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Autore: Meissa    06/12/2009    3 recensioni
James e Lily sono in primo piano, abbracciati: la coppia. Dietro c’è lui, più alto, le mani sulle loro spalle con fare protettivo: l’amico.
Ed è giusto così.

Sirius Black, Lily Evans, Sirius/Lily.
Partecipante al concorso "And they didn't live happily aver after" indetto da Claheaven e Anfimissi.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Non-Storia di un Non-Amore'
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Autore: Meissa
Titolo: Fairytale gone bad
Genere: Malinconico, drammatico
Rating: Verde
Personaggi: Sirius Black, Lily Evans Sirius/Lily
Uso beta reading: No, secondo regole di concorso
Introduzione: James e Lily sono in primo piano, abbracciati: la coppia. Dietro c’è lui, più alto, le mani sulle loro spalle con fare protettivo: l’amico.
Ed è giusto così.

Sirius Black, Lily Evans, Sirius/Lily.
Partecipante al concorso "And they didn't live happily aver after" indetto da Claheaven e Anfimissi.
Note dell'Autore: Questa storia ha partecipato al contest “And they didn’t live happily ever after” indetto da Claheaven e Anfimissi, al link trovate tutto, storie, bando, giudizi. Ringrazio le giudici per il modo in cui hanno gestito il concorso, un’organizzazione perfetta, e per i giudizi così dettagliati e precisi che hanno dato alle fan fiction in gara. Da parte mia mi sento in dovere di scusarmi con loro per gli errori presenti nella storia, perché da parte mia lo ritengo davvero imperdonabile, sembra quasi dire che non me ne frega un tubo di quello che ho scritto e per me non è così. Ringrazio per i complimenti per il modo in cui ho trattato Sirius, è il mio personaggio preferito, sapere di non aver completamente delirato non può non farmi piacere ^^ Mi scuso anche per aver inviato una storia in cui Lily il comportamento di Lily appare abbastanza lunatico e incoerente, immagino che sia molto più comprensibile il tutto per persone che hanno letto altre mie storie riguardo loro due o che sono state torturate dalla sottoscritta riguardo alla loro relazione/non relazione. Quindi mi spiace di non esser riuscita a far capire dalla storia tutte le mie pare mentali su questi due, appare ovvio che a me è tutto chiarissimo, ma per chi non la pensa come me o non ha mai sentito una spiegazione a riguardo non dev’essere così.
In ogni caso mi sono divertita moltissimo a partecipare, davvero, è stato un piacere.
Ci sono altre persone con cui devo scusarmi: sono le altre partecipanti al concorso, perché non ho votato al sondaggio pubblico, anche se le votazioni erano praticamente fatte per problemi personali riguardante l’università. Quindi mi spiace non aver dato il mio voto. Mi riprometto in ogni caso di recensire le storie a cui sarebbe andato il mio voto e anche altre che ritengo meritevoli di una recensione.
Vorrei ringraziare chi ha votato questa storia, perché gli stralci di commento che ho letto mi hanno lasciato una bellissima sensazione, grazie mille.




Fairytale gone bad


Lily apre il rubinetto e l’acqua scivola sulla porcellana dei piatti nel lavandino, mentre dalla veranda provengono le risate allegre di James, Sirius, Peter e Remus. Lily sorride istintivamente, e si incupisce appena quando una risata tonante, simile a un latrato, prevale sulle altre.
Scrolla le spalle, stizzita, infila un paio di guanti di plastica e, dopo aver versato il detersivo su una spugna, strofina con forza.
“Non faresti prima usando la magia?” le domanda una voce gentile, con una punta di scherno.
Lily spalanca le palpebre, restando bloccata con la spugna in una mano e un piatto nell’altra, poi si riprende.
“Non c’è bisogno di usare la magia per tutto, Sirius,” risponde allora, contrita.
“Se lo dici tu,” ribatte lui, condiscendente. Lily distoglie di malavoglia lo sguardo dai piatti insaponati per concentrarsi su Sirius, che le appare dolorosamente bello, con i suoi occhi grigi e le labbra carnose, l’espressione neutra che ha in quel momento, i capelli troppo lunghi che cadono elegantemente sul viso, i lineamenti eleganti. Gli scocca un’occhiata penetrante, inarcando un sopracciglio.
“Cosa vuoi, Sirius?” domanda secca, mentre le risate di James e Peter si fanno sguaiate.
Il giovane rimane in silenzio, giocherellando distrattamente con il lembo della giacca, e Lily pensa a quanto sia ingiusto che una persona riesca a essere affascinante persino in un simile frangente.
Alza lo sguardo su di lei con un mezzo sorriso, e quando parla la voce è seta, come se le rivelasse un segreto.
“Come ti senti?”
Lily stringe convulsamente il piatto che tiene ancora tra le mani, sentendosi tremare dalla rabbia.
“Domani mi sposo, Sirius,” scandisce con voce vibrante, senza più guardarlo.
“Lo so,” risponde lui con un’alzata di spalle, sfiorandole un braccio.
Sirius la sente rabbrividire, ma la sua voce è ferma, tradisce rabbia, irritazione, delusione, ma è decisa.
“È troppo tardi.”
“Lo so,” ripete spostando lo sguardo sul lampadario, per non vedere gli occhi gonfi di lacrime.
È quasi comico, che proprio adesso non riesca a trattenere le lacrime, dopo così tanto tempo… Lily è sempre stata orgogliosa, non gli ha mai permesso di vederla piangere per lui, in realtà non ha mai amato farsi trovare in lacrime in generale.

