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Autore: Hurrikan    13/12/2009    2 recensioni
A Forks,una nuova leggenda sta per prendere vita. Cosa succederebbe se Renesmee non fosse l'unico ibrido della città? Se esistesse una ragazza che in se racchiude due specie,ma che ancora non sa nulla dei suoi incredibili poteri? E i Volturi,lasceranno che lei viva libera e non sotto il loro controllo? Una nuova sfida per i Cullen e per il branco di LaPush si profila all'orizzonte..... volete sapere cosa succederà? Non vi resta che leggere ;-)
Titolo modificato per uso di caratteri non consentiti.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Azione, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non devi preoccuparti,è solo un altro giorno di scuola. Quelle parole oramai risuonavano senza significato nella mia mente,per quante volte mi erano state ripetute dai miei genitori. Ma quella mattina si erano fatte improvvisamente più reali,soprattutto quando la Taurus di mio padre inchiodò davanti al viale d’accesso della Forks High School ,un anonimo agglomerato di bassi edifici in mattoni completamente immerso nella vegetazione. Il parcheggio era deserto,ma mi affrettai ugualmente a salutare i miei genitori. Non volevo certo che i miei futuri compagni di scuola mi vedessero arrivare a scuola sulla loro auto! Mentre scendevo dalla macchina con lo zaino in spalla,mio padre mi sorrise incoraggiante:

-Vedrai che andrà tutto alla grande tesoro.

 Io gli lanciai lo sguardo accondiscendente che ero solita usare quando volevo dimostrare nel modo più sfacciato possibile la mia scarsa fede nelle loro parole.

-Certo papà,andrà tutto bene,tutto bene.

 Rivolsi un ultimo sguardo a mia madre,anche lei allegra e sorridente. Poi chiusi la portiera dell’auto e mi avviai sconsolata verso la segreteria. Quando entrai nell’edificio piccolo e caldo,fui quasi accecata dalla luce delle lampadine al neon sul soffitto. Gettai uno sguardo intorno a me e vidi che la stanza era piccola e piena di piante. A metà vi era un lungo bancone dietro al quale scorgevo la sommità dei capelli cotonati e rossissimi di una donna occhialuta che aveva alzato lo sguardo nel medesimo istante in cui io avevo varcato la soglia.

-Buongiorno-,le dissi facendomi avanti. Mentre mi avvicinavo,vidi che era seduta su una scrivania accostata al bancone.Non appena i suoi occhi si posarono sul mio viso,li vidi allargarsi a dismisura,tanto che temetti le uscissero dalle orbite. Cercai di apparire indifferente a quella reazione spropositata,e aspettai tranquilla che rispondesse al mio saluto. Dopo qualche altra occhiata sfacciata,la rossa parve riscuotersi da una specie di trance,e mi rivolse un sorriso gentile:

-Buongiorno a te. Tu devi essere Shiver Conwell,giusto?-. Ero certa che mi avrebbe riconosciuta subito. La notizia della ragazza di LaPush che non assomigliava affatto ad un nativo della riserva e che si iscriveva alla Forks High School a metà dell’anno aveva già fatto il giro della scuola.

-Sì,sono io-,dissi,con un leggero sospiro. La donna cominciò a frugare in una pila disordinata di documenti ammucchiati sulla scrivania e ne estrasse alcuni fogli che mi porse distrattamente. Mi disse che dovevo farli controfirmare da tutti i professori e riportarli a fine giornata. A quanto pareva volevano assicurarsi che avessi frequentato tutte le lezioni. Tranquilla,se avessi voluto scappare l’avrei già fatto,pensai tra me e me. Rivolsi un ultimo saluto di cortesia alla rossa e uscii dal caldo ufficio.

Non appena aprii la porta fui investita da una ventata di aria gelida che mi costrinse a stringermi ancor di più nel giubbotto. Mentre controllavo l’orario delle lezioni e la piantina della scuola,non mi accorsi della ragazza che mi sbattè contro. Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi color nocciola di una ragazza pallida e dai lunghi capelli ramati.

-Scusami-,disse cortese,richiudendo il libro che aveva tra le mani. -Non ti avevo visto.

 A vederla mi sembrava tutto fuorché una che si scusa gentilmente con la persona che l’ha praticamente travolta. Era praticamente color gesso ed il suo viso era perfetto,i lineamenti dritti e senza imperfezioni. Era alta,anche se io la superavo di un paio di centimetri,e doveva avere circa la mia età.

-Figurati,sono stata io che ti ho travolta-,le risposi con un sorriso amichevole.

