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Autore: sakura2480    11/12/2009    5 recensioni
Ma povero, povero Cancer...ecco giunto per lui il momento di pagare per tutte le cattiverie commesse in passato! E cosa c'è di meglio di un allievo che ti rivoluziona la vita?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 Eccoci qui di nuovo, spero che questo capitolo vi piaccia.
Data la lunghezza ho deciso di dividerlo in due, e questo, è solo l'assaggio di quello che succederà quando i poveri verranno deportati a fare i figuranti.
Però...che fatica!
Scrivere questa storia diventa sempre più difficile, allora ho pensato di fare una cosa carina, se mi dite quali sono le gag che vorreste vedere scritte io le pubblicherò e l'invito è aperto a tutti!
Così prenderete parte a questa storiella e potrete dire "c'ero anch'io!"
Sary: Se avessi il numero di cellulare di Shura gli telefonerei per dirgli che lo vuoi consolare, e sono sicura che accetterebbe! Però pensa ad Amos, povero lui che si sente male per le zaffate di profumo, ma la necessità rende forti! Mi fà piacere che anche tu sei stata colpita dall'ago di Saga!
Tsuku: Direi povero Death, mia cara, dopotutto è a lui che capitano le cose peggiori! Dici che sono stata brava a inventarmi l'ago di Saga?
Ricklee: Guarda...non so proprio come sarebbe avere un padre come lui, però sarei curiosa! E comunque si, anche Aphro ha un'allievo e per la tua felicità verranno descritti tutti quanti nel prossimo capitolo, quando arriverà il momento del fantomatico presepe!
Hime: Cara Hime, le tue recensioni sono una comica davvero, l'embolo di Death è fantastico, ma lui mi dà sempre l'impressione di essere un arrapato comico! Però sta tranquilla, Lithya il terreno...ancora non lo sonda!

<< Non dire mai più una cosa del genere, hai capito? >>
Se la notte per Death era passata in bellezza ma con un sipario tragico alla fine, la mattina fu terribilmente all'insegna del nervoso e dell'incazzatura.
<< Ma sei scemo? Io stavo solo scherzando! >> disse di rimando la sua adorata neo fidanzatina isterica.
<< No che non scherzavi! Tu mi vuoi fregare per bene, altrimenti perchè mi avresti detto "ti vedo bene come papà"? >>
<< Ma figurati se io perdo il mio tempo per mischiare i miei geni ai tuoi! >>
L'amabile discussione dette il via naturalmente a una lite furibonda, il tutto sotto l'indifferenza glaciale di Amos che passava tra i due come se niente accadesse, ogni tanto doveva scansarsi per evitare che qualche oggetto contundente lo colpisse in pieno, ma mancava solo un anno alla fine dell'addestramento e quindi la sua velocità cominciava ad essere degna di un vero Cavaliere d'Oro.
Nel frattempo durante il giorno, si divertiva a guardare i due che litigavano, e scommetteva con gli altri piccoli colleghi quanto sarebbe durato quello strano rapporto fatto d'amore e odio.
Lithya impugnò la scopa e corse verso Death Mask con la chiara intenzione di spaccargliela in testa, lui evitava tutti i colpi, ma la scopa non bastava.
Soltanto in quella mattinata vennero distrutti la suddetta scopa, un servizio di piatti, un paio di vasi, una sedia e anche Amos che venne afferrato dal suo maestro e usato come scudo umano.
<< Tutta questa discussione per una sciocca frase! >> disse scuotendo la testa rassegnato.
I giorni continuavano a passare e ormai era arrivato il periodo di Natale, un periodo che Death Mask odiava quasi come odiava Shiryu, solo che il Natale non ti prendeva a pugni nello stomaco e ti buttava nello Yomotsu.
<< Bel periodo di merda! >>
Come la maggior parte delle persone al mondo, il Cancro non vedeva l'ora che quei giorni funesti passassero, giorni gioiosi per i bimbi, infausti per i genitori che dovevano portarsi dietro la bombola d'ossigeno per rianimare il portafoglio ad ogni salasso.
E quest'anno sarebbe toccato anche a lui, che cosa poteva regalare alla sua ragazza?
Era terrorizzato all'idea di questo, non aveva mai fatto regali in vita sua, a parte il monopattino per Amos e già quello era una cosa diversa perchè sapeva da prima, e da quando Lithya aveva deciso di trasferirsi a vivere con lui, la comune usanza del regalo obbligato aveva messo radici anche nella Quarta Casa.
Quel giorno Death mask era piuttosto pensieroso e se ne stava in camera seduto sul letto mentre giocherellava con un pastorello del presepe.
