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Autore: snapEly    07/12/2009    5 recensioni
Qualcosa di strano sta succedendo a Draco. Harry sospetta un complotto, ma ciò che scoprirà va ben al di là di qualunque cosa entrambi avrebbero mai potuto immaginare.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima Drarry e ammetto che è parecchio assurda, ma al contrario di ciò che qualcuno potrebbe pensare, non è stata scritta sotto l’effetto di allucinogeni. E’ solo stata la naturale reazione alla lettura di una serie di storie, che per quanto originali e di piacevole lettura, mi hanno lasciato l’amaro in bocca. Non so ancora se ci sarà un lieto fine, ma di sicuro non sarà deprimente! Spero che a qualcuno possa interessare: nel caso lasciate un commentino! ^_^
La vicenda si svolge a partire dal sesto anno. Gli avvenimenti che non vengono menzionati e che non sono in contrasto con lo svolgersi della storia, vanno dati per scontati (vedi il Lumaclub, il libro del Principe, etc)
I personaggi appartengono a J.K. Rowling, lo sanno anche le pietre,  e se ne traessi qualche guadagno, vi sembra che sarei qui a scriverlo? XDDD
Buona lettura!

HIDDEN ANGELS

Capitolo 1
Seduto sull’erba del parco, sotto il tiepido sole di settembre, Harry si tastò il naso ancora dolorante.
-Cosa c’è? Ti fa ancora male?
-Non è niente, Herm, è solo un po’ indolenzito. – rispose scuotendo il capo e rivolgendo all’amica un piccolo sorriso di gratitudine.
-Non gliela faremo passare liscia, vero amico?
-Infatti sto soltanto aspettando il momento giusto, Ron. Stai certo che Malfoy  pagherà per ogni singolo graffio e livido che mi ha procurato in questi anni!
Malfoy.
Quanto odiava quel vigliacco!
Fu percorso da un fremito al ricordo di quanto si era sentito impotente, bloccato sul pavimento dell’Hogwarts Express, in balia del biondo Serpeverde. Sentiva ancora nelle orecchie il sibilo malvagio che gli aveva rivolto, dopo averlo colpito selvaggiamente: -Questo è per mio padre!
Aveva pensato molto a quelle parole, nei due giorni che erano passati dal loro arrivo alla scuola.
“Questo è per mio padre”
Di certo Malfoy senior doveva aver pagato a caro prezzo il fallimento dell’incursione al Ministero della Magia, qualche mese prima. Per non parlare della perdita della profezia.
Harry aveva percepito quanto Voldemort tenesse ad entrare in possesso di quell’informazione – ormai aveva imparato a distinguere tra le proprie sensazioni e quelle che provenivano dalla sua connessione con il mago oscuro – e la cicatrice aveva pulsato dolorosamente per molti giorni dopo quella disavventura, segno tangibile che il mago oscuro era in preda ad una cieca furia.
Era ancora immerso in quei pensieri, quando la sua attenzione venne attirata dal riflesso del sole calante su una chioma dorata.
Con la coda dell’occhio intravide una figura solitaria camminare velocemente verso un angolo ombroso, poco frequentato. Procedeva speditamente, ma in modo stranamente rigido, le spalle appena incurvate.
-Psst! Hai visto? – sussurrò il rosso.
Harry si limitò ad annuire e si alzò in fretta.
-Torno subito…
Ma Hermione era già all’erta.
-Harry! Non farlo!
-State qui. Voglio soltanto controllare una cosa.
-Si, certo! Una di quelle cose che poi finiscono con una bella rissa, con successiva punizione.
Ormai stavano quasi correndo, Harry gli occhi puntati sulla sua preda, Hermione tutta presa dal tentativo di dissuaderlo e Ron indeciso tra il dovere di sostenere le ragioni dell’amico e la riluttanza nel mettersi nei guai in una così bella giornata.
Si bloccarono a ridosso di una macchia di cespugli. Pochi metri più avanti, Malfoy era caduto in ginocchio, la testa piegata sul petto, la mano destra che stringeva convulsamente il braccio sinistro, teso e rigido.
-Sembra stia male – sussurrò la ragazza- forse dovremmo chiamare qualcuno…
-No, aspetta! Voglio vedere cosa…
In quel momento il biondo cadde a terra, rannicchiato su un fianco.
La mano sinistra, ora ben visibile, era cosparsa di una sostanza nerastra che colava dal polso e si disperdeva velocemente a terra, come risucchiata dal suolo.
-Ron, corri a chiamare qualcuno…
Il rosso non se lo fece ripetere e partì come un razzo verso il castello.
-Oh, Harry… non sarà…
-No, guarda…-rispose dopo essersi inginocchiato accanto al corpo riverso del Serpeverde- …respira.
Rimase a contemplare, stupito e un po’ intimorito, il volto del ragazzo: pallido, ma di un pallore diverso dal solito. E nemmeno con quella sfumatura giallastra che accompagna sovente la malattia.
Sembrava piuttosto, lì nella penombra della vegetazione, che emettesse una fioca luminescenza azzurrina.
Anche Hermione era rimasta interdetta da quello spettacolo, ed entrambi si riscossero soltanto al sopraggiungere del professor Piton.
“Per Merlino, Ron!” si ritrovò a pensare Harry “proprio Piton dovevi chiamare!”
-Potter! – lo scostò malamente per chinarsi a tastare il polso del suo protetto – Che cosa hai combinato?
-Niente! L’abbiamo trovato così, con quella roba nera che colava…
Si interruppe, rendendosi conto in quel momento che non c’era più traccia di quella sostanza.
-Potter! –il professor Piton dava chiari segni di impazienza – Che cosa stai farneticando!
-C’era una cosa nera… - balbettò Hermione, venendo in soccorso all’amico – che colava dalla mano, proprio lì…
Il professor Piton voltò loro le spalle e armeggiò per un momento intorno al ragazzo steso a terra.
Non riuscirono a vedere cosa stesse facendo, ma dopo pochi istanti si irrigidì, emise un sospiro, quasi un sibilo e subito si rialzò.
Quando si voltò verso i tre Grifoni il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione, ma era chiaro che qualcosa lo aveva turbato.
Con un incantesimo silenzioso fece comparire una barella.
-Voi due, rendetevi utili. Spostatelo sulla barella, con delicatezza! E portatelo in infermeria. Lei, signorina, vada a cercare il Preside e gli racconti ciò che ha visto. E che nessun altro lo venga a sapere, o si renderà necessario scavare una fossa sotto la clessidra di Grifondoro, tanto il vostro punteggio precipiterà in basso.