-Tu devi essere la ragazza nuova,vero?-. Ecco,mi sembrava strano che ancora non me l’avesse chiesto.

-Sì,sono appena arrivata. Mi chiamo Shiver.-Come tutti al sentire il mio nome rimase leggermente interdetta,ed io mi chiesi per l’ennesima volta il motivo per cui i miei genitori mi avevano dato quel nome. “È un nome bellissimo e ti rispecchia alla perfezione”aveva detto mia madre quando gliel’avevo chiesto per l’ennesima volta. Brivido. Non era normale che dei genitori volessero infliggere alla figlia la tortura di chiamarsi con un nome del genere.

-Io sono Renesmee,ma puoi chiamarmi Nessie.- La voce della ragazza mi riscosse improvvisamente dai miei pensieri. Ci misi un attimo per capire ciò che mi aveva detto. A quanto pareva la ragazza se la passava ancora peggio di me… chiamarsi come il mostro di Loch Ness non doveva essere il massimo.

-A quanto pare abbiamo entrambe un nome piuttosto particolare-,le dissi con una risata leggera.

-Già..-rispose lei ridendo con me. -Che lezioni hai adesso?-,mi chiese poi. Diedi un’occhiata all’orario che ancora stringevo nella mano. -Inglese-,le dissi.

-Perfetto,anche io! Se vuoi possiamo andare assieme-. Sembrava speranzosa,forse nonostante la sua bellezza non aveva molti amici. -Certo,grazie mille-,le risposi con un sorriso di gratitudine.

Così ci avviammo insieme verso l’edificio 3. Nessie chiacchierava tranquilla dei miei futuri compagni di scuola ed io cercavo di prestarle attenzione,anche se era come se ci fosse qualcosa che mi distraesse. Alla fine voltai lo sguardo alle nostre spalle un trio di ragazzi appoggiati al muro dell’edificio 4 che ci guardavano ammiccando. Quando videro che li stavo guardando uno di loro mi fece un cenno e io per tutta risposta alzai gli occhi al cielo e mi voltai infastidita verso Nessie:-Chi sono quagli idioti?-,le chiesi,indicando i tipi alle nostre spalle. Lei si girò brevemente e continuò dritta davanti a se. -Ignorali,sono solo dei poveri illusi-,mi disse con un velo di rabbia nei grandi occhi nocciola.

-Sai che hai davvero dei bei capelli?-,mi disse all’improvviso la mia amica. A dire il vero lo sapevo perfettamente,visto che la mia chioma riscuoteva approvazione ovunque mi mostrassi. Le mie amiche a LaPush mi chiedevano in continuazione come facessi ad avere dei capelli così folti e voluminosi ma perfettamente in ordine. Era proprio per via dei miei capelli che alla riserva tutti mi chiamavano la “Leonessa Nera”;io odiavo quel soprannome ma nessuno pareva accorgersi delle mie proteste.

Per un attimo cercai di immaginare come dovevamo apparire io e Nessie mentre camminavamo tra gli edifici della scuola:lei,con la sua cascata di boccoli ramati ed io con la mia criniera nera e lucente. L’unica cosa che ci accomunava era il pallore spettrale della nostra pelle. Anche i nostri occhi parevano gli uni l’opposto degli altri:i suoi erano color nocciola,profondi ed espressivi,i miei invece erano grigio-azzurro e sapevo che la gente molto spesso si sentiva quasi ipnotizzata dal mio sguardo di ghiaccio.

Mentre facevo queste brevi riflessioni mi ero quasi dimenticata di Nessie che camminava tranquilla al mio fianco. –Grazie-,le risposi.

-Tu qui a scuola hai molti amici-,le chiesi poi. Lei,stranamente,mi guardò con uno sguardo triste e io mi pentii istantaneamente di averle fatto quella domanda. -A dire il vero no. Tu sei la prima persona che accetta di venire con me a lezione-,mi disse con voce sommessa,il capo chinato e lo sguardo fisso sulle pietre del selciato.

-Allora siamo in due-,aggiunsi con un mezzo sorriso. -Anche nella mia vecchia scuola non avevo amiche,e le uniche persone con cui uscivo erano delle ragazze che abitavano accanto a casa mia. A scuola ogni tanto mi si avvicinava qualche smorfiosa che sperava di diventare mia amica,ma era solo per proprio interesse. Tu sei la prima persona che mi avvicina senza fini nascosti-.

