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Autore: koorime    05/12/2009    6 recensioni
Da quando è arrivata a Konoha, Karin ha fatto interessanti scoperte
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Karin, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per la Criticombola con il prompt numero 60-Dieci giorni fa. La mia tabella è la numero 33.

L’importanza di un sorriso

Karin cammina con indolenza, mettendo un piede davanti all’altro, solo per non fermarsi in mezzo alla strada come un’idiota.

Non ha voglia di andare in alcun luogo preciso, vuole solo camminare e smettere di sentire quei maledetti bisbigli che la perseguitano da quando è arrivata in quel maledetto villaggio. Sbuffa, allungando le braccia verso l’alto e lasciando che lo sguardo ne segua la traiettoria, perdendosi tra le nuvole candide che scivolano pigre sopra di lei.

Le lascia ricadere lungo i fianchi e geme, guardandosi intorno in cerca di qualcosa che l’attrae. Non c’è assolutamente nulla tra quelle mura cittadine che l’attiri e le faccia passare la giornata.

Gira in una di quelle anonime stradine di quel villaggio noioso e si arresta di botto, perdendo quasi l’equilibrio, pur di non scontrarsi con un ragazzino con una lunga sciarpa blu e degli occhialini in testa.

-Konohamaru, sta’ attento!- lo richiama la ragazzina dietro di lui, mentre quello si agita sulle punte per non cadere in avanti e finirle addosso. Il ragazzo, quel Konohamaru, alza gli occhi su di lei, impettendosi, inchinandosi e fuggendo via, mischiando le scuse con qualcosa che ha a che fare con il diventare Hokage.

Karin lo guarda filare via insieme alla ragazzina e a un altro con il moccio al naso, che gli fa presente che non potrà diventare Hokage finché non lo sarà diventato Naruto-kun.

Solo in quel momento lei sbuffa e alza gli occhi al cielo, borbottando contro quel maledetto Naruto Uzumaki e l’influenza che sembra avere in quel villaggio.

Dopotutto è stato solo dieci giorni prima che Karin ha scoperto quanto la costanza di quel giovane ninja possa fare la differenza tra le persone che lo conoscono.

Non riesce a trattenere un sorriso quando si rende conto di essere proprio allo stesso incrocio...

***Dieci giorni prima***

-Hai sentito?-

-Sì, pare che l’ultimo degli Uchiha sia tornato a Konoha.-

-Davvero? Ma quando?-

-Dieci giorni fa.-

-Ma non aveva tradito il villaggio per schierarsi con Orochimaru?-

-Sì, ma pare che...-

Karin ignorò le voci che si alternavano al suo passaggio, tutte sul ritorno di Sasuke al Villaggio segreto della Foglia e la conseguente decisione del Team Hebi di seguirlo.

Dopotutto lei non aveva avuto alcuna intenzione di abbandonare Sasuke e i sentimenti che aveva per lui, tanto quanto Suigetsu e Juugo, e quest’ultimo ormai aveva preso l’abitudine di seguire l’Uchiha dovunque andasse, pur di essere sicuro che non gli succedesse nulla.

Come se potesse davvero succedere qualcosa a Sasuke Uchiha.

Ormai erano dieci giorni che avevano varcato le porte di Konoha e Karin cominciava ad annoiarsi, non avendo nulla da fare. Soprattutto visto che Sasuke era quasi irreperibile.

E dire che vivevano insieme!

La kunoichi si lasciò sfuggire uno squittio felice al pensiero di essere praticamente la donna di Sasuke e di viverci assieme, come nella più classica delle storie d’amore. Se solo Suigetsu e Juugo non fossero stati sempre tra i piedi!

Già non riusciva a stare molto tempo con Sasuke, se poi quel poco che le era concesso era interrotto continuamente da quei due, la percentuale di successo del suo piano di conquista calava drasticamente.

Sbuffò, guardandosi intorno sconsolata.

Erano quasi due ore che girava alla ricerca di Sasuke, ma quel maledetto aveva occultato persino il suo chakra per chissà quale assurdo motivo. Sospirò, stringendosi le braccia sotto il seno e svoltando nell’ennesima strada monotona di quel villaggio monotono, e si scontrò con qualcuno di muscoloso e rosa.

-Ehi! Guarda dove...-

Karin sbatté le palpebre, incontrando un viso femminile.

-Guarda tu dove vai!- sbottò Sakura di riflesso, prima di indicarla con l’indice e dire –Ehi, tu sei... Karin, giusto? Sei arrivata al villaggio con Sasuke, mi ricordo di te.-

La rossa annuì appena, fissandole il corpo troppo muscoloso per essere quello di una donna. Ed era pure solido, accidenti.

-Io sono Sakura Haruno. Sono una vecchia amica di Sasuke.- La giovane le sorrise, ma lei la ignorò bellamente e continuò a guardarsi in giro, ancora in cerca dell’Uchiha.

