Use somebody
Per
tutto il tempo che ci è sempre stato negato
Che per averlo
abbiamo spesso rapinato
[…]
Per il mio tempo, che nei
tuoi occhi è imprigionato
Per l'innocenza, che cade sempre
e solo a lato
Per i sussuri, mischiati con le nostre grida
Ed
i silenzi
“Il
cielo su Torino”
Subsonica
Dicembre 1979.
Aveva
incontrato dei bambini, uscendo da Grimmauld Place. Erano cinque o
sei, avvolti in sciarpe colorate e troppo lunghe, che lasciavano
appena intravedere la punta del naso. Si tiravano palle di neve,
rincorrendosi sui marciapiedi scivolosi.
Il tempo non era stato
clemente con l'Inghilterra, in quegli ultimi mesi: fin da ottobre si
erano susseguiti pioggia, gelo, cieli d'ardesia, bruma che avvolgeva
i profili degli edifici. Da poche ore, tuttavia, un sole gentile
tentava di riscaldare la campagna e le città ingrigite
dall'inquinamento, e faceva brillare la neve ghiacciata.
Mentre
entrava nel piccolo cimitero, gli parve di sentire l'eco delle risate
infantili che l'avevano accompagnato quel pomeriggio. Si fermò,
con le dita appoggiate all'anta del pesante cancello, prima di
scuotere il capo e riprendere a camminare.
* * * * *
“E'
morto anche lui” Era appoggiata ad una lapide, e batteva il
piede contro il marmo chiaro. Il tacco scandiva un ritmo lento,
cadenzato, irritante.
“Non me ne sarei accorto, se non me
l'avessi detto”
I raggi obliqui del sole dicembrino si
insinuavano fra le poche tombe, disposte senza ordine sul terreno
brullo.
“Cosa ci fai qui?” Si alzò,
avvicinandosi a lui. Ad ogni passo, la neve scricchiolava sotto il
suo peso. “Pensavo che non ti importasse di noi”
“Infatti
è così” Rispose, senza guardarla. Lasciò
che i suoi occhi si fermassero su nomi e cognomi che non conosceva,
su date ormai sbiadite, su citazioni abusate.
“Potevi
risparmiarti la visita”
“E tu potevi andartene,
Bella”
Lei sorrise. “Non riusciamo proprio ad evitare
questa scenetta”
“Quale scenetta?”
“Smettila,
cugino” Gli suggerì. “Sappiamo benissimo perché
ti sei preso il disturbo di venire qui, e perché io sono
rimasta”
“Davvero?” Sirius riportò
finalmente lo sguardo sulla giovane donna, invitandola a
continuare.
“Volevo incontrarti” Ribatté
Bellatrix. La sua voce, dura e priva di inflessione fino ad un attimo
prima, si addolcì in modo quasi impercettibile. Ma sapeva che
lui avrebbe colto quel
sottile cambiamento. “E per te è lo stesso”
Il
ragazzo indietreggiò. Sembrava sorpreso, quasi intimorito da
quella sincerità. “Dovrei emozionarmi?” Disse,
troppo in fretta. Parve rendersi subito conto dell'errore che aveva
commesso, ma non poteva più rimediare. Strinse i pugni,
affondando le unghie nelle palme.
Bella colse senza sforzo il
lieve tremolio della voce di lui, il movimento convulso delle dita,
l'ombra di stizza che gli aveva attraversato gli occhi. “Ammetti
che ti sono mancata, Black, e vivrai meglio”
“Forse
hai ragione” Con pochi passi le fu di fronte. “Ma non lo
ammetterei mai” Sussurrò, sprezzante.
Lei rovesciò
il capo all'indietro, e la sua risata parve animare quel luogo
silenzioso ed immobile. “Sei troppo stupido per capire che a
volte è meglio arrendersi” Sibilò a sua volta,
prima di attirarlo a sé.
* * * * *
Era
stata la morte di Cygnus, all'inizio.
Un venerdì di
febbraio, con la pioggia che scrosciava e il viso terreo di Druella
illuminato dalle luci delle bacchette. Aveva osservato la zia da
lontano, sorretta da Narcissa, senza sapere perché si trovasse
lì, al funerale di quell'uomo.
Era rimasto nascosto sotto
al mantello di James finché tutti non si erano allontanati, i
visi nascosti dai cappucci scuri, i passi troppo lenti. Poi si era
avvicinato a quel cumulo di terra fresca, incapace di provare alcuna
sensazione. Era solo consapevole dell'acqua che gli inzuppava i
vestiti, del suo fiato che si condensava in nuvolette bianche, del
mantello che scivolava sul terreno.
Stava per andarsene, quando
una mano gli si era posata sulla spalla. Mentre si voltava, sapeva
che avrebbe trovato il viso di Bella, la sua espressione
traboccante di disprezzo, le sue mani pallide.
E quello sguardo
che non smetteva di interrogarlo, di provocarlo, di fargli desiderare
di tornare, nonostante
tutte le umiliazioni, il dolore, la rabbia. Quello sguardo così
semplice, in fondo, che non riusciva ad ignorare.
L'aveva baciata,
l'aveva spogliata, l'aveva sentita ridere mentre affondava le unghie
nella pelle della sua schiena, graffiandolo.
Aveva lenito il
dolore che lei non avrebbe mai esternato, e a sua volta, per poco,
troppo poco, era stato
liberato dai suoi fantasmi.
Si erano separati senza parlare. Erano
troppo stanchi per ferirsi, troppo vuoti per attaccare, troppo
impauriti.
