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Autore: Cristina_lunat    11/12/2009    1 recensioni
"“Tutto l’amore del mondo non può fermare il corso di un destino inevitabile” Successe un giorno, ma nessuno se ne rese conto… da tanto tempo si cercavano, si volevano, ma, per quanto girassero giorno e notte, non riuscivano mai ad incontrarsi, eppure continuavano imperterriti a viaggiare per terre e mari conosciuti e già visti pur di vedersi almeno per un momento, questi due erano due ragazzi....." Per quanto possa sembrare la trama di un classico come romeo e Giulietta;Questo racconto non ha nulla a che vedere con l'originale di Shakespeare. Rappresenta uno dei miei primi scritti. Buona Lettura.
Genere: Generale, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tutto l’amore del mondo non può fermare il corso di un destino inevitabile” Successe un giorno, ma nessuno se ne rese conto… da tanto tempo si cercavano, si volevano, ma, per quanto girassero giorno e notte, non riuscivano mai ad incontrarsi, eppure continuavano imperterriti a viaggiare per terre e mari conosciuti e già visti pur di vedersi almeno per un momento, questi due erano due ragazzi. Il nome di lui era Luca. Esso era allegro e un po’ sfacciato, sapeva far nascere in ogni cuore un fiore caldo, far sorridere ed asciugare lacrime nascoste su ogni volto. Il nome di lei invece era Sara. Essa era dolce e più timida, sapeva ascoltare la gente e consolare ogni dolore, ascoltando le parole cariche di risentimento e addolcendo l’amaro sapore del mondo. Non potreste nemmeno mai immaginare l’amore reciproco dei due, anche se ancora non si erano mai potuti vedere ne sentire, nemmeno per un attimo sfuggente, ma si amavano, lo sapevano, si cercavano imperterriti, si sentivano vicini all’alba e al tramonto, e lontani durante il giorno e la notte. In ogni dove che andassero incontravano persone che chiedevano loro sempre qualcosa di più, notti lunghe e tristi per lei che voleva solo vivere il suo sogno, giorni infiniti e soffocanti per lui che cercava solo la sua felicità, e anche voi vi sarete rivolti a loro sicuro, e nessuno dei due vi ha mai negato il loro aiuto allontanandosi cosi, però, l’una dall’altro. Sapete ancora oggi questi due ci sono, sempre vicino a noi in ogni ora che passa di giorno e notte, senza mai lamentarsi di nulla con nessuno, che triste che è la loro condizione, però, un giorno,si poterono incontrare, un momento, solo poco tempo, che però non deluse le aspettative di una ricerca così assidua. Accadde una notte, nera come la pece, s’incontrarono lungo una spiaggia, lampioni e luci di case in lontananza la illuminavano un po’, Luca era appena sfuggito ad una festa piena di gioie ed ilarità e passeggiava sconsolato per tutta quella falsità, gente che vendeva la propria felicità per un'unica sera, credendo a fabbricanti di sogni e falsi eroi, che vendevano solo miraggi rubando le speranza che tanto gelosamente si custodiscono per non cadere giù, ve lo posso giurare io stesso, non c’è peggior infero di quello. Sara invece stava scappando da quel mondo sporco di cui non voleva far parte, e correva a perdifiato per allontanarsi il più possibile, in lacrime per quel male senza nome, chiedeva un perché senza risposta, volendo solo non dover sapere. Più che un incontro fu uno scontro direi, mentre correva Sara non vedeva avanti a sé, e Luca era perso nei suoi stessi pensieri per accorgersi di qualsiasi altra cosa, fu così, per queste strane coincidenze, in strade già percorse tante volte, che si scontrarono cadendo sulla sabbia umida della notte. Luca fu il primo dei due a rendersi conto di quello scontro e si mise seduto chiedendo a lei, caduta al suo fianco –Scusa, tutto a posto?- poi le sfiorò il braccio, così lei si voltò a guardarlo, Luca vide le sue guance bagnate e gli occhi gonfi che ancora versavano lacrime, e vide anche che era bella, da lasciarlo senza fiato, fu un colpo di fulmine, e, senza che lo capisse subito nella mente, il suo cuore sapeva già che aveva trovato finalmente la sua principessa. Sara cercò d’asciugare le lacrime senza risultato singhiozzando, e riuscì a malapena a dirgli –Non ti ho visto scusa, mi dispiace- seduta a terra risentiva tutto cadergli addosso e il pianto invece di diminuire aumentò, chiusa in se stessa con il vuoto che aveva imparato a sopportare, nel suo cuore ferito. Luca le prese le mani chiedendole ancora –Tutto a posto?- incrociarono ancora gli sguardi, stavolta lei non rimase chiusa nel silenzio del vuoto, fu come se per la prima volta sentisse battere il cuore, e quel vuoto fu improvvisamente colmo di qualcosa d’indescrivibile, guardandolo ancora scosse la testa rispondendo -No che non va bene!