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Autore: FrogWriter    08/12/2009    8 recensioni
Reneesme sta per cominciare il liceo, come nuova figlia adottiva del dottor Cullen e signora, assieme agli altri fratelli adottati... Emmet, Rosalie, Jasper, Alice, Edward... e Bella. Come reagirà quest'ultima a questa finzione?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La osservo sistemare i capelli, più ribelli del solito, con una accuratezza degna di Alice. La guardo mentre sistema la maglietta e controlla che ogni cosa sia a posto. Nei suoi occhi leggo emozione, gioia, felicità per ciò che ha desiderato per tanto tempo e che finalmente oggi diventerà realtà.

Oggi per Reneesme sarà il primo giorno di liceo. Già da qualche anno aveva espresso il desiderio di poter andare a scuola, come i ragazzi normali. La sua crescita d’altronde si è ormai fermata da qualche anno, cristallizzandola all’età di 15 anni. E ha ormai imparato a controllare l’istinto e gli impulsi che la natura di mezza vampira le ha donato. Ormai è pronta.

Ovviamente non sarà sola. La copertura dei fratelli adottivi Cullen, che io ho conosciuto a Forks, continua a resistere; d’altronde qui a Seattle, ancora, non ci conosce nessuno.

Dunque che la finzione ricominci. Stavolta, però, con due fratelli in più. Anzi due sorelle. Le sorelle Swan, ultimo “acquisto” della famiglia Cullen. Isabella e Reneesme Swan. La nostra somiglianza, nonché la differenza di età resa visibile dal nostro aspetto rendono più verosimile la finzione.

Dunque da oggi sarò sorella di mia figlia.

Tra le mura di casa Cullen potrò rimproverarla per gli errori, potrò farle prediche, potrò darle consigli e fare tutto ciò che una madre farebbe. Ma fuori… fuori dovrò essere soltanto la sua sorella maggiore. Potrò conoscere i suoi amici, sapere come si comporta, sapere i suoi voti a scuola, ma…

Mai potrò dire a qualcuno “Sono Isabella, la madre di Reneesme”.

Mai potrò dire a qualcuno, che non sia un Cullen, quanto sia fiera di mia figlia, quanto io la ami.

Mai potrò essere una madre a tutti gli effetti.

Per il mondo ho 18 anni e Reneesme 15. Cosa potremmo essere, se non sorelle?

Stringo i pugni nelle tasche della giacca che indosso, continuando a guardarla.

Edward ci chiama. È arrivato il momento di andare. Usciamo da casa, dirette alla macchina. Lei cammina davanti a me.

“Reneesme” le dico richiamando la sua attenzione. Lei si volta verso di me, sorridendo.

“Sì, mamma?”.

Ricordati… di non chiamarmi mamma” le dico con un filo di voce, indossando gli occhiali da sole e salendo nella Volvo di Edward.

In questo momento sono contenta di essere una vampira. Non posso piangere.

Lei è troppo felice, non avrei alcun diritto di rovinarle questo momento con degli stupidi pensieri da madre.

   
 
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