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Autore: Castiel    07/12/2009    4 recensioni
Fic a più capitoli con tema principale la gelosia. Eh si, perchè cosa accadrebbe se il nostro dongiovanni preferito trovasse un rivale insidioso? E per di più, puntasse proprio lei? Il classico tema del "lui, lei e l'altro" con un po' di comicità e voglia di far sorridere ^^
"Prima o poi sarai mia, mia cara Riza...nessuno resiste al mio fascino!" si disse con un sorriso arrogante e battendosi la mano sulla spalla. Riza, che aveva assistito alla scena, non diede molto peso alla cosa: ormai non faceva più caso alle stranezze di Mustang.
Dedicata alla mia gemella, AliceCullen92 ^^
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi sotto descritti non sono miei, ma di Hiromu Arakawa; non ho scritto questa fic a scopo di lucro ^^

Dedicata a AliceCullen92

Piccolo esperimento, in quanto me la cavo meglio con il drammatico che con il comico, ma so che la mia gemella ci teneva un sacco e lei muore per queste cose xD Spero ti piaccia!

 

 

Roy chiuse l'agenda soddisfatto.
Aveva aggiunto ben due ragazze alla famosa "lista" quella settimana, ed era solo mercoledì.
"Un bel bottino, non c'è che dire".
Sorrise, compiaciuto di se stesso.
Nonostante avesse raggiunto i temuti 30 anni, il suo fascino da playboy continuava a spopolare tra le schiere delle ragazze di Central City.
Aprì il famoso "cassetto X", quello dove riponeva i regali delle sue ammiratrici.
Lì dentro c'era di tutto: lettere,ciondoli,braccialetti,portachiavi,orecchini...
"Per fortuna non vi tiene dentro pure le mutande, delle sue ammiratrici" pensava sempre Riza scocciata.
Era l'unica che dava "importanza" a quello stupido cassetto, oltre al suo superiore e a Havoc.
Quest'ultimo infatti, da quando ne aveva scoperto il contenuto, lo fissava con sguardo disperato: lui non aveva una straccio di ragazza e invece il Colonnello quante ne voleva.
Sembrava quasi gli bastasse schioccare le dita per averne subito pronta una ai suoi piedi, sbavante per i suoi capelli e i suoi occhi magnetici.
Che ingiustizia!
Il biondino però ultimamente si era rassegnato, e teneva il suo sguardo saldamente fisso sul Colonnello, quando entrava con delle comunicazioni.
Il Tenente, invece, non poteva fare a meno di guardare indignata Mustang, oltre a tirare fuori discorsi di "non professionalità" ogni qualvolta sentiva il famoso cigolio del mobile.
Mustang ripose l'ennesima lettera della sua ultima vittima fischiettando allegramente qualcosa che somigliava vagamente a "Sono alto e sono bello, sono Mustang, il Colonnello".
E mentre la sua autostima cresceva grazie a queste canzoncine, il lavoro si accumulava sulla scrivania.

Quasi l'avesse previsto, Riza entrò in ufficio con sguardo severo.
– Signore, le avevo detto di firmare quei documenti...- .
Roy deglutì. Riza sembrava parecchio arrabbiata, meglio non peggiorare le cose.
– Certo, Tenente – disse, e si mise di buona lena a firmare tutti quei fogli che la sua subordinata gli aveva gentilmente impilato accanto.
Mancavano ormai pochi minuti al termine dell'orario di lavoro, quando finalmente Roy firmò anche l'ultimo documento della giornata.
Si stiracchiò ruotando il collo in senso orario, e il suo sguardo venne attirato dal suo Tenente.
China sulla scrivania, controllava le pratiche del superiore leggendole attentamente.
Era risaputo, infatti, che Roy Mustang non sapeva neanche la metà delle cose che firmava.
Per questo ci pensava lei, la sua bionda assistente e guardia del corpo, ad adempiere ai doveri del suo ozioso capo.
Il ragazzo sorrise debolmente.
"Se non ci fosse lei, sarei totalmente perso" disse sospirando.
Ma questo tono malinconico venne prontamente spento dal suo animo da dongiovanni.
"Prima o poi sarai mia, mia cara Riza...nessuno resiste al mio fascino!" si disse con un sorriso arrogante e battendosi la mano sulla spalla.
Riza, che aveva assistito alla scena, non diede molto peso alla cosa: ormai non faceva più caso alle stranezze di Mustang.

