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Autore: madamina    05/12/2009    7 recensioni
La famiglia Cullen si riunisce, Rosalie ha finalmente coronato il suo sogno di diventare madre, di avere un figlio suo e di Emmett.
Ma allora cos'è l'ombra di tristezza che avvolge tutta la famiglia tranne la bellissima Rosalie, tutta presa dal fagottino che stringe tra le braccia?
Cosa tormenta Renesmee?
Una one shot ambientata dopo la fine di Breaking Dawn.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Rosalie Hale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Sweet Obsession

Sweet Obsession


Erano quasi arrivati, ormai la foresta sulle loro teste si andava diradando e qualche timido raggio di sole di tanto in tanto si infrangeva sulla loro pelle, riflettendo tutto intorno tantissimi arcobaleni. Gli alberi che li circondavano filtravano la luce e donavano alla scena un'atmosfera surreale, come se fosse vista attraverso delle lenti verdi.
L'umidità era a livelli insopportabili per un comune essere umano, ma i Cullen non avevano questo problema, essendo dei vampiri. Vegetariani ma pur sempre dei vampiri. Ed anche il licantropo che li accompagnava non aveva nessuna difficoltà a farsi strada tra la vegetazione.
Nonostante la lunga distanza percorsa correndo, non sentivano minimamente la fatica, anzi continuavano con i loro movimenti sinuosi ed eleganti a farsi largo senza nessun problema. Un normale essere umano anche con un machete molto affilato avrebbe impiegato ore per avanzare solo di qualche metro in quel groviglio di tronchi, liane e mangrovie.
Rallentarono la loro marcia solo quando sentirono il lieve gorgoglio dell'acqua del fiume che placidamente scorreva vicino al campo dove erano diretti. Ormai conoscevano abbastanza bene l'ambiente, perché purtroppo era parecchio tempo che ripetevano quel viaggio. Ma loro erano una famiglia e non potevano abbandonare i loro fratelli, per quanto la visita fosse ogni volta straziante.
Camminando poterono finalmente percepire la natura che li circondava. Ora che la foresta si diradava, qualche raggio di sole filtrava tra le fronde e andava a baciare il terreno bruno-rossiccio coperto da un morbido tappeto di foglie che frusciava leggermente sotto i loro passi delicati. Anche le zampe del lupo sembravano accarezzare quel morbido cuscino, muovendosi con grazia nonostante la sua corporatura. L'aria era carica di umidità e pesante e portava con sé tutti i profumi della natura, le resine che pigramente colavano lungo i tronchi con i loro colori ambrati, gli aromi dolciastri o pungenti dei fiori coloratissimi, l'odore a volte soffocante delle foglie in decomposizione, l'essenza delicata del legno proveniente da qualche ramo spezzato.
Subito tutti i membri del gruppo si misero in ascolto per captare qualche eventuale rumore provenire dal campo, ma apparentemente era tutto calmo. Sentivano solo il fruscio delle fronde e lo scorrere dell'acqua che faceva da dolce sottofondo ai richiami degli animali che vivevano sugli alberi, quasi totalmente ignari di ciò che succedeva a terra qualche metro più in basso. E mentre i raggi di sole formavano dei coni di luce enfatizzati dal pulviscolo che rifletteva il forte sole del mattino, gli uccelli multicolori cantavano a squarciagola i loro richiami, emettevano i loro versi armoniosi formando una musica di pace e di equilibrio. Anche il morbido tappeto di foglie rendeva l'idea del caldo abbraccio in cui la natura li stava stringendo, un abbraccio di vita, per coloro che in vita non sono più. Solo il lupo si sentiva parte di quel mondo, ma non i Cullen, che con il freddo dei loro corpi ed il pallore della loro pelle contrastavano nettamente con quel posto brulicante di vita. 
Finalmente davanti a loro comparve la figura imponente di Emmett che li guardò tutti con affetto. La sua famiglia era venuta a trovarlo. La sua famiglia era lì per lui. La sua famiglia era lì per stargli vicino per dimostrargli tutto l'amore che provava per lui. La sua famiglia era lì anche per Lei.