Sirius ricorda di averla vista piangere al primo anno, dopo quasi un mese dall’inizio della scuola. Era una sera sul tardi, dopo cena, e credeva che sarebbe stato solo in quella stanza della torre, il cui accesso era vietato. Invece Lily era lì, rannicchiata in un angolo, le lacrime che scendevano copiose lungo le guance e i singhiozzi che riempivano la stanza e lui non ha potuto girare le spalle, andarsene e piangere a sua volta. La prima idea che gli è venuta in mente, mentre la fissava senza sapere bene cosa fare, è che la colpa fosse di quell’idiota di Snivellus, perché anche se all’epoca non si conoscevano, lui era uno Slytherin e tanto bastava. Non che poi avesse sbagliato di molto dei suoi giudizi, a conti fatti.

Sirius sale le scale circospetto, perché anche se non è ancora scattato il coprifuoco non vuole incontrare Prefetti o insegnanti, e soprattutto il custode pazzo, si sa mai cosa gli passa per la testa. Spinge la porta in legno massiccio con forza, memore della fatica della volta precedente, ma questa scivola facilmente con un cigolio leggero, lasciandolo perplesso mentre entra. Si ferma dopo un paio di passi, perché c’è una ragazzina rannicchiata per terra, i capelli rossi che cadono scomposti sulle spalle, e sembra incredibilmente piccola. Singhiozza e piange, alza appena il viso vedendolo lì, poi ritorna a poggiare la fronte alle ginocchia, il viso basso.
Sirius non sa bene cosa fare, resta immobile ed è quasi tentato d’andarsene, tanto lei ha deciso di ignorarlo… ma proprio non ci riesce. Sbuffa, seccato, le mani in tasca e le siede di fianco, mentre in completo silenzio le offre un fazzoletto di stoffa.
Lily alza il viso a malincuore, perché sente la presenza di Sirius a fianco e la stoffa che la sfiora. Trattiene le lacrime e i singhiozzi, assumendo un’aria sprezzante, prima di rispondere. “E cosa me ne faccio di un fazzoletto? Io non sto piangendo,” scandisce tremula.
Sirius ride, un po’ perché quella che dovrebbe essere un’aria sprezzante è semplicemente comica –colpa degli occhi arrossati e dell’aria sconvolta-, e perché negare in questa situazione ha dell’assurdo. Le avvicina il fazzoletto e Lily lo prende, rassegnata. Bofonchia un “grazie” tra i denti, in evidente imbarazzo, temendo le domande del compagno, ma il ragazzino non fa nulla, sta solo in silenzio e lei riprende a piangere, senza trattenersi.
“Ma cosa sei, una fontana?” domanda Sirius mostrando la propria delicatezza, dopo quella che gli sembra più di un’ora quando in realtà non sono passati più di venti di minuti.
“Io non sono una fontana,” sibila Lily, offesa.
“Stai piangendo da delle ore,” osserva Sirius guardando distrattamente il soffitto. “Finirai per disidratarti.”
Lily soffoca un singhiozzo e arrossisce, furiosa. “La pianti? E poi cosa ti interessa cosa faccio io?” lo aggredisce prima di fermarsi di botto, pensosa. “Ehi… e tu perché sei qui? Cosa ci sei venuto a fare qui?”
Sirius scrolla le spalle mentre si alza e le tende una mano, per aiutarla a mettersi in piedi.
“Quello che ci facevi tu,” le risponde quando i loro visi sono alla stessa altezza. “O almeno quella era l’intenzione,” aggiunge canzonatorio.
Lily diventa ancora più rossa e distoglie lo sguardo, torcendosi tra le mani il fazzoletto umido.
“E muoviti!” la richiama Sirius, qualche passo avanti. “Dobbiamo tornare in dormitorio, oramai è tardi.”
Lily si riscuote e lo raggiunge di corsa, anche se non è necessario, perché Sirius resta fermo fin quando lei non è appena dietro di lui.
“Il tuo fazzoletto…” mormora piano, mentre lo segue docilmente; sembra che Sirius sappia esattamente la strada. Evidentemente doveva essere già stato lì, non come lei che è arrivata vagando disperata.
“Ma che schifo!” sussurra Sirius divertito. “L’hai usato tu e me lo vuoi ridare così?!”
Lily si blocca di scatto pronta a ribattere, ma le parole di Sirius la fermano.
“Tienitelo, così se ti capitasse di essere di nuovo da sola non dovrai aspettare l’arrivo di nessuno per un fazzoletto,” le dice senza tracce di scherno nella voce.
Lily continua a camminare dietro di lui, in silenzio, guardandolo con gratitudine e una dolcezza che non riesce a spiegarsi.
Sirius prosegue senza fermarsi, sentendo i passi leggeri di Lily fare eco ai suoi, e si sente incredibilmente leggero.

