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Autore: Sariel    04/12/2009    5 recensioni
Le mani di Merlin si muovono velocemente, con fretta malcelata, mentre prepara i vestiti per il suo re, mentre gli toglie la veste da notte.
(SPOILERS generale season two)
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: So I'll go, well it's time to start moving on.
Autrice: miss_hale(Sariel on EFP).
Fandom: The adventures of Merlin.
Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin.

Pairing: Arthur/Gwen, slightly Arthur/Merlin.
Rating: G.
Conteggio parole: 475w (Word).
Avvertimenti: SPOILERS generali per la season two, future!fic, hints slash.
Disclaimer: i personaggi citati non appartengono a me, ma alla BBC, che detiene il copyright sulla serie e sui personaggi. Non ci ricavo nulla.
Il titolo è preso da No More Keeping My Feet On the Ground dei Coldplay.
Note: as I said, future!fic. Arthur è re, Merlin è ancora il suo servo. E sì, dopo quasi un mese e mezzo son tornata a scrivere su Merlin. Un pensiero speciale a elyxyz, per le piacevoli conversazioni via mail degli ultimi mesi(e prometto di farmi sentire presto, appena l’uni mi dà un attimo di tregua). Non betata, scusate eventuali errori. Buona lettura.
Riassunto: Le mani di Merlin si muovono velocemente, con fretta malcelata, mentre prepara i vestiti per il suo re, mentre gli toglie la veste da notte.
 
 
SO I’LL GO, WELL IT’S TIME TO START MOVING ON
La felicità di qualcuno può essere il dispiacere di qualcun altro.”
 
E’ giorno di festa a Camelot.
Gli stendardi con lo stemma dei Pendragon adornano anche la città bassa e ondeggiano lentamente al vento che soffia per i vicoli stretti della città.
 
*
 
Nessuno dei due parla, non ce n’è bisogno.
Le mani di Merlin si muovono velocemente, con fretta malcelata, mentre prepara i vestiti per il suo re, mentre gli toglie la veste da notte. I suoi occhi non indugiano sul corpo di Arthur, le sue dita non sfiorano quella pelle che ha imparato a conoscere.
Con una precisione che non ha mai dimostrato di avere e ancora in silenzio, Merlin prepara il suo re - Uther Pendragon giace ormai nella cripta reale da quasi cinque inverni - per quel giorno importante. Importante per il popolo di Camelot, per Arthur, ma non per lui.
Gli occhi iniziano a bruciare e respira profondamente, perché no, non ha intenzione di lasciarsi sfuggire alcuna lacrima, almeno non in presenza di Arthur.
Finisce di allacciargli gli stivali con gesti rapidi, per poi raccogliere le lenzuola da lavare e dirigersi con passi decisi verso la porta, ignorando i passi leggeri che sente dietro di sé.
Una mano del re si stringe attorno alla sua maglia, ma Merlin non si volta. Rimane immobile, aspettando che l’altro dica - o faccia - qualcosa.
Per un attimo sente solo le dita che si muovono piano sulla sua schiena, strofinando il tessuto già liso.
“Devi esserci anche tu.” Soffia Arthur in un sussurro, a qualche centimetro dal suo orecchio, e il suo respiro caldo si infrange contro il suo collo.
L’istinto di Merlin è quello di girarsi e tirargli un pugno, o di urlargli addosso, ma in qualche modo si controlla, concentrando tutta la sua rabbia crescente nelle parole che gli escono dalla bocca.
“Non credo riuscirei a sopportarlo, Sire.” Mormora tagliente, alzando la testa e fissando un punto imprecisato davanti a sé, prima di aprire la pesante porta di legno delle stanze del re. E Arthur non lo ferma, il lembo di maglia scivola via dalle sue dita e la porta si chiude alle spalle di Merlin.
 
*
 
E’ giorno di festa a Camelot.
Nel grande cortile al centro della città, tutti gli occhi sono puntati su Arthur e sulla sua regina, che saluta radiosa il suo popolo. Tutti, eccetto i suoi.
Merlin non riesce a guardare Gwen - la serva di Lady Morgana, colei che Uther non avrebbe mai approvato al fianco di suo figlio - e i suoi occhi rimangono fissi sul re. Un lampo dorato colora le sue iridi e Arthur si irrigidisce e il suo sguardo scatta velocemente fino ad incontrare quello del suo servo.
Il giovane mago prova a sorridere, ma è una smorfia quella che gli appare sul volto. Si volta, abbassando la testa, e si trascina fuori dalla piazza, lasciandosi alle spalle il clamore della folla.
  
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