Caro
Nick,
un modo un po’ banale e stupido per iniziare ma serve un
preambolo, no? Lo so che prima eri tu il perfezionista fra i due ma almeno
questa volta voglio fare le cose per bene. Non so se riuscirai mai a leggere
questa lettera, se andrà persa, se non vorrai mai aprirla una volta che l’avrai
in mano o se i miei genitori la nasconderanno per cercare di tenere segreta la
verità. Probabilmente mia madre tenterà di convincere te, gli altri e anche se
stessa che si sia trattato solo di un incidente, una tragica
fatalità. Non potrà accettare che la sua bambina abbia deciso tutto questo
essendone pienamente consapevole. Mio padre non avrà bisogno di spiegazione per
apprendere quanto accaduto: nel momento stesso in cui la
voce al telefono gli dirà che sono morta capirà il fatto. Lui cercherà davvero
di comprendermi, come ha sempre fatto, ma so che questa non ci riuscirà;
leggerà la mia lettera ma non gli basterà: non troverà
le mie motivazioni abbastanza forti e convincenti. L’unica che forse mi
perdonerà per quello che sto per fare è Silvia: la mia sorellina ha capito già
che c’è qualcosa che non va, non sembro più l’adolescente spensierata che ero
quando mi hai conosciuto. Anche se non stiamo più insieme e non avrei il
diritto di chiederti nulla, ti pregherei ti ricominciare a venirla a trovare,
una volta che me ne sarò andata: lo sai che ti è molto affezionata, ti vuole
bene come se fossi il suo migliore amico e ha molto sofferto anche lei da
quanto hai smesso di farci visita. Quella volta al mese che venivi a casa nostra, con i tuoi fratelli, era
il momento più bello per entrambe e aspettavamo con grandissima ansia la data
successiva: ero proprio innamorata, ma in realtà lo sono tuttora… Ti prego di
esserle accanto, come dovrei fare io, perché, per quanto sia molto sveglia per
i suoi 13 anni, avrà bisogno di un sostegno per superare il dolore.
Non
sono una pazza visionaria che vuole uccidersi per un alto scopo: come tu sai
meglio di me, non credo in Dio né nell’aldilà. Il mio paradiso l’ho già avuto
in terra: i due anni che ho passato con te sono stati bellissimi, semplicemente
stupendi. Ricordo ancora come mi sentii la prima volta che ti vidi dal vivo,
accanto a me: eri sorridente, disponibile, d’altra parte ero la fortunatissima
fan che aveva vinto il concorso “una giornata con i Jonas”. Non sarebbe stata una grande
cosa, nulla di diverso dagli incontri con altre migliaia di fan che avevi già
avuto, solo una delle tante, se non avessi scoperto che avevo una vasta cultura
musicale, sapevo suonare violino e pianoforte e componevo musica. La musica era
la mia vita, proprio come per te. Ti sembrai diversa dalle altre, più profonda,non interessata solo alla fama e decidesti di conoscermi
meglio: anche adesso, nonostante sia alla fine, non posso che essere contenta della
tua scelta. Ma adesso sto divagando troppo e non ho
più tempo da buttare via in cose inutili.
Non
ti scrivo questa lettera per farti compassione, pena o altro…Il mio suicidio
non è un modo per farti sentire in colpa, non è un tentativo per farti soffrire:
non lo faccio per te ma per me stessa. Ti ricordi che sorridevo sempre, ero
aperta, estroversa, affettuosa, piena di amicizie e di
vitalità? Non so se mi riconosceresti vedendomi ora: sono l’ombra di quella che
era. Nick, io ti amavo con tutta me stessa, in una
maniera che sono convinta che non potrai mai capire
pienamente. Sei stato tutto per me in questi ultimi due anni, e anche in questi
ultimi mesi, anche se non avrei dovuto, non ti ho cancellato dalla mia vita. E questo mi ha distrutto: 4 mesi fa hai deciso di rompere con me.
Hai pensato che il nostro rapporto non fosse abbastanza forte da resistere alle
pressioni esterne, e forse avevi ragione: il punto è che io non sono abbastanza
forte senza di te. Era difficile, non dico di no, ma potevamo resistere,
bastava crederci. E vero, io abitavo a Milano e tu a LA,
ci vedevamo solo qualche giorno al mese ma è stato stupido lasciare perdere
proprio quando ormai mancavano pochi mesi alla mia maggiore età: avrei potuto
seguirti ma tu non me ne hai dato la possibilità. Non ti fidavi abbastanza di
me per esporti maggiormente, credo sia questa la
verità: sapevi che il nostro rapporto stava diventando davvero serio ed hai
avuto paura di dover rinunciare a qualcosa per me, e non hai nemmeno voluto
prendere in considerazione questa possibilità. Per te non ero così importante
come credevo, evidentemente. Non mi sto uccidendo solo a causa tua, voglio che
questo sia chiaro: non è solo per colpa tua che sto male al
limite dell’immaginabile. Hai scelto il momento peggiore della mia vita
per lasciarmi: ricordi forse Marco, il mio cuginetto
malato? Lo hai conosciuto solo 2 mesi prima di lasciarmi ma non posso credere
che tu abbia dimenticato la sua malattia: leucemia. È morto neanche una
settimana prima che mi lasciassi… Aveva solo 1o anni:
la malattia l’ha portato via in fretta. Sognava di fare il
musicista, sono stata io che. Al suo settimo compleanno, gli ho regalato
la mia vecchissima chitarra, comprata quasi per sfizio. Io adoravo quel
bambino: quante volte il primo anno che stavamo insieme ti stordivo con le mie chiacchere riguardanti lui? Quante le volte che, dopo aver
scoperto il male che lo affliggeva, ho cercato in te un conforto? Prima di
lasciarmi volevi mettere su una campagna di raccolti fondo per la ricerca: non
hai mantenuto nemmeno questa promessa. Mi avevi promesso “per sempre” e così
non è stato. Però sto di
nuovo divagando: stavo parlando di Marco.
