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Autore: koorime    12/12/2009    4 recensioni
Gaara deve ancora imparare ad accettare i compagni dei propri fratelli...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kankuro, Rock Lee, Sabaku no Gaara , Shino Aburame | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo

Titolo: Gelosia fraterna
Fandom:
Naruto
Personaggi:
Shino/Kankuro, Rock Lee/Gaara, Shikamaru/Temari, più una breve apparizione di Baki
Beta:
Thalia
Genere: commedia,romantico
Warnings:
yaoi, lime
Rating:
verde
Riassunto:
Gaara deve imparare ancora ad accettare i compagni dei propri fratelli
Note:
scritta per la Criticombola con il prompt numero 61 - “Davvero?” “Davvero.” “Non me n’ero accorto”. La mia cartella è la numero 33.
Ho cominciato a scrivere questa storia senza avere un’idea precisa di come si sarebbero svolti i fatti, probabilmente perché sapevo che sarebbe stata comunque inconcludente. Quando l’ho terminata ne ero soddisfatta, davvero. Ma adesso... mi sembra davvero inutile. Sarà perché è passato molto tempo da quando mi era balenata in testa, non so. Sta di fatto che mi dispiace, visto quanto io ami le Shino/Kankuro e quante poche se ne trovino in giro.
Comunque, il fatto che le lingue siano il piatto preferito di Gaara è vero, è stato lo stesso Kishimoto a dirlo in un’intervista XD .

 

 

Kankuro gemette e si lasciò andare pesantemente sulla sedia, prendendosi la testa tra le mani.

Stava andando tutto a rotoli e lui non sapeva che fare per migliorare la serata. Oddio, a ben vedere non aveva mai pensato che sarebbe potuto uscire qualcosa di buono da quella cena, ma la realtà stava superando le sue più nere aspettative.

Lanciò un’altra occhiata ai presenti e sospirò abbattuto.

Aveva tanta voglia di alzarsi e andarsene in camera sua a morire di vergogna.

Lui lo aveva detto che era una pessima idea, ma come al solito nessuno gli aveva dato retta!

Afferrò il suo bicchiere e buttò giù il vino tutto d’un fiato, guadagnandosi un’occhiata stranita da parte dei suoi fratelli. Era risaputo che lui non aveva un buon rapporto con l’alcool. Non lo reggeva per nulla, a dir la verità.

Un colpetto al piede lo fece voltare verso il ragazzo che gli sedeva di fianco. Shino lo guardò impassibile, ma lui sorrise, riconoscendo la tacita domanda espressa dall’impercettibile alzarsi di un sopracciglio.

Stai bene?

Kankuro ricambiò il colpetto di piede e tornò a concentrarsi sulle lingue nel suo piatto, per poi sospirare sconsolato. Ma perché Gaara aveva dato ordine di cucinare quelle cose quando sapeva perfettamente di essere l’unico a trovarle gustose?

Persino Baki, di fronte a lui, aveva un’espressione abbattuta mentre sminuzzava la sua porzione, e Temari, seduta lì accanto, non era messa meglio. L’unico a fare un qualche tentativo era Rock Lee, ma si vedeva lontano un miglio che la sensazione di una lingua non viva nella bocca non lo rendeva granché felice, nonostante si sforzasse di non far spegnere il suo fuoco giovanile.

Gaara continuava a mangiare come se nulla fosse, emanando pace e deliquio dei sensi, captate solo da lui e Temari, ormai capaci di decifrare ogni suo più piccolo cambio di espressione. Kankuro si chiese se non dovesse includere nell’elenco anche Rock Lee della Foglia, a quel punto, visti gli ultimi sviluppi.

I suoi pensieri furono rapidamente messi da parte quando suo fratello poggiò le posate e si concentrò su Shino, mandando lui nel panico, perché conosceva quell’espressione, quella impassibile e glaciale che per tanti anni gli aveva riservato.

Kankuro lanciò un’occhiata al proprio compagno, che sosteneva lo sguardo del Kazekage in una muta sfida, e sentì un lungo brivido ghiacciato percorrergli tutta la schiena. Si sentiva tra due fuochi, messo in mezzo a qualcosa di mortale.

Conosceva abbastanza entrambi per sapere che quei non-sguardi non avrebbero portato a nulla di buono. Non portavano mai a nulla di buono e lui lo sapeva per esperienza personale. Aveva combattuto contro entrambi, volente o nolente, e sapeva quanto potessero essere micidialmente terrificanti.

