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Autore: Maik    03/12/2009    1 recensioni
Sono una mente malata, me l'hanno sempre detto i miei amici. Infatti mi sono divorata tutti gli episodi di QAF in poco più che due mesi.. So gran parte delle battute a memoria e la fine di questo telefilm mi segnerà per la vita. Allora ho deciso di farmi del male, di scrivere di quei personaggi che ho amato ed odiato. Chiedendomi cosa sarebbe potuto succedere se...
Genere: Generale, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Il momento delle spiegazioni.

Prima o poi si sarebbero fronteggiati e lo scontro sarebbe stato epico.

DUE MONDI A CONFRONTO.

Flavia parcheggiò la macchina davanti alla villetta di Katie, dove viveva da circa quattro mesi, dall’inizio dei corsi in Accademia sostanzialmente. Prese la busta di carta del supermercato e si diresse verso l’ingresso. Aprì la porta e trovò Katie che beveva il proprio caffè fissando la porta.

-Mi aspettavi?- Chiese Flavia, andando a posare la busta sul ripiano della cucina. Passò accanto all’amica, che la seguì con lo sguardo, ancora in pigiama.

-Sì.- Disse secca Katie.- Posò la tazza. –Non mi hai raccontato cosa ti ha detto Brian ieri sera.- Ricordò all’amica. Flavia rimase con un barattolo di burro d’arachidi a mezz’aria e lo sportello alto aperto.

-Niente. Mi ha chiesto cosa mi fosse preso. Ma non ho avuto il coraggio di dirgli che lì c’era Matt e cosa è successo.- Flavia abbassò lo sguardo, mettendo il barattolo al proprio posto. Poi continuò, muta e pensierosa a rimettere a posto la spesa. All’improvviso, senza guardarla, rivolse parola all’amica: -Credi davvero che non sappia perché vuoi lavorare al Babylon?- Flavia sorrise sghemba, posando un fianco contro il ripiano della cucina, fissando l’altra. Katie alzò le sopracciglia, interrogativa. –Hai accettato perché sapevi che io non sarei tornata a lavorarci. Sapevi già che avevo accettato il posto alla tavola calda con Hunter. E tu, tra l’altro non hai bisogno di lavorare.-

Katie sorrise sarcastica: -Non ti seguo.-

Flavia scosse la testa, mettendosi dritta e staccandosi dal ripiano della cucina. –Hai accettato perché finalmente avresti avuto la scena tutta per te, senza me tra i piedi.-

Katie rise, coprendosi le labbra. Ma gli occhi non le ridevano come al solito. Era più cattiveria quella che brillava nei suoi occhi: -Se non ti volessi tra i piedi, mi basterebbe cacciarti via da casa mia!- Rispose maligna. Flavia la guardò con espressione schifata, facendo sbattere lo sportello aperto della cucina.

-Infatti mi chiedo cosa stai aspettando.-

Katie folgorò Flavia con gli occhi chiari: -Non tentarmi, Perez!-

Flavia scoppiò a ridere, intrecciando le braccia al petto: -Non ti do la soddisfazione, Williams.- Afferrò la propria borsa e le chiavi della macchina, salendo al piano superiore, seguita dagli occhi inviperiti dell’altra.

Tre borsoni con tutte le cose di Flavia furono pronti in meno di quindici minuti. Peccato in quella situazione potesse chiamare una persona soltanto: Hunter. Per quanto fosse il ragazzo di Katie, era innanzi tutto il suo migliore amico, dai tempi del liceo.

Si diresse con la propria auto a casa Novotny Bruckner, Hunter e Ben l’accolsero, avvertendola che Michael sarebbe arrivato sul tardi, insieme a Brian. Non le interessava poi tanto. Hunter la portò in quella che sarebbe stata la sua stanza, ma che in realtà era lo studio di Ben. Flavia si sentiva così in colpa per aver rivoluzionato la vita del suo amico in quel modo.

 

Passò il pomeriggio a studiare una coreografia per un provino che avrebbe fatto il mese a seguire per una pubblicità. Aveva già scelto la canzone, ma non riusciva a sistemare la coreografia. In pantaloncini e top, coi capelli attaccati alla fronte, rimise la canzone dall’inizio, per la millesima volta.

Il sole fuori era calato e la notte ormai aveva inghiottito Pittsburgh. Non si accorse che però qualcuno aveva aperto la porta e si era messo a guardarla. Quando andò per fare una giravolta, finì col viso rivolto all’uscio e si immobilizzò all’istante.