Alice corse rapidamente verso di lui e gli saltò al collo stringendolo forte. 
"Emmett, fratellone, da quanto tempo!". Se avesse potuto Alice in quel momento avrebbe pianto tutte le sue lacrime. Gli mancava davvero tanto il suo fratellone ma non ci poteva fare assolutamente nulla, se non accettare lo stato delle cose e cercare di stare più vicino che poteva al suo fratello orso.
"Ciao Alice, la mia folle nanetta" le rispose sorridendo.
Poi fu il turno di Bella che abbracciò stretto Emmett alla vita, dato che il ragazzo era di parecchio più alto di lei e di mettergli le braccia al collo non se ne parlava proprio.
"Emmett" disse solo in un sussurro commosso.
"Bella" rispose lui con affetto carezzandole dolcemente la schiena.
Poi toccò a Renesmee trovare posto tra le braccia del vampiro gigante. Lei dalla corporatura minuta quasi scomparve, avvolta da quel corpo così potente ma che per lei aveva dimostrato sempre solo affetto. Renesmee non disse nulla ma le lacrime furtive che scivolarono lungo le sue guance rendevano superflua qualsiasi parola.
Jasper si avvicinò silenziosamente al fratello e gli strinse con vigore la mano cercando di trasmettere attraverso quel contatto quanto gli fosse vicino in quel momento così difficile.
"Ciao fratello" gli disse semplicemente.
"Benvenuto Jazz".
Era sempre stato un tipo schivo e le manifestazioni di affetto non erano mai state il suo forte e soprattutto le forti emozioni di dolore degli altri lo portavano a chiudersi ancora più in sé stesso per non soffrire più del necessario per quella situazione assurda.
Poi fu il turno di Edward, che strinse la mano forte del fratello e gli diede una vigorosa pacca sulla spalla. Con lui le parole erano inutili, visto che poteva percepire direttamente i pensieri, ma il suo dono era del tutto inutile visto che i pensieri di Emmett erano chiaramente leggibili da tutti nei suoi occhi dorati dominati da una profonda tristezza.
"Lo so, fratello, lo so. Ma almeno adesso lei è felice. Devi essere forte per lei".
E con un ultimo sguardo si staccò da lui.
Curioso fu il saluto con Jacob, finalmente tornato in forma umana, che si avvicinò tendendogli la mano, che fu volutamente evitata, per stringerlo in un abbraccio che di affettuoso non aveva nulla ma anzi aveva il sapore della sfida a chi era il più forte.
Incurante della morsa stritolatrice in cui era bloccato, Jacob ricambiò la stretta a sua volta, usando tutta la forza che aveva in quel suo corpo a volte selvaggio.
E quando Emmett ebbe finito di sfogare tutta la sua frustrazione per la situazione che lo vedeva suo malgrado protagonista, insieme a quello che ormai considerava uno di famiglia, un fratello, lo lasciò andare con un semplice "Grazie" sussurrato.
"Quando vuoi bestione" gli rispose il ragazzo con uno sguardo serio.
Esme si avvicinò al figlio e lo strinse con una abbraccio delicato e pieno di amore.
"Mi sei mancato Emmett, mi siete mancati tutti e due" disse con la voce rotta dai singhiozzi che però non trovarono sfogo in un pianto liberatorio.
"Lo so mamma, anche tu" le rispose con amore stringendola in un abbraccio carico di affetto, carezzandole la schiena con la sua mano.
L'ultimo a salutarlo fu Carlisle, che si avvicinò tendendogli la mano e poi con il braccio libero lo racchiuse in un abbraccio paterno, in cui Emmett si rifugiò nonostante la sua corporatura fosse decisamente più robusta di quella del padre.
"Come sta?" gli chiese poi quando di staccarono.
"Come al solito. Non migliora e non peggiora. Resta lì ferma nel suo mondo, bloccata per l'eternità nel suo sogno che si è realizzato".