Era
stata la morte di Orion, pochi mesi dopo.
Il cielo di giugno era
ingombro di nuvole soffici, che si inseguivano senza curarsi del
piccolo crocchio di persone riunite sotto di loro. Walburga
era davanti a tutti, elegante ed impassibile, senza una lacrima che
le rigasse il volto.
Quella volta, mentre spiava la madre, Sirius
sapeva perché.
Il cimitero si era svuotato in fretta, e rimaneva solo una figura,
avvolta in una preziosa veste scarlatta. Bella lo stava aspettando,
certa che non avrebbe avuto il coraggio di voltarsi ed andarsene.
Sicura della propria vittoria.
Aveva attraversato il prato
punteggiato di margherite, e i suoi passi sembravano non bastare mai.
Lei era lì, con le labbra schiuse e le braccia incrociate, e
non era mai stata così terribile.
Era stata la morte di Regulus, infine.
* * * * *
Aveva
i capelli pieni di neve, e il viso arrossato per il freddo. Sembrava
una bambina – si era lasciata abbracciare, e ora lo scrutava
con un'espressione torva, quasi imbarazzata. Doveva piegare il capo
per guardarla, più bassa di lui – eppure lo sovrastava,
non gli permetteva mai di capirla davvero.
“Hai intenzione
di farmi tornare a casa?” Disse, liberandosi dalla stretta. Si
sistemò l'abito, lisciando le pieghe del tessuto. “Guarda
come mi hai ridotto”
“Non mi sembravi molto
preoccupata per il tuo vestito, dieci minuti fa” Ribatté
Sirius, con un sorriso ironico.
Lei non rispose alla provocazione,
limitandosi a scrollare le spalle. “Devo andare, si staranno
chiedendo che fine ho fatto. La storiella della nipote distrutta per
la perdita dell'amato zio non è molto credibile”
“Il
povero piccolo Rodolphus sarà in pensiero per te, vero?”
“Non
tirare troppo la corda, Black”
“Rimani”
“Non
posso” Rispose, freddamente. “Dovrai trovare un altro
modo per affrontare il fatto che quell'idiota di tuo fratello è
morto. E' stata una piacevole scopata, ma non ho intenzione di
consolarti e farti piangere sulla mia spalla.”
“Cosa
stai dicendo?” Senza rendersene conto, Sirius aveva alzato la
voce. “Sono venuto per te,
Bella, non l'hai capito?”
“Hai detto che non l'avresti
mai ammesso” Negli occhi gelidi di Bellatrix balenò una
scintilla. “Ma evidentemente ti stavi sbagliando”
“Non
ti importa di nessuno” Le sfiorò la guancia. “Di
nessuno” La voce gli tremò appena, colma di rabbia e
risentimento.
“Di sicuro non di chi è stato buttato
in queste fosse” Rise, beffarda, allargando le braccia per
indicare le lapidi che li circondavano. “Anche se devo
ammettere che il piccolo Reg, zio Orion, persino mio padre... Sono
stati utili. Ci hanno permesso di avere una scusa per vederci, non
pensi? Sono serviti a qualcosa, almeno da morti” Le sue labbra
si piegarono in una smorfia maligna.
“Vaffanculo, Bella”
“Mi
chiedi di rimanere, ora che siamo qui, ma non avresti mai avuto il
coraggio di cercarmi” Gli sussurrò all'orecchio. “Hai
semplicemente approfittato dei funerali di chi hai rinnegato, è
bastato smaterializzarti e metterti un mantello dell'invisibilità
per trovarmi qui, ad aspettarti, senza fatica. Sei un coniglio anche
tu, proprio come Regulus”
Sirius
si scostò, con un gesto brusco. “E tu,
cugina? Cos'hai fatto tu
in questi anni? Hai sposato Lestrange, un gran gesto d'amore nei miei
confronti!”
Lei gli sorrise ancora. “Chissà...
Forse i nostri cari parenti li ho uccisi io” Rimase immobile
per un istante, una ciocca di capelli che le danzava sul viso. “Buon
Natale, Sirius” Gli augurò, prima di girare su se stessa
e scomparire.
Sirius sferrò un calcio ad un ammasso di
neve, e il suo grido risuonò nella necropoli deserta.
* * * * *
NOTE
Finalmente
riesco a pubblicare di nuovo qualcosa, dopo quasi tre mesi d'assenza!
Questa fic ce l'avevo in mente da un po', e volevo scriverla per
l'undici di novembre, cioè per il quinto anniversario della
mia iscrizione a EFP (come passa il tempo o_O). Però la
mancanza di ispirazione, di voglia e di tempo mi hanno fatto
posticipare...
Comunque sono tornata alla mia amata
Sirius/Bella, mi mancavano troppo <3 Mi rendo conto che è
una one-shot totalmente delirante, e che per essere ambientata nel
periodo natalizio è piuttosto deprimente... Ma abbiate
pazienza, mi è uscita così ^^'
Tutto è
partito da una cosa che ho notato vagando come al solito sul Lexicon,
ovvero che Cygnus, Orion e Regulus sono morti tutti e tre nel 1979.
Davvero un anno allegro per i Black! Non si sa molto altro su di
loro, quindi mi sono presa la libertà di decidere l'ordine in
cui sono passati a miglior vita. Ovviamente anche il resto è
una mia interpretazione!
Spero che a qualcuno possa piacere,
comunque critiche e recensioni positive sono entrambe bene accette :)
Alla prossima!
Flea.