Posso
immaginare la tua espressione in questo istante: la
bocca leggermente socchiusa, stupita, gli occhi quasi spalancati come per
aiutarti a comprendere meglio, l’incredulità in ogni tratto del tuo volto. “Perché non me lo hai detto quando è accaduto?” sarà
probabilmente il tuo pensiero. Non avevo la forza di parlarne, Nick, avevo bisogno di tempo per assimilarlo ma non ne ho
avuto occasione: mi hai lasciato e non avevo più motivo di dirtelo. Dal giorno
stesso in cui ricevetti del maledetto messaggio non
ebbi più contatti con te: evitai accuratamente i tuoi cd, la tua musica, le tue
interviste: tutte le nostre foto sono in uno scatolone nel mio armadio, se vuoi
puoi riprendertele adesso. Da quella settimana la mia vita è cambiata
radicalmente:sono rimasta da sola ad affrontare la
situazione e a vedere la mia famiglia andare allo sfascio. I miei genitori
erano sempre intrattabili, litigavano sempre di più, non avevo più voglia di
tornare a casa. Sai bene che i miei erano im crisi da
un po’ ma questo lutto ha distrutto mia madre in una maniera che non avrei
potuto credere possibile fino a che non l’ho vista con i miei occhi. Non ha più
avuto voglia di resistere, di lottare e hanno scelto, di comune accordo, la via
più semplice: la separazione. Mio padre è tornato dai suoi genitori, a Foggia,
e mi ha lasciata sola: io non posso andare a trovarlo,
la mamma non me lo permette, ha paura che non tornerei più indietro. E non c’eri neanche più tu a sostenermi: ero sola. Non ho
più toccato il pianoforte, il violino l’ho venduto per lasciare un po’ di soldi
a Silvia: so benissimo che non ne abbiamo abbastanza.
Una parte del ricavato è in un conto a parte: dovrebbe bastare a coprire le
spese per il mio funerale e forse anche per dare un po’ di aiuto
contro la depressione a mia zia. Non so se questa lettera basterà a farti
capire perché, a soli 17 anni, io abbia scelto di morire: io non voglio vivere
così, io non sono più me stessa. Non rido, non piango neanche, come facevo tutte le volte che
qualcosa mi toccava nel profondo, non esco più con le mie amiche, non ascolto
più musica. Ti ricordi come mi entusiasma l’imparare nuove cose? Tutte quelle
volte che dovevi praticamente trascinarmi via dai miei
libri per uscire un po’? Ecco: dimenticale. Spesso non vado neanche a scuola,
limitandomi a rimanere tutta la mattina nel parchetto
dove ti feci conoscere Marco, senza riuscire a dire o fare niente. Forse avessi creduto in Dio sarebbe stato diverso, forse avessi
avuto più fiducia in me sarebbe stato diverso. Se non
avessi scelto un’attricetta in cerca di fama al mio posto, se avessi almeno
avuto il coraggio di dirmelo in faccia, se Marco non fosse morto, se tu mi
fossi stato accanto… Troppi se che non portano a nulla.
Saluta Joe, Kevin
e anche naturalmente Frankie: sono stati come dei
fratelli per me. Addio, Nicholas: sei stata la
persona più importante della mia vita e non riesco più a vivere senza di te. Sei stato il mio
migliore amico, il mio fidanzato, il mio confidente per troppo tempo perché io
riesca a fare a meno di te. Molti pensano che la scelta del suicidio sia la più
semplice ma non è affatto così: è difficile portare a termine il proprio
proposito sapendo quanto male questo recherà alle persone alle quali hai voluto
bene. Ma io non riesco a vivere una vita che non è la mia: è come
essermi trovata con una altra testa nel mio corpo e così non riesco a
resistere un giorno di più. Ho rimandato il più possibile nella speranza che un miracolo ti riportasse da me: mi sono sforzata di
credere negli angeli ma è evidente che non esistano. Se Dio esistesse
le mie preghiere l’avrebbero smosso e mi avrebbe ridato indietro il mio angelo
dai capelli ricci. Ti amo, nonostante tutto
Amy
P.S.: Nick,
per favore, prega per me. Nel caso tu avessi ragione e Dio esistesse, anche se
io non credo, non vorrei essere dannata. Se andassi all’inferno
non potremmo mai più stare insieme: è ovvio che tu andrai in paradiso e voglio
essere con te, quando sarà il momento. Non sono una pazza: sono solo troppo
innamorata.