Carlisle annuì e poi chiese al figlio di fargli strada.
Camminarono poco, il campo era lì vicino e ad accoglierli trovarono Zafrina.
Fu proprio Carlisle a parlarle.
"Ti ringrazio di cuore per tutto quello che fate, tu e le tue sorelle per la mia famiglia. Per noi significa davvero molto" le disse con tono ricolmo di gratitudine.
"Non ti preoccupare, per noi non è assolutamente un disturbo. Siete sempre nostri graditi ospiti, e poi così ho l'occasione di passare di tanto in tanto un po' di tempo con la cara Renesmee".
Detto questo Zafrina si avvicinò alla ragazza e la strinse in un abbraccio affettuoso, quasi materno, che fu subito ricambiato con entusiamo.
"Venite, è da questa parte" disse poi facendosi largo per il campo e guidando i suoi ospiti.
Avanzò sicura attraverso alcune tende che costituivano l'accampamento del Clan delle Amazzoni, fino ad arrivare davanti ad una piccola casetta di legno e pietra, sbiadita dal tempo e colorata da ciuffi di muschio che crescevano qua e là. Era piccola ma accogliente, esprimeva l'idea di famiglia, dava una sensazione di calore e di accoglienza. Si vedeva che era permeata di amore.
Zafrina si fermò nel piccolo spiazzo antistante, guardando i Cullen attraversare prima la verandina e poi varcare la soglia dell'abitazione.
L'interno era semplice ma accogliente. Niente a che vedere col lusso a cui era abituata la famiglia di vampiri. Si trovarono subito nel salone rustico, arredato come una baita di montagna nonostante il contesto fosse completamente diverso, ma la padrona di casa aveva voluto così, ed Emmett non aveva avuto cuore di opporsi. D'altronde quale problema avrebbe potuto comportare avere un caminetto in pietra nel cuore della foresta pluviale? Era solo un modo come un mobile come un altro su cui appoggiare le foto delle persone care.
Ed in effetti guardandosi intorno se non si teneva conto del caldo afoso che opprimeva i presenti, si sarebbe tranquillamente potuto pensare di trovarsi in una graziosa baita di montagna.
Sul divano una donna bionda stava seduta dando le spalle alla porta, tutta intenta a rimirare qualcosa che teneva tra le braccia e cullava con amore. Non appena percepì l'arrivo degli ospiti si voltò. Rosalie si aprì in un sorriso magnifico vedendo davanti a sé la sua famiglia di nuovo riunita. 
Si alzò e si diresse verso di loro stringendo a sé un fagottino rosa.
Le sorelle e la madre la abbracciarono delicatamente. Solo Renesmee rimase discosta e si avvicinò solo quando Rosalie la chiamò con un sorriso dolcissimo sulle labbra.
"Ehi piccola, non vieni a salutare tua zia e la tua cuginetta?".
"Ma certo" rispose titubante la ragazza avvicinandosi timorosa. Abbracciò delicatamente la zia ed il fagottino che teneva tra le braccia ma il suo tocco leggero durò solo alcuni secondi perché si allontanò subito ritirandosi in un angolo appartato della stanza. Quei momenti la mettevano sempre a disagio, visto che sapeva di essere stata lei la causa scatenante di tutto.
Jasper si avvicinò e le riservò un sorriso colmo di affetto, sentendo per empatia le forti emozioni di Rosalie che stringeva tra le braccia sua figlia. La piccola Heavenly, che era stato letteralmente un dono del cielo, figlia sua e di Emmett. Dopo Renesmee il miracolo della maternità si era ripetuto ancora in casa Cullen.
Jasper strinse delicatamente la sorella, attento a non schiacciare la bimba, cercando di infonderle tutto l'amore fraterno che sentiva in quel momento, il senso di protezione e la sua partecipazione per quella gioia inaspettata per un vampiro, che era la maternità.