- non si conoscevano eppure era come se invece sapessero benissimo chi fosse l’altro, Luca la prese fra le sue braccia piano stringendola contro il suo corpo per farla calmare, dopo un po’, infatti, smise di piangere, e gli sussurrò –Grazie- lei gli era davvero grata, quando il mondo l’aveva tradita lui era apparso come in un bel sogno, non le sembrava nemmeno vero, e temeva che presto si sarebbe potuta svegliare. Luca la lasciò andare così che si poté scostare un po’ da lui e sorridergli, che bella che era, ancora di più quando sorrideva, ed era davvero tutto perfetto come un bellissimo sogno, di quelli irrealizzabili. Si sederono uno di fianco all’altro presentandosi, cominciarono a parlare, a ridere e scherzare, quella notte sembrava non dover mai finire, arrivata la mattina il sole fu per tutto il tempo nascosto dietro nuvole nere di pioggia, il che rovinava i consueti festeggiamenti all’aperto della bella stagione, ma a Luca e Sara non importava, stavano sempre insieme, sorridenti, li potevi veder passeggiare per le strade insieme tenendosi per mano, felici come non lo erano mai stati, e non potevi far a meno di sorridere anche tu ed essere felice a tua volta tanto era l’affetto dei due. Sara bella e cara, con il suo sorriso che annullava tutto il resto, capace di addolcire le ferite del cuore e consolare gli animi, e Luca gentile e solare, con la sua forza d’animo che faceva sembrar nulli i problemi, capace di ridare il sorriso ed asciugare ogni lacrima, ancora le persone cercavano il loro aiuto e sostegno da ogni parte, però il giorno era sempre grigio di nuvole, che nascondevano il sole, e la notte era sempre buia, priva di luna, e loro erano troppo presi dalla loro gioia per sentire tutto il resto. Così,mentre per loro furono giorni bellissimi, per gli altri furono giorni terribili. Una sera stavano tranquillamente insieme, come sempre, seduti vicini sopra ad un muretto non troppo altro, ormai erano i loro cuori a parlare per loro, e quando stavano insieme essi battevano così forte che sembrava che prima non ci fosse stato nulla, c’era ancora parecchia luce, però ormai doveva essere il tramonto, anche se non c’era nessun sole a segnalarlo, le mani strette le une all’altre, le spalle che si sfioravano mentre una leggera brezza accarezzava la pelle, Sara rabbrividì appena, ed il su cavaliere le sussurrò avvicinandosi un altro po’ –Hai freddo?- -No, se sto con te non ho freddo, perché c’è il tuo calore a riscaldarmi!- lui sorrise dicendo –Piccola…- la strinse tra le braccia, lei s’appoggiò con la testa contro il suo petto, con l’orecchio poggiato sul cuore per sentirlo battere, in quel attimo così bello sembrava non dover andare nulla male, Luca poi le sfiorò il viso accarezzandola, per poi dirgli –Vorrei baciarti- non credo ci sia nemmeno bisogno di dirvelo, era come se leggessero l’uno nei pensieri dell’altra, o forse era solo che pensavano con la stessa mente, lo stesso cuore, lo stesso corpo diviso a metà da troppo tempo. Così il bacio che si diedero fu il più dolce che esistesse, sembrava non aver fine, eppure quel bacio era molto di più, e c’era dietro di esso un desiderio nascosto da tanto, ma bastò che si guardassero un momento, per poterlo leggere nei loro occhi, come le frasi di un libro già scritto su fogli sparsi che ritornano spostati dal vento mostrandone il contenuto. S’allontanarono dagli occhi degli altri,allora, che scrutavano il loro amore avidi ed invidiosi, perché loro non ne avevano, andarono in un luogo dove stare da soli, s’appartenevano e si volevano a vicenda,chiusi nel loro amore non s’accorgevano di null’altro. Piano Luca la strinse, con la paura quasi di potergli far del male, ma stretta in quell’abbraccio lei si sentiva protetta, ancora le loro labbra si baciarono con più passione, la stessa che li stava avvolgendo, senza sbocco ne via d’uscita, con le mani che s’avvolgevano sui loro corpi, ed i loro abiti che lentamente scivolavano giù. La bocca di lui, poi, che prepotente scendeva sul suo corpo inerme, sul collo poi ancora più giù, sul seno, mentre le mani le toccavano i fianchi e le cosce, prendendola dolcemente, col solo desiderio che non si fermasse. Passarono tutta la notte che venne, sempre nera e cupa, insieme, con i corpi che si legavano, come cercando di divenire uno solo, fino alla fine, ed ogni momento passato così, provando piacere da quell’unione, il tempo per loro finiva, condannati, dal loro amore, l’uno all’altra senza scelta, tagliando ad entrambi le ali per volare, facendogli male