…dall’inizio >> accenno un sorriso che lei ricambia e faccio un respiro profondo prima di iniziare, puntando lo sguardo verso al parete dietro di lei.

<< Sono nata a Vancouver il 25 maggio del 1992. Mio padre si chiama Karl,e ho due fratelli: Justin il maggiore che ha 24 anni e Jay ce ne ha 19. Come già vi aveva accennato Kaelan ho un quoziente intellettuale al di sopra della media, tanto che a 6 anni ho debuttato nel mondo dello spettacolo come pianista. Ero un talento in erba. Da lì ho sempre suonato per anni e anni il piano, ma lo facevo solo perché era Justin a volerlo, anche se all’inizio lo facevo per farmi notare da lei… >> mi perdo un attimo nei ricordi di quei tempi.

<< Lei? >> mi chiede Martin perplesso.

Torno a fissare il muro e continuo.

<< Per lei, intendo Maddison Lither, la donna che mi ha messo al mondo… - faccio una pausa e mi preparo psicologicamente a parlare – Maddison conobbe mio padre all’età di 18 anni, alla festa di compleanno di una sua amica, mentre mio padre era lì al pub per una bevuta con i colleghi di lavoro. Fu il colpo di fulmine e dopo qualche incontro di sfuggita casuale iniziarono a uscire, poi due anni dopo si sposarono – sto per continuare ma vedo Sly guardarmi a bocca aperta – Che c’è Sly? >>

<< Fammi capire bene, tuo padre quando si è sposato aveva…diamine…>> sbianca.

Tutti lo fissano sconcertati.

<< Sly non pensare male, mio padre era un uomo doc…>> lo fisso sconcertata.

<< Non è per quello…ho conosciuto tuo padre e so che tipo è ma…caspita…viva le differenze d’età! >> e mi sorride ancora sorpreso.

<< Perché tuo padre quanti anni aveva quando si è sposato con tua madre? >> mi chiede Jhonatan curioso.

Vedo che tutti sono con il fiato sospeso aspettando un mio numero.

<< 45 >>.

Tutti rimangono impietriti per un attimo, mentre Threy si strozza con l’acqua.

<< Alla faccia… mica poco….>> commenta Milly.

<< Mica scemo tuo padre! >> ecco Rickey.

<< Se c’è amore, l’età non conta >> grazie Dayane.

Beh…per lo meno il ghiaccio sembra essersi sciolto…

<< Ok, ora possiamo continuare…>> mormoro tra me.

<< Allora eravamo rimasti a quando papà e Madison si sono sposati, beh si sono trasferiti qui e dopo 3 anni è nato mio fratello Justin. Tutto andava a meraviglia, tranne il fatto che Maddison non sopportava il lavoro di papà. Aveva la paura costante che ogni mattina quando usciva di casa per andare a lavoro, fosse l’ultima in cui lo avesse visto vivo. Di questo non ne avevano mai parlato apertamente, solo una  volta in uno delle loro rarissime discussioni era saltato fuori questa cosa. La settimana dopo papà aveva già cambiato lavoro per amore suo, ma sfortuna volle che quello stesso giorno lei se ne fosse andata via con Justin e gli avesse lascito sul tavolo da cucina le pratiche del divorzio. In breve tempo divorziarono e il piccolo Justin di soli 4 anni veniva sbalzato su e giù da qui a Vancouver, dove lei si era trasferita. Tempo un anno e si era già risposata con Roger, il suo attuale marito e da lì a poco nacque anche il mio fratellastro Jay >>.

Faccio una pausa prendendo un sorso d’acqua per calmarmi dentro, conscia della prossima fase da raccontare e che ancora mi scombussola molto.

<< Scusa un attimo…ma se tu e Jay avete padri diversi…come può essere che tu e Justin siate fratelli di sangue se Maddison è ancora felicemente sposata con questo Roger? >> mi domanda Sly perplesso con un ammiccante Drew.

<< E’ ora che arriva la parte migliore…>> spiego.

Tutti si fanno attenti.

<< 4 anni dopo Maddison e  Roger ebbero un pesante litigio e lei tornò da papà per circa 3 mesi portandosi dietro i miei due fratelli. Mio padre la accolse a braccia aperte, felice che fosse tornata da lui, perché ancora innamorato di lei. Ma la cosa durò poco e se ne tornò dal marito non appena fecero pace. Mesi dopo nacqui io, era indubbio che fossi figlia di Karl e non di Roger. Appena nata mi prese e mi lasciò a mio padre, senza degnarmi di cure o di affetto o premura.