Edward lesse nei suoi pensieri la felicità incontenibile di Rosalie e le sorrise con affetto ma senza avvicinarsi, andandosi a posizionarsi vicino a Renesmee per cingerle le spalle con un braccio. Era suo padre e capiva benissimo quando soffriva. E le sue intuizioni vennero confermate quando Nessie prese tra le sue mani quella del padre, trasmettendogli tutto il dispiacere per quella situazione. A voce bassissima Edward la ricuorò.
"Non è colpa tua Nessie, non avresti potuto fare niente per evitarlo. L'impossibilità di una maternità per Rosalie è sempre stata fonte di grande sofferenza. E invece guardala adesso, è finalmente felice, ha ottenuto quello che ha sognato durante la sua breve vita e per tutta la sua lunghissima non vita…"
"Si, ma a quale prezzo? La famiglia si è dovuta separare…" disse con un singhiozzio malamente represso.
"Ti sbagli, la famiglia non è mai stata più unita di così. Forse saremo lontani e non possiamo vederci più tutti i giorni come una volta, ma siamo insieme qui dentro – le disse carezzandole il petto nel punto in cui il suo cuore batteva una triste marcia – e questa è la cosa che conta di più. Guardala, osserva la luce che ha negli occhi. Puoi davvero dispiacerti per quello che è accaduto?".
La ragazza guardò sua zia e vide la felicità mentre cullava tra le braccia quel tenero fagottino avvolto con cura nella copertina rosa. Per Rose, Heavenly era stata un dono del cielo. Poi però vide accanto alla porta Emmett che guardava la sua sposa con amore ma anche con tristezza. Per lui invece la situazione non era così felice. Per stare accanto alla sua eterna compagna aveva rinunciato a tutto. 
"So a cosa stai pensando, ma pensi davvero che l'avrebbe lasciata da sola a soffrire e ad affrontare il peso di tutto questo? Ormai lo scopo della sua eterna non vita è Rosalie con tutto ciò che questo comporta. Credimi per Emmett il resto non conta nulla se non può vedere la gioia negli occhi di Rose".
Renesmee si tranquillizzò, questo lo percepì anche Edward attraverso il contatto che aveva ancora con la figlia, ma la profonda tristezza che la pervadeva ogni volta davanti a quella scena non ne voleva sapere di abbandonarla. Decise quindi di uscire all'aria aperta. Si scusò con gli altri e poi varcò la porta di casa, determinata a non rientrarvi più per tutto il resto della visita. Si sentiva soffocare davanti a tutta quella finzione. Non sopportava la vista di Emmett che guardava con amore sua moglie Rosalie ed il fagottino che stringeva tra le braccia, senza scorgere rancore o rabbia nei suoi confronti. Se lo meritava quel risentimento, eppure nessuno sembrava capire il suo stato d'animo, nessuno cercava di comprenderla. 
Uscita sulla veranda illuminata dal sole, grazie alla cura con cui Emmett tagliava i rami degli alberi che osavano fare ombra sulla sua casa, vide che sul divanetto di vimini era seduta Zafrina. Vedendola arrivare le rivolse un sorriso affettuoso ed allargò le braccia in un chiaro invito a sedersi accanto a lei e farsi abbracciare, cosa che prontamente Renesmee fece, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, che frenava ormai da troppe ore. Solo quando si fu calmata trovò finalmente il coraggio di alzare le sue iridi nocciola e fissarle in quelle cremisi della vampira.
"Grazie Zafrina, senza di te questa situazione sarebbe molto più pesante di quanto già non sia" disse con la testa ancora appoggiata al petto della vampira.
"Tranquilla Nessie. Continui ad incolparti per una cosa con cui tu non c'entri davvero nulla. E non mi dire che non capisco – la azzittì quando vide che stava per ribattere –Credimi invece se ti dico che capisco molto più di te. Conosco Rosalie da molto prima che tu nascessi, e nella sua vita, per quanto amore le possano aver dato tutti, in particolare Emmett, è sempre mancato qualcosa, una luce che finalmente ha trovato, insieme alla sua serenità. Emm è un ragazzo forte ed ha accettato di buon grado questa situazione, anche se questo significa vivere lontano da voi".