Più che pensare stava cercando di scappare a Shion che si era praticamente innamorato di Lithya, e ogni giorno su due la veniva a trovare per chiedere come stava.
Death se la filava e Amos pure, e avevano i loro buoni motivi perchè Shion ogni qualvolta vedeva un oggetto, questo puntualmente gli risvegliava ricordi remoti e cominciava con la frase "ricordo che ai miei tempi...", rimaneva puntualmente da solo a parlare con le faccette sui muri.
Ma Death aveva fatto un grosso sbaglio, aveva lasciato la porta aperta!
La voce di Shion arrivò dritta come un trapano alle sue orecchie.
<< Che fai? >>
<< Rimugino sulle mie sventure! >> disse sconsolato con il mente appoggiato sulla mano.
Gli occhi viola di Shion si posarono sul pastorello con la quale giocava Death Mask.
<< Vuoi che ti porti i soldatini? Piccolo Cancer...piccolo piccolo lui! >>
Il piccolo piccolo dovete dominarsi per non lanciare il pastore sulla bocca di Shion, dopotutto quello aveva il potere di sbatterlo a Capo Suinion a fargli fare una bella partita a carte coi merluzzi, unici gentili che lo sarebbero venuti a trovare durante l'alta marea.
<< Hmmm...quello...è il pastorello del presepe, vero? >>
Stò pastorello doveva proprio essere un oggetto strano, quando lo vedevano davano l'impressione di essere tutti come uomini dalle caverne davanti al loro primo fuoco.
Ma c'era una cosa che preoccupava Death altre ogni dire, non gli piaceva il sorriso di Shion.
Per niente!
Qualcosa stava passando per il cervello arteriosclerotico di Matusalemme, e non presagiva niente di buono.
<< Quasi...quasi...>>
<< Quasi quasi che? >> ormai tremava.
<< Qui si adora una divinità, ma...sono sicuro che Atena non se la prenderà se noi...facciamo una cosa bella e simpatica in un periodo nella quale dobbiamo essere tutti buoni! >>
<< E...potrei sapere...cosa? >>
Death vedeva guai, guai e solo guai all'orizzonte.
<< Dopotutto abbiamo anche una bella ragazza! Ma si, ho deciso! >>
<< Cosa? >> l'esasperazione del Cancro arrivò alla fine mentre guardava il Sacerdote che lo fissava sorridendo senza dirgli una fottuta parola.
<< Eh eh...>> fu l'unico commento che fece.
<< Aaaaargh...>> gridò l'invasato mentre gli saltava addosso.
<< Non puoi fare così che mi sale l'ansia! Parla! >>
Ci fù un groviglio pazzesco in mezzo alla stanza, dopo cinque minuti Shion cercava di uscirne ma aveva un Death Mask coi capelli ancora più dritti e i nervi logorati dalla suddetto ansia, che gli si era attaccato alla gamba come un cane voglioso.
<< Mollami! >>
<< Parla dannato! >>
<< E levati! >>
<< No! >>
<< Uff...e va bene basta che ti stacchi! >>
Death Mask obbedì, sembrava un bambino lagnoso alla quale avevano promesso delle caramelle se fosse stato buono buono.
Amos si terse la fronte con la mano e scosse la testa incredulo mentre Lithya avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra.
<< Ma perchè devi fare sempre queste figuracce? Addirittura col Gran Sacerdote in persona! >>
<< Ehi, nel mondo ci sono cinque miliardi di persone e la porta è quella! >>
<> tuonò l'arietone.
<< Se state un attimo zitti vi spiego! Anzi, facciamo una cosa! Amos, vai a chiamare tutti gli altri Cavalieri! >>
Amos si tirò su di scatto e obbedì prontamente, a lui piaceva fare il leccaculo, pensava Death guardandolo male.
Verso la sera la Quarta Casa fù sovraffolata di Cavalieri d'Oro e i loro rispettivi allievi, tutti curiosi di sapere cosa Shion voleva dire loro.
Erano tutti attenti, dopotutto non capitava spesso che venissero riuniti.
<< Sarà una cosa importante! >> disse Shura.
<< Shion non riunirebbe mai i Cavalieri d'Oro per una stupidaggine! >> rispose Mu con la sua aria seriosa.
<< Bene! Vi ho riuniti tutti per comunicarvi una cosa importante che ho deciso oggi! Dovete ringraziare Death Mask per questa mia decisione! >>
Death si fece piccolo piccolo quando sentì la bellezza di undici sguardi assassini su di lui.
