il capitolo è questo!
non riesco a risppondere alle vostre recensioni,lo farò nel prossimo capitolo,se avrò voglia e tempo. sono un pò arrabbiata cn ki legge e nn recensisce. ma non importa.
Ciao ciao
Capitolo
10
Può
una persona donarti il
paradiso? Può un semplice ragazzo farti sentire come mai
prima? Può un semplice
sentimento farti battere il cuore come se volesse uscire dal petto?
Può un solo
messaggio mandarti all’inferno? E una chiamata riportarti in
paradiso?
Si,
può..
Il
sogno di ogni ragazza,il bisogno
di ogni donna è un semplice uomo che le faccia battere il
cuore,che l’
accompagni in cielo,che le doni un suo semplice sorriso
perché è lei che lo fa
sorridere in quel modo.
Le
lacrime che scendevano
solleticarono quando giunsero sul collo. I sorrisi che si disegnarono
sul viso
le fecero fermare sulle mie labbra piene. Le assaggiai. Erano salate.
Erano
buone. Sorrisi. Il ragazzo dei miei sogni stava nella stanza accanto.
Lo
immaginavo,rilassato,con le labbra socchiuse,le braccia strette al
cuscino. Il
piumone che lo copriva fino al mento. Un sorriso che si disegnava sul
viso
perfetto,un sorriso per me. Speravo che anche lui,come me,avesse
sognato noi,su
una spiaggia a coccolarci. Sotto la luna. Solo noi. Io,lui e la luna.
La sua
luce che illuminava delicatamente il suo viso. I suoi occhi che
splendenti si
riflettevano nei miei. Le sue labbra delicate che sfioravano le mie. Un
semplice suo sorriso che riusciva ad illuminare il mio
volto,imperfetto. Ma non
mi importava. Mi bastava stare con lui,solo questo desidero..
Aprii
gli occhi. Mi pizzicavano.
Il sole rifletteva nella stanza e illuminava la mia figura. Mi poggiai
sui
gomiti e mi beai di quel caldo tiepido. Il telefono al mio fianco si
era
illuminato. Una chiamata persa. Teresa. Nulla di urgente,mi avrebbe
chiamata a
casa.
Vidi
l’ora. Erano le 9.
Mi
girai intorno per osservare
la mia camera. Anche questa era cambiata. Era più
luminosa,più bella. Sapevo
che erano i miei occhi,la mia mente che mi mostrava tutto
più bello,ma non mi
importava. Notai un borsone a terra,vicino il mio armadio. Era ancora
chiuso.
La sera precedente Rob non aveva voluto dormire in camera mia. Aveva
preferito
il divano. Neanche le insistenze di mamma servirono a fargli cambiare
idea.
Diceva che per me il divano era scomodo. Non capivo,per lui non era lo
stesso?
I
suoi occhiali erano poggiati
sulla scrivania,vicino al nostro libro. Il libro che ci ha fatti
incontrare. Mi
alzai e lo presi tra le mani. Non era mio,non era suo,era nostro.
Dovevo la mia
felicità a quel libro,a Jane Austen,alla mia passione per la
letteratura
inglese. Anche la mia amica era stata preziosa. Lei mi aveva fatto
capire che
stavo facendo una grandissima sciocchezza. Guardai il telefono ancora
tra le
coperte. Una sola parola sarebbe bastata.
Grazie.
Scrissi,inviai.
Guardai
di nuovo tutto intorno. Volevo
solo fare una cosa. Vederlo dormire.
Mi
avviai verso il salone,dove
dormiva. la porta era chiusa. La aprii piano. Non era proprio come lo
avevo
immaginato. Ma era ancora più bello,sexy,dolce,con tratti
infantili. Le labbra
socchiuse come i bambini piccoli. Come loro non sa cosa
c’è intorno a lui,ancora
indifeso e spaventato. Decisi di lasciarlo dormire ancora un
po’. Chiusi la
porta,prima che si svegliasse. Mamma quella mattina aveva preso i
cornetti per
la colazione. Aveva deciso anche di prendere ogni tipo di cornetto;alla
marmellata,alla cioccolata,alla crema,due zeppole. Sorrisi di quel
pensiero. Era
riuscito a conquistare anche loro,i miei genitori. Non mi meravigliai
però. Avrebbe
conquistato chiunque. Guardai la foto sulla mensola.