Un sospiro calamitò l’attenzione di tutto il tavolo e per un momento Shikamaru Nara si ritrovò a essere il centro di sei paia d’occhi; al che lui sospirò ancora e si sfregò le palpebre abbassate con una mano.

-Tutto questo è ridicolo.- borbottò il jonin della Foglia.

Gaara lo guardò impassibile mentre Temari si voltò di lato per fissarlo con uno sguardo tra il curioso e lo scioccato.

Kankuro si aspettava una domanda, almeno da parte di suo fratello minore, ma quando quella non arrivò, pensò che l’affermazione del ragazzo si sarebbe persa nel silenzio ingombrante della serata e che ognuno sarebbe ritornato a fissare sconsolato le proprie lingue al sugo. Tranne Gaara, che probabilmente ne avrebbe chiesta una seconda porzione.

E invece, ancora una volta, la voce di Shikamaru proruppe senza essere attesa, sorprendendo tutti i presenti.

-Kami, ma tu guarda che mi tocca fare.-

Shikamaru sospirò e vagò con lo sguardo sulla tavola imbandita, fermandosi poi sul viso pallido del giovane Kazekage.

-Come rappresentante di Konoha devo ricordarvi, Kazekage, che non può ucciderci.- cominciò il giovane ninja, facendo dilatare gli occhi di quattro dei sei ascoltatori e inarcare curiosi le sopracciglia agli altri due.

-E perché mai dovrei voler uccidervi, Nara?- domandò Gaara con un mezzo sorrisino vuoto. Lo stesso che Kankuro conosceva tanto bene.

Shikamaru lanciò una singola occhiata a Temari, di fianco a lui che pareva congelata sul posto, e scrollò le spalle -Perché sei geloso dei tuoi fratelli. E il fatto che ora loro abbiano qualcuno di... importante vicino ti fa credere che li stai perdendo.-

Gaara aggrottò le sopracciglia -Anche io ho... qualcuno di importante.- rispose scambiandosi uno sguardo con Rock Lee, che ricambiò con la sua Nice Guy Pose.

Shikamaru sorrise appena, così come tutto il resto della tavola, per quei primi traballanti passi che l’ex jinjuuriki stava facendo nell’amore. A ben vedere Rock Lee della Foglia era davvero l’unico capace di riuscire in quell’impresa: accompagnarlo per mano e mostrargli dove mettere i piedi e quando, e soprattutto a rialzarsi dopo ogni inciampo.

-Ma ti sembra che se ne stiano andando, vero?- la voce del jonin era più mite questa volta, quasi intenerita dalla confusione che leggeva negli occhi dell’altro. Non aggiunse altro Shikamaru Nara, reputandosi più che soddisfatto della reazione avuta. Sapeva che il Kazekage avrebbe riflettuto e chiesto spiegazioni nel caso non fosse arrivato da solo alla soluzione di quella matassa di emozioni che sentiva nel petto.

Gaara aggrottò per un attimo la fronte, sbattendo le palpebre, incerto. Chinò il capo e fissò gli occhi nel piatto davanti a lui, dimentico del resto della tavolata, lasciando che il discorso cadesse nel silenzio rotto solo dallo sporadico suono di posate usate. L’unico movimento che fece fu di stringere la presa attorno alla mano di Rock Lee quando questi si allungò per prendergliela con un sorriso.

_______________________

Kankuro si lasciò cadere sul letto con un sospiro esausto.

Era stata la giornata più brutta della sua giovane vita. E dire che ne aveva viste di giornate orribili, lui. Tipo quando Gaara aveva cercato di distruggere tutto durante l’esame di chunin, o quando era quasi morto combattendo contro Sasori. Quelle sì che erano state passeggiate in confronto a quelle ore!

L’ansia della cena ancora non aveva abbandonato il suo corpo, impedendogli di tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo - qualunque esso fosse stato.

Un leggero bussare alla porta lo fece scattare a sedere, corrucciando le sopracciglia. Chi poteva essere a quell’ora della notte?

Si alzò, aprendo la porta per uno spiraglio e trovandosi di fronte la risposta più scontata, ma che davvero non si aspettava.

-Shino, che ci fai qui?-

-Passavo di qui.-

Le sopracciglia di Kankuro scattarono verso l’alto e poi si piegarono in un’espressione divertita.