Harry continuava a bighellonare nei dintorni dell’infermeria. Non riusciva a togliersi dalla mente ciò che aveva visto e doveva assolutamente saperne di più.
Ormai era abituato ad ogni genere di magia ed aveva imparato ad adeguarsi, semplicemente prendendone atto, ma questa volta era diverso.
Malfoy era diverso. Non era lui quel ragazzo raggomitolato a terra, il volto disteso in uno strano misto di sofferenza e sollievo, così diverso dal ghigno con cui gli si rivolgeva di solito.
No, non era lo stesso ragazzo. Più ci pensava, più si convinceva che doveva essere un’altra persona.
Eppure l’aspetto fisico, i bei lineamenti, i capelli dorati, forse un po’ arruffati in quel momento, erano sempre gli stessi.
I suoi pensieri vennero interrotti dall’aprirsi della porta.
Il Preside e l’insegnante di Difesa ne uscirono discutendo a bassa voce, ma si interruppero nel vedere il Grifondoro pochi metri più in là.
Il professor Piton ristette per un momento, fissandolo con astio, poi si allontanò a grandi passi, i lunghi capelli corvini fluttuanti sulle spalle.
-Harry, ragazzo mio! Proprio la persona che stavo cercando. Vieni, andiamo nel mio studio. C’è qualcosa che voglio farti vedere.
Il Grifone seguì il Preside senza fiatare, un po’ sorpreso di non dovergli estorcere le informazioni con suppliche e preghiere.
Ma si sbagliava.
Ciò che Harry vide nel Pensatoio del Preside non aveva niente a che vedere con il giovane Malfoy, ma era il ricordo lontano di un  insegnante preoccupato per la sorte di un piccolo mago orfano.
-Sì, Harry – sospirò il professor Silente, in risposta alla sua muta domanda – sono stato io a portare Tom Riddle qui a Hogwarts e a fargli conoscere la magia.
-Ma, se lei avesse saputo ciò che sarebbe diventato, non lo avrebbe fatto, o no?
Il vecchio mago sospirò ancora.
-Probabilmente no. Ma vedi, ragazzo mio, ognuno di noi deve affrontare la propria natura e fare le proprie scelte. E ognuno di noi può soltanto fare del proprio meglio per aiutare gli altri in questo difficile compito. A questo proposito, suppongo ti starai domandando che cosa è successo a Malfoy…
-Sì, signore.
-Mi rincresce doverti deludere, ma non sarebbe corretto da parte mia divulgare certe informazioni così personali. Comunque sappi che gli insegnanti ed io abbiamo formulato alcune ipotesi, ma siamo ancora in attesa di una conferma.
-Una conferma, signore?
-Stiamo aspettando l’arrivo di una persona, un esperto in questo settore… ma vorrei chiederti un favore, Harry. Di qualunque cosa si tratti, Draco si troverà a dover fare i conti con qualcosa di assolutamente inaspettato. In un certo senso, la sua situazione è simile alla tua, quindi ti sarei grato se potessi mettere da parte il tuo risentimento nei suoi confronti e mostrarti, se non disponibile, almeno paziente, e magari gentile, con lui. Pensi di poterlo fare?
-…simile alla mia? Che cosa significa? Vuol dire che lei-sa-chi gli sta dando la caccia? Ma pensavo che i Malfoy…
Il professor Silente alzò una mano per interromperlo e sorrise con condiscendenza.
-No, no figliolo. Non gli sta dando la caccia, non ancora… fintanto che questa novità non giungerà alle sue orecchie. Per questo è necessario mantenere il più assoluto riserbo. Ciò che intendo è che il povero ragazzo si troverà a portare un fardello che non ha chiesto e che è stato posato sulle sue giovani spalle – fin troppo giovani, a mio avviso – senza possibilità di appello.
Il Preside appoggiò delicatamente la mano sana sulla spalla del suo allievo, che intravide un luccichio di lacrime attraverso le piccole lenti a mezzaluna.
-E’ così ingiusto… vorrei poter fare qualcosa per sollevarvi da questo peso disumano, ma… - sospirò, e Harry sentì una grande tristezza di fronte all’impotenza del vecchio mago - … sappi che non sarai mai solo, e neanche Draco lo sarà, se vorrà accettare l’aiuto che gli verrà offerto.

Quella notte Harry dormì un sonno agitato, finché si svegliò con la cicatrice che pulsava e pizzicava fastidiosamente. Si rigirò tra le lenzuola, cercando di trovare un po’ di conforto nel calore di quel morbido giaciglio e tornò ad assopirsi. Nel dormiveglia sognò che un angelo dai lunghi capelli dorati si piegava su di lui sorridendo e posava un piccolo bacio leggero sulla cicatrice. Il dolore scomparve e Harry cadde in un sonno profondo e senza sogni.
  
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