L’altra sola volta in cui l’ha vista piangere è stato quando ha litigato con Snape, al quinto anno. Ha fatto tanto la dura, lì fuori, davanti a tutti, e sembrava così forte che niente poteva scalfirla. Il giorno successivo camminava fiera per i corridori, la spilla da Prefetto appuntata alla divisa, e le parole di Snape le scivolavano addosso, era impermeabile a qualsiasi suo tentativo di scusa. L’unico che sembrava non aver capito era proprio Snivellus, che vantava di conoscerla meglio di tutti.
Sirius l’ha trovata nel suo dormitorio il giorno dopo la fine dei G.U.F.O., quando tutti erano fuori a festeggiare.
Può ancora sentire le sue parole, nel silenzio fragoroso della cucina dove si trova.

“Che cosa ci fai qui?” le domanda sorpreso, trovandola seduta sul suo letto, le mani intrecciate e lo sguardo offuscato.
“Ti aspettavo, no?” risponde lei con un’alzata di spalle senza alzare lo sguardo.
“E se non fossi arrivato io?” chiede Sirius avvicinandosi. Vorrebbe suonare accusatorio, ma sa di non esserlo.
“Be’, sei arrivato tu, no?” ribatte Lily scrollando appena le spalle, di nuovo.
Sirius le si avvicina e si guarda intorno indeciso -non perché è di James ma perché lei è Lily, non una qualunque- prima di poggiarle una mano sulla spalla.
Lily deglutisce e prende aria, poi alza il viso verso di lui, e Sirius non l’ha mai vista distrutta come ora, e fa male, più di qualsiasi urla di sua madre, più di qualsiasi parola di Bellatrix, più di qualsiasi offesa di Regulus. È lancinante, mentre la ritrova tra le sue braccia senza nemmeno realizzarlo, e piange e singhiozza aggrappata a lui, e rimane lì, a sentire i suoi gemiti in silenzio, per minuti, forse ore, sperando che non arrivi nessuno, ma non importa davvero.
“E-e-era il-il m-mio migl-“ singhiozza e trema così forte che i denti battono e non riesce a finire la frase.
“Calmati, stai calma,” sussurra. “Andrà tutto bene, te lo prometto,” continua stringendola di più a sé.
“Ce la fai ad alzarti?” le domanda con una nota di entusiasmo nella voce.
Lei lo guarda scettica, allontanandosi dai lui e cercando di trattenere lacrime e singhiozzi.
“Ti porto in un posto speciale,” la rassicura Sirius alzandosi e tendendole la mano.
Lily inarca un sopracciglio, ancora poco convinta, ma prende la mano che le offre, ed è rassicurante sentirla stringersi intorno alla propria.