-Sì, certo, come no. Dai, vieni.- Aprì la porta, lasciandogli lo spazio per entrare e la richiuse dietro di loro, voltandosi a guardarlo. Shino passò lo sguardo per tutta la camera, sfiorando con le dita solo i suoi pennelli sulla scrivania. Kankuro si avvicinò a lui, passandogli le braccia attorno alla vita e appoggiandogli il mento sulla spalla. Rimasero in silenzio per un tempo indefinito, uno ad accarezzare colori da guerra e setole e l’altro a tenerlo stretto, con un orecchio poggiato su di lui ad ascoltare il quieto ronzare degli insetti.

-Avete rischiato grosso oggi, tu e i tuoi compagni.-

-Davvero?-

-Davvero.-

-Non me n’ero accorto.-

Kankuro sbuffò un mezzo sorriso, voltando il viso verso il suo collo e lasciando che le proprie labbra scivolassero delicate sulla sua pelle.

-Non vedevo quello sguardo da... beh, anni. Per un attimo mi è sembrato di...-

Shino si voltò nel suo abbraccio, alzandogli il viso e baciandolo delicato ma deciso, lasciando che le mani scivolassero tra i capelli castani e ispidi dietro la nuca, così da tenerlo fermo e sottometterlo nel bacio. Ma Kankuro non aveva alcuna intenzione di ribellarsi e anzi, si lasciò andare con gioia a quel bacio che sapeva così tanto di nostalgia e voglia di stare con lui. Mugolò, spingendosi contro di lui, facendolo arretrare fino a quando non sentì il rumore dei pennelli che rotolavano sulla scrivania e poi a terra, tra i loro piedi. Shino si voltò, spingendolo sul letto, facendolo stendere e coprendolo con il suo corpo, senza mai smettere di baciarlo. Gli accarezzò il viso con una mano, scendendo lungo tutto un fianco fino a fermarsi sull’osso del bacino, stringendoglielo appena, facendolo sibilare per la voglia di sentirlo che gli faceva fremere l’intero corpo.

Kankuro socchiuse gli occhi, specchiandosi nelle lenti scure dei suoi occhiali, vedendosi riflesso in tutto il suo patetico bisogno di avere quel ragazzo sopra di sé. Glieli sfilò, lasciandoli cadere sul copriletto e accarezzandogli le tempie e poi le palpebre abbassate con le punte delle dita. Le vide fremere appena e poi schiudersi per lui, mostrandogli quella meraviglia che celavano al resto del mondo, facendolo sentire ancora una volta fortunato per l’onore di poterlo vedere in quel modo, nudo se non per la sua anima.

Sorrise appena, vedendosi ricompensato da un mezzo sorrisino e dall’imbarazzo comparso sulle guance di Shino. Ridacchiò quieto, baciandogli le labbra imbronciate, quando un leggero bussare richiamò la sua attenzione. Si voltarono entrambi verso la porta, senza comunque avere l’intenzione di muoversi da quel letto e lasciare che lo scocciatore se ne andasse il più in fretta possibile. Ma il suono si ripeté, questa volta accompagnato dalla voce di Gaara attutita dalla porta chiusa.

-Lo so che ci sei, Kankuro. Apri la porta o entro con la forza.-

Kankuro gemette e poi sbuffò, sfilandosi da sotto il corpo dell’altro e lisciandosi i vestiti prima di aprire la porta della propria camera e trovarsi a fissare il viso inespressivo di suo fratello minore.

-Cosa c’è?- chiese e vedendosi ignorato, scostato con una mano e superato, mentre il Kazekage avanzava nella stanza e fissava i suoi occhi glaciali su Shino, seduto compostamente sul letto con tanto di occhiali di nuovo al loro posto.

-Ecco perché non eri nella tua camera.-

Kankuro sgranò gli occhi, decisamente sorpreso -Lo stai spiando?-

-Non io. Le guardie.-

-Hai... hai dato ordine ai tuoi shinobi di... tenerci sotto controllo?- chiese con la voce tremante per la rabbia e l’oltraggio che sentiva risalirgli dallo stomaco.

Questa volta Gaara lo guardò e sembrò quasi ponderare la risposta prima di dire -Anche a Temari e a quel Nara.-

-Gaara!- urlò quasi il fratello più grande, sentendosi fare eco da una voce più femminile ma altrettanto dura e minacciosa. Un attimo dopo apparve Temari con gli occhi ridotti a fessure.