Nessie mi guarda sorridendo e aggiunge:-Penso che diventeremo grandi amiche-. Annuii contenta e insieme entrammo in classe,ancora sorridendo. Notai che i banchi erano ancora tutti vuoti così andai dal professore per fargli firmare il modulo che mi aveva dato la segretaria e poi mi accomodai accanto alla mia nuova amica. Dopo qualche istante squillò la campanella e gli studenti cominciarono ad entrare in classe. Quando tutti ebbero preso posto il professore si alzò e cominciò la lezione del giorno,incentrata sul romanzo Cime Tempestose,che io avevo letto più o meno venti volte. Mentre cercavo di seguire la lezione notai che,nonostante fossi seduta quasi in fondo alla classe,la maggior parte dei miei compagni mi stava ugualmente fissando. Cercai di ignorarli e mi concentrai sul discorso del professore.

La lezione passò in fretta e quando la campanella suonò rimasi quasi stupefatta. Con lo sguardo un po’ smarrito presi lo zaino e i libri e mi avviai fuori dalla classe,seguita da Nessie. -Adesso che hai?-. Cercai nel mio zaino l’orario già stropicciato e vidi che avevo trigonometria.

-La tortura somma:trigonometria-,le dissi con un’espressione fintamente disperata. Lei invece aveva scienze,così ci separammo e io mi diressi vero l’edificio 7. Da quel momento non vidi Nessie fino all’ora di pranzo. Le lezioni si susseguirono tranquille e senza alcun evento interessante fino a quando,durante l’ora di scienze,una ragazza dai lunghi capelli biondo platino non si presentò davanti al mio banco affiancata da un altro paio di ragazze. Osservandole notai che avevano tutte tacchi e minigonne e subito pensai “Ecco la smorfiosa che viene a farmi la predica perché pensa che voglia rubarle il trono”. Non avevo neanche finito di formulare il pensiero,che la voce acuta della bionda irruppe nei miei pensieri:-Ciao,io sono Sharon. Tu devi essere la ragazza di LaPush,giusto?-. Annuii,senza neanche guardarla.         -Allora,visto che sei nuova,meglio mettere subito in chiaro le cose. In questa scuola comando IO,e quindi che non ti venisse in mente di metterti a fare la sbruffona solo perché sei appena arrivata,chiaro?!-. Si era sporta sul mio banco e adesso teneva le mani praticamente sopra il mio libro di testo. Quando sentii le sue parole qualcosa si mosse dentro di me. Chi si credeva di essere quella per dirmi cosa dovevo fare o meno?

-Senti,io non ho intenzione di discutere con una bambina come te,quindi ti consiglio di levare le tende e di andartene da qui,chiaro?-. L’espressione che si dipinse sul viso della ragazza davanti a me valse il fiato sprecato a discutere con lei:cambiò letteralmente colore,diventando rosso vermiglio in meno di un attimo. Poi,senza aggiungere altro,si voltò con uno svolazzo della minigonna e si allontanò impettita. Io feci un sospiro rassegnato e mi apprestai a seguire la lezione,che non era ancora iniziata,quando sentii la sedia al mio fianco smuoversi lentamente e una ragazza dai lunghi capelli castani prese posto accanto a me. -Ciao,io sono Karen-,mi disse. -Io sono Shiver-. La vidi sgranare gli occhi quando pronunciai il mio nome,ma subito si ricompose e mi rivolse un sorriso. Dopo Nessie,era la prima persona amichevole che vedevo nella scuola. Dopo quella breve presentazione non riuscimmo a scambiare neppure una parola perché il professore entrò in classe ed iniziò la lezione. Rimasi per tutto il tempo a rimuginare su quella conversazione con quella ragazza,Sharon,e sobbalzai quando udii il suono della campanella. Raccolsi in fretta le mie cose e mi diressi svelta verso la porta. All’improvviso mi sentivo strana,formicolante. Era come se il mio corpo stesse avendo qualche misteriosa reazione che io non potevo controllare ma non era doloroso,anzi,mi sentivo sana come un pesce. Quando mi ritrovai in sala mensa vidi un gruppetto di persone voltarsi nella mia direzione. Li ignorai e proseguii dritta verso il banco delle insalate,dove mi era sembrato di scorgere la chioma ramata di Renesmee. Quando arrivai al suo fianco mi accolse con un sorriso. Io ricambia e poi cominciai a dare un’occhiata al cibo per vedere cosa prendere,ma all’improvviso tutto mi sembrava disgustoso e inappetibile. Così lasciai perdere e comprai semplicemente una bottiglietta d’acqua. Io e Nessie ci sedemmo insieme al tavolo più isolato della mensa e cominciammo a chiacchierare di cose futili e stupide,proprio come due amiche che si conoscono da una vita. All’improvviso però un nome attirò la mia attenzione:Cullen.

