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Autore: RuinNoYuki    07/12/2009    2 recensioni
I desideri si possono avverare in una notte dove piovono stelle dal cielo.
Soprattutto se una suddetta stella decide che tu sia il suo bersaglio ideale.
Esprimi un desiderio.
[ Questa fic ha partecipato alla III edizione del contest *Magical Tales* su EFP, indetto da niobe88, classificandosi IV. ]
[ Personaggi: Marco, Samuele, il "sasso verde" ]
[ Comparse: la madre di Marco, Elisa (la sorella di Marco), un bambino ]
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stelle cadenti Autore: RuinNoYuki
Titolo: Stelle cadenti
Rating: Verde
Genere: Fantasy
Avvertimenti: Oneshot
Parole: Mercato - Stella
Introduzione: I desideri si possono avverare in una notte dove piovono stelle dal cielo, soprattutto se una suddetta stella decide che tu sia il suo bersaglio ideale.
Note dell'Autore (non obbligatorio): Questa storia non pretende molto, era solo un altro pretesto per scrivere qualcosa!!Spero comunque che possa piacere!!!Baci baci
RuinNoYuki



Questa fic ha partecipato alla III edizione del contest *Magical Tales* su EFP, indetto da niobe88, classificandosi IV.


Stelle cadenti



Marco si stava annoiando, molto annoiando.

Era da tutta la mattina che veniva trascinato da una parte all’altra del centro commerciale, senza che sua madre si fermasse. E di certo la presenza dei suoi cari fratelli non aiutava la situazione.

-Mamma, questa sera io e Fabio andiamo a vedere un film al cinema- interloquì Samuele, suo fratello maggiore, che stava mostrando una faccia tra lo schifato e l’annoiato, mentre sua madre si rigirava un paio di pantaloni rosa tra le mani, supportata da Elisa, sua sorella minore.

-Va bene tesoro, ma non fare tardi, mi raccomando. Lo sai che a casa c’è un mucchio di lavoro da fare, domani mattina ti voglio attivo.

-Ma dovevi proprio invitare i vicini?A me stanno sulle scatole- rispose di rimando Samuele, con il classico tono da "che schifo il mondo".

Sua madre si girò di scatto, abbandonando quegli assurdi pantaloni rosa, con il rammarico di Elisa.

-Domani è la vigilia Samuele!Cerca di non farmi fare figuracce!-

-Sì, sì-

Basta, si era stufato.

Non ne poteva più degli stupidi discorsi tra sua madre e suo fratello, tantomeno degli orridi gusti della sorella!

-Senti mamma … - incominciò quindi Marco – posso aspettarvi fuori dal magazzino? Volevo fare quattro passi … -

-Va bene tesoro, ma poi mi devi aiutare anche tu a caricare la borse in macchina!-

E sentita la risposta della madre si allontanò.

Le vetrine erano tutte colorate, e ogni tanto si vedeva un Babbo Natale andare da una parte all’altra dell’edificio, accompagnato da una sfilza di bambini festanti.

Era quasi all’entrata del magazzino, quando un foglio, seguito da altri identici, apparve alla sua vista.

Si avvicinò piano e incominciò a leggere.



AVVISO A TUTTI I CONCITTADINI:

Il ventitre Dicembre alle undici e mezza sono invitati tutti i concittadini al parchetto comunale, per godersi la splendida vista delle stelle cadenti che, proprio quella notte solcheranno il nostro cielo.

Si spera in una grande partecipazione.

Con affetto Il Sindaco.



Marco dopo aver letto quell’avviso si era esaltato tantissimo!

Non aveva mai visto le stelle cadenti e questa era un’occasione da non perdere!

A passo veloce tornò sui suoi passi, ripercorrendo tutto l’ampio corridoio stracolmo di gente.

Vide sua madre e i suoi fratelli uscire dall’ennesimo negozio di vestiti, con Samuele stracarico di borse e la sorella che, aiutando la madre, spingeva un carrello pesantissimo.

-Mamma!!!!!-gridò Marco sbracciandosi-Questa sera posso andare al parco comunale a vedere le stelle cadenti??-

Disse tutto con degli occhioni enormi, e sbattendo le palpebre, convinto di un sì.

-Certo che no, tesoro!!!Già tuo fratello va via questa sera!Tu almeno mi devi dare una mano!-

Marco era scioccato.

-Ma mamma!!!Ci voglio andare!!!Perché lui può uscire e io no????- disse tutto con un tono che definire lamentoso era un eufemismo.

-Ho detto di no!O vuoi che lo dica a tuo padre?! Poche storie!- e gli rifilò in mano alcune delle borse che aveva il fratello, e che stavano per sfracellarsi al suolo.