“Ne
sono sicura nonno,piace
anche a te,vero?” Sussurrai piano sorridendo. Sentii le
lacrime agli occhi.
Sembrava che mi sorrise dalla foto. Piace anche a lui,lo so.
Decisi
di fare una doccia.
L’acqua calda mi rilassò,tranquillizzò.
Si sveglierà tra poco,il divano non è
comodo,lo so bene. Quante notti ho dormito
là,perché non volevo alzarmi ed andare
a letto,pensai.
Mi
vestii,una tuta. Non pensai a
truccarmi,a mettere qualcosa di particolare. Così
ero,così volevo che mi vedesse.
Era
le 10e15. Rob ancora dormiva,mamma
sarebbe tornata per pranzo. Mi sentivo annoiata. Il pc era il
salotto,dove
dormiva Rob, Sky era collegato in quella stessa stanza. Decisi di
svegliarlo.
Lasciai il caffè sul fornello e andai in salotto. Lo guardai
ancora una volta.
Aveva il sorriso sulle labbra. Sembrava felice,anche lui. Mi avvicinai
e gli
accarezzai una guancia. Lui mugugnò qualcosa e si
girò di lato. Sorrisi. Sembrava
irritato. Bene.
“Rob,sveglia”
lo scossi,ma
niente. Un altro verso uscì dalle sue labbra.
Antipatico,pensai.
“Dai
Rob,su!”
“Ma
che ca**o..” si era
svegliato,bene.
Mi
abbassai e avvicinai il mio
viso al suo. I suoi occhi erano splendidi. Anche rossi,assonnati. Erano
comunque perfetti. Il cuore batteva,forte. Non volevo fermarlo,volevo
che
continuasse. Mi piaceva sentirlo. Era la prima volta che batteva
così. Lo vidi
sorridere.
“Buongiorno
dormiglione!”
sorrisi e gli offrii la mia mano.
“Buongiorno
mosca..” disse
sedendosi sul divano e ignorando la mia mano.
“Sei
fastidiosa come le mosche.
Presente quegli insetti che mentre dormi ti vengono a ronzare
nell’orecchio?”
mi rispose quando lo guardai triste con il muso tremante. Iniziai a
ridere e
poi finalmente accettò la mia mano. Quel contatto mi
mandò in estasi.
Come
se potesse il cuore batte
più forte. Sembrava che il suo veloce movimento si
espandesse fino ad arrivare
in gola.
Le sue mani erano calde,non
più come ieri
sera.
Quella
sera. I baci,le
carezze,tutte quelle parole. Parole che erano bastate a convincermi che
era lui
ciò che volevo.
Nel
forno i cornetti erano
caldi. Perfetti da mangiare. Il caffè era pronto. La visione
di tutto quel cibo
fece restare Rob sulla soglia della porta con un espressione sorpresa.
“Casa
c’è? Non ti piacciono?”
sussurrai sorridendo.
Quella
era un espressione piena
di compiacimento.
“Certo.
Wow.”
Risi
della sua espressione e
ancora una volta ammirai la sua bellezza. Non avevo notato fino a quel
momento
il suo abbigliamento. I pantaloni della tuta neri,una maglia grigia. I
calzini
di spugna.
I
capelli ancora più
scompigliati. Perfetto anche così. Mi sorrise per poi
sedersi. Lo vidi
osservare i cornetti.
“Cosa
è mio,cosa tuo?” mi chiese
voltando di poco il viso verso di me.
“Solo
questa è mia,il resto è
tuo” dissi prendendo metà zeppola. Lo vidi
sgranare gli occhi e sorridere,come
un bambino.
“Tutto,tutto?”
chiese. “hm hm..”
risposi con due cenni di testa.
“Oh,bè,bene.”
Iniziò a prendere
i cornetti ed ad assaggiarli uno per uno. Bevve il caffè,un
po’ di succo di
arancia. Poi lo vidi voltarsi verso di me. Lo stavo fissando
sorridendo.
Sembrava un bambino immerso in mille diversi generi di caramelle.
“Questa”
e prese la zeppola “la
mangio oggi pomeriggio.” Disse guardandola con lussuria.
“Oh
ok.. la metto nel forno,ok?”
“Oh
si.” Disse sorridendo mentre
guardava la zeppola tra le mie mani.
Scossi
la testa sconsolata.
Mai,e dico mai,mi sarei aspettata una cosa del genere.