Presagiva un massacro quando Shion avrebbe detto le fatidiche parole, non sapeva cosa avesse in mente, ma una cosa era certa: non era qualcosa che avrebbe fatto felice gli astanti.
<< Tesoro...>> disse rivolgendosi a Lithya.
<< Sei pronta a difendermi? Ho bisogno del tuo aiuto! >>
<< Perchè? >> chiese lei prendendogli una mano.
<< Ora lo vedrai! >>
Shion si erse maestoso come se fosse un momento solenne.
<< Dunque...ho deciso che faremo un presepe vivente! >>
I Cavalieri non cambiarono espressione.
Continuavano a guardarlo, ma col passare del tempo le loro espressioni attente e serie divennero interrogative, poi incredule, poi disperate.
<< Ora sono morto! >> disse Death Mask afferrandosi a Lithya e quasi stritolandola.
Amos sembrava più sotto shock che incredulo e si girò verso il suo maestro contemporaneamente a tutti gli altri, gli sguardi non furono più assassini, ma da veri serial killer.
Cominciarono a reclamare la testa del Cancro dopo averlo minacciato di impiccarlo con i suoi stessi intestini post sbudellamento.
Ma Shion, che non era stupido, si pose subito in difesa del Cavaliere.
<< Chi oserà toccare Death Mask passerà le vacanze di Natale a Capo Suinion per direttissima! >>
Si calmarono immediatamente tutti, e il pensiero si spostò sulla loro mala sorte.
Gemini si avvicinò a Death Mask.
<< Come sarebbe che sei stato tu a dargli l'idea? >>
Stavolta lo sguardo assassino fu quello di Death Mask.
<< Ma secondo te...io sarei andato là per dire alla santa pecora di fare il presepe vivente? >>
Amos, dal momento che conosceva l'evolversi degli eventi, cercò di difendere Death che se la cavò grazie all'oratoria perfetta del suo allievo.
Comunque, alla fine, i Santi dorati furono allegramente reclutati non solo per fare i figuranti, ma anche per allestire il tutto.
I loro pensieri vagavano non sul nobile significato religioso della questione, anche perchè il presepe era un simbolo strettamente cristiano e tra loro ce n'erano alcuni che cristiani non erano.
Però questi erano quelli più curiosi nel vedere quella manifestazione che chiamavano con lo strano nome di Presepe Vivente!
Il Presepe sarebbe stato allestito nel piazzale adiacente alla Tredicesima Casa, bisognava solo convincere Aphro a togliere le sue rose!
Per una settimana intera fervettero i preparativi, Amos si dimostrava, come al solito, il più sveglio di tutti, coordinava i lavori assieme ai suoi colleghi anzi, tutti gli allievi si dimostrarono più svegli, perchè mentre i loro maestri sarebbero stati i figuranti, chi degli allievi ne aveva le capacità avrebbe dovuto occuparsi degli effetti speciali.
Però ognuno, anche se controvoglia, faceva il suo dovere.
Solo Death Mask bestemmiava e imprecava alla faccia del Natale, primo perchè non gli andava, secondo perchè sul "set" girava anche Lithya, ambita preda di coloro che tra poco si sarebbero trasformati in pastori, in fornai, in lavandaie eccetera eccetera.
Meno male che per lavorare si era messa una tuta di Death piuttosto larga che nascondeva il suo bel corpo, corpo sulla quale Death Mask aveva impresso il sigillo "è tutta roba mia".
Le sacerdotesse del Tempio avevano anche loro due lavori, officianti di Atena e...sarte!
Dovevano cucire tutti i costumi e prendere le misure mettendo le mani addosso ai corpi perfetti dei Cavalieri.
Le caste fanciulle sudavano copiosamente per la gioia degli impavidi guerrieri che si prestavano baldanzosamente per l'esplorazione delle loro statiche misure.
Quello che faceva produrre più ormoni alle verginee ragazze era la perfezione e la bellezza di Saga, quello che non produceva nessun effetto era Aphrodite, dicevano che era bello ma troppo effemminato.
Tutti gli altri le facevano sbavare con dignità.
L'unico che malediva la sua sfiga permanente era Death Mask, infatti anche il povero aveva un fisico perfetto che accendeva fantasie lussuriose, ma le scariche di ormoni sacerdotali erano bloccate, o meglio dire estinte, da una jena bionda e cattiva che, guarda caso, aveva voluto accompagnarlo per forza.
Aveva uno sguardo terribile, capace di mettere un leone sottoterra, uno sguardo che fissava e seguiva con attenzione maniacale i movimenti della mani delle madonne bianco vestite.
