Fanfic su attori
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Autore: Bella_    10/12/2009    2 recensioni
Una giovane studentessa.La capitale dell'Italia e l'uomo dei suoi sogni.Spinta in una libreria,dalla sua passione per i classici,incontrarà lui,ma la sua più grande paura la farà scappare.Ma lei ha qualcosa di suo,la copia del libro che lei cercava.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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OK. partendo dal presupposto che mi dispiace tnt per il ritardo negli aggiornamenti. sono nervosa,agitata,poco socievole e insopportabile!
il capitolo è questo!
non riesco a risppondere alle vostre recensioni,lo farò nel prossimo capitolo,se avrò voglia e tempo. sono un pò arrabbiata cn ki legge e nn recensisce. ma non importa.
Ciao ciao

Capitolo 10

 

Può una persona donarti il paradiso? Può un semplice ragazzo farti sentire come mai prima? Può un semplice sentimento farti battere il cuore come se volesse uscire dal petto? Può un solo messaggio mandarti all’inferno? E una chiamata riportarti in paradiso?

Si, può..

Il sogno di ogni ragazza,il bisogno di ogni donna è un semplice uomo che le faccia battere il cuore,che l’ accompagni in cielo,che le doni un suo semplice sorriso perché è lei che lo fa sorridere in quel modo.

Le lacrime che scendevano solleticarono quando giunsero sul collo. I sorrisi che si disegnarono sul viso le fecero fermare sulle mie labbra piene. Le assaggiai. Erano salate. Erano buone. Sorrisi. Il ragazzo dei miei sogni stava nella stanza accanto. Lo immaginavo,rilassato,con le labbra socchiuse,le braccia strette al cuscino. Il piumone che lo copriva fino al mento. Un sorriso che si disegnava sul viso perfetto,un sorriso per me. Speravo che anche lui,come me,avesse sognato noi,su una spiaggia a coccolarci. Sotto la luna. Solo noi. Io,lui e la luna. La sua luce che illuminava delicatamente il suo viso. I suoi occhi che splendenti si riflettevano nei miei. Le sue labbra delicate che sfioravano le mie. Un semplice suo sorriso che riusciva ad illuminare il mio volto,imperfetto. Ma non mi importava. Mi bastava stare con lui,solo questo desidero..

Aprii gli occhi. Mi pizzicavano. Il sole rifletteva nella stanza e illuminava la mia figura. Mi poggiai sui gomiti e mi beai di quel caldo tiepido. Il telefono al mio fianco si era illuminato. Una chiamata persa. Teresa. Nulla di urgente,mi avrebbe chiamata a casa.

Vidi l’ora. Erano le 9.

Mi girai intorno per osservare la mia camera. Anche questa era cambiata. Era più luminosa,più bella. Sapevo che erano i miei occhi,la mia mente che mi mostrava tutto più bello,ma non mi importava. Notai un borsone a terra,vicino il mio armadio. Era ancora chiuso. La sera precedente Rob non aveva voluto dormire in camera mia. Aveva preferito il divano. Neanche le insistenze di mamma servirono a fargli cambiare idea. Diceva che per me il divano era scomodo. Non capivo,per lui non era lo stesso?

I suoi occhiali erano poggiati sulla scrivania,vicino al nostro libro. Il libro che ci ha fatti incontrare. Mi alzai e lo presi tra le mani. Non era mio,non era suo,era nostro. Dovevo la mia felicità a quel libro,a Jane Austen,alla mia passione per la letteratura inglese. Anche la mia amica era stata preziosa. Lei mi aveva fatto capire che stavo facendo una grandissima sciocchezza. Guardai il telefono ancora tra le coperte. Una sola parola sarebbe bastata.

 

Grazie. Scrissi,inviai.

 

Guardai di nuovo tutto intorno. Volevo solo fare una cosa. Vederlo dormire.

