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Autore: Chandra Adrastea    07/12/2009    18 recensioni
Dopo l'agguato a Saint Antoine, Oscar pensa spesso ai suoi sentimenti verso André e riporta questi pensieri su un diario...però qualcuno lo trova...Recensite per favore
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ce la faccio più a continuare così. E' terribile.
E magnifico.
Non ho mai provato niente di simile. Mai.
Qualche volta vorrei che fosse ancora così.
Ma non sarà più così. Lo so.
E mi sembra di impazzire, perchè non capisco più niente. Non so più come fare con te.
Starti lontano, averti vicino...guardarti da lontano. Non cambia niente.
La lontananza mi strugge. La vicinanza mi impedisce di guardarti negli occhi.
Tutto questo mi fa disperare.
Qualunque cosa io faccia non riesco a migliorare la situazione.
Se ti tengo lontano sei convinto che il mio odio sia aumentato. Se ti avvicino, per colpa del mio fare freddo ti convinci che il perdono è l'ultima cosa che sono disposta a darti.
Magari non avevo capito che mi ami, ma questo lo capisco perfettamente.
E' perchè quando mi stai di fronte non ti guardo.
Ma come faccio a guardarti se il solo scorgere una parte del tuo corpo mi fa venir voglia di saltarti addosso, baciarti e sentirti mio?
E tutte quelle sere in cui, dopo essere tornati a casa, ti congedi chiedendomi se ho bisogno di qualcos'altro, vorrei urlarti in faccia che ho di sentirti dentro di me.
Ma non sarà mai così. Lo so.
E' una delle tante sensazioni che non mi è concesso di provare.
Ed è per questo che sono a pezzi. E' per questo che prima di addormentarmi piango.
Mi capita di piangere anche durante il sonno - me lo fa capire il cuscino bagnato.
Se lo dicessi a qualcuno penserebbe che ho avuto un incubo, ma non è così.
In realtà sogno di te. Di me. Di noi. Che facciamo l'amore e ci prendiamo vicenda.
A volte ti spogli da solo e io guardo, pensando al momento in cui potrò fare di te ciò che vorrò. E ti riempi di orgoglio perchè sai cosa penso di te. Altre ancora non riesco a controllarmi, così ti trascino verso il letto e comincio a toglierti tutto mentre tu mi baci, o almeno tenti di farlo, perchè in quel turbinio pieno di foga, desiderio e vestiti sparsi è impossibile fare qualsiasi cosa.
E mi ricordo tutto, ogni dettaglio, ogni sospiro sfuggito alle tue labbra, ogni parola urlata e ogni frase sussurrata. Ogni volta.
Ed è per questo, per ogni gemito che mi hai strappato, per ogni volta che mi hai detto ti amo, per tutte quelle che mi hai chiamata puttana, per tutto questo, al risveglio, urlo.
Urlo perchè non dimenticherò cos'ho sognato. Urlo perchè vorrei succedesse. Urlo perchè non succederà mai.
Con il viso sprofondato nel materasso e la testa coperta dal lenzuolo, per interi minuti, sperando che nessuno mi senta. O che magari sia tu a sentirmi e a venire da me per consolarmi.
Ma questo non posso chiederlo. Non ne ho il diritto.
Infatti non te lo chiedo.
Sarebbe un atto troppo grande di egocentrismo, anche per me.
Ma infondo tutto quello che ho scritto fino ad adesso rispecchia l'egoismo.
Comunque sia, in tutto questo caos, di due cose sono sicura:
Primo, mi basta avere la tua amicizia o qualche piccolo contatto se servirà a non farti andare via.
Secondo, darei di tutto per avere l'occasione di farmi perdonare, per tutte le volte che ti ho detto di no e per tutte quelle in cui ti avrei detto di sì, ma non l'ho fatto.
_ _ _ _ _

André aveva chiuso di scatto quello che stava leggendo e si era diretto verso la sua stanza. Era mezzanotte passata, ma non importava.
Entrò senza bussare e si diresse verso il letto.
Stava dormendo. Era distesa di traverso e il lenzuolo la copriva solo fin sotto i fianchi. Al posto della camicia da notte indossava dei lunghi pantaloni bianchi e una specie di camicia a maniche corte.
I capelli erano sparpagliati sul cuscino e il viso aveva un'espressione serena. Piangeva e si agitava un po' nel sonno.
Era bella.
All'improvviso aveva spalancato gli occhi e lo aveva visto, di fronte a lei, illuminato dalla luce che proveniva dalle finestre.
Si era alzata subito appoggiandosi con il braccio sinistro, ma non aveva emesso fiato.
Lui aveva lanciato il diario nella sua direzione. Era caduto sul materasso davanti a lei con un piccolo tonfo, l'unico suono a spezzare quel silenzio.
Oscar aveva un'unica domanda da porgli.
"Dove...?"
Lui aveva un'unica risposta, la più ovvia.
"Tutto"
Si erano guardati per secondi che parevano infiniti senza dire niente, poi André aveva rotto quel gioco di una vita composto da attese, silenzi, speranze, desideri e sentimenti nascosti.
"Puoi farti perdonare...se vuoi"
Lei aveva scostato il lenzuolo, lo aveva afferrato per il colletto della camicia e lo aveva attirato sul letto, baciandolo come credeva di non poter fare.
"Ti amo"
"Ti amo"

  
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