-Sasuke non mi ha mai parlato di te. Non credo neanche si ricordi che esisti.-

Per un attimo, Karin registrò uno sbalzo nel flusso chakrale della kunoichi, ma quando si voltò a guardarla quella sorrideva e l’anomalia era sparita, quindi non vi diede peso.

-Ti va un tè, vero?- chiese la shinobi della Foglia all’improvviso e, senza aspettare risposta, le afferrò il polso cominciando a trascinarla verso una destinazione ignota. Karin cercò di fare resistenza ma, dannazione, quella tipa aveva una forza assurda e la sballottava da una strada all’altra senza alcuna fatica, nonostante lei continuasse a sbraitare di lasciarla andare, che aveva cose da fare, non poteva perdere tempo con lei, doveva trovare...

-Non troverai mai Sasuke, fidati.-

La interruppe Sakura con un sorriso, spingendola in un locale e poi a un tavolo, prendendo posto accanto a lei. Karin si guardò intorno imbronciata per essere stata portata lì come una bambolina di pezza e imbarazzata perché la ragazza aveva capito subito qual era la sua intenzione per quel giorno. Come per tutti gli altri giorni, dopotutto.

-Non capisco di cosa tu stia parlando.- rispose comunque, giusto per tenere la maschera.

Sakura sorrise e questa volta fu un sorriso vero e anche un po’ intenerito, che la fece arrossire ancora un po’, facendola sentire una mocciosetta beccata a fare l’adulta, e costringendola a nascondersi dietro l’atto di aggiustarsi gli occhiali sul naso per mettere a fuoco la stanza.

C’erano poche persone oltre lei, soprattutto viandanti, a giudicare dai mantelli impolverati che indossavano e gli ampi cappelli poggiati accanto alle panche. Ma c’erano anche vari shinobi, intenti a prendersi una pausa dagli incarichi giornalieri, a chiacchierare e bere un po’ di tè, mangiando qualche biscotto per stemperare la fame.

Sakura continuava a guardarla in silenzio e lei sbuffò spazientita, trincerandosi dietro le sue braccia esili strette contro il petto, continuando a vagare di tavolo in tavolo in cerca di qualche indizio, magari per capire dove si fosse cacciato Sasuke.

Già, come se fosse così semplice.

-Karin, ascoltami, sarò diretta: devi scordarti Sasuke.-

La rossa voltò il viso con gli occhi sgranati, decisamente presa in contropiede dalla piega che il discorso stava prendendo.

-Scusa?-

Sakura sorrise e fece un cenno vago alla cameriera che aveva portato le loro ordinazioni, e continuò tenendo il tono di voce basso:

-Lo so che hai una cotta per Sasuke. È evidente. E anche scontato, se vogliamo dirla tutta.- Ridacchiò e chiuse le mani attorno alla tazza di ceramica, con un sospiro -Ma, ascoltami, non c’è futuro per il tuo sentimento. Non sei tu la persona per lui.-

Karin non negò nulla, era inutile e anche abbastanza ridicolo arrivati a quel punto, ma inarcò un sopracciglio, in un’imitazione molto buona dell’unica espressione facciale di Sasuke, consapevolezza che fece morde un labbro all’altra per non ridere.

-Ah, ma davvero? E chi lo sarebbe? Tu?-

Sakura inarcò entrambe le sopracciglia, sorpresa, e scosse la testa in diniego, lasciando andare la risata, divertita.

-Oh, no, assolutamente! Io ho abbandonato le speranze in quella direzione un po’ di tempo fa.- Fece ruotare la tazza tra i suoi palmi e sorrise al liquido ambrato, persa nei suoi pensieri. Karin la osservò attentamente, chiedendosi come potesse quel corpo così piccolo contenere tutto quel chakra, come potesse sopportarlo senza venirne schiacciata.

-È sempre stato sotto gli occhi di tutti, ma nessuno si è mai curato di guardare prima d’ora.-

-Di che stai parlando?-

-Dei sentimenti di Sasuke.-

Karin la guardò confusa e Sakura sorrise nostalgica al nulla, prima di rimetterla a fuoco e sorridere a lei.

-Non capisco.-

-Finisci il tuo tè e te lo mostrerò.-

-Ma...-

-E’ una giornata fredda, il tè ci scalderà.-

Il tè l’avevano finito in silenzio, e sempre in silenzio erano uscite e si erano incamminate verso una destinazione nuovamente sconosciuta a Karin. Ma questa volta, la giovane seguì Sakura senza dover essere trascinata di peso, curiosa di capire e vederci chiaro nei sentimenti di Sasuke. Dopotutto dovevano esistere, no?

Per tutto il tragitto non parlarono, limitandosi a camminare una di fianco a l’altra, con Karin che la osservava e si chiedeva se davvero quella giovane donna sapesse dove si trovasse l’Uchiha. Quando si arrestò, lei per poco non le finì addosso, presa com’era dall’osservare il sorriso vittorioso che le era spuntato sulle labbra.

Voltò il viso, seguendo la linea del dito che indicava un chiosco di ramen su cui capeggiava la scritta Ichiraku. Dentro, seduto su uno degli sgabelli, riconobbe l’ampia schiena di Sasuke, avvolta nel kimono bianco con il simbolo della sua casata.