Mi avviai verso il salone,dove dormiva. la porta era chiusa. La aprii piano. Non era proprio come lo avevo immaginato. Ma era ancora più bello,sexy,dolce,con tratti infantili. Le labbra socchiuse come i bambini piccoli. Come loro non sa cosa c’è intorno a lui,ancora indifeso e spaventato. Decisi di lasciarlo dormire ancora un po’. Chiusi la porta,prima che si svegliasse. Mamma quella mattina aveva preso i cornetti per la colazione. Aveva deciso anche di prendere ogni tipo di cornetto;alla marmellata,alla cioccolata,alla crema,due zeppole. Sorrisi di quel pensiero. Era riuscito a conquistare anche loro,i miei genitori. Non mi meravigliai però. Avrebbe conquistato chiunque. Guardai la foto sulla mensola.

“Ne sono sicura nonno,piace anche a te,vero?” Sussurrai piano sorridendo. Sentii le lacrime agli occhi. Sembrava che mi sorrise dalla foto. Piace anche a lui,lo so.

Decisi di fare una doccia. L’acqua calda mi rilassò,tranquillizzò. Si sveglierà tra poco,il divano non è comodo,lo so bene. Quante notti ho dormito là,perché non volevo alzarmi ed andare a letto,pensai.

Mi vestii,una tuta. Non pensai a truccarmi,a mettere qualcosa di particolare. Così ero,così volevo che mi vedesse.

 

Era le 10e15. Rob ancora dormiva,mamma sarebbe tornata per pranzo. Mi sentivo annoiata. Il pc era il salotto,dove dormiva Rob, Sky era collegato in quella stessa stanza. Decisi di svegliarlo. Lasciai il caffè sul fornello e andai in salotto. Lo guardai ancora una volta. Aveva il sorriso sulle labbra. Sembrava felice,anche lui. Mi avvicinai e gli accarezzai una guancia. Lui mugugnò qualcosa e si girò di lato. Sorrisi. Sembrava irritato. Bene.

“Rob,sveglia” lo scossi,ma niente. Un altro verso uscì dalle sue labbra.

Antipatico,pensai.

“Dai Rob,su!”

“Ma che ca**o..” si era svegliato,bene.

Mi abbassai e avvicinai il mio viso al suo. I suoi occhi erano splendidi. Anche rossi,assonnati. Erano comunque perfetti. Il cuore batteva,forte. Non volevo fermarlo,volevo che continuasse. Mi piaceva sentirlo. Era la prima volta che batteva così. Lo vidi sorridere.

“Buongiorno dormiglione!” sorrisi e gli offrii la mia mano.

“Buongiorno mosca..” disse sedendosi sul divano e ignorando la mia mano.

“Sei fastidiosa come le mosche. Presente quegli insetti che mentre dormi ti vengono a ronzare nell’orecchio?” mi rispose quando lo guardai triste con il muso tremante. Iniziai a ridere e poi finalmente accettò la mia mano. Quel contatto mi mandò in estasi.

Come se potesse il cuore batte più forte. Sembrava che il suo veloce movimento si espandesse fino ad arrivare in gola.

 Le sue mani erano calde,non più come ieri sera.

Quella sera. I baci,le carezze,tutte quelle parole. Parole che erano bastate a convincermi che era lui ciò che volevo.

Nel forno i cornetti erano caldi. Perfetti da mangiare. Il caffè era pronto. La visione di tutto quel cibo fece restare Rob sulla soglia della porta con un espressione sorpresa.

“Casa c’è? Non ti piacciono?” sussurrai sorridendo.

Quella era un espressione piena di compiacimento.

“Certo. Wow.”

Risi della sua espressione e ancora una volta ammirai la sua bellezza. Non avevo notato fino a quel momento il suo abbigliamento. I pantaloni della tuta neri,una maglia grigia. I calzini di spugna.

I capelli ancora più scompigliati. Perfetto anche così. Mi sorrise per poi sedersi. Lo vidi osservare i cornetti.

“Cosa è mio,cosa tuo?” mi chiese voltando di poco il viso verso di me.

“Solo questa è mia,il resto è tuo” dissi prendendo metà zeppola. Lo vidi sgranare gli occhi e sorridere,come un bambino.

“Tutto,tutto?” chiese. “hm hm..” risposi con due cenni di testa.

“Oh,bè,bene.” Iniziò a prendere i cornetti ed ad assaggiarli uno per uno. Bevve il caffè,un po’ di succo di arancia. Poi lo vidi voltarsi verso di me. Lo stavo fissando sorridendo. Sembrava un bambino immerso in mille diversi generi di caramelle.