-Che diavolo significano quei ninja fuori la porta della sua camera?- chiese in un sibilo minaccioso indicando un povero Shikamaru del tutto disinteressato alla disputa familiare. Fosse stato per lui sarebbe ancora nella sua camera a rilassarsi dopo quella cena assurda, ma purtroppo la sua ragazza, dopo aver messo fuori combattimento le guardie, aveva pensato bene di prenderlo e trascinarlo lì per non si sa bene quale motivo.

Gaara guardò i suoi fratelli, ignorando completamente gli altri due presenti, e non rispose, almeno con quello che volevano conoscere loro due.

-Come facevi a sapere che ero qui?-

Temari sgranò gli occhi chiari, presa in contropiede, ma si riscosse subito, tornando a guardarlo male -Perché ti conosco! E, infatti, hai messo guardie davanti alle camere di tutti!-

Questa volta fu il turno di Kankuro di sorprendersi e chiedere -Anche davanti alla mia?-

-Sì. Ma sono fuori combattimento. E visto che Shino era qui prima di noi, deve averlo fatto lui.-

Kankuro guardò Shikamaru e poi Shino, sempre seduto in silenzio sul suo letto, tornando poi sul viso di suo fratello.

-Gaara, che diavolo stai cercando di fare?-

-Proteggervi.-

-Da cosa? Da loro?- Kankuro allargò le braccia, come a comprendere un po’ tutti -Sono nostri alleati!-

-E fidanzati!- rincarò Temari -Credi davvero che possano farci del male?-

Gaara rimase impassibile mentre ripeteva ancora -Devo proteggervi.-

-Non ce n’è bisogno!-

-Siamo ninja!-

-Sì invece! Siamo fratelli!-

Gli altri due si zittirono di colpo, scrutandolo come se non l’avessero mai visto prima d’ora.

Shino seguì Shikamaru fuori dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle proprio nel momento in cui sopraggiungeva Rock Lee, in cerca del proprio compagno.

Quando il silenzio abitò di nuovo la stanza, Kankuro sospirò, sedendosi sul letto e passandosi la mano tra i capelli spettinati. Guardò i suoi fratelli, sorridendo all’espressione corrucciata di Temari, neanche fosse arrabbiato per la capacità di Gaara di spiazzarli con quell’innocenza disarmante che dimostrava da qualche anno. Gli sembrava di avere a che fare con un’anima candida; ed era strano, visto chi fosse il soggetto in questione.

-Gaara, noi non ce ne andremo.- cominciò, scandendo lentamente le parole, più per prendere tempo che per farsi capire dall’altro.

-Certo che no, siete ninj...-

-Intendo dire- lo interruppe con una risatina -Che non ci perderai. Come fratelli, saremo sempre con te.- E vedendosi sostenere da Temari che annuì decisa.

-Anche se ci saranno loro?-

I due fratelli maggiori annuirono, rispondendo sinceramente -Anche se ci saranno loro.-

-Tu sei la nostra famiglia.-

Gaara li scrutò guardingo, aprendosi poi in un sorrisino piccolissimo mentre sussurrava -Famiglia.-, quasi per sentirne il sapore sulla lingua. Scomparve tutto in un attimo - e se non l’avessero conosciuto bene, entrambi i fratelli avrebbero potuto credere che si fosse trattato solo di un’illusione, un inganno della mente e nulla di più - e Gaara gli diede le spalle, scivolando fuori la camera con un semplice -Buona notte-.

Temari sospirò, scuotendo la testa e gli sorrise, augurandogli un buon proseguimento di serata, a cui lui rispose con un ghigno, e uscendo in cerca del proprio ragazzo.

Kankuro ridacchiò e si lasciò andare sul letto, proprio mentre la porta si apriva di nuovo e Shino entrava, di nuovo.

Si guardarono per un attimo in silenzio e poi lo shinobi della Foglia tornò da lui, sopra di lui, ad accarezzargli il viso e un fianco, come se non si fosse mai mosso di lì. Kankuro sorrise e gli sfilò gli occhiali, appoggiandoli sul comodino, e infilandogli le dita nei capelli per attirarlo con una carezza in un bacio. Per ricominciare esattamente da dove erano stati interrotti.

   
 
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