Si infilarono il cappotto e scesero le scale a passo svelto: il tempo prometteva pioggia e nessuno dei due voleva trovarsi nel bel mezzo di un temporale senza l'ombrello.
Riza accompagnò velocemente Mustang a casa in macchina, poi si diresse verso la sua abitazione.
Si sentiva debole e aveva la nausea, aveva proprio bisogno di un pò di relax.
Salì le scale e frugò nella borsa in cerca delle chiavi di casa.
– Ma dove sono finite? – disse ad alta voce.
All'improvviso si sentì mancare.
Appoggiò la borsa per terra, prese le chiavi che finalmente erano riapparse e cercò di infilarle nella serratura, ma le gambe le cedettero e cadde all'indietro.
Sentì due forti braccia che la sorreggevano, e pensò di aver le traveggole.
Chi mai poteva averla presa in tempo? In quell'ala del condominio ci abitava solo lei.
Guardò il proprietario di quelle braccia così possenti e rischiò di svenire.
Non poteva essere, stava sicuramente delirando.
Forse aveva picchiato la testa cadendo e ora stava sognando.
Si, era per forza così.
La persona che la stava tenendo fra le braccia era...Roy Mustang.
O meglio, un gemello di Roy Mustang.
Occhi profondi come quelli del suo superiore, stessa altezza e corporatura, solo... biondo.
A Riza non erano mai piaciuti i biondi, ma dovette ricredersi stavolta.
Il fascino di quel ragazzo era innegabile, sarebbe stata una bugiarda a dire il contrario.
Restava una semplice domanda: chi era?
Riza si ricompose velocemente e raccolse la borsa da terra, tenendo gli occhi bassi.
– Si sente bene, signorina? - . Una voce calda e un pò roca, perfetta per quello sguardo penetrante...
– S-si...Credo di sì – balbettò Riza.
– Piacere, sono Andrew...abito qui a fianco – disse lui, aprendosi in un sorriso.
La ragazza decise che era ora di riacquistare la sua solita compostezza e il suo tono distaccato.
– Piacere, Riza Hawkeye – disse, tendendogli la mano.
Lui gliela strinse, e in un tono imbarazzato aggiunse: - Posso darle del tu? Sa, sono nuovo di qui, mi sono appena trasferito da un'altra città e non conosco nessuno...- .
Riza annuì. C'era qualcosa che non le permetteva di andarsene, sentiva che era suo dovere aiutare quel ragazzo.
Chissà, forse la sindrome da crocerossina che aveva quando si parlava di Roy Mustang si era accesa, a causa dell'acuta somiglianza.
– Allora, Riza, posso invitarti a prendere un caffè qui al bar dell'angolo? Così mi potrai raccontare qualcosa di questa città – le disse facendole l'occhiolino.
Il cuore di Riza ebbe un colpo.
"Ma che ti prende, Riza? E' solo una copia di Mustang, mica è lui in persona. Datti un contegno!".
– Sì, volentieri – rispose, cercando di sembrare il più indifferente possibile.

