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Autore: KiraKira90    11/12/2009    4 recensioni
Una profezia sul potere, una femmina testarda ed un principe orgoglioso...
Sullo sfondo di un'imminente battaglia i vecchi nemici devono unirsi e amicizie preziose rinsaldarsi.
Quattro anni dopo la morte di Naraku, l'avanzata di un esercito straniero si fa inesorabile e l'Ovest ha solo una scelta: resistere!
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Preda e Cacciatore

 

Era inseguita, braccata come un animale, e lei stava fuggendo, correndo in quella notte senza luna …

La pioggia non le dava tregua, scendendole in rivoli freddi lungo la schiena. Era scossa dai brividi.

Quella terribile sensazione non la voleva lasciare e aveva quasi interamente preso possesso di lei ...

Paura?

Rabbia?

Freddo?

Dolore?

Neppure lei sapeva definire cosa fosse, ma era grazie a questa che era ancora in piedi.

Era al limite: aveva il fiato corto e la mano che teneva premuta contro il fianco non bastava a tamponare la ferita.

Quei maledetti le stavano alle costole da ben tre giorni e, nonostante tutti i loro attacchi andati a vuoto, non parevano voler demordere.

“Dannati! Se sperano di avermi viva, si sbagliano di grosso!” ripeté mentalmente, mentre rifugiata dietro un albero recuperava un po’ di fiato e verificava le sue condizioni.

La pioggia e il buio la stavano aiutando, coprendo le sue tracce, ma il suo sangue scarlatto continuava a fuoriuscire, portando con sé un po’ della sua forza disumana ...

Si strappò decisa un lungo brandello di stoffa dalla manica, legandoselo stretto in vita. Trattenne un gemito quando strinse il nodo.

La ferita in sé non era profonda, ma era il veleno dell’arma di quel maledetto a preoccuparla …

Il capo di quell’orda di youkai cacciatori l’aveva colpita con la coda poco prima. La sostanza sul suo pungiglione era molto potente ...

 

Quell’essere subdolo era riuscito a raggiungerla nonostante l’elevata velocità a cui correva e non aveva perso tempo.

L’aveva volutamente colpita di striscio, evitando di ferirla in modo grave. Il suo scopo era quello d'indebolirla, ridurla allo stremo per poterla catturare. Viva.

La yasha ferita era riuscita a sfuggirgli, attaccandolo con i suoi due pugnali …

Aveva estratto i tanto con un unico movimento fluido, fendendo l’aria e facendo sprigionare il potere delle due lame.

Una croce di energia, formata dai due fendenti, era piombata addosso al demone, che abilmente riuscì a schivare.

Il tremendo colpo distrusse parte della foresta, che ora appariva percorsa da una lunga galleria di terra smossa. La polvere sollevata le avrebbe dato il tempo di seminare gli inseguitori, disorientandoli momentaneamente.

Lo youkai scorpione dovette aver compreso le sue intenzioni, perché ordinò ai sottoposti di scagliare una moltitudine di frecce.  Costretta, la yasha si mosse verso ovest, rapida e sanguinante, prima che la polvere si disperdesse.

 

Si era dunque fermata per alcuni secondi, consapevole che il veleno avrebbe presto sortito effetti. Il solo ripensare a quel maledetto parassita e al signore che gli aveva ordinato di riportarla indietro le faceva ribollire il sangue dalla rabbia. Il galoppino del suo aguzzino sarebbe dovuto ritornare a mani vuote. Mai e poi mai sarebbe stata di nuovo una proprietà di quel mostro senza cuore. Preferiva morire libera che vivere schiava. L’aveva giurato. Mai più.

A un tratto il suo udito sensibile, seppur corrotto dallo scrosciare violento della pioggia, carpì un ruggito tonante, vicino e continuo.

“Dannato! Mi sta spingendo, dove vuole!”

La youkai se n’era accorta.  Komori la stava lentamente portando verso le cascate, dove non avrebbe avuto via di scampo. Digrignò i denti, rifiutando l’idea di finire nelle sue mani. Scattò verso il dirupo. “Vuole spingermi in trappola? Vedremo chi la spunterà!” pensò, mentre un acciacco improvviso quasi non la faceva cadere a terra.

“Il veleno … Maledizione!”

Facendo ricorso alle poche energie rimaste riuscì a restare in piedi, seppur barcollasse, e a ricominciare a correre disperatamente. “Devo resistere ancora un po’! Devo raggiungere le cascate!”

 

***

 

Il demone scorpione, finalmente, ritrovò la pista della yasha …

Non sarebbe stato facile per nessuno, ma Komori era un predatore esperto e paziente. Sapeva come sfiancare una preda, braccarla, catturarla e annientarla, fisicamente e mentalmente. Se poi la caccia era così difficile e la preda tanto resistente … si eccitava non poco.

Si rimise al suo inseguimento sogghignando. Il piano stava funzionando: la youkai si dirigeva verso il dirupo.

Fece qualche semplice cenno e i demoni al suo seguito si misero in posizione, accerchiandola.

“Non mi sfuggirai, donna!” pensò il cacciatore ansioso di catturarla.

