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Autore: NikiBeast    11/12/2009    2 recensioni
Buonasera gente! Eccomi tornata col sequel di “Lei, lui e… il gemello”. È passato abbastanza da quando ho chiuso quella fan fiction, però (dopo aver torturato la mia Gemella) finalmente posto il primo capitolo della continuazione!! Spero vi piacerà! Un bacio.
Genere: Triste, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                        Lei, lui e... il gemello 2
Buonasera gente! Eccomi tornata col sequel di “Lei, lui e… il gemello”. È passato abbastanza da quando ho chiuso quella fan fiction, però (dopo aver torturato la mia Gemella) finalmente posto il primo capitolo della continuazione!! Spero vi piacerà! Un bacio.
                                                                                            Yle <3

1^ capitolo
*Bill*
Son passati ben tre anni da quel giorno, dalla morte di Tom. Non credevo di poter resistere così tanto. Quanto mi manca, quanto mi mancano le cazzate che combinavamo insieme… Ormai, in un certo senso mi sono rassegnato, d’altronde la vita continua. Sono andato avanti solo per la mia famiglia, per mia figlia, anzi no… per sua figlia. Già, è cresciuto tantissimo, ed ha il suo stesso sorriso. Lo stesso sorriso di Tom, quello per cui io vivevo, quel sorriso che mi tirava su di morale, quel sorriso che non rivedrò mai più. Ricordo quanto l’hanno presa male le fan, ricordo benissimo quando i Tokio Hotel si sono sciolti, ricordo benissimo quanto sono stato male. Ma ormai è “passato” tutto, anche se ti penso ancora spesso. I Tokio Hotel sono finiti nel dimenticatoio, anche se ancora mi arrivano molte e-mail dalle fan. Quanto sono dolci con me… E poi… Poi c’è lei, che mi ha ridato la forza di ridere, che mi ha sollevato con forza verso l’alto… mentre stavo per toccare il fondo. Gustav si è sposato, e Georg sta per avere una bambina. Niente è più come prima, l’amicizia che c’era una volta è andata perduta, come se non ci fossimo mai conosciuti. Ci sentiamo una volta ogni tanto al telefono, spesso se ci incontriamo al supermarket o nei centri commerciali, ci salutiamo da lontano. Una volta io e lei avevamo pensato di trasferirci, ma non ce l’abbiamo fatta… Come potevamo lasciarlo da solo? No, non potevamo, non potevo!  Poi c’è mamma, quanti sacrifici fa per la sua nipotina, dice che in lei vede Tom. Già, Aisha gli somiglia in una maniera pazzesca… Hanno anche lo stesso modo di camminare! Ogni volta che mi chiama “papà”, è una pugnalata al cuore. Anche se ormai mi sono abituato a tutto questo, a questa situazione inverosimile!
Mi rigiro nel letto e mi tiro le coperte fin sopra il naso. Chiudo gli occhi e dopo un po’ sento la porta della stanza aprirsi. Sento i passettini di Aisha che si dirigono verso di me. Faccio finta di dormire e Yle si sdraia accanto a me. Dopo un po’ di fatica riesce a salire anche Aisha e si mette a cavalcioni sopra di me, inizia a saltellare.
“Papà, papà! Svegliatiiii!!! È tardiiiii!!!”
Sorrido e mi stropiccio gli occhi. La vedo che mi sorride e che si avvicina alla mia guancia per darmi un bacio. La lascio fare e poi mi volto verso Yle, le do un bacio sulle labbra e le accarezzo il viso. Mi sorride e si gira su un fianco. Io prendo la bambina, e alzandomi sopra il letto, la faccio saltare.
“Scendete, prima che vi fate male!”
“Uffaaaa, mamma!””
“Senza uffa, scendete subito!”
Mi siedo e mi ricompongo, mentre Aisha è ancora alzata con le braccia conserte e imbronciata. L’avvicino a me e gli sussurro una cosa all’orecchio. Un sorriso malvagio spunta dalle sue labbra rosee. Inizia a squillare il telefono della cucina, ci alziamo tutti mentre Yle va a rispondere. Dopo dieci minuti passati sotto la doccia decido di uscire. Mi rivesto e vado in cucina. Trovo Aisha che mangia e Yle che parla ancora al telefono mentre sgranocchia biscotti. Ylenia decide di chiudere e si siede a tavola con noi.