Dalle spalle al torace tutto bene, quando si abbassarono per misurare il girovita cominciò ad essere nervosa.
<< Occhio! Vi guardo! >> cantilenava minacciosa.
Erano abili e veloci e ci misero solo tre giorni a cucire il tutto.
Shion decise di vedere il risultato, voleva che tutto fosse perfetto, ormai aveva preso questa cantonata e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea, l'unica soluzione era ingaggiare Shura come sicario dorato, così gli avrebbe tagliato la testa di netto e sarebbero finiti i problemi.
Alla fine entrarono tutti e dodici coi loro allievi di fianco, anch'essi ingaggiati nella follia.
Naturalmente avrebbero dovuto tutti ricoprire la parte di bambini che giocavano per le strade o portavano regali al Santo Nascituro, ma a giudicare dalle loro facce, maledivano il giorno in cui erano stati strappati dalle loro case  e portati in quello che si sarebbe rivelato un manicomio in tutto e per tutto.
Amos se la passava peggio di tutti!
Lui, l'allievo del Cavaliere che senza volerlo aveva dato l'idea, ricopriva un ruolo d'onore.
Ora sfilava davanti al Sacerdote con una tunica bianca, ali candide, parrucca a boccoloni biondi che sembrava trafugata dall'equipaggiamento di Aphrodite, e un cerchio sospeso in testa che dava vagamente l'idea di un'aureola santa.
Si era fatto piccolo piccolo nel tentativo di sparire alla vista divertita e compiaciuta di Shion, delle sacerdotesse e di alcuni Cavalieri di diversi ranghi che avevano avuto la malsana idea di chiedere udienza quel giorno.
Prima guardarono incuriositi gli strani figuri, poi scoppiarono in una fragorosa risata quando li riconobbero.
Il tentativo di passare per mercanti beduini era miseramente fallito!
La parte di Maria era stata giustamente affidata a Lithya, che cercava di trattenere le lacrime di vergogna facendo un sorriso velato di isterismo, però era davvero bella col velo bianco che le incorniciava il viso, gli occhi azzurri e i capelli biondi che scendevano sulle spalle.
Il suo sposo, Giuseppe, era il monumento vivente a quello che c'era di più profano al mondo, Death Mask aveva tanti buoni motivi per ringhiare come un licaone affamato.
1° motivo: non solo era il compagno di Lithya nella vita reale, ma avrebbe dovuto farlo anche in quella tremenda boiata!
2° motivo: avevano appioppato a lui la parte di uno dei Santi più miti del creato, lui che di santo e mite non aveva proprio nulla!
3° motivo: aveva come l'impressione che facendo finta di sorreggersi a un bastone l'avrebbero scambiato per uno sciancato!
E la lista sarebbe stata ancora lunga, per non parlare poi dei suoi colleghi!
Mu, era un pastore, e come se non bastasse essere l'Ariete per eccellenza, ora portava sulle spalle un agnello finto.
La cosa che lo fece spaventare, fu venire a sapere che la sera della prima l'agnello sarebbe stato vero!
Aldebaran si addiceva perfettamente alla parte dello spaccalegna, ed era l'unico che si divertiva a quanto pare, perchè ostentava con orgoglio un'ascia di metri 3 per 30 chili di peso.
Tutti erano d'accordo che era meglio non farlo minimamente innervosire.
Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, i tre Re Magi, erano appioppati ad Aiolia, Aiolos e Shura, i primi due erano rassegnati, il terzo voleva solo poter tornare alla sua Casa per andarsi a fracassare la testa contro la statua di Atena.
Milo era stranervoso, la parte del fornaio che doveva cuocere il pane non gli andava proprio giù, però allo stesso tempo pensava che avrebbe potuto divertirsi a sforacchiare le pagnotte per cuocerle a puntino nel forno a legna.
Aiolia voleva fare scambio con Milo, ma niente da fare, lo Scorpione voleva sforacchiare le pagnottelle ad ogni costo.
Ma le chicche vere e proprie erano due, Shaka e Aphrodite.
Shaka aveva la parte del saggio, ma vestito tutto di bianco a quel modo sembrava più la Madonna di Lourdes!
Aphrodite però a Shaka lo batteva, siccome il bellone non voleva proprio rappresentare dei personaggi di basso rango come il pastore, il falegname eccetera eccetera, avrebbe interpretato la sorella della Madonna, S. Rita!
E sembrava proprio lei!
Quando Shion fu soddisfatto li congedò, e i tapini corsero verso le loro Case  facendo attenzione a passare il più possibile inosservati.
L'unico che andava piano e si pavoneggiava per ostentare il suo bel costume da centurione romano, era Saga.