Ovviamente, dopo quell’uscita della madre, Marco tenne il muso per tutto il tragitto e, anche arrivati a casa, non volle uscire dalla sfera di mutismo in cui era caduto.

Solo passate le 12:45, quando il fratello maggiore era tornato dal cinema, finalmente parlò.

Samuele entrò pian piano nella camera che dividevano, e sempre più piano si cambiò e si sdraiò sul letto a castello, sulla parte superiore, producendo solo un piccolo scricchiolio.

-Marco?- bisbigliò- ehi Marco, sei sveglio?-

Niente.

- Marcooooooo??????-

Nulla.

- Marchettinoooooooo??????-

Ignoralo.

- Marchettuccioooooooooo??????-

No.

- Marchettinuccinoooooooooooo??????-

-Che cazzo vuoi!-disse brusco l’interessato, odiando quegli stupidi soprannomi.

-Sei ancora arrabbiato?-chiese l’altro felice di aver ottenuto attenzione.

-No- sempre più brusco.

-E dai! Non sarà una tragedia non aver visto delle stupide stelle!-

-A me piacciono!E se tu non fossi andato al tuo stupido cinema avrei potuto vederle!-

E gli venne il magone.

Era sempre così quando si arrabbiava o trovava qualcosa ingiusto. Sentiva un calore crescente al naso e poi un fastidioso groppo alla gola, finché gli occhi non incominciavano a bruciare per le lacrime trattenute.

Si rigirò nel letto, accucciandosi contro la parete, affogando la testa nel cuscino.

Sentì suo fratello scendere dal letto, sedendosi a testa china sul suo, osservandolo di spalle.

-Non starai mica frignando?!-

Il groppo aumentò.

-Che frignone … -

E un singhiozzo gli uscì direttamente dalla gola, senza che potesse fare niente per trattenerlo.

Il fratello sbuffò forte e, sdraiandosi sul letto si avvicinò a Marco, per poi sollevare di scatto le coperte di lana e infilarvisi dentro.

-Vieni qui moccioso frignone- disse ridacchiando, cercando di abbracciare il fratello, che , dal canto suo si scostò immediatamente, abbracciando il cuscino.

-Mi tradisci con un cuscino?!- chiese finto indignato il maggiore.

-Almeno lui non è uno stronzo menefreghista- fu la risposta secca dell’altro.

-Stai esagerando, Marco- disse calmo Samuele, mentre perdeva la pazienza.

Se c’era una cosa che non tollerava era quando suo fratello lo insultava seriamente; era come se un accordo segretamente stipulato tra loro venisse rotto.

-Sto solo dicendo la verità, stron -

Ma le sue parole vennero fermate da quelle più dure del fratello.

-Non dire altro, o mi arrabbio seriamente.- era stato secco e conciso.

Ci fu un attimo di silenzio molto teso.

-Io volevo andare a vederle- era stato un lamento quello che era uscito dalla bocca di Marco, un lamento molto triste.

-Perché non ci vai allora?- chiese Samuel abbracciando da dietro il più piccolo.

-E’ un po’ troppo tardi, le stelle non mi aspettano- e mise su un broncio.

-Magari ce n'è ancora qualcuna che è arrivata in ritardo, proprio come te- rispose l’altro sorridendogli da sotto le calde coltri di coperte.

-E come faccio ad andarci? E’ tardi!E la mamma non vuole!-

-E tu scendi dalla finestra!-disse l’altro in tono ovvio e un tantino da "non capisci un cazzo" o da "cosa ti ho insegnato in tutti questi anni", o ancora da "non sei degno di essere mio fratello" ; l’ultimo in particolare lo offese.

-Ehi!!!- si infervorò Marco.

-Non arrabbiarti se sei scemo!-rispose Samuele in tono ragionevole.

-E spiegami … - incominciò Marco ignorando l’ultima frase- come faccio a scendere dalla finestra?Mi butto giù di petto?- voleva sembrare ironico il ragazzo.

- Certo che no principessina mia!- rispose l’altro – devi aspettare il principe azzurro!- disse sommessamente – così quando arriva gli cali la tua lunga e bionda treccia!-

Da notare i capelli corti e castani di Marco.

-Ehi??- rispose Marco – Ma che dici!!!Così anche lui sale!E poi siamo in due a dover scendere!-

-Marco, Marco, forse l’idea di buttarti giù di petto non è poi male!- lo disse con finto tono esasperato.

-Mi vuoi morto?- chiese l’interessato tuffatore.

-Così ho una parte di eredità in più!- rispose ghignando cattivo l’altro.