“No, dico, ma sei completamente scemo, Black? Se tu pensi che io mi muoverò anche solo di un altro passo-“
“Due minuti fa frignavi e ora sei subito a rompere!” la zittisce Sirius. “Ti ho detto che ci siamo, saranno un centinaio di metri!”
“Un centinaio di metri, un corno! Siamo nella foresta proibita, genio!” dice stridula, ma la mano di Sirius sta ancora tenendo la sua, e non riesce nemmeno a arrabbiarsi sul serio, come dovrebbe.
“E muoviti…” protesta Sirius trascinandosela dietro e accelerando il passo.
“Black, per le sottane di Morgana!” ringhia Lily furiosa prima di finirgli addosso perché si è bloccato di colpo. “Ma sei completamen-“
“Bello, eh?” le dice Sirius sorridendo di gusto di fronte al suo stupore. “L’abbiamo scoperto…” Sirius si blocca, rendendosi conto della gaffe. Non può certo dirle che vanno in giro tutte le notti di luna piena perché Remus è un mannaro. “… io e gli altri. Puoi venirci quando vuoi. Io vengo qui quando ho bisogno di pensare.”
Lily non è disposta a dargliela vinta e storce le labbra, seccata. “Perché secondo te io verrei qui da sola, vero?” domanda caustica. Lui inarca un sopracciglio, senza nascondere un sorriso beffardo, mentre la fa sedere nel centro della radura. Le fronde degli alberi li riparano dalla luce ma quella radura non sembra spaventosa, piuttosto… quieta, rilassante.
“Ci vieni quando litighi con tuo fratello?” domanda mordendosi il labbro, osservando la reazione di Sirius che è sdraiato accanto a lei.
Lui cambia espressione, sembra irritarsi, ma è solo un istante fugace, il suo viso ritorna sereno come prima. “Anche,” risponde quietamente, guardandola negli occhi.
Lily si zittisce e si sente arrossire sotto lo sguardo intenso di Sirius, si volta, imbarazzata, godendosi il silenzio della radura e la calura di quella giornata di fine giugno.
“Non ci verrei comunque qui,” sentenzia la ragazza dopo diverso tempo in silenzio, giocando con i fili d’erba.
Sirius si tira a sedere, curioso. “Perché?”
“Oh, andiamo, dev’essere piuttosto affollato qui, con tutte quelle che ci hai portato.” Adotta un tono indifferente, ma Sirius sente la bruciante curiosità che la sta divorando e sorride, divertito.
“Ti sbagli,” ribatte quietamente. “Sei la prima che porto qui.”
Lily si zittisce un’altra volta, definitivamente, e Sirius sente le sue uniche parole quando se ne vanno, a pomeriggio inoltrato, un sussurro flebile: grazie, Sirius.

Sirius ha maledetto non sa quante volte quel pomeriggio di giugno. Non è colpa nemmeno di quello, era già lì tutto prima, se non ci fosse stato niente non sarebbe venuta proprio da lui quel giorno, avrebbe scelto qualcun altro. Voleva solo aiutarla, ma ha finito per illuderla e basta, eppure ancora oggi Sirius si domanda come poteva ignorarla, così distrutta, così disperata. Forse, continua a ripetersi, anche senza quel pomeriggio sarebbe successo comunque, sarebbe bastata qualsiasi cosa. Gli fa male comunque, perché anche se non gli ha mai permesso di vederla sa che Lily ha pianto per lui, lo sa benissimo.

