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Autore: LaMiry    11/12/2009    3 recensioni
un racconto in prima persona di mia invenzione. la protagonista, Lara, non sa in realtà nulla del suo passato, e per soppravivere sarà costretta a scoprire cose che non avrebbe mai pensato sui suoi genitori ( scomparsi anni prima ) sui suoi genitori adottivi ( vecchi amici di famiglia ) su suo fratello ma anche su Peter, per cui ancora non sa cosa prova.
Genere: Romantico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai pensato di essere speciale. Una ragazza normale, come tante altre. Voti normali, vita normale. Difetti, amici... la solita storia. Tipica adolescente tranquilla che non sa nemmeno lei perché si impegna a scuola. Fino a quando non è cambiato tutto. Ed ora... ma non facciamo confusione, ricominciamo dall’inizio. O almeno, da qualcosa che sembra un inizio. Perché il vero inizio di questa storia è troppo antico perché io lo possa raccontare. Quindi, eccomi qui: diciannove anni compiuti, studio al liceo scientifico, con grande tristezza della mia mammina che mi voleva al classico, nome Lara Miller. Da quanti riesco a ricordare ho sempre vissuto in una piccola cittadina nella pianura padana, Vigevano, nonostante il mio pedante padre ripetesse ai quattro venti di avere un’origine francese. Una piccola precisazione: non è il mio vero padre. Come la donna che mi ha cresciuto non è la mia vera madre. Io e Angela e Carlo Miller non abbiamo alcun allelo in comune. Probabilmente ci sarete già arrivati da soli: sono stata adottata. Quando avevo tre anni i miei genitori sono morti in un tragico incidente d’auto, lasciando soli me e mio fratello gemello Andrea. Furono i grandi amici dei nostri genitori a volerci adottare a tutti i costi, nonostante nostro zio Ernesto volesse prenderci con sé. Comunque non mi hanno mai imposto di chiamarli mamma a papà, cosa che non avrei mai fatto. Ma torniamo al giorno in cui è cambiato tutto. Il resto del mio passato ve lo racconterò, forse, ma più avanti. Quel giorno pioveva. Il che non mi faceva piacere. Adoro il sole, con i riflessi ramati che mi lascia sui capelli. Quando piove mi sembra che tutto sia spento, senza vita. “su col morale, Lara! Non capisco perché devi avere quel broncio!” “non ho il broncio!” “si come no...” mio fratello riesce sempre ad innervosirmi. E sa bene che quando piove sono di cattivo umore. Ma lui niente, prosegue nella sua carriera di rompiscatole professionista. Ha diciannove anni ma mi sta addosso come un bimbo di tre. Lo fa perché mi vuole bene e perché vuole proteggermi, ma io a volte lo trovo snervante. Come quando insiste a camminarmi a fianco mentre andiamo a scuola. Oh, e lui deve stare sul lato dove passano le macchine, ovviamente. Se no rischio di finirci sotto... che stress. E pensare che non ci assomigliamo poi molto. Per essere gemelli, in realtà, non ci assomigliamo proprio. Io sono bassina, magra, con i capelli castano scuro con i riflessi ramati e gli occhi verdi, lui invece ha dei fantastici occhi azzurri e i capelli biondi. Ovviamente è anche alto il doppio ( o quasi ) di me. Sembra mio fratello maggiore, o al massimo un mio amico più grande, ma di certo non il mio gemello. Però ci vogliamo bene. E anche se è fin troppo apprensivo nei miei confronti lo perdono. Arrivati al portone della scuola ci separammo. Eravamo in classi diverse, su esplicita richiesta di Angela. Proprio non ce la facevo a chiamarla mamma. Le volevo bene, ma non era mia madre. Punto. Quando entrai in classe la mia amica Elisa quasi mi stese saltandomi addosso, eccitatissima per una “incredibile novità”. “indovina??” “ma cosa? Come faccio a sapere che è successo, se sono appena arrivata??” “ah, si hai ragione, allora te lo dico io: abbiamo un nuovo compagno di classe!!!! Me lo ha appena detto la Samy, che passava dall’ufficio del preside e l’ha visto... a quanto ho capito è uno strafigo!!!” “wow, davvero??” “si!!!! Si è trasferito qui dall’Irlanda, ma non so come si chiama...” “dall’Irlanda? Che pena finire in questo buco...” “già, ma almeno abbiamo un nuovo compagno di classe! Con quelli che ci ritroviamo, ogni aggiunta può far bene...” Scoppiai a ridere. “ si, hai assolutamente ragione!” “e magari è single...” “speriamo!!!” Quando la lezione prese inizio ormai tutta la classe era assurdamente eccitata all’idea del nuovo compagno. Lui entrò con passo tranquillo, pacifico, quasi sciallo, subito dietro al preside. “bene ragazzi, questo è il vostro nuovo compagno di classe. Si chiama Peter, trattatelo bene, mi raccomando.” Con un sorriso paterno ( e assolutamente falso ) la cara mummia che faceva le veci di un vero preside, se ne uscì ballonzolando dall’aula. “accidenti se è figo!” Il commento, nemmeno troppo a bassa voce,di Sara mi fece tornare con gli occhi su di lui. Non era bello. Non nel senso letterale del termine. Decisamente emo, il nuovo arrivato aveva i capelli neri come le ali di un corvo, con il tipico frangione a coprire gli occhi. Era vestito con un semplice jeans e una t-shirt , neri. Diversi piercing gli tempestavano il viso: una barretta per sopracciglio, un anello al labbro e un paio di buchi sulla parte alta dell’orecchio. Ma quello che mi colpì più di tutto furono i suoi occhi. Grigi, grigissimi, che mi fissavano con in’intensità tale da lasciarmi senza fiato. Sembrava che volesse leggermi dentro. “scegli un posto fra quelli vuoti, Peter. Molta gente è a casa con l’influenza, perciò mettiti pure dove vuoi.” Le parole del professore lo distolsero dal suo esame. Con un sorriso indolente ( ok, è vero, era davvero sexy! ) si diresse verso il mio banco, sedendosi nel posto accanto al mio. “ciao” mormorò. Aveva la voce bassa e liscia come il velluto. Fu così che ebbe inizio l’inferno.
   
 
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