-Stammi lontano!!- e incominciò a ridere, poiché il fratello aveva incominciato a fargli il solletico.

- Noooooo, basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!- gridò sommessamente.

-Ma shatappati* che così svegli tutti!- rispose Samuele smettendo comunque di infastidirlo.

Marco, dopo essersi calmato e aver ripreso a respirare regolarmente, si girò verso il fratello maggiore, che lo guardava con una smorfia divertita.

-Quindi?-chiese Marco.

-Quindi cosa?-

-Come faccio a scendere dalla finestra?- disse lamentoso e impaziente.

-Dammi un attimo per collegare- rispose il fratello – non posso ancora credere che tu abbia accettato il mio consiglio!-

- Eddai!!!!!-

-Comunque te l’ho detto come fare … - era troppo divertente.

-Saltare di petto?-chiese Marco perplesso.

-Aspettare il principe azzurro!!!!!!- che goduria sfottere i fratelli minori.

-Uffa!-

-Ma dai! A cosa credi che serva l’albero vicino alla finestra del bagno?!-

-Ma è cinque metri più in la da questa finestra! E se vado in bagno Mà e Pà mi sentono!!-

-Ma devi camminare sul cornicione sotto la finestra troglodita!!!- e gli diede uno schiaffetto sulla fronte.

-Ma sei scemo???!!!!E se cado???!!!- Marco era scioccato.

-Se cadi avrò una camera tutta per me, un fratello scemo in meno, e una grossa fetta di eredità in più!- proprio una goduria.

-Ma vaffanculo!!!!!disse Marco sommessamente.

-Comunque se aspetti ancora un po’ le tue stelle se ne andranno tutte- lo ridestò Samuele.

Marco saltò giù dal letto, rotolando sopra uno sdegnato Samuele, e prese i suoi vestiti infilandoseli velocemente, sotto lo sguardo divertito del fratello; poi si infilò il giubbino del maggiore e aprì la finestra.

Una ventata di aria gelida gli sferzò il viso, facendolo dubitare dell’azione che stava per compiere.

Samuele si alzò dal letto e lo spinse verso la finestra, strofinandosi le braccia con le mani, infreddolito.

-E muoviti ad uscire- gli disse avvolgendogli intorno al collo una sciarpa e infilandogliela nel giubbino- mi sto congelando le palle!!- che dolcezza.

-Vado, vado- disse agitato Marco, e uscì dalla finestra, appoggiandosi al cornicione, formato da una piccola parte di tetto. Sentì il fratello accostare la finestra, per permettergli poi di entrare.

Pian piano, attaccandosi febbrilmente al muro di mattoni, si mosse verso il grande albero che risiedeva da anni nel loro giardino; un poco titubante si appoggiò al ramo, per scendere poi sul precedente, toccando infine la tanto agognata terra.

Nel silenzio più assoluto si incamminò verso il parco comunale, che distava solo pochi isolati.

Niente, non aveva visto niente solcare il cielo durante il tragitto per arrivare al parco e sempre di più la sua felicità era sciamata. Il parco era ormai completamente deserto, come il freddo cielo.

Si sedette sull’altalena dove si sedeva da piccolo per farsi spingere da Samuele.

Rimase lì a dondolarsi, per un tempo infinito, finché i suoi occhi non si illuminarono, e un sorriso comparve sul suo volto.

Una piccola scia di luce stava attraversando solitaria il cielo.

-Eccoti ritardataria!- disse felice Marco; poi si accigliò.

La stella si stava avvicinando sempre di più, di più, di più.

-O mio Dio!!!!!!-Gracchiò Marco; la stella stava proprio cadendo verso di lui.

-Va via, va via!!! ARRRGHH!- e la stella si schiantò sulla fronte di un ormai disteso Marco.

Dopo un attimo di confusione si riprese; toccandosi la fronte sorprese un enorme bernoccolo darsi vanto proprio nel suo centro.

- Wouuuu! Ho provato le brezza di ricevere una stella cadente sulla fronte!Pensavo facesse più male!!!- forse il fatto di parlare da solo stava diventando preoccupante.

Poi un sasso verde, della grandezza di un pugno attirò la sua attenzione; lo prese in mano, era freddo.

Se lo appoggiò sulla fronte, nel mezzo, per poi tirarlo via.

-E già!- disse – Sei proprio tu il sasso malefico che mi ha beccato in fronte!!!!- poi se lo rigirò tra le mani e notò un movimento.

Sulla pietra si stavano delineando delle parole:

Mi capisci?

Annuì inconsciamente, e le parole scomparvero per lasciare spazio ad altre.