“Questa” e prese la zeppola “la mangio oggi pomeriggio.” Disse guardandola con lussuria.

“Oh ok.. la metto nel forno,ok?”

“Oh si.” Disse sorridendo mentre guardava la zeppola tra le mie mani.

Scossi la testa sconsolata. Mai,e dico mai,mi sarei aspettata una cosa del genere.  

 

 

 

“Rob passami gli hamburger sul tavolo”

Mamma aveva chiamato e detto che per pranzo si sarebbe trattenuta in ufficio. Avevo proposto a Rob di prepararci dei panini con hamburger,maionese e insalata. Una vera bomba supercalorica. Mi voltai verso di lui non sentendo nessun rumore provenire dal frigo. Rob era concentrato a guardare fuori alla finestra. Non mi aveva neanche sentita. Era la seconda volta che lo trovavo distratto mentre fissava fuori.

 

La mattina,mentre riordinavo la mia stanza lo avevo trovato a guardare i bambini che giocavano nel cortile della scuola elementare.

“Sai,” dissi avvicinandomi alla finestra “questa è la mia scuola elementare.”

Lo avevo visto rattristarsi mentre guardava fuor,così avevo pensato di farlo ridere un po’. “Vedi quelle scale d’ emergenza? Sono caduta da lì in 5 elementare,fu terrificante..” lo sentì ridere e riacquistare la sua aria spensierata.

 

“Rob? Ma che succede?” gli chiesi quando fui a due passi da lui. Poggiai le mie mani sulle sue spalle.

“Cosa?” mi chiese sussultando.

“Dicevo.. gli hamburger..”

“Oh,scusami,non ti ho sentita..” disse portandosi una mano tra i capelli.

“Non preoccuparti. Tu che guardi?”

“Niente.. solo le persone che camminano sereni per le strade,senza timore.” Disse sorridendo.

“Non accetti ancora questo lato della popolarità” la mia era un’affermazione,non una domanda. Sapevo che era così,lo si leggeva in quel momento nei suoi occhi.

“No,ma sono abituato.”

“Immagino..”

 Lo vidi guardare nel vuoto,con aria pensosa.

“Che c’è?”

“Mi insegni qualcosa del tuo dialetto?” lo guardai sbalordita.

“Bè,è difficile  Rob. Ho provato ad insegnarlo ad alcune mie amiche,una di Roma e l’altra di Torino,è stato difficile anche per loro..”

“Pensi che io non possa imparare?” mi guardò con sguardo offeso.

“No,certo che no.. è solo che è difficile anche insegnare,ma se proprio vuoi..”
“Si..” disse sorridendo.

“Ok..”

 

“Allora Rob” iniziai mentre mangiucchiavo il mio panino pieno di cibo.

“Hm..”

“Questo è..” dissi indicando il panino “o panin”

“O pa-n-ino” disse sillabando.
“Ok,più o meno. Però Rob,la ‘o’ finale non devi pronunciarla.” Insistetti. Era un’ora che provavo ad insegnargli parole in napoletano. Cibi,oggetti,le cose più semplici. Sembrava interessarsi. Mi piaceva quando arricciava la bocca e socchiudendo gli occhi cercava di pronunciare quelle parole troppo difficili. Dovevo ammetterlo però,era bravo. Non aveva avuto molti problemi. All’inizio,pensavo non ci sarebbe mai riuscito,avevo iniziato a fargli pronunciare parole più complesse,ma lui se ne era accorto e si era arrabbiato. Era cocciuto ed ostinato.

Andammo avanti per un bel po’,fin quando non decidemmo che era il momento di pulire in cucina. Mentre terminavo le faccende si sedette sulla sedia.

“Fatto” dissi felice. Mi stavo pian piano avvicinando a lui. Aprì le braccia e mi circondò i fianchi.

“Bene,che facciamo?” chiese sorridendo.

Avrei voluto rispondere che per me andava bene anche stare così,abbracciata a lui. Ma non ero sicura se scappasse sentendo dirmi questo. Pensandoci però mi sarebbe piaciuto vedere Orgoglio e pregiudizio con lui. Era il mio film preferito. Avevo pianto e ripensato a lui guardandolo,ma ora sarebbe stato diverso. Lui era con me.