“Rob
passami gli hamburger sul
tavolo”
Mamma
aveva chiamato e detto che
per pranzo si sarebbe trattenuta in ufficio. Avevo proposto a Rob di
prepararci
dei panini con hamburger,maionese e insalata. Una vera bomba
supercalorica. Mi voltai
verso di lui non sentendo nessun rumore provenire dal frigo. Rob era
concentrato a guardare fuori alla finestra. Non mi aveva neanche
sentita. Era
la seconda volta che lo trovavo distratto mentre fissava fuori.
La
mattina,mentre riordinavo la
mia stanza lo avevo trovato a guardare i bambini che giocavano nel
cortile
della scuola elementare.
“Sai,”
dissi avvicinandomi alla
finestra “questa è la mia scuola
elementare.”
Lo
avevo visto rattristarsi
mentre guardava fuor,così avevo pensato di farlo ridere un
po’. “Vedi quelle
scale d’ emergenza? Sono caduta da lì in 5
elementare,fu terrificante..” lo
sentì ridere e riacquistare la sua aria spensierata.
“Rob?
Ma che succede?” gli
chiesi quando fui a due passi da lui. Poggiai le mie mani sulle sue
spalle.
“Cosa?”
mi chiese sussultando.
“Dicevo..
gli hamburger..”
“Oh,scusami,non
ti ho sentita..”
disse portandosi una mano tra i capelli.
“Non
preoccuparti. Tu che guardi?”
“Niente..
solo le persone che
camminano sereni per le strade,senza timore.” Disse
sorridendo.
“Non
accetti ancora questo lato
della popolarità” la mia era
un’affermazione,non una domanda. Sapevo che era
così,lo si leggeva in quel momento nei suoi occhi.
“No,ma
sono abituato.”
“Immagino..”
Lo vidi guardare nel
vuoto,con aria pensosa.
“Che
c’è?”
“Mi
insegni qualcosa del tuo
dialetto?” lo guardai sbalordita.
“Bè,è
difficile Rob. Ho
provato ad insegnarlo ad alcune mie
amiche,una di Roma e l’altra di Torino,è stato
difficile anche per loro..”
“Pensi
che io non possa
imparare?” mi guardò con sguardo offeso.
“No,certo
che no.. è solo che è
difficile anche insegnare,ma se proprio vuoi..”
“Si..” disse sorridendo.
“Ok..”
“Allora
Rob” iniziai mentre
mangiucchiavo il mio panino pieno di cibo.
“Hm..”
“Questo
è..” dissi indicando il
panino “o panin”
“O
pa-n-ino” disse sillabando.
“Ok,più o meno. Però Rob,la
‘o’ finale non devi pronunciarla.”
Insistetti. Era
un’ora che provavo ad insegnargli parole in napoletano.
Cibi,oggetti,le cose
più semplici. Sembrava interessarsi. Mi piaceva quando
arricciava la bocca e
socchiudendo gli occhi cercava di pronunciare quelle parole troppo
difficili.
Dovevo ammetterlo però,era bravo. Non aveva avuto molti
problemi. All’inizio,pensavo
non ci sarebbe mai riuscito,avevo iniziato a fargli pronunciare parole
più
complesse,ma lui se ne era accorto e si era arrabbiato. Era cocciuto ed
ostinato.
Andammo
avanti per un bel po’,fin
quando non decidemmo che era il momento di pulire in cucina. Mentre
terminavo
le faccende si sedette sulla sedia.
“Fatto”
dissi felice. Mi stavo
pian piano avvicinando a lui. Aprì le braccia e mi
circondò i fianchi.
“Bene,che
facciamo?” chiese
sorridendo.
Avrei
voluto rispondere che per
me andava bene anche stare così,abbracciata a lui. Ma non
ero sicura se
scappasse sentendo dirmi questo. Pensandoci però mi sarebbe
piaciuto vedere Orgoglio
e pregiudizio con lui. Era il mio film preferito. Avevo pianto e
ripensato a
lui guardandolo,ma ora sarebbe stato diverso. Lui era con me.
Prima
che potessi rispondere
però il telefono prese a squillare. Era Francesca.
Gli
sorrisi e feci leggere il
nome sul display.
“Le
hai detto che ci sono io?”