A LaPush le leggende sulla famiglia di freddi - i vampiri - che abitavano a Forks si tramandava da anni. Conoscevo molto bene le storie che parlavano di loro,anche se non ci avevo mai creduto molto. Però ero comunque curiosa di sapere cosa Nessie avesse a che fare con i Cullen.

-E tu come mai conosci i Cullen?-,le chiesi,con il tono più innocente possibile. -Io sono una Cullen-,mi disse lei con un mezzo sorriso. -Mia madre è Isabella Cullen e mio padre Edward Cullen-. Che bello,pranzo con la vampira,pensai con un sorrisetto divertito. Rimanemmo a chiacchierare un altro po’,e infine ci dirigemmo alle rispettive lezioni.

Il tempo passò veloce e in men che non si dica mi ritrovai nuovamente davanti a scuola,in attesa dei miei genitori. Nonostante le mie fervide proteste ancora non avevano acconsentiti a comprarmi una macchina,così mi toccava farmi scortare da loro ovunque andassi. Quando vidi la vecchia Ford di mia madre sbucare all’angolo della strada tirai un sospiro di sollievo e quasi saltai al volo dentro la macchina. -Allora,tesoro,com’è andata la giornata?-,mi chiese mia madre,Laila,non appena mi sedetti accanto a lei. -Tutto bene,ho conosciuto un’amica molto simpatica,si chiama Renesmee Cullen-,le risposi. Poi infilai le cuffiette del mio fantastico iPod fucsia e mi concentrai totalmente sulla musica. Adoravo il genere Religious,che,al contrario di ciò che molti pensavano,non aveva nulla a che fare con la religione. Stavo ascoltando la mia canzone preferita,Stand in the Rain dei Superchick,quando mia madre frenò improvvisamente. Io riuscii a mettere le mani davanti al viso evitando per un pelo di sbattere la testa contro il cruscotto. Mi voltai verso Laila e la vidi con gli occhi sgranati che fissava la foresta che cresceva rigogliosa da entrambi i lati del sentiero.

-Mamma,cosa è successo?-,le chiesi allarmata.

-Non so,un animale enorme ha attraversato la strada di corsa,sembrava un orso nero,ma era molto più grande-. Continuava a fissare la foresta con gli occhi sgranati e per un attimo fui presa dal panico. Mia madre riusciva sempre a tenere il sangue freddo e vederla così sconvolta mi lasciò addosso una strana inquietudine.

-Dai,torniamo a casa-,dissi toccandole leggermente il braccio. Lei parve risvegliarsi da una sorta di trance e rimise la macchina in carreggiata. Quando finalmente cominciammo a vedere le prime case di LaPush mi sentii più tranquilla. Le piccole abitazione erano raggruppate intorno all’unico supermercato della riserva,alla piccola scuola e al negozietto di souvenir.

Mia madre continuò a guidare e ben presto le casette scomparvero nuovamente alla nostra vista.

Non avevo mai capito perché la nostra casa fosse così lontana dalle altre. Abitavamo in una villetta a due piani al confine tra la foresta e la striscia di sabbia lunga un miglio di First Beach. Ero abituata ad addormentarmi con il rumore delle onde e i fruscii degli animali nel bosco e spesso l’estate passavo la notte sulla spiaggia osservando le stelle,oppure aspettando che dall’acqua scura affiorasse l’enorme dorso di una balena. I miei genitori non avevano mai avuto timore a farmi stare da sola sulla spiaggia o nella foresta. Parevano non preoccuparsi minimamente dei pericoli che potevo correre ed io usufruivo largamente del loro scarso controllo. Non avevo amici con cui andare la sera nei locali,ma la cosa non mi dispiaceva,infatti preferivo passare il mio tempo immersa nella natura.

Quando l’auto inchiodò davanti casa subito mi precipitai dentro. Salutai frettolosamente mio padre,che stava seduto in soggiorno e poi corsi in camera mia.

Quando chiusi la porta alle mie spalle,i rimasugli dell’ansia provata nella macchina svanirono; la mia camera era sempre stata la stanza della casa che preferivo di più. Era il mio rifugio,dove potevo stare tranquilla e per i fatti miei. Feci scorrere lo sguardo sull’ambiente familiare:il parquet,i muri color crema,i mobili in legno chiaro,gli occhi scuri e penetranti dei lupi che mi fissavano dai poster appesi alle pareti e i miei libri,ammucchiati disordinatamente sulle scrivania,accanto al mio computer portatile,oppure ai piedi del letto. Gettai lo zaino sulla sedia della scrivania e spalancai le ante del mio armadio. Afferrai in fretta un paio di jeans e una camicia a quadri con le maniche a tre quarti e li indossai in fretta,lasciando sul letto i vestiti che avevo indossato per andare a scuola.

