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Autore: Rein94    03/12/2009    3 recensioni
Date pure il benvenuto alla più grande attrice della storia. Non so esattamente che ruolo sto interpretando, ma in compenso so esattamente chi non sono; cioè me.
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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O_O

Okkei, non chiedetemi da dove è venuto fuori questo pastrocchio di depressione perché onestamente non ne ho idea.

Ho solo pensato a come deve sentirsi una ragazza (una delle cosiddette oche) che in realtà non lo è.

Ehm…detto questo, allora…spero vi piaccia…recensite per favore ^^

 

Just once more

 

Apro il piccolo armadietto in basso, vicino al grande specchio del bagno. Mi tiro indietro i capelli con un cerchietto, osservo la mia immagine riflessa.

Una smorfia di disgusto attraversa il mio viso; come al solito faccio letteralmente schifo.

Senza distogliere lo sguardo dallo specchio cerco distrattamente con una mano dentro la scatoletta che ho appena preso, voltandomi solo un attimo per assicurarmi di aver preso l’oggetto giusto.

Sfioro debolmente il mio viso, prima di cominciare. Cerco di memorizzare tutte le mie imperfezioni, di far rimanere impresso nella mia mente ogni singolo dettaglio che mi caratterizza.

E poi, come tutte le mattine, inizio.

Per prima cosa gli occhi, ovviamente. Dio, che occhiaie spaventose che ho. Sembro così…stanca, vecchia. Troppo per la mia età.

Sul serio, non riesco a capire. La notte è fatta per dormire (a meno di non essere vampiri, e decisamente non è il mio caso), non per piangere. E in genere, quando uno piange, un motivo ce l’ha. Io invece mi metto stesa, abbraccio il mio cuscino, e piango.

Sempre, costantemente, praticamente ogni notte.

Piango come una scema, piango senza motivo.

Sto cominciando seriamente a pensare di essere una specie di aliena, o roba simile.

Sospiro, cercando di distrarmi. Se non mi sbrigo, perderò il pullman.

Comunque, queste occhiaie sono indecenti. Via, vanno eliminate. Chissà quanti quintali di fondotinta mi sto mettendo? Quanti ne servono per nascondere tutte le mie lacrime?

Ok, ora sembro un clown. Il colorito malaticcio e spento della mia pelle fa praticamente a cazzotti con il fondotinta. Come ho fatto prima con le occhiaie, mi metto quella robaccia colorata su tutto il viso.

 E con il fondotinta, ci siamo. Perlomeno sono quasi decente.

Le mie mani, abituate, ora si muovono da sole. La matita nera è d’obbligo, guai a non sembrare appena uscita da un incontro di boxe, con gli occhi neri per i cazzotti…sai com’è, gli adulti potrebbero pensare che la tua adolescenza non è normale, e i coetanei comincerebbero a spettegolare perché sei decisamente out, poco trendy se non ti metti strati su strati di trucco nero addosso. Eye liner, mascara, lucidalabbra.

Date pure il benvenuto alla più grande attrice della storia. Non so esattamente che ruolo sto interpretando, ma in compenso so esattamente chi non sono; cioè me.

Cavoli, sono già le 7. Se non mi muovo, perderò sul serio l’autobus.

Tolgo il cerchietto e mi pettino i capelli con le mani, nel disperato tentativo di trovare un verso a quell’ammasso di paglia castana.

Arriccio i miei boccoli con le dita, stando attenta a non spezzarmi le unghie; sai che disastro!

Si, sai che schifo.

Diamine, se sono patetica.

Diamine, se mi sento idiota.

Prendo il phon e la spazzola, e alliscio la mia frangetta. Sono in ritardo nero! Cosa manca? Orecchini, braccialetti e aggeggini vari. Sembro una mucca con il campanaccio, con tutti questi gingilli addosso.

Non mi piace il suono metallico che i braccialetti producono toccandosi l’uno con l’altro.