“Certo..”
continuai rispondendo
a Franci “Pronto tesò”
“Ei
scema.. certo certo hai Rob
a casa e non mi pensi.. se se..” rimasi pietrificata. Il
messaggio che le avevo
mandato?
“Il
messaggio..” “Si
è arrivato” mi interruppe. “Comunque
niente grazie. Lo hai capito da sola. Va bè,ma passiamo al
meglio,come va? Ti
ha baciata? Che dice? Sta bene?”
“Ei
ei frena.. va tutto bene,Rob
sta bene e si” sussurrai piano avviandomi al corridoio
“è successo.” Sorridevo
felice. Era bello pensare a quello che era successo la sera prima. Feci
per
avvicinarmi a Rob e lui mi fece sedere in braccio a lui. “Ti
racconto poi..”
continuai. Qualsiasi cosa avesse detto lui avrebbe sentito ora.
“Oh,è
con te?” chiese curiosa e
imbarazzata.
“Si
si..” dissi serenamente. Non
avevo però immaginato cosa avrebbe fatto Francesca.
“Ciaooooooooooo Rob” lui
scoppiò a ridere,mentre io urlavo contro Francesca.
“Ma
sei pazza? Mi hai rotto un
timpano.”
“Almeno
ho sentito lui ridere”
disse ridendo.
“Comunque
stavamo organizzando
una pizza stasera,non so se..”
“Franci,non posso..” risposi seria. Mi dispiaceva
molto,ma Rob non poteva
uscire di casa senza essere riconosciuto. E poi nessuno doveva sapere
di noi.
“Oh..
ok.. allora alla
prossima.. ci sentiamo domani?” Sapevo che lo aveva chiesto
per
cortesia,sapendo la mia risposta,ma sapevo anche che si era rattristata
per il
mio no. Ultimamente eravamo indivisibile,non c’era un giorno
senza che ci
vedessimo e ovviamente era Sarebbe stato strano per lei quando quella
sera si
sarebbe ritrovata con gli altri. Eravamo una coppia indivisibile.
Dispiacque
molto anche a me. Era molto che non si organizzava nulla.
“Certo.
A domani” e riattaccai.
Rob
mi guardava fisso. Sembrava
triste. Gli accarezzai la guancia e lo sentì sospirare.
“Cosa
c’è?” chiesi.
“Non
puoi uscire per colpa mia..
mi dispiace” sussurro con il viso basso.
“Ei
no,non è colpa tua. Sai
quante sera sono rimasta a casa perché mi annoiavo a uscire?
Non è colpa tua.
Io voglio stare con te” risposi convinta. Non potevo volere
di più,stare con
lui per me era tutto.
Sospirò
semplicemente,senza
rispondere. Gli alzai il volto e lo guardai negli occhi. Avrebbe fatto
male se
non avesse reagito come pensavo,ma non mi importava. Non volevo che
fosse
triste.
“Rob,io
voglio stare con te. Sei
la cosa migliore che io possa avere. E se dovessi scegliere tra te e
una pizza
con persone che vedo continuamente,sceglierei te. Anche se significasse
restare
a casa e vedere 20film di seguito. Per me sei importante. Ed ora che
sei qui
voglio stare con te. Basta.”
“Grazie..”
rispose sorridendo. I
suoi occhi erano pieni di luce. Li adoravo. Non so cosa mi prese,ma lo
continuai a guardare e pronunciai parole che mai avrei pensato di dire
a lui.
“Baciami,per
favore.”
Lo
vidi avvicinarsi a
me,lento,dolce. Sentì le sue labbra sfiorare la mia
guancia,poi il naso. Sul
mio labbro superiore si schiusero,accarezzandolo dolcemente. Piano
risposi a
quelle sue richieste silenziose. Dischiusi le labbra e passai la lingua
sulla
sua bocca. La sua lingua incontrò la mia e per la prima
volta si
accarezzarono,cercarono,desiderarono. Fu un momento
infinito,dolce,sensuale,passionale. Solo per me,per lui,per noi.
“Ti
piace Orgoglio e
Pregiudizio?”
“Si
perché?” chiese curioso.
“Pensavo
di vederlo insieme..”
“Ok,se
proprio vuoi.. ma mi
spieghi perché proprio questo?” chiese sempre
curioso. Non mi infastidivano le
sue domande. Anzi mi rendeva felice rispondergli e raccontargli di me.
Se
domanda,pensai,significa che gli interessa sapere più cose
di me.