Prima che potessi rispondere però il telefono prese a squillare. Era Francesca.

Gli sorrisi e feci leggere il nome sul display.

“Le hai detto che ci sono io?”

“Certo..” continuai rispondendo a Franci “Pronto tesò”

“Ei scema.. certo certo hai Rob a casa e non mi pensi.. se se..” rimasi pietrificata. Il messaggio che le avevo mandato?

“Il messaggio..”  “Si è arrivato” mi interruppe. “Comunque niente grazie. Lo hai capito da sola. Va bè,ma passiamo al meglio,come va? Ti ha baciata? Che dice? Sta bene?”

“Ei ei frena.. va tutto bene,Rob sta bene e si” sussurrai piano avviandomi al corridoio “è successo.” Sorridevo felice. Era bello pensare a quello che era successo la sera prima. Feci per avvicinarmi a Rob e lui mi fece sedere in braccio a lui. “Ti racconto poi..” continuai. Qualsiasi cosa avesse detto lui avrebbe sentito ora.

“Oh,è con te?” chiese curiosa e imbarazzata.

“Si si..” dissi serenamente. Non avevo però immaginato cosa avrebbe fatto Francesca. “Ciaooooooooooo Rob” lui scoppiò a ridere,mentre io urlavo contro Francesca.

“Ma sei pazza? Mi hai rotto un timpano.”

“Almeno ho sentito lui ridere” disse ridendo.

“Comunque stavamo organizzando una pizza stasera,non so se..”
“Franci,non posso..” risposi seria. Mi dispiaceva molto,ma Rob non poteva uscire di casa senza essere riconosciuto. E poi nessuno doveva sapere di noi.

“Oh.. ok.. allora alla prossima.. ci sentiamo domani?” Sapevo che lo aveva chiesto per cortesia,sapendo la mia risposta,ma sapevo anche che si era rattristata per il mio no. Ultimamente eravamo indivisibile,non c’era un giorno senza che ci vedessimo e ovviamente era Sarebbe stato strano per lei quando quella sera si sarebbe ritrovata con gli altri. Eravamo una coppia indivisibile. Dispiacque molto anche a me. Era molto che non si organizzava nulla.

“Certo. A domani” e riattaccai.

Rob mi guardava fisso. Sembrava triste. Gli accarezzai la guancia e lo sentì sospirare.

“Cosa c’è?” chiesi.

“Non puoi uscire per colpa mia.. mi dispiace” sussurro con il viso basso.

“Ei no,non è colpa tua. Sai quante sera sono rimasta a casa perché mi annoiavo a uscire? Non è colpa tua. Io voglio stare con te” risposi convinta. Non potevo volere di più,stare con lui per me era tutto.

Sospirò semplicemente,senza rispondere. Gli alzai il volto e lo guardai negli occhi. Avrebbe fatto male se non avesse reagito come pensavo,ma non mi importava. Non volevo che fosse triste.

“Rob,io voglio stare con te. Sei la cosa migliore che io possa avere. E se dovessi scegliere tra te e una pizza con persone che vedo continuamente,sceglierei te. Anche se significasse restare a casa e vedere 20film di seguito. Per me sei importante. Ed ora che sei qui voglio stare con te. Basta.”

“Grazie..” rispose sorridendo. I suoi occhi erano pieni di luce. Li adoravo. Non so cosa mi prese,ma lo continuai a guardare e pronunciai parole che mai avrei pensato di dire a lui.

“Baciami,per favore.”

Lo vidi avvicinarsi a me,lento,dolce. Sentì le sue labbra sfiorare la mia guancia,poi il naso. Sul mio labbro superiore si schiusero,accarezzandolo dolcemente. Piano risposi a quelle sue richieste silenziose. Dischiusi le labbra e passai la lingua sulla sua bocca. La sua lingua incontrò la mia e per la prima volta si accarezzarono,cercarono,desiderarono. Fu un momento infinito,dolce,sensuale,passionale. Solo per me,per lui,per noi.

 

“Ti piace Orgoglio e Pregiudizio?”

“Si perché?” chiese curioso.

“Pensavo di vederlo insieme..”

“Ok,se proprio vuoi.. ma mi spieghi perché proprio questo?” chiese sempre curioso. Non mi infastidivano le sue domande. Anzi mi rendeva felice rispondergli e raccontargli di me. Se domanda,pensai,significa che gli interessa sapere più cose di me.