Lily gli si avvicina silenziosa, ma lui l’ha già vista arrivare da lontano, difficile non riconoscerla, una nube rossa le volteggia attorno al viso a causa del vento che scompiglia i capelli.
Si siede di fianco a lui sul prato in riva al lago, lisciandosi la gonna della divisa.
“Non hai risposto alle mie lettere di questa estate,” osserva pacatamente, un groppo in gola.
“Infatti,” risponde Sirius vagamente beffardo.
Lily si volta verso di lui, che si sente a disagio sentendosi addosso i suoi occhi verdi. “E perché?” gli domanda ferma, stringendo i pugni.
Sirius si volta a guardarla, inarcando un sopracciglio. “Oh, scegli tu… mi è finita la pergamena, dovevo usarla per studiare, sai… il mio gufo si è schiantato contro un palo babbano della corrente eclettica, mi è finito l’inchiostro e mi si è rotta la piuma, anzi tutte le piume… oppure più semplicemente non volevo risponderti.”
Lily si irrigidisce, stringe la mascella e serra i pugni. “Piantala di fare lo stupido Sirius. Sai benissimo di cosa parlo.”
Sirius sospira, osservando distrattamente una nuvoletta bianca che viene spostata dal vento. “Non possiamo,” stabilisce senza inflessioni, ma ci impiega così tanto che anche Lily percepisce la fatica nel dirlo.
“Perché no, Sirius? Sono anni che ci giriamo intorno! Pensavo che quello che è successo la fine dello scorso anno-“
“Ma se non è successo niente!” la interrompe Sirius rudemente.
“Vuoi dirmi che secondo te non era nulla? Andiamo, Sirius, lo sai che non è vero! Perché vuoi per forza fingere che non significasse nulla? Lo sai che non è vero, è cinque anni che ci giriamo intorno!” protesta lei con veemenza, gli occhi verdi vividi di aspettativa.
“Non si può lo stesso, Lily,” afferma Sirius duro.
“Ma perché?!”
“Non le hai mai lette le fiabe, Lily? Le principesse non passano il resto della loro vita con il primo che passa, di solito scelgono un principe,” osserva amaro.
“Non capisco,” scandisce Lily a fatica.
“Tu non puoi stare con me. Non sono io il principe, non sono quello giusto. Non vado bene.”
Lily ride, leggermente isterica. “Sono io che decido. Io voglio te, non voglio un principe… e non riesco a comprendere davvero cosa c’entrino principi e principesse,” lo informa irritata.
Sirius guarda fisso un albero vicino alla riva del lago, e butta fuori tutto d’un fiato. “James ti ama.”
“Cosa?” domanda lei quasi ilare.
“Hai capito, non fingere di esserne così sorpresa,” accusa Sirius, irritato dalla sua mancata comprensione o forse al pensiero stesso delle attenzioni di James.
Lily scuote la testa e schiocca la lingua, nervosa. “Ma io non amo lui, Sirius,” commenta decisa.
Sirius si volta verso di lei, amaro. “È il mio migliore amico. Non posso fargli questo. Lui ti ama e sarete felici. Devi solo dargli la possibilità che questo accada,” sussurra piano.
“Quello che voglio io non importa, giusto?” domanda Lily furiosa. “Io… io non uscirò mai con lui Sirius. Io non amo lui, non voglio lui, voglio te, è così difficile capirlo?!” esclama frustrata.
“Mi spiace, Lily, ma questo non è possibile,” ribatte Sirius fermo senza guardarla.
Lily si alza di scatto, scuote il capo dall’incredulità e si spolvera la gonna della divisa con gesti meccanici. “Non si torna indietro, Sirius, se vuoi questo…” dice facendo qualche passo, poi si ferma di nuovo. “E in ogni caso, le storie di principi e principesse funzionano solo nelle fiabe, non nella realtà.”
Sirius continua a osservare davanti a sé, le parole di Lily che gli risuonano nelle orecchie, ma sa di aver fatto la cosa giusta, James è la sua famiglia, ed è tutto ciò che conta. Ma questo non vuol dire che si senta meglio.

“Sirius! Allora questi bicchieri per festeggiare? Cosa stai facendo con la mia quasi moglie, eh, Padfoot?”
La voce di James lo riporta alla realtà, lancia a Lily un’occhiata di scuse, ma lei non sembra interessata, nei suoi occhi non c’è più traccia di lacrime.
“Niente, Prongs, faccio solo il mio dovere di testimone, mi assicuro che non ti abbandoni all’altare!” urla Sirius di rimando, e quando lo raggiungono le risate dei suoi migliori amici sorride soddisfatto: questa è casa.
“Non c’è il pericolo. L’unico per il quale lo farei non me lo chiederebbe mai,” lo rassicura Lily con inaspettata durezza, e il sorriso di Sirius si cancella, come un disegno sulla sabbia spazzato dall’onda che s’infrange sulla riva. “I bicchieri e l’Idromele li ho messi nel ripiano più alto a sinistra dell’armadio vicino al piano cottura.”