-Brian!- Disse col fiatone, andando a spegnere la musica.

-Mi sembrava una canzone conosciuta ed Hunter e Ben detestano questo genere.- Ridacchiò, staccandosi dallo stipite. –Come mai sei qui?- Si guardò attorno. Il divano letto aperto, la scrivania sgombrata.

Flavia aprì la bottiglia d’acqua, bevendone una sorsata: -Me ne sono andata via da casa di Katie.-

Sintetizzò con maestria. Ma Brian detestava i riassunti. A meno che non fosse lui stesso a farne:

-Come mai? Eravate così legate da sembrare due lesbiche!- Brian ridacchiò, prendendo in mano il cellulare fuxia della ragazza.

-Sono giunta alla conclusione che non eravamo poi così legate.-

-Non ti va di parlarne, vero?- Brian guardò di sottecchi Flavia, sorridendo. Flavia scosse la testa, prendendo da un borsone l’accappatoio. –Come vuoi.- Flavia ringraziò e si diresse verso il bagno. Brian scese al piano inferiore, per dare un po’ di fastidio a Michael che faceva finta di aiutare Ben a preparare la cena.

Quando si sedettero a tavola, tutti erano vestiti per uscire, tranne Flavia che aveva addosso una tuta per casa. Fu Hunter a farle notare che sarebbero andati tutti al Babylon. Brian non riuscì a fare a meno di alzare lo sguardo su di lei, per osservarne la reazione.

-Perché non vieni anche tu?- Suggerì Hunter. Ricevette conferma di invito sia da Ben che da Michael. Michael rise, dicendo che se voleva stare in casa con loro doveva assolutamente ballare con lui. Flavia rise.

-Sì, devi ballare anche con me.- Tutti si voltarono verso Brian. Flavia rise, accettando l’invito. Finirono di mangiare e la ragazza scappò al piano superiore, per cambiarsi. Ne riscese tre quarti d’ora dopo con i capelli perfetti e lisci, jeans, tacchi alti e top nero.

Presero l’auto di Flavia, dal momento che era l’ultima parcheggiata sul vialetto. Michael andò da solo in macchina con Brian. Arrivò prima Flavia, piccola scommessa fatta con Hunter. Ben scese di macchina guardandola male: -Al ritorno guido io!- Disse, guardando la ragazza.

Hunter si mise a ridere, scuotendo la testa: -Non si fida molto dei giovani al volante!- Spiegò accendendosi una sigaretta insieme a Flavia. I due amici risero insieme.

Quando ormai le due sigarette erano a metà, arrivarono anche Brian e Michael. Brian, sceso di macchina, si fiondò verso Flavia, che già si era avviata con Hunter verso l’entrata della discoteca:

-Che cazzo di strada hai fatto per arrivare prima di me?-

Flavia si voltò, guardandolo interrogativa, colta alla sprovvista: -Andava parecchio forte, più che altro! Ti ha tagliato la strada al semaforo.. Mi sa che non l’hai neanche vista!- Rispose Hunter, salendo i gradoni laterali della porta, quelli riservati a chi era in lista e tutti gli amici di Brian c’erano. Il buttafuori riconobbe Flavia come la ballerina del giorno precedente e la lasciò entrare.

Brian guardò di traverso Flavia. Sì che l’aveva vista e l’aveva anche mandata a farsi fottere con Michael che rideva come un pazzo accanto a lui. Ecco spiegata la risata dell’amico.

Pochi passi indietro c’erano Ben e Michael, uno accanto all’altro. Ben che osservava Hunter e Flavia, Michael a testa bassa. Ben si voltò verso il marito, guardandolo interdetto:

-Stiamo andando in discoteca, non al patibolo!- Prese Michael per le spalle, tirandolo a sé. Michael alzò lo sguardo, sorridendo teso. Ben corrugò la fronte: -Che hai?-

-Ho parlato con Brian, in macchina.- Ben alzò un sopracciglio, facendo un segno d’assenso col capo. Entrambi spostarono lo sguardo su Brian. –E’ strano. Mi ha fatto fin troppe domande circa Flavia.- Ben sgranò gli occhi, portandoli su Michael, che alzò lo sguardo su di lui.

-Pensi che..?- Iniziò Ben, ma la musica li investì in pieno. Erano entrati al Babylon.