e preannunciando questo dolore, senza però dargli modo per evitare tale pena. Quando il giorno nacque di nuovo, stavano stretti, sdraiati vicini, addormentati dolcemente, addosso quel poco per coprirsi appena. A svegliarsi per primo fu Luca, ogni volta che la guardava gli sembrava che lui esistesse solo per poterla guardare ancora, quella mattina gli era affianco e la vedeva che sorrideva nel sonno, avrebbe voluto che non si svegliasse mai, e restasse sempre in quel suo sogno per non doverla veder soffrire ancora, quando se ne sarebbe andato, e pensò perfino di lasciarla adesso, mentre era addormentata, per non doverla lasciar dopo, tra le lacrime che non avrebbe potuto asciugare, ma non poteva, non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso così tranquillo adesso, e aspettò così tanto che alla fine anche lei si svegliò. Quando Sara lo vide ancora vicino a sé al risveglio, fu allo stesso tempo felice e triste, anche lei sapeva che dovevano andare, non gli era più concesso di stare insieme, e non servirono parole tra di loro, perché non potevano rimpiangere nulle, se non ché avevano avuto troppo poco tempo per stare insieme, e che ora dovevano lasciarsi, gli occhi d’entrambi si riempirono di lacrime che sarebbero rimaste sempre segnate sui loro volti come un ricordo indelebile di loro. Avevano trovato la loro unica gioia e ora la perdevano, l’unica persona che avessero mai amato, l’anima che, con la propria, ne formava una sola, non ci fu mai addio più doloroso di quello che venne, stretti nell’ultimo abbraccio senza parole da poter dire per tutto quello che c’era stato, per tutto l’amore che avevano dentro ancora da dare, ancora da tirar fuori, erano due amanti sfortunati, destinati ad incontrarsi e a perdersi. Fuori venne poi la pioggia che cancella ogni cosa al suo passaggio, lavando il mondo adagio da ogni bene o male che sia venuto tra noi, così portò via con sé tutto quello che era successo, come fossero null’altro che meno di ricordi, od ologrammi sfatati. Non riuscirono a parlare, sentivano un nodo chiuso nella gola, che gli impediva perfino di dirsi qualcosa, e non lasciarsi così, mentre si rivestivano lentamente per tentare di rimandare il più possibile quell’addio, ma non c’era davvero più tempo, Sara s’alzò da seduta e gli andò vicino, lui era ancora seduto sul letto con gli occhi bassi e troppo tristi, lo costrinse a guardarla per poi dirgli –Il mio cielo m’aspetta, però non dimenticherò mai il tuo viso, t’ho cercato per tanto tempo dal tramonto fino all’alba, ogni giorno, per poterti anche solo vedere, da quando sono nata e non smetterò mai…- cercava di sorridere ma le lacrime le offuscavano la vista bagnandole il volto, Luca non poté far niente stavolta però, e le disse solo –Ti ho cercato per tutta la mia esistenza anche io, dall’alba al tramonto senza mai stancarmi di cercare, ogni giorno, ogni ora, volevo solo vederti, e adesso che ti ho trovata te ne vai, quando ci rivedremo ancora? Quando potremo stare insieme per sempre?- in un attimo entrambi erano fuori da un sogno, senza ritorno, ognuno nel suo mondo, si diedero un ultimo bacio sigillando per sempre il segreto in loro, perché nessuno potesse mai giudicare il loro amore. Tutte le loro lacrime non servirono a far cessare quella fine inevitabile, ritornarono sulla spiaggia dove si erano trovati, stretti per mano, e lì si lasciarono con un sorriso troppo triste per essere chiamato così, non è mai giusto quando va in questo modo, ma loro già sapevano che sarebbe successo, prima o poi, il cielo, il mondo, le persone, non potevano più stare senza di loro, si guardarono un ultima volta, prima di voltarsi le spalle e perdersi per sempre. Non ci furono giorni più bui per loro, mentre il mondo gioiva del cielo ritrovato, sole e luna erano troppo tristi per rincorrersi ancora, per cercarsi, due amanti, due angeli, due anime gemelle destinate a restare separate, potendosi incontrare una sola volta, su una terra non loro, costretti a cercarsi senza trovarsi, sfiorarsi ma non vedersi, amarsi e soffrire per sempre la solitudine che li unisce, perché quando Dio creò il cielo li volle così divisi per vegliare sulla notte e sul giorno in eterno. Così ora quando vedrete sorgere la pallida luna pensate a lei come la splendida ragazza che soffriva per il mondo, e voleva solo vivere anche lei un sogno, e così, quando vedrete sorgere il sole splendete, pensato a lui come quel ragazzo meraviglioso che scappava dalle falsità e voleva solo avere anche per lui un po’ di felicità.” Fine Cristina S. May 2006
   
 
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