Un’euforia malata lo pervadeva, era ansante, smaniava follemente al solo pensiero di riuscire nel suo intento, nel vedere il suo sguardo rassegnato, mentre si contorceva per gli effetti del veleno.

Spalancò le fauci, arricciando le labbra, in una smorfia agghiacciante e mostruosa.

Quello che doveva essere un sorriso divenne un ghigno seghettato, composto da tanti piccoli coltelli bianchi.

 

La yasha, ormai, si stava trascinando verso la cascata. Un qualsiasi demone sarebbe stramazzato al suolo, ma la sua voglia di libertà era più forte del veleno che aveva in circolo. Si fermò solo sulla riva, mentre la vista iniziava a offuscarsi e sentiva la pelle in fiamme. Come previsto da Komori cadde in ginocchio.

“Non ancora!” si disse, trascinandosi sui gomiti verso il ciglio del dirupo. Era molto alto e il tonare della cascata minaccioso.

 

Komori la vide stesa al suolo sofferente, ma non ancora rassegnata come sperava. Non poteva dirsi del tutto soddisfatto, non finché lei non avesse smesso di lottare.

La yasha era circondata dai suoi inseguitori, sotto di lei c’era il vuoto e in più le sue gambe erano paralizzate.

Era in trappola!

 

“La cerva stramazza al suolo finalmente!” la punzecchiò Komori con quella sua voce stridula e tagliente.

“Questa cerva respira ancora!” lo sfidò lei, mettendosi faticosamente in ginocchio.

Lo scorpione rise sbeffeggiandola.

“Mya, Mya, Mya, lo sai che il padrone ti VUOLE … viva e in salute!”

“Non sono di certo in salute, e non so quanto mi resta col tuo veleno in circolo.” confessò la yasha, tossendo e stringendo le braccia attorno la vita in preda a dolorosi spasmi. La cosa soddisfò a pieno Komori che si divertiva alquanto nel vedere il suo volto pallido e sofferente, mentre il suo corpo sudato tremava febbricitante.

“Saresti dovuta stramazzare al suolo diversi minuti fa, ma confesso che da te me lo aspettavo …” aggiunse avvicinandosi a Mya e flettendosi sulle ginocchia. Una volta abbastanza vicino, mise due dita sotto il mento della yasha e lo sollevò con forza, costringendola a guardarlo.

“Ho sempre desiderato catturare una cerva con zanne e artigli!” ironizzò, spalancando i suoi grandi occhi scarlatti.

“Zanne?” chiese sorridendo e provocando lo scorpione.

“Cosa diavolo hai da ridere?” sbraitò furioso nella notte.

Mya continuò a sorridere, mentre per alcuni istanti il demone attese una sua risposta.

 

Accadde tutto nel giro di pochi secondi …

Un urlo improvviso di dolore si levò verso il cielo, inaspettatamente dalla bocca di Komori.

Mya gli si era avventata contro, affondando le sue ZANNE nella carne coriacea del demone.

Ci fu un lampo improvviso che illuminò la scena, spaventando gli increduli youkai, che rimasero a guardare immobili.

Mya aveva gli occhi rossi e gli artigli sguainati, mentre la sua bocca era tutt’uno col collo di Komori. Fu lo scorpione a reagire, tirandola violentemente per i capelli e colpendola al volto con la sua coda d’osso.

Mya si staccò dal demone, scattando ancora titubante lontano da lui.

Le sue labbra carnose erano rosse del suo sangue, mentre rivoli scarlatti le scendevano lungo il mento ed il collo.

“Sgualdrina!” urlò lui, tamponandosi il morso con la mano.

“Il tuo sangue ha un sapore disgustoso, ma almeno ora dovrei essere immune al tuo veleno.” notò la yasha pulendosi il viso con la manica.

“Dimentichi che sei in trappola!” sghignazzò Komori pregustandosi il momento del suo annientamento.

Mya si spinse fin sul margine del baratro, guardando di sotto.

“Inoltre … Noi siamo molti di più e ... ti ci vorrà un po’ perché l’antidoto faccia effetto!” concluse lo scorpione, mentre i suoi youkai tendevano gli archi e sguainavano spade e pugnali.

Mya alzò lo sguardo, fissando Komori con decisione e risolutezza.

“Sai bene, che preferisco morire libera che vivere schiava!”

Senza aggiungere altro, sotto gli occhi increduli dei presenti, la yasha fece un leggero balzo all’indietro, gettandosi dal dirupo e tuffandosi dalle cascate.

 

 

-continua-

 

ANGOLINO AUTRICE: saluti e chiarimenti.

tantō (短刀, tantō): Pugnale giapponese lungo fino a 30 cm (di sola lama). In battaglia era tenuto dietro la schiena, per comodità, in quanto l'estrazione della katana e del wakizashi doveva essere fluida e senza intoppi. Spesso simboli di potere e finemente decorati con lacche dorate (makie) e gioielli, venivano utilizzati dai Daimyo sul loro trono o dalle mogli dei samurai come distintivo di casta e per la difesa personale.

Al prossimo capitolo KissKiss KiraKira90

 

   
 
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