"Ma c'è qualche speranza che prima o poi possa tornare a casa? Che tutto possa tornare come prima?"
Zafrina le carezzò la testa con affetto e nel suo sguardo passò un'ombra di tristezza.
"Vedi Nessie, noi siamo vampiri, e nei vampiri i mutamenti sono rari ed eterni. Questo suo stato non cesserà mai se non con la morte".
"Quindi tu…"
"Si, io le dovrò stare vicina per sempre, per far si che il sogno che sta vivendo non abbia fine".
Renesmee riprese a piangere e stringendo la mano dell'amica le trasmise tutti i suoi ricordi di come era cominciata quella vicenda, che aveva portato a quella situazione senza uscita.
Le mostrò di come Rosalie, all'inizio entusiasta ed amorevole con lei, che rappresentava quanto di più vicino ad una figlia avrebbe mai potuto avere, si era pian piano chiusa in sé escludendo tutti, anche suo marito Emmett, fino a diventare aggressiva nei confronti di chi tentava di violare la bolla in cui si era volontariamente rinchiusa.
Jasper sondando le sue emozioni aveva percepito un dolore tanto forte da sembrare solido, travolgente come l'onda di uno tsunami.
Edward era riuscito delle rare volte a penetrare nel muro di sofferenza che Rose aveva posto a protezione dei suoi pensieri, ed aveva visto un'immagine che tormentava la sorella ed attorno a cui ruotava ormai il suo essere. Lei con in braccio un bambino tutto suo.
Da lì il passo verso la follia era stato davvero breve ed infatti nel giro di pochissimo tempo aveva smesso di nutrirsi, permettendo ai suoi occhi di diventare neri come il carbone, e alla sua brama di sangue di essere il cardine del suo mondo. Aveva iniziato a vivere di puro istinto, forse per non dover più fare i conti con la sua mente martoriata dal dispiacere e dal dolore che la vista di Renesmee, tutto ciò che lei non avrebbe mai potuto avere, le procurava.
Renesmee continuò a narrare i propri ricordi a Zafrina, mostrandole come Carlisle durante una riunione di famiglia propose di portare Rosalie dalle Amazzoni per farle vivere l'esperienza della maternità nella speranza che questo le avrebbe finalmente restituito la pace.
Ed infatti così era stato, questo lo ricordava anche Zafrina. L'arrivo dei Cullen, il racconto di ciò che era successo e la strana richiesta di far vivere a Rosalie temporaneamente l'illusione della maternità. Il sorriso felice di Rose durante l'esperimento.
Ma qualcosa era andato storto rispetto alle previsioni di Carlisle. 
Quando le illusioni che le aveva indotto Zafrina cessarono, il mondo di Rosalie di frantumò, il dolore che provò fu tale che quasi dilaniò il suo essere, ed insieme quello di Emmett che la amava più della sua stessa vita.
Rose si sentiva come se le avessero strappato un pezzo della sua anima. Per breve tempo aveva toccato il paradiso per poi esserne brutalmente scacciata. Era impazzita di dolore, ed aveva attaccato tutti quelli che le si erano avvicinati per calmarla. Era dovuto intervenire Jasper esercitando al massimo il suo potere su di lei ma senza nessun risultato, se non quello che l'onda di dolore aveva travolto anche lui facendolo quasi impazzire. Era stato Emmett, il più forte tra loro, a bloccarla e in seguito a ferirla gravemente, prima che in un raptus di follia uccidesse qualcuno.
E così le Amazzoni, impietosite da quella situazione, offrirono ospitalità a Rosalie ed Emmett, decidendo che avrebbero tenuto per sempre la ragazza con loro, facendole vivere in eterno quella illusione di felicità grazie al potere di Zafrina.