Passai un paio di volte le mani tra i miei lunghissimi capelli e infine mi diressi al piano di sotto,tenendo stretta in una mano la tracolla di cuoio nel quale avevo frettolosamente infilato una macchina fotografica,un taccuino e una bottiglietta d’acqua. Mentre infilavo il mio paio preferito di scarponcini da trekking,sentii mia madre gridare dalla cucina:-Shiver,dove scappi?-.

-Vado a fare un giro,torno per cena-,urlai a mia volta,sollevandomi dal pavimento.

-Va bene,sii prudente-. Ecco,questa era la loro frase preferita. Non dicevano altro quando scomparivo per le mie lunghe escursioni.

Finalmente varcai la porta di casa e subito fui investita dall’aria fresca della riserva. Non avevo con me il giubbotto ,ma sapevo che non appena avessi cominciato a camminare mi sarei riscaldata da sola. Mi incamminai svelta verso la foresta,ma fui attirata da alcune grida. Corsi verso la scogliera per vedere cosa stesse succedendo,ma tirai un sospiro di sollievo quando vidi quattro ragazzi che se ne stavano in piedi sul ciglio dello strapiombo che cadeva a picco nell’acqua scura della baia.

-Shiver!-,gridò uno di loro quando mi vide comparire alle loro spalle.

-Ciao,Jake. Fate qualche tuffo?-,chiesi all’enorme ragazzo che mi aveva salutata.

-Certo. Tu vieni?-.

-No,stavolta passo. Faccio un giretto nella foresta-,dissi,indicando la muraglia di alberi scuri alle nostre spalle.

-Ok-,disse con un sorriso. Era uno dei miei pochi amici,e l’unico che fosse a conoscenza della mia passione per i lupi.           - Sai,Nessie mi ha detto che a scuola vi siete incontrate-. Avevo un ampio sorriso stampato sul volto dalla carnagione bronzea,e anche io sorrisi in risposta.

-Scusa,come fai a conoscerla?-.

-Veramente noi stiamo insieme-,aggiunse ammiccando.

Mi diedi una manata sulla fronte. Me l’aveva detto che stava con una ragazza di Forks,ma non mi aveva mai voluto rivelare il nome. -Giusto,me ne ero dimenticata. Comunque è molto simpatica e,indovina un po’? È l’unica che mi abbia parlato amichevolmente-.

-Dai,lo sai che metti in soggezione le persone,non è colpa loro-,mi disse,dandomi una spintarella amichevole sul braccio. Sorrisi delle sue parole. Sapevo che l’aveva detto in modo scherzoso,ma conoscevamo entrambi il fondo di verità che vi si celava.

-Jacob,muoviti!-,gridarono i ragazzi dalla scogliera.

-Scusami,devo andare. Ci vediamo dopo-,mi disse,rivolgendomi un sorriso di scuse.

-Ok,ciao-,gli risposi,mentre correva dai suoi amici. Rimasi per qualche istante ferma sul limitare della foresta,poi mi voltai e mi addentrai tra gli alberi.

La foresta era la stessa da centinaia di anni. Gli alberi crescevano rigogliosi e parevano sfiorare il cielo. Il folto tappeto di felci che ricopriva il terreno rendere quasi impossibile l’impresa di distinguere dove mettere i piedi,ma ero abituata a muovermi agilmente nel fitto sottobosco e sapevo dove passare senza slogarmi una caviglia. In lontananza giungeva il sommesso rumore di un ruscello che scorreva e i passi leggeri dei cervi che brucavano l’erba tra gli alberi secolari era appena udibile anche al mio orecchio ben allenato. Inspirai profondamente la ventata di aria fresca che mi investì in pieno il viso con il suo odore pungente e selvatico. Era lì,tra quelli alberi,che mi sentivo davvero a casa,lì come da nessun altra parte.


 

 

Salveeee!
Spero che questo primo chapter della mia storia vi sia piaciuto ^^ Premetto che ci metterò un po' di tempo a scrivere il prossimo capitolo,perchè come vedete sono piuttosto lunghetti xD Spero mi perdonerete xDxD
Bhe,grazie per aver letto la mia storia e,che dire,al prossimo capitolo!
Baci ^^
 
   
 
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