*


“Sei bella vestita di bianco,” le sussurra Sirius porgendole un calice.
“Grazie,” commenta Lily annuendo e cercando qualcuno tra la folla con lo sguardo.
“Ti sei sposata da solo qualche ora e già non puoi fare a meno di tuo marito?” la prende in giro bonario notando il suo gesto.
“Veramente, Sirius,” spiega Lily bevendo un sorso di Champagne. “Cercavo la tua accompagnatrice.”
Sirius inarca un sopracciglio, poi scuote la testa. “Non è carino per un testimone venire senza nessuno, Melanie era comunque invitata. Non ho ancora capito come Dung possa avere una sorella del genere.”
“Carino da parte tua farmelo notare,” ribatte Lily rigida.
Sirius sorride appena lasciando il calice vuoto su un vassoio che passa di lì in quel momento, sconcertando ogni tanto i signori Evands, poco abituati alla magia.
“Mi concedi un ballo?” le domanda tendendole la mano.
“Perché, Sirius?” chiede a sua volta, lasciando il calice su un vassoio.
“Voglio regalarmi un ricordo, Lily,” risponde con sincerità iniziando a ballare.

“E così hai ballato con la donna del giorno, Padfoot?” domanda James un po’ alticcio, abbracciando la moglie quando lei e Sirius lasciano il ballo.
Sirius e Lily stanno per rispondere, ma James non dà loro il tempo di trovare alcuna giustificazione.
“Hai fatto bene!” ruggisce James. “Non ho mai capito perché è sempre la sposa a ballare con tutti e nessuna che muoia dalla voglia di ballare con lo sposo,” pondera James scatenando l’ilarità di chi gli sta intorno.
“James sei ubriaco,” lo rimprovera Lily allegramente.
“Ubriaco, IO?” ulula James. “Io, Jam- Ma quella è la macchina fotografica!” esclama esaltato indicando l’amico che la porta al collo.
“In realtà sono una Manticora, non la macchina fotografica, ma comunque…” squittisce Peter, che nel tentativo di saltare un insetto per terra inciampa e quasi cade, se non fosse che Remus è abbastanza sobrio da poterlo fermare prima che sbatta la faccia.
“Peter ha bevuto un po’ troppo, stasera, scusatelo,” lo giustifica il licantropo, mentre lo sostiene e gli toglie la macchina fotografica per paura che si rompa. “È convinto di essere una Manticora, ma non me ne spiego ancora la ragione,” spiega con un sorrisetto divertito.
“Ooooh oooh! Non importa! Remus devi scattarci una foto!” strilla James ancora abbracciato a Lily. Sirius si allontana per non comparire nella foto, ma James lo ferma.
“Sirius, anche tu! Ho bisogno che tu ci sia,” lo invita lo sposo. Sirius si avvicina, e lui e Lily si scambiano una breve occhiata prima di mettersi in posa.
“Sirius tu stai dietro di noi che sei più alto!” ordina ancora James, euforico.
“Perfetto!” stabilisce Remus, calato nei panni di fotografo ufficiale. “Pronti? Cheese!”
Non ha nemmeno fatto in tempo a scattare la foto che James gli è subito addosso. “Fa vedere Remus, com’è venuta, com’è venuta?”
“Prongs, fallo respirare,” gli intima Sirius senza troppa convinzione.
“Ecco la tua foto, James,” sbotta Remus contrariato per l’aggressione. “Sei davvero un…”
“È meravigliosa,” sussurra James interrompendo i rimbrotti di Remus. “È… perfetta” dice sorridendo ebete. “Io, mia moglie e il mio migliore amico, le due persone più importanti della mia vita,” continua felice, passando loro la foto. Sirius e Lily la prendono in mano, e si nota un leggero tremore.
James e Lily sono in primo piano, abbracciati: la coppia. Dietro c’è lui, più alto, le mani sulle loro spalle con fare protettivo: l’amico.
Ed è giusto così.