“E’ il mio film preferito,ovviamente dopo la saga di Twilight. Adoro Mr Darcy..e bè,la storia è fantastica.” Sorrisi maliziosa. Bè mi ero quasi innamorata di Mr Darcy.

“Mr Darcy.. o l’attore?” continuò con l’aria di chi la sapeva lunga. Ma la sua espressione era indecifrabile. Geloso? Non credo.

“Bè l’attore diciamo che fa guadagnare al personaggio punti,ma il personaggio è colui che preferisco.” Risposi sincera. Era la verità in fin dei conti. L’attore che io preferivo era lui. Ma di certo non potevo dirglielo.

Ci sistemammo sul divano sotto i plaid. Avevo le gambe tra le sue,mentre la testa era poggiata alla sua spalla. Diciamo che tra i due, io ero quella che si era sistemata meglio. Quando avevo sistemato le gambe tra le sue mi aveva guardando con un punto interrogativo disegnato sul volto,mentre io rispondevo con un sorriso da incantatrice. O almeno ero riuscita ad incantare lui con quel sorriso.

Durante la visione del film non volava una mosca. Il silenzio era tombale. Solo i personaggi e i rumori lo interrompevano. Ogni tanto,senza farmi vedere,lo guardavo di sottecchi. Non c’erano paragoni tra lui e l’attore che interpretava Mr Darcy. Si, era un uomo molto affascinante,bello,con quell’aria seria e spesso incupita mi piaceva molto,ma lui era tutt’altra cosa. Il suo sguardo,i suoi occhi,la sua bellezza erano insostituibili. Tra i miei pensieri mi ero incantata a guardarlo e ora lo trovavo sorridente,molto divertito,a un centimetro dal mio viso.

“Ah” avevo urlato.

“Mi guardavi” disse sempre sorridendo.

“E tu mi hai spaventata.” Dissi urlando,ancora con il fiato corto. Mi aveva spaventata si,ma il fiato corto era conseguenza dell’imbarazzo. Imprecai tra me.

“Scusa” continuò,sempre con quel sorriso. Lo guardai male e mi voltai di nuovo verso il televisore. La scena della dichiarazione.

“Ho lottato invano,non c’è rimedio. Questi mesi trascorsi sono stati un tormento,sono venuto a Rosings per vedervi,dovevo vedervi. Ho lottato invano,contro le mie volontà,contro le aspettative della mia famiglia,l’inferiorità delle vostre origini,ignorando il patrimonio,tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi.. di mettere fine alla mia agonia..via amo,con grande ardore…”

Iniziai a piangere,senza neanche rendermene conto. Robert però mi scosse e mi parlò agitato.

“Ada,cosa succede? Cosa è successo?”

“La dichiarazione..” sussurrai ancora piangendo ammirando Mr Darcy.

“Dici sul serio? Piangi per la dichiarazione di Mr Darcy ad Elisabeth?” chiese,mostrandosi ancora preoccupato.

“Si” sussurrai di nuovo. Stavolta guardandolo.

Mi guardò fisso negli occhi,poi mi abbracciò ridendo.

“Da te mi sarei aspettato tutto,tranne questo”

Prese la testa tra le mani e mi baciò,con passione. Avevo pianto,si,ma non perché Mr Darcy avesse pronunciato quelle parole ad Elisabeth. Avevo centinaia di volte visto quella scena e mi ero emozionata spesso. Solo piccole lacrime. Ma quella volta,quella centunesima volta avevo capito qualcosa di importante. Avevo capito che non mi interessava del suo lavoro,dei paparazzi che mi avrebbero rovinato la vita,dei suoi viaggi lontani,delle donne che avrebbe baciato per lavoro. Non mi importava di nulla se non di lui. Ma questo era amore? Amavo Rob,come Darcy ama Lizzy? Poteva essere possibile? Non lo sapevo,sapevo solo che io volevo lui e nessun altro. Che il mio cuore batteva così solo per lui,solo quando lui era al mio fianco. Sapevo che avrei fatto di tutto per averlo con me anche per una sola ora. Anche solo per ricevere un suo bacio.

  
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