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Autore: Maik    03/12/2009    1 recensioni
Sono una mente malata, me l'hanno sempre detto i miei amici. Infatti mi sono divorata tutti gli episodi di QAF in poco più che due mesi.. So gran parte delle battute a memoria e la fine di questo telefilm mi segnerà per la vita. Allora ho deciso di farmi del male, di scrivere di quei personaggi che ho amato ed odiato. Chiedendomi cosa sarebbe potuto succedere se...
Genere: Generale, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il destino decide, questa decisione è irrevocabile.

Se esiste qualcosa di imprescindibile, questo è il destino.

NESSUNO PUO’ COMBATTERE CONTRO CIO’ CHE E’ STATO GIA’ DECISO.

L’inverno volgeva al termine, per la gioia di tutti. La neve prendeva a sciogliersi ed il sole brillava alto su Pittsburgh. Brian girava per casa con lucidi in una mano e tazza di caffè nell’altra. Squillò il cellulare ed andò a rispondere. Una voce femminile lo avvertì che sarebbe stata lì nel giro di mezz’ora. Brian rispose che era già pronto. Riagganciò. Fece appena in tempo a posare la tazza nella lavastoviglie, quando bussarono alla porta del suo loft. Andò ad aprire solo con i jeans scuri addosso: -Non pensavo mi avessi preso alla lettera!- Esclamò ridacchiando, ma quando aprì la pesante porta di ferro non si trovò davanti ciò che si aspettava.

-Aspettavi visite?- La voce del biondo gli trapanò le orecchie, costringendolo a serrare la mascella. Justin entrò in casa sorridendo.

-Non le tue.- Ripose Brian con distacco. Erano secoli che non si vedevano né parlavano. Chiuse la porta di prepotenza: -Che vuoi?- Chiese, posando la schiena al ferro gelido della porta.

Justin si voltò, sorridendo come se nulla fosse. Allargò le braccia, facendo spalluccia: -Avevo voglia di vederti.-

-Io no.- Brian fece per aprire la porta.

-Già, hai paura di cedere alla tentazione.- Brian si voltò verso il ragazzo, sorridendo malizioso. –Hai così tanta paura di perdere Flavia?- Brian sgranò gli occhi, incredulo. –Dai, Brian! Credi davvero che non ce ne siamo accorti?- Brian intrecciò le braccia al petto, con l’espressione infastidita ed irritata. –Chiedi sempre di le, sei sempre alla tavola calda, quando c’è lei noi non esistiamo…-

-Tu per me non esisti più, è diverso.-

Justin folgorò Brian, che invece sorrideva strafottente: -Ti dà più fastidio che dia le mie attenzioni ad altri o che le dia ad una ragazza?-

Justin puntò un dito contro Brian, coprendo la distanza che li separava: -Allora lo ammetti!-

-Cosa?- Brian spalancò le braccia, ridendo ironico. –Che quella ragazza mi attrae? Non lo nego, nessuno me lo ha mai chiesto apertamente!- Justin spalancò gli occhi, incredulo. Brian con una ragazza? Non c’era più religione. Ma cosa aveva scatenato in lui quell’attrazione fuori dal normale per Brian Kinney? Quello era ancora da decidere e destinare. –Quella ragazza ha fatto e fa quello che gli altri non hanno saputo fare in anni!-  O forse sarebbe stato proprio Brian a svelare l’arcano. Brian si avvicinò a Justin, fissandolo dall’alto: -E’ riuscita a toglierti dalla mia testa. E’ riuscita a tenermi testa e ci riesce ancora. Mi fa ridere, mi risponde a tono. E’ solare, spontanea, spigliata.- Guardò Justin con disprezzo: -Ciò che tu non sei più.- Allora il biondo ci aveva visto bene. Era come credeva. Brian aveva visto in Flavia ciò che Justin era rima. Eppure era stato proprio Brian a farlo diventare ciò che era. Era colpa sua. Solo colpa sua. Era stato lui ad allontanarlo, a permettergli di andare via. A costringerlo a cambiare: -E adesso esci da casa mia.-

Brian spalancò la porta pesante e la madre di Justin si materializzò fuori dall’appartamento. Justin corrugò la fronte: -E tu che ci fai qui?- Chiese acido. Jennifer restò con la mano a mezz’aria, guardandosi con Brian. –Vorrai mica vendere il loft?- Justin si voltò di scatto verso il moro.