Nella Quarta Casa, Death Mask e Amos imprecavano all'unisono come ossessi, mentre Lithya cercava di calmarli con scarso successo, appena finito di cambiarsi, Amos si fiondò nella Terza Casa per tenere convegno col collega, futuro Gemini.
Lithya si spogliava delle sue sante vesti e sbuffava ascoltando gli improperi del suo virile maschio, poi lo sguardo le si posò sui pettorali sodi di Death e avvicinandosi, cominciò ad accarezzarli dolcemente.
<< E dai, calmati! Dopotutto che ti costa? >>
<< Oh niente, solo altra dignità che và a farsi fottere! >> disse accarezzando Lithya a sua volta.
I due si guardarono.
<< Bhè...io un modo per calmarti...ce l'avrei! >> disse maliziosa
<< Davvero? Allora fammi vedere che sono curioso! >> disse Death prima di afferrarla e buttarsi entrambi sul letto.
Amor ritornò che era abbastanza tardi e crollava dal sonno, fece capolino nella camera dei due coniugi e li trovò che dormivano abbracciati e sereni, sembrava che fossero abbastanza nudi sotto le lenzuola e Amos fece un segno di diniego con la testa.
<< Certo che sono attivi, però! >>
Fra tre giorni ci sarebbe stata la raccapricciante rappresentazione, non solo per la gioia del Gran Sacerdote, ma anche per far sbellicare dalle risate tutti i Cavalieri di Bronzo e d'Argento esistenti sulla faccia della terra.
Ed erano davvero tanti!
Si mise seduto sul divano e cominciò a spogliarsi quando sentì una presenza, una presenza che gli fece accapponare la pelle.
Un soffio gelido attraversò le colonne della Casa e il ragazzino appizzò le orecchie, ogni muscolo del suo corpo era teso nel cercare di captare qualcosa, ma sapeva di che si trattava, aveva imparato così bene a riconoscere le eventuali visite dall'altro mondo che non aveva dubbi, ma fece finta di niente.
<< Che carino che eri...vestito da angioletto! >>
Conosceva benissimo quella voce, l'aveva sentita tempo prima, quando colui alla quale apparteneva gli era venuto in soccorso in uno dei momenti più brutti della sua vita.
<< Ma guarda chi c'è! >> disse Amos andando a passo svelto verso il suo predecessore che amava appoggiarsi alle colonne tenendo le braccia conserte.
<< Cosa ci fai qui? >>
Manigoldo sorrise.
<< Volevo farti gli auguri per...il presepe! >> e cominciò a ridere.
<< Non vedo molto divertimento! >> replicò Amos stizzito.
<< Dai non te la prendere, stavo scherzando! Quel vecchio pecorone di Shion...sai che anche noi lo abbiamo fatto? Io interpretavo un pastore, e Shion uno dei Re Magi! Anche noi all'inizio ci siamo vergognati, ma poi ci siamo divertiti! E se penso che per Doko è addirittura la seconda volta...! >>
Amos sorrise divertito, ancora non riusciva a credere con chi stava parlando, eppure era lì.
La loro conversazione venne interrotta dallo sbadiglio di Lithya che uscì dalla camera da letto diretta in bagno con addosso solo una felpa lunga che lasciava scoperte le belle gambe.
<< Ma...Amos...cosa ci fai ancora sveglio? Vai a dormire! >> disse insonnolita.
Mentre camminava attraversò l'etereo corpo di Manigoldo senza percepirne la presenza, dopotutto lei non poteva.
Si fregò la braccia con le mani.
<< Mamma mia, che corrente fredda che sento! >>
E rabbrividendo andò di corsa verso il bagno.
<< Sbrigati ad andare a letto, fratellino, o ti becccherai un raffreddore! >>
Manigoldo guardava Lithya.
<< Però...è carina! >>
<< E' mia sorella! >>
<< Complimenti! Davvero...buona! Comunque adesso vado, ti verrò a vedere quando ti appenderanno sulla capanna! Ciao! Ci vediamo ragazzo! >>
Prese a ridere mentre svaniva velocemente.
<< Io, invece, non vedo l'ora che sia finita! >>
Si buttò sul divano e si coprì prendendo subito sonno.
Non si era accorto che Death Mask aveva visto la scena nascosto nella penombra della camera da letto.
Guardò il suo allievo che si addormentava e poi, facendo attenzione che non udisse, mosse piano la bocca.
<< Sono fiero di te! >> disse per poi rientrare nella stanza e riscaldare la sua Lithya che dormiva tra le sue braccia.



 
  
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