 

Hunter e Flavia si fiondarono al bancone a prendere da bere. Entrambi presero un giro di Mojito, ridendo del fatto che erano secoli che non si concedevano una bevuta tra amici. Poi Hunter la buttò un po’ sul ridere, così a caso: -Dai, non ti sei accorta di come ti guarda? Del fatto che ti stia sempre addosso? E dai, Flavia!-

Flavia rise, scuotendo la testa. Stavano parlando di Brian, ovviamente: -E’ gay.- Spiegò Flavia, sorridendo amareggiata. In effetti le dispiaceva alquanto che Brian fosse omosessuale. Ma del resto lei certo non poteva farci proprio nulla.

Hunter le puntò contro un dito, ridacchiando: -Ma ammettilo che..- Sorrise malizioso all’amica.

-Se solo non fosse gay.. Ma lo è!- Concluse Flavia, bevendo un sorso di Mojito.

-Hunter, scusa. Potresti lasciarci soli un momento?- Era una voce decisa e tranquilla. Che Flavia non aveva mai ancora sentito. Si voltò verso sinistra e vide un giovane biondo, snello e poco più alto di lei.

-Ok, Justin.- Hunter sorrise all’amica e le diede una pacca sulla spalla destra, ma lei era già impegnata ad osservare quel ragazzo. Poteva avere appena due o tre anni più di lei.

Il giovane sorrise allungò una mano: -Justin Taylor.-

Flavia corrugò la fronte. Era un nome familiare. –Flavia Perez.- Strinse la mano del ragazzo e poi lo riconobbe. Massì, era il ragazzo del terzo anno, quando lei entrò, che non velava chiedere pubblicamente scusa all’aspirante sindaco. –Tu sei il ragazzo dell’Accademia che è andato a lavorare a New York!-

Justin sorrise, annuendo. Le chiese come stesse, dicendo che aveva sentito dai propri amici che aveva avuto un mancamento. Evidentemente Justin era amico di Emmett, perché lei aveva detto a lui di inventarsi quella scusa.

-Ho notato ch stai spesso con Brian. Lavori per lui, ti fermi con lui dopo l’orario di chiusura. Arrivi con lui e sei nella lista del suo privè.- Justin bevve un sorso del proprio cocktail, guardando Flavia di sottecchi. Era leggermente spaventata da quella cosa. Chi era lui per pedinarla, osservare Brian in quel modo.

–Ma chi cazzo sei?- Chiese Flavia, staccandosi dal bancone, lasciando lì il bicchiere. La musica le rimbombava nelle orecchie, insieme al rumore del proprio cuore che galoppava. Era terrorizzata.

-Sono l’ex-fidanzato di Brian.-

Flavia strabuzzò gli occhi. Continuava a non trovare una connessione logica. Cosa voleva da lei? Corrugò la fronte. Si avvicinò a Justin, ad un palmo dal suo naso, fissandolo negli occhi azzurri:

-Crederai mica che io ci stia provando con lui, vero?-

Justin abbassò lo sguardo: -Tu con lui non credo, ma lui con te sì.- Alzò lo sguardo sulla ragazza. Sguardo deciso e fermo. Immobile negli occhi scurissimi della giovane. Flavia scoppiò a ridere, coprendosi le labbra con una mano. Certo, se Brian fosse stato etero, a quell’ora sarebbe già stato tra le sue braccia, ma era gay e, dato che rispettava la sua scelta di vita, non si sarebbe mai azzardata a fare nulla. Se Brian voleva qualcosa da lei, si sarebbe dovuto fare avanti lui stesso, e per il momento la ragazza non vedeva segnali da parte di Brian.

-Ma sei matto? E’ gay!- Justin rimase immobile, serio, a fissarla negli occhi, ancora. Flavia intrecciò le braccia al petto, alzando un sopracciglio, scettica: -Cosa vuoi che faccia? Perché è chiaro che hai intenzione di riprendertelo!- Sorrise maliziosa e Justin ricambiò il sorriso. –Vuoi che lo ignori? Che lo mandi via? Che devo fare?-

Flavia alzò gli occhi al cielo e Justin le mise le mani sulle spalle, posando la propria fronte su quella della giovane: -Tu sei esattamente come ero io anni fa. Vorrei tu mi permettesti di starti accanto, in modo da capire cosa mi ha costretto a cambiare. Cosa del mio vecchio modo di fare e quindi di te attrae Brian Kinney.- Sorrise malizioso, strizzandole un occhio.

-Mi suggerisci un alleanza gay-etero per far capire a Brian che è con te che deve stare?- Justin sorrise, silenzioso, annuendo.

  
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