Brian guardò Justin con aria di sufficienza: -La cosa non ti riguarda.-

-Lo mette solo in affitto.- Disse Jennifer che venne folgorata da Brian.

-Non lo riguarda ciò che faccio del mio loft.- Ripeté lentamente Brian fissando Jennifer intensamente con gli occhi scuri.

-E dove andrai?-  Justin si avvicinò a Brian, che fece un passo indietro, guardandolo in cagnesco.

-Non ti riguarda. Sparisci, prima che mi incazzi.- Prese Justin per un braccio e lo spinse fuori di casa, davanti a Jennifer che guardava Brian allibita. Brian sbatté la porta, dopo aver buttato fuori Justin.

-Potevi evitare di trattarlo così in mia presenza.- Appuntò Jennifer, togliendosi il cappotto chiaro, alzando un sopracciglio e guardando Brian di traverso.

-E lui poteva evitare di piombare in casa mia!- Brian si accese una sigaretta, gettandosi sul divano bianco: -Che soggetto è chi fitterà il mio loft? Vorrei sapere se posso fidarmi, dato che lascerò questi mobili..- Prese il posacenere dal tavolino lì davanti, tenendo lo sguardo fisso su Jennifer.

-Sembra una brava ragazza, con la testa sulle spalle.-Brian fece un cenno d’assenso, guardandosi attorno. Finalmente si sarebbe disfatto di quel loft che custodiva fin troppi ricordi.

Jennifer vagava per l’appartamento: -Questo posto continua a sembrarmi un mattatoio!- Brian rise, gettando la testa all’indietro, guardando il soffitto alto. –Andrai a vivere dalle parti di Michael, giusto?- Brian annuì, osservando la bionda che si era spostata ad analizzare con sguardo clinico la cucina. –Tra quanto lascerai il loft?- Jennifer si voltò a guardare Brian.

-Appena qualcuno firmerà per l’affitto.- Brian fece spalluccia. Bussarono dopo qualche minuto alla porta di ferro. Brian spense la sigaretta nel posacenere ed andò ad aprire. Un’altra sorpresa. L’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quel momento.

-Flavia?.-

-Brian!- Si chiamarono in contemporanea, guardandosi con sorpresa: Non dirmi che questa casa è tua!- Brian rise, facendola entrare. Flavia salutò Jennifer, per poi guardarsi attorno. Brian seguiva con lo sguardo i movimenti della ragazza. Non poteva crederci che il destino gli avesse appena tirato un colpo simile. Far andare a vivere in quel posto pieno di Justin l’unica persona che fosse riuscita a farglielo andare via dalla testa. Flavia si voltò verso Brian: -Perché metti in affitto questo loft?-

Brian mise le mani in tasca, avvicinandosi a lei: -Mi trasferisco dalle parti di Michael. Non voglio più stare qui.-

-E allora perché non lo vendi direttamente?- Chiese in un’alzata di spalle Flavia, innocentemente. Brian si guardò attorno, posando gli occhi su Jennifer, che fissava i due interrogativa: -Ancora non ce la faccio.- Confessò l’uomo. Flavia annuì, spostando lo sguardo tutt’attorno. Jennifer annunciò che sarebbe uscita per lasciarli soli a parlare e mettersi d’accordo. Il silenzio calò tra i due, mentre Flavia si avvicinava ai divani bianchi e bassi. –Troppi ricordi di Justin, vero?- Percorse il profilo della spalliera del divano con gli occhi fissi sul volto di Brian. Ma lo sguardo della giovane era troppo accusatorio e Brian, immobile in mezzo al loft, si sentì costretto a distogliere lo sguardo. Ormai il loro rapporto era diventato talmente profondo, intimo. E Flavia poteva permettersi libertà che altri non osavano neppure immaginare d concedersi con Brian Kinney.

-Non avrei mai immaginato saresti stata tu a vivere qui..- Flavia si voltò interrogativa. –Lascia perdere.- La ragazza alzò gli occhi al cielo, sorridendo. Quando Brian faceva così voleva dire che non aveva voglia di parlarne.

Flavia continuò il giro per la casa: -Andrai a vivere in un posto rispettabile…- Passò dentro la camera da letto, scendendo poi le scale di parquet, guardando Brian negli occhi. L’espressione della ragazza era divertita e Brian era già pronto a ribattere. –Casa tua non potrà più essere un crocevia di uomini!-

Brian rise, andandosi a posare contro il ripiano della cucina: -Vorrò dire che cambierò registro!- Disse con tranquillità, guardando Flavia.

