Era la
festa di San Marco a Volterra. Migliaia di turisti, da ogni parte del mondo,
venivano per unirsi a questa giornata storica.
Una
succulenta festa, per noi Volturi.
Edward,
Isabella e Alice vennero scortati verso l’uscita quando Heidi accompagnava un gruppo
di turisti a visitare la Sala del Trono dove sarebbero stati sbranati dai capi
e da noi guardie.
Tra
questo gruppo di umani vi erano anche alcuni bambini gioiosi e saltellanti,
ignari del pericolo che incombeva su di loro.
Non siamo
cattivi, abbiamo solo fame.
Anche gli
umani uccidono gli agnellini solo perché la loro carne è più tenera e dolce,
così, anche noi, desideriamo cambiare menù.
Mi
assentai per qualche minuto.
Preferii
riflettere sulla vicenda di Bella e Edward piuttosto che rimpinzarmi come tutti
i miei compagni.
Quando
rientrai nella sala, quelle sanguisughe dei miei compagni si erano accaniti
contro il lauto banchetto lasciandomi solo due porzioni.
Una
giovane donna ed un vecchietto.
“Mi avete
lasciato gli avanzi.” Sentenziai contro mia sorella Jane.
“Non ti
offendere Alec, avevamo tanta fame.” Rispose lei leccandosi le dita sporche di
sangue.
Ai suoi
piedi, vicino alle scarpette da collegiale, giacevano quattro cadaveri.
Due di
questi erano bambini.
Ritornai
alle mie prede, ma, guardandole bene pensai di non avere poi tutta quella fame
e voracità.
In più
quel vecchietto sembrava avere un attacco di cuore e a me non piace il sangue
freddo.
“Penso di
non avere poi tutta questa fame.” Esclamai.
“Se
permetti, lasciali pure a me. Non far raffreddare il pasto.”
Rispose
Felix con bramosia e desiderio.
“Non ho
detto che non li mangerò.” Lo corressi. “Anche se…tu sei troppo stantio.” dissi
rivolgendomi al vecchietto.
“Non puoi
lasciarlo andare. Infrangeresti
“Andiamo
Afton, vuoi che la gente creda ad un vecchio che nel giorno di San Marco
afferma con convinzione che i vampiri sono ancora in giro? Lo prenderebbero per
pazzo.” Risposi ridacchiando.
Heidi
stiracchiò un sorriso.
“Vattene.”
Sussurrai tra i denti al vecchio.
“Grazie,
grazie…” mormorò lui buttandosi ai miei piedi.
“Non
supplicarmi, potrei cambiare idea.”
Non fece
neanche a tempo a prendere la macchina fotografica e la valigia che, in preda
al panico, uscì dalla stanza.”
Sentimmo
un grido lacerante.
“Penso
che Chelsea se ne sia occupata.” Ridacchiò mia sorella con la sua voce
infantile.
Stiracchiai
un sorriso e mi volsi verso la ragazza.
Era
bionda con le punte more. I capelli erano riccioli ed era pallida quasi quanto
Jane.
Indossava
un paio di jeans attillati chiari e una maglia nera sbracciata. Aveva un paio
di labbra carnose che sussurravano impercettibilmente parole sconosciute.
Penso
stesse pregando.
Ma la
fede non l’avrebbe portata da nessuna parte.
Mi
avvicinai al suo corpo, poggiando il mio petto sulla sua schiena.
Le
scostai i lunghi capelli dietro le orecchie.
Lei
abbassò gli occhi e giunse le mani formando un pugno.
Sorrisi
compiaciuto mostrando i canini.
Piuttosto
che morderle il collo e le sussurrai all’orecchio.
“Vorresti
che lo facessi?”
Scosse la
testa spaventata.
“Molto
bene. Allora resterai qui, va bene?” chiesi senza aspettare risposta.
Quella
smise di tremare e si bloccò.
L’idea si
uno spuntino a portata di mano era veramente eccitante.
SPAZIO AUTRICE
Salve
a tutti!!! Come va?
Fatemi
sapere se vi piace questa storia anche perché è all’inizio e se devo tornare
sulla “retta via” voglio saperlo al più
presto. Vanno bene anche critiche perché questa è la mia prima storia su
Twilight….
Grazie
a Tutti e BACIONI!!!!
Luciana
Menditegui.