*


Il vento soffia impietoso, grida lugubre ai prigionieri, mentre il mare in tempesta s’infrange contro le pareti rocciose della prigione, che sembrano cadere sotto quella pressione, ma stanno sempre in piedi. Le gocce d’umidità cadono dal soffitto ritmicamente, sembra che tutto sia un modo ulteriore per fare impazzire i prigionieri, come se i Dementor non fossero sufficienti. Eppure bastano. Anche se la natura non infuriasse al di fuori della prigione si sentirebbero solo le grida di disperazione dei relitti umani che sono lì rinchiusi, ombre di ciò che sono stati. Sono un prigioniero non urla. Sta in silenzio, rannicchiato sopra la sua branda e fissa avanti.
Sirius pensa, ma mai ad avvenimenti piacevoli che possano essere portati via. Pensa a Peter, che li ha traditi. Pensa a Remus, che lo crederà colpevole, come tutti, e prega che un giorno possa perdonarlo per averlo creduto la spia. Pensa a Harry, che non ha una famiglia. Pensa a Lily e James, e ogni volta si rimprovera, perché si domanda come sarebbe andata, se al posto di James ci fosse stato lui. Forse non sarebbe successo niente. Forse sarebbero ancora tutti vivi e Peter sarebbe stato scoperto e mandato a marcire ad Azkaban, com’è giusto che sia.


Sai, Lily, avresti potuto evitare di scegliere il Principe.
Avevi ragione tu, nella realtà le fiabe non finiscono bene.








Note Autrice: Mi sento di dare una breve, brevissima spiegazione riguardo a Lily, che come mi han fatto notare i giudici potrebbe apparire incoerente. Per me risulta incoerente se si considera che tutto avviene un momento dietro l'altro, altrimenti io l'incoerenza non la vedo. Lily dice sì all'inizio del sesto anno -nella mia storia- che non si sarebbe mai messa con James, ma non si mette con lui il giorno dopo. La Row stessa ci dice che iniziano a frequentarsi nel settimo libro, e secondo me in un anno possono cambiare tantissime cose. Ad esempio ci si può anche innamorare.
Lily ama James ma Sirius è l'amore con la A maiuscola, e ciò che davvero la irrita è che Sirius, nel momento in cui lei va avanti non la lascia andare.
Spero che questa ulteriore spiegazione renda più chiara la lettura ^^

Inoltre ci tengo a precisare che ho corretto gli errori che ho trovato, e come suggerito dai giudici ho cambiato il tempo in cui piangeva quella donna. Effettivamente le ore di pianto erano troooppo lunghe.
Vi riporto qui gli errori nella fanfiction, magari vi fate qualche risata u.u


James, Sirius, Peter e James.

James si è sdoppiato e l'invito di Remus è andato perduto. Si smaterializzerà dopo e demoliranno il doppione di Potter in tempo per la risata finale.

Sirius sale le scale circospetto, perché anche se non è ancora di coprifuoco non vuole incontrare Prefetti o insegnanti
Cazzo vuol dire "di coprifuoco"?

“Stai piangendo da delle ore,” osserva Sirius osservando distrattamente il soffitto. “Finirai per disidratarti.”
Osserva, osservando, bel colpo.

Lily soffoca un singhiozzo e arrossisce, furiosa. “La pianti? E poi cosa ti interessa cosa faccio io?” lo aggredisce prima di fermarsi di botto, pensoso.
Lily ha cambiato sesso.

Lei lo guarda scettica, allontanandosi dai lui e cercando di trattenere lacrime e singhiozzi.
“Ti porto in un posto speciale,” la rassicura Sirius alzandosi e tendendole la mano. Lily inarca un sopracciglio, scettica, ma prende la mano che le offre, ed è rassicurante sentirla stringersi intorno alla propria.

Com'è che Lily lo guarda? Ah, giusto... scettica!

Lily si zittisce e si sente arrossire sotto lo sguardo intenso di Sirius, si volta, imbarazzata, godendosi il silenzio della radura e la calura di quella giornata di luglio.
Luglio? Non si torna a casa l'ultimo giorno di giugno? Qui qualcuno fa confusione...

Sirius ha maledetto non sa quante volte quel pomeriggio di luglio. Non è colpa nemmeno di quello, era già lì tutto prima, se non ci fosse stato niente non sarebbe venuto proprio da lui quel giorno, avrebbe scelto qualcun altro.
Ma allora è un vizio! Lily, la trans di Hogwarts.

“In realtà sono una Manticora, non la macchina fotografica, ma comunque…” squittisce Peter, che nel tentativo di saltare un insetto per terra inciampa e quasi cade a terra, se non fosse che Remus è abbastanza sobrio da poterlo fermare prima che tocchi terra.
Bella ripetizione, applausi!
   
 
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