Odio l’odore dei cosmetici. È…come dire…dolce; anche troppo. È finto.

Preparo la borsa in tre nanosecondi, maledicendomi per l’ennesima volta per non aver dato ascolto alle prediche di mia madre stile guarda – che – la – borsa – la – devi – preparare – la – sera!

Prendo frettolosamente l’iPod rigorosamente fucsia (guai a non essere abbastanza Barbie!) da sopra al mio comodino e torno un istante in bagno.

Oh, cavoli…c’è ancora qualcosa che non va…la mia faccia è così…ebete!

Forza, gli altri giorni ce l’ho fatta, no? Solo una volta in più…

Guardo il mio riflesso, e sorrido. Quanto mi sento finta.

Quanto vorrei spaccare questo specchio.

Scendo velocemente le scale di casa mia, sperando solo che non piova, perché si sa che l’umidità UCCIDE i capelli!

Corro fino alla fermata del pullman, e mi fermo ansimando.

L’aria fredda di Dicembre mi entra dentro, e mi fa male.

Ecco, l’autobus è arrivato. Salgo, cercando inutilmente un posto libero per sedermi.

Rimango fissa con lo sguardo sulle porte che si chiudono, e tiro fuori l’iPod dalla tasca dove l’avevo messo.

Metto la prima canzone che mi capita, e cerco di concentrarmi su di essa. Cerco di ascoltare le parole, cerco di sentire il ritmo dentro, cerco di allontanare i miei pensieri.

Voglio dimenticare di avere una coscienza, chiedo solo di essere come tutte le altre ragazze.

Vorrei divertirmi a passare da camerino a camerino con le mie amiche di pomeriggio, senza pensare che lo shopping fa venire la nausea.

Vorrei che le riviste di gossip fossero la mia idea di “lettura intelligente”, e vorrei ridere come una scema vedendo la foto dell’attore più carino in copertina.

La prossima è la mia fermata, eccomi a scuola.

I prof sembrano entrare in classe con la convinzione irremovibile di saper tutto su di noi, perché anche loro sono stati giovani, no?

E credono sul serio che quello che dicono i libri possano cambiarti la vita.

Per esempio…Com’era quella frase…?

Non puoi avere per troppo tempo una faccia per te stesso e una per il resto del mondo, senza rischiare di non saper più riconoscere quella vera.

Cavoli, dovrei preoccuparmi allora? Sto per avere una crisi d’identità?

Sto…morendo dentro?

Ma per favore, non fatemi ridere! E poi… io sono solo una teenager normale, che si mette quintali di trucco e che vuole uscire con il ragazzo più figo della scuola. E se alla mia coscienza non sta bene, basterà soffocarla. Sarà semplice, dannatamente semplice.

Sarà come chiudere gli occhi e fingere di parlare con un bambino.

Andrà bene, andrà tutto bene…Ora dormi, dormi per un po’…

E la mia coscienza fingerà di crederci, e io fingerò di dimenticarmi della sua esistenza…

Scendo dall’autobus, e mi guardo intorno.

Vedo qualcuno gesticolare in lontananza: le mie cosiddette amiche mi aspettano.

Prendo un respiro, sorrido, e comincio anch’io a gesticolare verso di loro.

Andrà bene, andrà tutto bene…

Dopotutto, che male fa crederci sul serio?

Ora dormi, dormi per un po’…

Si, solo per un po’…

Raggiungo le ragazze, e cominciamo subito a spettegolare di quella secchiona che non ha una vita sociale, è proprio O U T! e via dicendo.

Parlare con loro non è chissà quanto impegnativo, in realtà.

Basta fare “ooooh” o “aaahhh” o “si, hai ragione, è proprio figo!” nei momenti giusti.

Andrà bene, andrà tutto bene…

Già, infatti. Basta sorridere.

Incomincia una nuova giornata.

 

FINE

 

(l’avevo detto io che era deprimente xD)

  
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