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Autore: LADY_youkai    02/12/2009    1 recensioni
Chiudo gli occhi, cercando di cancellare dalla mia mente quel sorriso forzato, quello sguardo triste, quel corpo minuto e privo di protezioni. Ho sempre sperato di essere la colonna portante della tua vita, quando invece mi sono accorto che sono solo un inutile frammento
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Two – Look me


Riduco gli sguardi al minimo essenziale, il contatto fisico è cancellato a priori.

Non riesco più a stare nella stessa stanza in cui sei tu come ci stavo un tempo: le sensazioni, i sentimenti, sono differenti.

Io sono diverso.

Suono perché devo, ascolto frammentariamente, la mia mente è altrove...quanto ancora dovrà durare questa commedia?

-Ok, visto che abbiamo finito, potremmo andare a prenderci qualche cosa da bere- Osservo Kai, mentre si alza dalla sua postazione per sgranchirsi le gambe e gli altri, di riflesso, abbandonano gli strumenti senza alcun ritegno sul pavimento (Aoi ha avuto la decenza di appoggiare la chitarra alla parete) esaltando le grandi capacità organizzative del nostro leader. Poi dicono che sono io il bambino.

Metto il basso nella custodia e, senza volerlo, ti osservo, mentre discuti con gli altri su dove potreste andare. Voi, perché io non sono dell'umore adatto per ridere e scherzare con te

-Reita, vieni?- Uruha mi si para davanti, bloccando la mia visuale, costringendomi a maledirlo

-No, non vengo- Fa per ribattere, ma poi capisce e non dice nulla: semplicemente mi mostra un'espressione preoccupata


Reita, glielo devi dire”

Certo, e come?”

Vuoi stare male ancora per molto?”


Sto male già da molto tempo

-Come non vieni?- Che strano Ruki, il tuo tono sembra davvero dispiaciuto


Perché hai così paura?”

Sai bene quanto me che non c'è alcuna possibilità che lui provi ciò che provo io”


Si tratta solo di una mia sensazione, senza alcun dubbio

-Sono stanco- Ti guardo di sfuggita, mentre ritorno a sistemare il mio strumento e mi rendo conto che il tono della mia voce è freddo, distaccato. Faccio finta di ignorarti, mentre Uruha insiste per andare a bere, trascinandosi dietro Kai che, evidentemente, cerca di convincermi a venire, visto che continua a chiamarmi

-Sentite, se non vuole venire, non vuole venire!- Grazie Aoi -Noi andiamo, ci vediamo domani, ciao ciao- Li guardo mentre si allontanano e per sbaglio inciampo nel suo sguardo: fa quasi paura.


Sono tornato a casa, non ho voglia di andare da nessuna parte: ho sempre trovato che il dolce far nulla fosse il rimedio più efficace in questi casi. Mi sono fatto dare un passaggio da uno della troupe, tornare a casa a piedi era fuori discussione.

A quest'ora saranno già arrivati in un bar e sicuramente staranno provando ad avvicinare qualche ragazza.

Per poco non vomito.

L'idea che tu possa avvicinarti a una, offrirgli una serata con te, mi da il voltastomaco. Mi copro gli occhi con le mani, cercando di nascondere queste visioni ma faccio fatica, anche perché so per certo che tu ti porterai a letto qualcuna. Succede sempre così, è inevitabile.

Accendo la televisione, nella speranza di trovare qualche programma che mi permetta di distogliere i miei pensieri da te ma, ovviamente, quando hai a disposizione più di ottocento canali, non trovi nulla che ti soddisfi. Sbuffo, lasciando cadere il telecomando sul divano.

Sono sempre stanco in questo periodo.

Quando sto per addormentarmi, sento il campanello di casa mia suonare

“Ma chi diavolo è?!” Mi alzo, quasi mi getto contro la porta, pronto a infuriarmi con chi ha osato interrompere il mio stato vegetativo e a scaricare su di lui tutta la mia frustrazione e l'angoscia di questo periodo

-Allora, posso sapere cosa diavolo...- Non finisco la frase, rimango immobile, in silenzio, come un perfetto idiota

-Scusa, ti ho disturbato?-

-Ru...Ruki...-

-Devo passare dopo?-

-No, certo che no, entra- Non entrare, ti supplico. Vattene. Fuggi.

E, ovviamente, entri.

Cammini con passo leggero, chiudo la porta, ti osservo la schiena, quasi impaurito della tua presenza.

Ripenso ancora allo sguardo di poche mezzore fa

-Non sei andato con gli altri?-

-Solo per poco....- Ti appoggi al divano, incroci le braccia al petto e mi guardi dritto in faccia, con sguardo duro. È strano, quando tu entri in questa casa cambia tutto, sembra tutto nostalgico e lontano. Un vago ricordo -Reita-

-Mh?-

-Ti ho fatto qualche cosa, per caso?- Sbarro gli occhi, stupito da questa domanda: che cosa mi avresti fatto? Cala tra noi qualche secondo di silenzio, mentre il dubbio inizia a insinuarsi sempre più pericolosamente nella mia mente: e se tu sapessi?

-Perché mi chiedi una cosa del genere?- Cammino, per allontanarmi da te

Come potresti sapere?

-Ecco, lo stai facendo ancora-

-Cosa?

-Perché non mi guardi?-

-Ma ti sto guardando-

-Non è vero, tu fai finta- Non riesco più a guardarti davvero, perché questo significherebbe mettermi in una situazione precaria e non mi importerebbe se questo comportasse solo una mia rovina, ma ci andresti di mezzo anche tu.

Tu sei il mio primo pensiero però, sempre e comunque.

Forse il mio è solo un attaccamento morboso, un desiderio di proteggerti, ti sentirmi utile. Perché da quando ti ho conosciuto ho rivisto molte delle mie priorità e credimi se ti dico che forse sarai proprio tu la mia distruzione.

Ma quale dolce morte sarebbe allora questa

-Reita, dimmelo, ti ho forse fatto qualche cosa?-

-No Ruki, davvero-

Tu mi hai insegnato ad amare...

-Guardami!- Lo dici non con tono autorevole, ma quasi con supplichevole: come mai hai così paura? Forse lo so e mi fa male.

La paura di perdere ancora una persona cara senza spiegazioni, senza alcuna parola, è logorante.

Smetto di camminare e ti guardo

-Scusami, ma ti giuro, non c'è nulla- Sebbene un po' titubante, ti rilassi e lasci andare il pugno che avevi serrato con così tanta forza da farti diventare le nocche bianche. Torni a respirare normalmente, ma il tuo sguardo lascia intravedere ancora un po' di preoccupazione.

Giustificata.


Come fai ad esserne così certo?”

Lo conosci bene quanto me. Dopo quella volta, ammesso che ci fosse stata qualche possibilità, tutti i miei tentativi sono andati bruciati prima del tempo”

Reita...”

Uruha, lo sai anche tu, mettiti il cuore in pace come me”


Ma io non sono di certo in pace con me stesso

-Ruki, mi dispiace se ti ho fatto preoccupare, sono solo stanco-

-Certo, solo stanco- Lo dici con tono quasi rassegnato, mentre abbassi lo sguardo e osservi il pavimento sotto i tuoi piedi.

Ho come la sensazione che il mio stia crollando sotto di me

-Ruki, credimi...-

-Certo che ti credo-


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Ti ricordi quando abbiamo iniziato?”

Certamente! Come potrei non ricordarlo?”

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