-Ho incrociato Justin poco fa. E’ stato qui?- Brian ridusse gli occhi a due fessure. Anche Justin aveva legato molto con Flavia, dopo che questa si era sentita male in discoteca. Senza contare i veri e propri riti che Flavia ed Emmett facevano tutti i pomeriggi alle sei in punto per il caffè. Flavia era entrata a tutti gli effetti nella vita di Brian e non solo. Brian annuì. –Mi è sembrato parecchio incazzato. Che vi siete detti?-

Flavia posò la borsa sul divano e si avvicinò a Brian a braccia conserte. –L’ho cacciato fuori di casa… E non solo.- Flavia strabuzzò gli occhi. Brian aveva ufficialmente chiuso il capitolo “Justin”. Brian abbassò lo sguardo e poi sentì il corpo piccolo e mingherlino di Flavia contro il proprio. La ragazza lo stava abbracciando, tenendolo da sotto le braccia, col volto girato verso sinistra. Brian restò di stucco. Sentiva le mani fredde della ragazza sulla propria schiena. I capelli ed il viso di lei sul proprio petto. Era come se i loro corpi aderissero perfettamente l’uno sull’altro. Brian deglutì, chiudendo gli occhi, ed abbassando il viso tra i capelli corvini della ragazza, sorridendo leggermente, tenendola per il capo. Il profumo dolce e fresco gli inondò le narici. Era qualcosa che lo prendeva alla bocca dello stomaco. Una voglia che era difficile da combattere. Una voglia alla quale avrebbe ceduto, prima o poi. –Come fai ad esserci nei momenti peggiori e riuscire sempre a farmi stare meglio?-

Flavia aumentò la stretta e Brian fece altrettanto: -Sono la paladina del buonumore!-  Ridacchiò la ragazza, alzando il volto e trovandosi ad un palmo dal viso di Brian. Due scosse elettriche percorsero contemporaneamente le loro schiene. Brian fece per avvicinarsi a lei, che teneva gli occhi fissi sulle labbra dell’uomo, immobile. Tesa ed in attesa di quel tuffo che avrebbero fatto insieme, già trattenendo il respiro. Tre tonfi contro la porta di ferro. Il suono fu quasi simile a quello di uno specchio che si rompe. Flavia si staccò di botto da Brian, guardandolo confusa. Brian la osservò un attimo, mordendosi il labbro inferiore. Andò poi ad aprire la porta. Flavia si osservò le mani. Aveva toccato Brian. Non avrebbe dovuto. Mai. Si era ripromessa di rispettare il suo modo di essere e così facendo era venuta meno a tutto ciò. Eppure sentiva ancora i brividi per la bocca dell’uomo così pericolosamente vicina alla propria. Meno di un soffio. Sentiva un’attrazione irrinunciabile nelle vene.

-Allora, Flavia?- La ragazza si voltò di scatto verso la fonte di quel suono: Jennifer, la madre di Justin. Flavia si portò la mano destra alla bocca, sfiorando il labro inferiore, trattenendo ancora il respiro. E se quella donna avesse capito? E soprattutto la ragazza non aveva ascoltato una sola parola di Jennifer. Alzò lo sguardo e poco dietro vide Brian, immobile che la fissava in un modo diverso dal solito. Con gli occhi brillanti ed un leggero sorriso sulle labbra. Di nuovo la stessa scossa di prima. Flavia riportò gli occhi su Jennifer.

-La prendo.- Disse semplicemente, a fil di labbra. Con il tono della voce talmente basso che rimaneva solo la possibilità di leggere il labiale. La giovane schizzò verso il divano, dove aveva lascato la borsa. Sfiorò appena un braccio di Brian, che tentò di afferrarla, di bloccarla. Ma lei evidentemente era più veloce e piccolina dell’uomo. Flavia scese di corsa le scale e si fiondò nella propria macchina, senza voltarsi indietro né diminuire la propria velocità. Mise le chiavi nel quadro della macchina e posò la testa contro il sedile, scivolando un po’ verso il basso. Fissava incredula il tettuccio dell’auto. Desiderio. Ecco come Brian l’aveva appena guardata: con desiderio.

  
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