"Nessie, credimi so quello che provi, ma la colpa non è affatto tua. Nessuno ha colpa in questa storia, se non il mostro che ha tolto la vita a Rose tantissimo tempo fa, negandole i suoi sogni. Forse tu sei stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma ricordati che prima che arrivassi tu quel vaso era già colmo di tante altre gocce. Quindi invece di soffrire ogni volta che vieni qui e la vedi così, in preda ad illusione, guardala invece finalmente felice vivere il suo sogno. Forse era destino che finisse così, e tu allora hai solo accelerato i tempi donandole prima di quanto previsto, il suo angolo di serenità.
Renesmee sciolse l'abbraccio con la vampira e si voltò verso la sua famiglia che la guardava preoccupata dalla soglia di casa, mentre ancora un'ultima lacrima le scendeva lungo la guancia.
Fu proprio Rosalie, affidando per un istante la loro piccola a suo marito Emmett, ad inginocchiarsi davanti a lei e sfiorandole delicatamente la guancia, ad asciugare la stilla salata. La guardò intensamente negli occhi per poi rialzarsi invitando la nipote a fare altrettanto avendola presa per le mani. Renesmee fu attentissima a focalizzare l'attenzione solo sul loro contatto, per non tradire i suoi pensieri ed i suoi ricordi.
"Nessie, piccola mia, che cosa c'è che ti turba così tanto?" le chiese baciandole con amore la testa.
Renesmee la guardò intensamente nei suoi occhi dorati e tutto quello che vi scorse fu la preoccupazione per lei, vedendola così addolorata, ma dietro vi era tutta la felicità che vivere quell'illusione le aveva donato. Ed anche il suo animo trovò la serenità.
Chiuse i suoi sensi di colpa in un cassettino della sua mente, serrandolo per non aprirlo mai più. Da quel momento avrebbe aspettato di rivedere la zia non con angoscia, ma con trepidazione per poter di nuovo scorgere quel sorriso sereno e beato sul viso della bellissima vampira che ora era illuminato di una nuova luce anche se effimera.
Decise di portare con sé quella gioia ed infatti corse in casa a recuperare la macchina fotografica di Emmett e chiese a Kate di fare una foto alla sua famiglia e a Zafrina, l'artefice di quella ritrovata serenità.
Tutti si disposero per scattare quella foto. Alice, Renesmee e Bella davanti ai loro compagni che le abbracciavano da dietro, esprimendo con lo sguardo tutto il loro amore. Al centro della foto, stavano abbracciati Emmett e Rosalie, alla cui destra stava Zafrina, che guardava alla bionda vampira con affetto.
Tra le braccia di Rosalie un tenero fagottino rosa dentro cui era avvolta una bellissima bambola di porcellana con le labbra a cuoricino rosse e gli occhi dorati.

                                                                                                                                                 

madamina's space: innanzitutto ringrazio tutti voi che siete arrivati fin qui a leggere. Questa è la prima volta che mi cimento con il fandom di Twilight e spero di aver scritto qualcosa di almeno decoroso. Non so da dove sia venuta questa idea, forse dalla voglia di regalare a Rose un po' di vera felicità, anche se attraverso l'illusione. Ma in fondo chi di noi non si è mai rifugiato nel suo mondo?
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini negli ultimi mesi, che sono stati forse i più difficili della mia vita, in particolare il mio Gryffindor Prince ed il Dark Lord che ormai considero un fratello. Ad entrambi un abbraccio fortissimo.
E poi come non dimenticare tutti coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio nelle altre ff che ho scritto? Grazie a chi ha letto, commentato, segnato come preferito o seguito i miei deliri, ma soprattutto chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.
E anche in questo caso ci terrei a sapere cosa pensate di questa one-shot, perché essendo nuova di questo fandom vorrei avere dei consigli e dei pareri.
Un saluto a tutti voi, madamina.

Disclaimer: i personaggi citati non mi appartengono, ad eccezione di Heavenly, ma sono di proprietà di Stepheny Meyer, autrice della saga di Twilight. La storia non è scritta a scopo di lucro.

  
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