“E’
il mio film
preferito,ovviamente dopo la saga di Twilight. Adoro Mr Darcy..e
bè,la storia è
fantastica.” Sorrisi maliziosa. Bè mi ero quasi
innamorata di Mr Darcy.
“Mr
Darcy.. o l’attore?”
continuò con l’aria di chi la sapeva lunga. Ma la
sua espressione era
indecifrabile. Geloso? Non credo.
“Bè
l’attore diciamo che fa
guadagnare al personaggio punti,ma il personaggio è colui
che preferisco.”
Risposi sincera. Era la verità in fin dei conti.
L’attore che io preferivo era
lui. Ma di certo non potevo dirglielo.
Ci
sistemammo sul divano sotto i
plaid. Avevo le gambe tra le sue,mentre la testa era poggiata alla sua
spalla.
Diciamo che tra i due, io ero quella che si era sistemata meglio.
Quando avevo
sistemato le gambe tra le sue mi aveva guardando con un punto
interrogativo
disegnato sul volto,mentre io rispondevo con un sorriso da
incantatrice. O
almeno ero riuscita ad incantare lui con quel sorriso.
Durante
la visione del film non
volava una mosca. Il silenzio era tombale. Solo i personaggi e i rumori
lo
interrompevano. Ogni tanto,senza farmi vedere,lo guardavo di sottecchi.
Non
c’erano paragoni tra lui e l’attore che
interpretava Mr Darcy. Si, era un uomo
molto affascinante,bello,con quell’aria seria e spesso
incupita mi piaceva
molto,ma lui era tutt’altra cosa. Il suo sguardo,i suoi
occhi,la sua bellezza
erano insostituibili. Tra i miei pensieri mi ero incantata a guardarlo
e ora lo
trovavo sorridente,molto divertito,a un centimetro dal mio viso.
“Ah”
avevo urlato.
“Mi
guardavi” disse sempre
sorridendo.
“E
tu mi hai spaventata.” Dissi
urlando,ancora con il fiato corto. Mi aveva spaventata si,ma il fiato
corto era
conseguenza dell’imbarazzo. Imprecai tra me.
“Scusa”
continuò,sempre con quel
sorriso. Lo guardai male e mi voltai di nuovo verso il televisore. La
scena
della dichiarazione.
“Ho
lottato invano,non c’è
rimedio. Questi mesi trascorsi sono stati un tormento,sono venuto a
Rosings per
vedervi,dovevo vedervi. Ho lottato invano,contro le mie
volontà,contro le
aspettative della mia famiglia,l’inferiorità delle
vostre origini,ignorando il
patrimonio,tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi.. di mettere
fine alla
mia agonia..via amo,con grande ardore…”
Iniziai
a piangere,senza neanche
rendermene conto. Robert però mi scosse e mi
parlò agitato.
“Ada,cosa
succede? Cosa è
successo?”
“La
dichiarazione..” sussurrai
ancora piangendo ammirando Mr Darcy.
“Dici
sul serio? Piangi per la
dichiarazione di Mr Darcy ad Elisabeth?” chiese,mostrandosi
ancora preoccupato.
“Si”
sussurrai di nuovo.
Stavolta guardandolo.
Mi
guardò fisso negli occhi,poi
mi abbracciò ridendo.
“Da
te mi sarei aspettato
tutto,tranne questo”
Prese la testa tra le mani
e mi
baciò,con passione. Avevo pianto,si,ma non perché
Mr Darcy avesse pronunciato
quelle parole ad Elisabeth. Avevo centinaia di volte visto quella scena
e mi
ero emozionata spesso. Solo piccole lacrime. Ma quella volta,quella
centunesima
volta avevo capito qualcosa di importante. Avevo capito che non mi
interessava
del suo lavoro,dei paparazzi che mi avrebbero rovinato la vita,dei suoi
viaggi
lontani,delle donne che avrebbe baciato per lavoro. Non mi importava di
nulla
se non di lui. Ma questo era amore? Amavo Rob,come Darcy ama Lizzy?
Poteva
essere possibile? Non lo sapevo,sapevo solo che io volevo lui e nessun
altro.
Che il mio cuore batteva così solo per lui,solo quando lui
era al mio fianco.
Sapevo che avrei fatto di tutto per averlo con me anche per una sola
ora. Anche
solo per ricevere un suo bacio.