“Bill, lo sai che non mi piace che stai in boxer davanti la bambina! Potresti almeno metterti i pantaloncini!!”
Oggi è nervosa, bene, meglio non ridire. Appena finito di mangiare, ci vestiamo e decidiamo di girare qualche centro commerciale e di andare a fare la spesa. Prendo i miei occhialoni da sole e li metto nella borsa di Yle. Vedo Aisha scendere le scale con un vestitino rosa che la fa sembrare una bambolina. I capelli neri che, di solito sono legati in una coda, le scendono ribelli lungo il viso candido. La prendo in braccio e la metto “a cavalluccio” sulle mie spalle. Yle invece si fa aspettare un po’, scende anche lei e, mentre prendo le chiavi, loro escono. Chiudo la porta e mi dirigo verso il garage. Le trovo già sedute con le cinture allacciate. Mi siedo anche io e, mettendo la cintura, accendo la macchina.
Il tragitto casa-centro commerciale è abbastanza lungo, Yle per tutto il tempo non parla e Aisha ascolta la radio. Ha anche lei una passione per la musica. Alzo il volume e cambio stazione. Passano “monsoon”. Yle cambia immediatamente. Da quando lui è morto si rifiuta di ascoltare le nostre canzoni, soprattutto quella. Mi guarda e si scusa. Alzo le spalle e giro il volante per entrare nel parcheggio. Troviamo posto dopo un bel pezzo, scendo e prendo la bambina dal seggiolone. La metto per terra e le do la manina. Yle scende e si mette alla mia sinistra, le passo un braccio attorno la vita e la stringo a me. Le do un bacio fra i capelli. Ispiro profondamente il suo profumo. Saliamo le scale mobili in silenzio e l’orda di gente ci travolge. Yle mi guarda, come a dire di stare attento alla bambina. Annuisco e la prendo in braccio.
Guardandomi intorno, noto un negozio di musica che espone il nostro ultimo cd. Anche Yle se ne accorge. In questa vetrina c’è anche un nostro poster. C’è Tom che sorride. Yle si avvicina e rimane a fissarlo. Non dice una parole, ma i suoi occhi esprimono troppo dolore. Chissà, forse se ci fosse stato lui al suo fianco, e sarei morto io, lei ora non starebbe così male. Ma il destino ha voluto dividerci e noi non possiamo farci nulla. Si gira verso la bambina e la prende in braccio.
“Ehi amore mio, guarda questo ragazzo con i capelli biondi era tuo… tuo… tuo zio…”
Già, non gliene abbiamo mai parlato. Infondo è troppo piccola per capire…
“E ora dov’è?”
Yle chiude gli occhi e abbassa la testa, ci sta ancora male. Ancora non l’ha superato.
“Tuo zio è… è in cielo, tu non l’hai conosciuto ma lui ti ha voluta davvero bene.”
Si, l’ha voluta bene più della sua stessa vita. L’ha amata e si è appigliato a lei per sopravvivere, ma non è bastato lo sforzo che ha fatto per rimanere in vita. Sento Ylenia sussurrare a mezza voce.
“Sapessi quanto ci teneva ad essere tuo padre…”
Aisha la fissa con i suoi grandi occhi verdi, le accarezza la guancia e le da un bacio.
Mentre ancora siamo impalati davanti la vetrina, dal negozio esce Georg tutto sorridente. Ci nota e ci viene a salutare.
“Ehi! Deficiente di un cantante! Come state?”
Aisha gli butta le braccia al collo appena lo vede. Georg la prende in braccio e la stringe forte. Sono geloso, molto geloso.
“Noi bene, tu? Il bambino? Kiara?”
“Bene, bene pure loro! Ora sono a casa, Kiara non si sente bene.”
“Ah, e di Gustav hai notizie?”
Lascia trascorrere un po’ di tempo, mentre si scurisce in volto.
“Gustav… beh, ecco lui… sta male, l’hanno ricoverato l’altra sera e hanno scoperto che…”

                                                                                              To be continued…



  
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