Il caffè a quell'ora era praticamente deserto, tranne qualche coppietta che tubava qua e là.
A Roy non piaceva quel posto, ma Julie aveva insistito così tanto che si era lasciato convincere.
Girò lentamente il cucchiaio nel caffè, fingendo di ascoltare i discorsi della ragazza.
"Ma quanto parla questa?!" si chiese sospirando.
A lui non interessava certo il carattere delle ragazze con cui usciva, ma questa gli stava dando sui nervi.
Sarà che non riusciva a togliersi dalla testa Riza ultimente.
Certo, voleva conquistarla, ma si era sempre detto che era più per orgoglio che per altro.
Si ritrovava però spesso a pensare ai suoi capelli, i suoi movimenti fluidi, quei rari sorrisi in ufficio...
Ecco si era distratto un'altra volta.
Fortuna che Julie non se n'era accorta, presa com'era a blaterare dei suoi sogni e delle sue ambizioni.
Portò la tazza alla bocca e sorseggiò il caffè, perlustrando con gli occhi il locale.
Era molto piccolo, ma nel complesso abbastanza accogliente.
Non i locali di lusso che era abituato a frequentare, ma per quella sera poteva accontentarsi.
Uno scampanellio lo costrinse a voltarsi verso la porta.
"Un momento...ma quella è...".
Sprut!
Roy sputò il caffè oltre il tavolo e centrò il barista in faccia.
– Ehm...mi scusi, buon uomo...- disse, rimpicciolendosi sulla sedia per la vergogna.
Si stropicciò gli occhi incredulo e tornò a guardare l'entrata.
Un cameriere stava parlando con una coppia...una coppia formata da un biondino e Riza, la sua Riza.
Nascose il naso dietro il menù e scrutò i due giovani.
Ma chi era quello sgorbio?! E che ci faceva con il Tenente?!
Sentì una voglia impellente di tirar fuori i guanti alchemici e incenerire quel bellimbusto, quando si accorse che i due si dirigevano nella loro direzione.
Fece finta di allacciarsi la scarpa (trucco vecchio come il cucco, ma non gli venne in mente altro) e sparì sotto alla tovaglia, appena in tempo per non essere visto dai nuovi arrivati.
Si rimise in piedi senza farsi notare e fissò il loro tavolo, poco distante dal suo.
Per fortuna Riza gli dava le spalle, o l'avrebbe sicuramente notato.
Congedò Julie con la scusa di un mal di testa (non era neanche troppo falso, visto quanto parlava quella ragazza) e rimase seduto al tavolo per decidere sul da farsi.
Non poteva tollerare che quel dongiovanni da quattro soldi gli soffiasse Riza da sotto il naso.
All'improvviso ebbe un'idea: si sarebbe avvicinato un pò, per sentire i loro discorsi...c'era una pianta che faceva giusto al caso suo.
Strisciò sotto dei tavolini vuoti e accorciò finalmente le distanze, accucciandosi dietro al vaso.
Sentiva il ragazzo ridere e Riza rispondere educatamente.
Sembrava si stessero divertendo, cosa che fece innervosire ancora di più il Colonnello.
"Ma che diavolo ha quel belloccio più di me?! E poi è totalmente insignificante, quel suo continuare a ridere...secondo me poi, è pure uno che ci prova con tutte. Insomma, si vede da come va in giro: camicia aperta, sguardo da seduttore...a Riza non potrebbe mai piacere uno del genere...!".
Era talmente concentrato su quel tipo da non rendersi conto di aver appena descritto se stesso.
Tese le orecchie, ma non riusciva a sentire le parole del suo Tenente, ovvero quelle che gli interessavano di più.
"Parla sempre a voce bassa" sbuffò.
Si sporse per riuscire a capire meglio, ma inciampò nel sottovaso della pianta e rovinò sul loro tavolo, sbrodolando il caffè sulla camicia del ragazzo.
"Così impari a rubarmi la ragazza, pivello" pensò, trattenendo a stento le risate.
– Colonnello...che ci fa qui – disse Riza, glaciale.
A Roy morì la risata in gola e gli si gelò il sangue nelle vene.
– Ehm...'sera Tenente...-.      

 


Ecco, questo è il primo capitolo.
Non entusiasmante, lo so, ma spero abbia fatto sorridere ^^
Gemella, spero ti piaccia ^^
Critiche/complimenti sono bene accetti, la voglia di migliorare è tanta e sapere cosa ne pensa il pubblico è di vitale importanza per me, anche se non è il mio genere.
Grazie per la lettura, GLoRi    
    

  
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