Esprimi un desiderio

-Perché?-chiese ingenuamente Marco.

Perché voglio che tu sia felice


-Ma io sono già felice!- protestò Marco.

Allora cedimi ad un’altra persona che non lo è

-Perché?- chiese non capendo.

Perché voglio che sia felice

Marco era abbastanza allibito, parlare con un sasso non era simbolo di integrità mentale!

Io non sono un sasso

- Wou!- pensò Marco- il sasso mi legge nel pensiero!!-

Io non sono un sasso!!

Pure con i punti esclamativi.

-O sì, scusa!!!!!-Marco si grattò imbarazzato la testa.

Sono una stella cadente, ed esprimo i desideri

Marco ci pensò un po’ su e poi disse:

-Puoi esprimere anche i miei, anche se non sono triste?- approfittiamoci delle stelle di buon cuore.

Non ho un cuore come il tuo, ma ho un’anima. In ogni caso, sì, posso

Questa cosa di poter leggere nel pensiero gli stava dando ai nervi.

Scusa, non faccio apposta a leggerti nei pensieri

Come non detto.

-Davvero puoi?- chiese Marco.



-E lo faresti?-



Contento della risposta ricevuta mise la pietra in tasca e si avviò verso casa.

-Voglio sdraiarmi nel letto!!!!!- disse Marco con voce lamentosa, pensando al calduccio delle sue coperte.

Poi qualcosa accadde e di punto in bianco una luce verde lo avvolse.

Poi tornò tutto buio, e l’aria si fece più calda.

Marco non poteva crederci! Si trovava sotto le coperte del suo letto!

Tirò fuori la pietra della tasca del giubbino.

-Grazie- esordì piano.

Prego fu la risposta.

***


Un bambino molto piccolo stava camminando per le strade del suo paese in festa, passando tutte le bancarelle del grande mercato, che ogni anno si teneva ai primi di Novembre.

La fiera dell’aurora.

-Le odio tutte queste persone- disse il bambino- Perché loro possono essere felici e io no??-

-Non sei felice?-

Il bambino si girò di scatto all’udire quella voce burbera.

Davanti a se vide un uomo anziano, con la faccia coperta da un grosso cappello di lana e una vecchia sciarpa, che gli entrava nel giubbotto.

-No!- rispose il bambino triste.

-Perché?- chiese l’anziano.

-Tutti mi hanno abbandonato, i miei genitori, i miei amici, nessuno mi vuole bene!- e incominciò a piangere.

-Io ti posso aiutare- esordì l’uomo.

E detto ciò fece vedere al piccolo un fagottino di stoffa che, spostati i lembi, rivelò un sasso verde.

- Cos’è?- chiese il bambino smettendo di piangere e adocchiando la pietra.

-Un sasso- rispose questo, e l’interessato sasso fremette di luce verde, come irritato, incantando il bambino.

-Tienilo te lo regalo-

Ma prima di consegnarlo al bambino sussurrò:

-Addio stella ritardataria-

Addio Marco

Poi la diede al bambino che, tutto felice per il regalo ricevuto, scappò via stringendola al petto con il sorriso sulle labbra.

-Mi hai fatto felice piccola stella, ore fa felice il resto del mondo-




Esprimi un desiderio


Fine


* La parola shatappati non appartiene al dizionario italiano, ne a qualsiasi altro dizionario; per chi non lo sapesse è un italianismo, derivato dall’espressione inglese “shut up” che vuol dire “taci”, quindi shatappati vuol dire “taci” o meglio “zittisciti”.Penso comunque di essere artefice di tale obbrobrio, quindi se avete lamentele, per mutilazione della lingua italiana, porgetele al mio avvocato, il fatto che io non abbia un avvocato sono solo dettagli :)


Ringraziamenti

Grazie a Niki_CuLLen_ per avere messo la mia fic tra i preferiti! Sono felice che questa storia ti abbia reso felice ^.^ (gioco di parole...) la prima recensione! Addirittura DELIZIOSA ... ç.ç ti adoro... XXX PS: ^//^ grazie anche per la seconda recensione çoç piango dalla commozione...

Grazie ad Lady Aika ! Grazie mille per i complimenti! ^///^ non sai che gioia leggere la recensione!XXX

Grazie anche a chi ha semplicemente letto!! ^*^
 by
RuinNoYuki

La seconda recensione di Niki CuLLen:

Niki_CuLLen_ 
E io sono felice che ti abbia reso felice la mia recensione :)) Deliziosa, perchè era Deliziosa, Sennò non l'avrei Scritto U.U .. Spero scriverai presto ancora one-shot .. Sarò la prima a leggerle e recensirle, promesso <3

   
 
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