-Ma come...-

-Conosco abbastanza Naruto da sapere dove cercarlo.- rispose Sakura, facendole notare solo in quel momento la presenza di una seconda persona accanto a Sasuke.

-È quell’Uzumaki...-

-Di lui Sasuke ne ha parlato, vero?-

Il tono ironico la fece imbronciare perché sì, dannazione, Sasuke ne aveva parlato eccome di quel tipo, neanche fosse questa gran forza!

... okay, aveva un chakra decisamente particolare, sembrava quasi che ce ne fossero due nel suo corpo, ma questo non voleva certo dire che fosse un gran ninja! E Sasuke parlava solo di grandi ninja! Dopotutto era stato ossessionato da suo fratello per un’intera vita, e Itachi Uchiha era davvero un grande ninja.

E allora perché?

Perché Sasuke sembrava così rilassato in presenza di quel ragazzo? Per quale motivo non lo cacciava ma lo trattava invece da amico, neanche fosse lei, Suigetsu o Juugo.

-Non capisco- sussurrò, più a sé stessa che alla ragazza con lei, la quale però ridacchiò e scrollò le spalle.

-Neanche io riuscivo a capire all’inizio. Perché lo preferisce a me? Perché ci tiene così tanto a lui? Perché non tiene così anche a me?- Sakura sorrise nostalgica continuando a guardare i due ragazzi accettare le ciotole di ramen e mangiare, augurandosi buon appetito. -Ho passato ore a chiedermelo senza trovare una risposta. E poi, finalmente, ho capito. -

Karin non rispose, non le chiese cosa avesse capito né come. Semplicemente ritornò con gli occhi sul ragazzo di cui era innamorata, che seguiva come un capo e stimava come ninja, e sgranò gli occhi. Naruto si sporse oltre il braccio del compagno e gli rubò una rotellina di naruto dalla ciotola, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del moro, ma nulla di più. Karin si chiese da quando a Sasuke Uchiha non infastidisse l’essere toccato in quel modo e soprattutto durante un pasto. Lui che aveva orrore di qualunque contatto fisico non inerente uno scontro.

Dunque era davvero così importante quel Naruto Uzumaki? Era davvero così speciale?

Karin guardò l’interessato e non riuscì a trovarci nulla di fuori dal normale, se non quel fastidiosissimo sorriso perenne. Che avesse poi da sorridere tanto, lei davvero non lo comprendeva.

-Non capisco. Perché mi stai dicendo tutto questo?-

-Perché mi ricordi me stessa qualche anno fa.-

Un gruppetto di ragazzi si avvicinò all’Ichiraku e Naruto e Sasuke furono investiti dalla cacofonia dei saluti, appena prima che cominciassero le prese in giro a discapito del biondo. Karin lo vide scattare in piedi, rosso in viso, che sbraitava contro un ragazzo dai capelli castani, due segni rossi sulle guance e un ghignetto a mostrare i canini appuntiti, proprio nel momento in cui giungevano anche Suigetsu e Juugo. Il grosso cane bianco accanto al ragazzo dagli strani disegni sulle guance si avvicinò guardingo all’ultimo, annusandolo curioso e subito cominciando a scodinzolare, guadagnandosi qualche sgrattino da Juugo. Ma Karin neanche li vide, troppo presa dal registrare il sopracciglio inarcato di Suigetsu e il motivo per tale sorpresa: il sorriso di Sasuke.

Era appena accennato, è vero, ma c’era. Era lì e anche Juugo l’aveva notato a giudicare dal sorrisino che persisteva sulle sue labbra mentre continuava a coccolare il grosso cagnone.

Sasuke guardava Naruto sbraitare e rispondere a tono a ogni parola dell’altro ragazzo e sorrideva.

Era una verità abbastanza difficile da accettare, abituata com’era lei a concepire Sasuke come un essere non dotato di emozioni che non fossero vendetta e voglia di farsi valere. Eppure, Sasuke Uchiha stava sorridendo, davanti a parecchi testimoni, per giunta.

Karin sentì appena la risatina trattenuta di Sakura, accanto a lei, concentrata com’era dal guardare Naruto voltarsi verso Sasuke e rispondergli con un ghignetto. Neanche fosse consapevole di quanto quel sorriso appena accennato fosse prezioso.

Sakura la riscosse dal suo turbine di pensieri e la prese per un polso, trascinandola fino all’altro lato della strada, dove quel bizzarro gruppo di ninja cercava di amalgamarsi nonostante le differenze.

Mentre Sakura salutava sorridente e si presentava ai due compagni di Sasuke che ancora non la conoscevano, Karin pensò che, forse, se erano tutti lì un motivo doveva esserci. Se Sasuke non si era ancora alzato e allontanato per rinchiudersi nella sua solitudine un motivo valido doveva esserci.

E forse era davvero da ricercare nei sorrisi di quell’Uzumaki.

   
 
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