La tua valle di lacrime e pioggia
Talmente indifeso che perfino le gocce di pioggia, che lentamente, lascivamente ti accarezzavano il collo sembravano capaci di ferirti.Scavando nella carne.
Sempre più in profondità.
ma il sangue che ne usciva non era di colore rosso.
Il sangue provocato da quegli squarci, erano forse le lacrime, che ti sgorgavano dagli occhi
mischiandosi nuovamente a quelle del cielo,
che apparivano, almeno a me, in grado di scalfire quella scorza che con tanta sofferenza avevi eretto
e che con altrettanto dolore stava lentamente cedendo…
Corrosa dal tuo pianto, misto alla pioggia che con i suoi pesanti goccioli pareva ammaccarti ogni volta di più.
Ah…quelle gocce
Quelle maledette gocce di pioggia
Probabilmente solo il Creatore che le aveva decise troppo pesanti per aggrapparsi ancora ai nembi plumbei, poteva immaginare quanto le invidiassi.
Così piccole, tuttavia così capaci e coraggiose…viziose nell’accarezzare il tuo corpo ammaccato, stanco di troppo vivere…
Mentre si avviavano lungo il collo, seguendo i solchi dei muscoli del tuo torace
Mentre accorrevano nel cercar riparo sotto la stoffa del tuo kimono bianco…
Io me ne accorsi…
Mi resi conto, infine, dell’inspiegabile aneddoto che mi aveva imposto di seguirti fino a quel momento
Del perché avevo continuato a seguire i tuoi passi senza la minima esitazione,
come un bambino che poggia i piedi nelle impronte già scavate nella neve dal fratello più grande che lo precede.
Lentamente
Come una marionetta che si muove per forza di fili che la legano
Ti voltasti verso di me
Con la forza, spero, indotta dal sollievo di avere qualcuno al tuo fianco.
Del conforto scaturito dall’improvvisa auto consapevolezza di non essere solo nella tua valle di lacrime e pioggia.
Almeno non lì .
Non in quel momento.
Dischiudesti le labbra, presumibilmente per dire qualcosa, ma non uscì alcun suono dalla tua bocca.
Nessuna nota pervase l’aria stravolta dall’ acquazzone, mentre la pioggia continuava a lambirti il corpo.
Le gocce ti carezzavano le guance e le labbra
Le palpebre e le ciglia
Il collo ed il petto
I capelli e le mani…
E la mia assurda gelosia per quell’elemento che mi era stato tanto congeniale fino a quel momento non accennò a scemare…
-Vieni da me-
Avrei voluto dirti
- abbraccia me, e lascia a me solo la possibilità di consolarti e di accarezzare il tuo corpo esausto
lasciala a me la responsabilità di celare le tue lacrime con le carezze…
scegli me…
scegli la mia acqua…
anziché quella di un dio tanto egoista.
Anziché quella del dio che ti ha condannato a tutto questo-
Questo avrei voluto dirti, e tanto altro;
avrei voluto dirti che eri splendido, anche quando eri disperato
avrei voluto dirti che mi ero innamorato di te.
E che ti avrei seguito per sempre.
Ma non lo dissi.
E restai in silenzio.
Perché non c’erano parole per te, Sasuke.
Non per te il cui unico scopo era la vendetta.
La cui unica strada che eri destinato a percorrere era stravolta dalle lacrime e dal sangue.
Ti sfiorai delicatamente la mano con la mia.
Ed altrettanto dolcemente
Impercettibilmente
Mi avvicinai al tuo corpo con poco più di un passo.
Ti passai una mano dietro la nuca e portai il tuo volto a poggiare nell’incavo del mio collo.
- Puoi piangere Sasuke, non c’è nessuno.- Ti sussurrai
-Sei solo tu… e la pioggia.-
By Kumiho