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Autore: Bellatrix Lestrange    22/06/2005    5 recensioni
stavolta niente cose patetiche...o perlomeno nn nel commento...se poi la fic è patetica sta a voi deciderlo...è tratta da un libro che amo moltissimo, il canocchiale d'ambra...cioè, da tutta la triologia ma è ambientata anni dopo iCdA, insomma...commentate!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EVEN IN DEATH

CAP. 1

I’m so tired of being here

Suppressed by all my childish fears

And if you have to leave

I wish that you will just leave

Because your presence still lingers here

And it won’t leave me alone

These wounds won’t seems to heal

This pain is just to real

There’s just too much that time cannot erase

When you cried I’d wipe all of your tears

When you’d scream I’d fight away all of your fears

And I’ve held your hand through all of these years

But you still have me

You used to captivate me

By your resonating light

But now I’m bound by the life

You left behind

Your face is haunts my once pleasant dreams

Your voice it chased away all the sanity in me

These wounds won’t seems to heal

This pain is just to real

There’s just too much that time cannot erase

When you cried I’d wipe all of your tears

When you’d scream I’d fight away all of your fears

And I’ve held your hand through all of these years

But you still have me

I’ve tried so hard, oh I’ve tried so much…

Evanescence, my immortal

Mi chino a raccogliere le pantofole di feltro in un mucchietto ordinato.

Un buffo paio di macchie scozzesi.

La schiena mi duole.

Sono vecchio, Lyra.

Come te.

Da qualche parte nei mondi anche tu appassisci.

Ma non per me.

Perchè io so che quando ti ritroverò, e so che sarà presto, tu sarai come ti ho lasciata.

Non avrò il piacere e la tristezza di vederti crescere e invecchiare.

Perchè nel posto dove ci ritroveremo saremo così per sempre.

Per tutta l’eternità se lo vorrai, Lyra.

Aspetteremo, vivendo il tempo che ci era stato negato.

E quando saremo stanchi, ce ne andremo.

Quando vorrai.

Le arpie non ci fermeranno.

Abbiamo di che raccontare.

Le storie vere.

Quelle che tu non amavi dire.

Quelle che saranno il nostro lasciapassare per il nulla.

Le nostre storie.

La mia e la tua, e poi la nostra e quella dei nostri figli.

Hai avuto dei figli, Lyra?

Io non ne ho avuto il coraggio.

Ci eravamo giurati di non rimanere aggrappati al ricordo.

Avevamo giurato di non paragonare gli altri a noi.

Ma io non ho potuto, Lyra.

Non ne ho avuto il coraggio.

Perchè sapevo.

Sapevo che ogni gesto io l’avrei passato al setaccio cercando una somiglianza con te.

Ogni parola, ogni gesto, ogni pronuncia, ogni risata, ogni bugia.ù

Ogni.

Singola.

Cosa.

Ho vissuto con il tuo fantasma.

Aggrappato al tuo fantasma.

Mi scaldava nelle notti fredde, mi rinfrescava in quelle calde.

Mi dava coraggio, mi rendeva felice, mi dava dolore.

Ma era con me.

Sempre.

Non se ne è mai andato, e non se ne andrà mai per quello che mi resta da vivere.

Un dolore sordo sempre con me.

L’ho sempre saputo.

Che me lo sarei portato dietro per sempre.

Poteva essere diversamente?

Io non credo…

Non poteva andare diversamente.

E comincio a essere stanco, Lyra, così stanco…

Di stare qui.

Te l’avevo detto, ti ricordi?

Io non voglio solo un ricordo, voglio i tuoi capelli veri e le tue labbra vere e te, vera…non solo un ricordo sbiadito…

Non solo un ricordo sbiadito.

Ma è questo che ho avuto alla fine.

Ma non ce la faccio più.

Resisto ogni giorno ogni momento per te e per aspettarti ma gli anni mi pesano

sempre più, sono vecchio anche se non lo sembro, o forse lo sembro, ma ciò che conta

è come mi sento io e io mi sento antico, come un soprammobile scheggiato che

guarda passare il mondo senza farne parte, ed’è così che sono finito, Lyra, ad

aspettare te, guardando il mondo passare senza riuscire a fermarlo o cambiarlo o

anche solo prendervi parte, mi sento un elastico sempre più corroso e stiracchiato,

teso tra la vita e la morte ed entrambe mi tirano e tendono, e io so che alla fine una

vincerà sull’altra e io mi spezzerò, e allora non potrò più aspettarti…

Ma non potrei mai metterti fretta.

Non potrei, non potrei impedirti di vivere ancora per me, me che ti amo, che ti adoro

più della mia stessa vita.

Mi stendo sul letto, sento le mie membra scricchiolare sotto il peso della mia volontà

quasi esaurita.

Le coperte si chiudono su di me come una coltre di nebbia e vecchiaia.

I miei occhi si chiudono, e ti vedo, come sempre prima di dormire.

Bellissima e sorridente.

Mi tendi le mani.

E io, per la prima volta dopo anni, le prendo.

  
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