Mio padre si prese cura di me alla perfezione, lasciò il suo lavoro e si dedicò completamente a me e Justin. Anche Justin perché papà era riuscito a portare Maddison in tribunale e a prendere la custodia di Justin il quale non voleva stare né con la madre né con il patrigno. Immagino che vi stiate chiedendo come avesse preso tale notizia Roger di me, beh, la prese bene tanto che voleva tenermi con loro e crescermi come sua figlia ma sua moglie non mi volle. Maddison non mi ha mai rivolto la parola, né mi ha mai telefonato per gli auguri ai miei compleanni. Nulla.

Quando ero molto piccola e entrai nel mondo dello spettacolo lo feci per lei, per far si che mi degnasse di uno sguardo, per farle vedere che io esistevo. Per avere anche io un’occhiata d’affetto come lanciava a Justin o Jay e non una di vuoto, che mi trapassasse come fossi trasparente. Poi nel crescere l’ho capito e mi sono fatta bastare l’immenso affetto di papà e dei miei fratelli. E tuttora mi bastano. Ho un papà e due fratelli e  tanti amici ce mi vogliono bene e tutti loro mi bastano, perché sono loro la mia famiglia. Tutto ciò è anche la conseguenza del fatto che i miei fratelli siano molto protettivi nei miei confronti…come del resto io non riesca a chiamare Maddison come voi chiamate le vostre madri >>.

Ispiro lentamente cercando di sopraffare quel vuoto che da anni ho rinchiuso in una parte buia e nascosta del mio cuore, quel grande posto che dedichi all’affetto che riservi ad una madre. Quello spazio accartocciato e compresso e sommerso sotto altro, sotto il tuo presente.

<< Shaz, ma è Lylith il tuo vero nome? >> mi chiede Threy curioso.

Sposto lo sguardo dal muro al mio interlocutore, cercando di avere una faccia il più normale possibile.

<< No, quello è solo un nome d’arte utilizzato per i mass media >> rispondo contenta che abbia deviato un po’ l’argomento.

<< E come mai non abbiamo la scuola piena di paparazzi? >> i chiede perplessa Dayane.

<< Perché nessuno sa né il mio vero nome, né dove vivono e altro. Tengo molto alla mia privaci >>.

<< e non ci avevi detto nulla di te perché pensavi che ti avremmo tradita? >> chiede allarmata Milly.

<< No, affatto è solo che non volevo che mi consideraste diversa da voi. Voglio solo una vita normale, non chiedo altro. In seconda è perché già in passato avevo provato pan frequentare uan scuola, ma non era andata tanto bene la cosa…anzi…>>.

Li guardo uno a uno mentre parlo.

<< Io mi fido cecamente di ognuno di voi, solo che volevo aspettare ancora un pochino a dirvi tutto di me, ve lo giuro. Solo quando sarei stata pronta >>.

C’è un attimo di silenzio.

<< Beh allora sei perdonata ufficialmente…>> e Sly mi sorride mentre parla e mi fa l’occhiolino.

<< Davvero? >> chiedo sorpresa e con le lacrime agli occhi dalla felicità.

<< Davvero davvero >> fa Rickey sporgendosi verso di me e arruffandomi i capelli.

Altri cenni e sorrisi mi vengono mandati dagli altri…

Una lacrima solitaria mi scende commossa sulla guancia ma la faccio sparire velocemente.

L’amicizia è davvero bella se condivisa con le persone giuste…

 

 

SPOILER!

 

Nel mentre penso ciò mi riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi stava facendo una domanda.

E come una stupida gli chiedo di ripeterla perché ero troppo distratta.

Che figura.

<< Dicevo, ti va di andare a prendere qualcosa da bere assieme? >> mi chiede mellifluo e con una voce da…infarto!

Lo guardo emozionatissima.

Non so cosa dirgli.

<< Sono astemia >>.

Lo sento ridere e assieme a lui si aggregano anche le mie due amiche.

Argh, ma che deficiente!

Ma come ho fatto a uscirmene con un “ sono astemia”?

 

---Angolino Autrice---

Perdonoooooooo!!!!

Scusate l’enorme ritardo e non fucilatemi!!!

Ç_ç

Spero che il cap vi sia piaciuto…

Se avete due minuti commentate che mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!!!

Alla prossima!!!

KISSES ^.^

 

  
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