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Autore: Yuna Shinoda    13/12/2009    5 recensioni
E' ambientata dopo la puntata 1x13.
Blair e Nate sono di nuovo insieme e Chuck provoca Blair come sempre, solo che non ha idea del periodo che sta attraversando lei.
B pensa di essere incinta, e ce l'ha a morte con Chuck perchè se così fosse, il figlio sarebbe suo, visto che nella mia storia Nate e B stanno insieme ma non hanno mai consumato... Beh, vedremo cosa accadrà u_U
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Seconda stagione
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aaa

Grazie a tutti per i commenti! secondo me questo capitolo vi piacerà XD il mio regalo di ritorno! XD

 

Chuck's POV

24 Dicembre, ore 19.

Alla fine ero tornato per la cena della Vigilia di Natale.

Ero stato tentato a passare il Natale a Monaco per spassarmela con qualche ragazza in qualche locale, ma non mi allettava per niente la cosa. Avevo pagato il dottore per chiamarmi una volta che sarebbero stati pronti i risultati, e lui l'aveva fatto questa notte, quando in America era ancora tarda sera, dicendomi che se volevo, potevo venirli a ritirare.


Ovviamente, la mia forte curiosità aveva avuto la meglio e aveva fatto sì che prenotassi subito un biglietto per tornare a New York, solo ed unicamente per scoprire l'agognata verità.

Non osavo pensare a cosa avrei fatto se fosse stato positivo... Sapevo solo che se il test mi diceva che non ero il padre di quella bambina avrei volontariamente ignorato Blair a malincuore e avrei trovato uno svago per pretendere che non esistesse, che a distanza di un anno non pensavo alla notte di sesso passata con lei in limo per qualcosa che non fosse sesso.


Avrei ignorato quel vuoto nello stomaco quando la vedevo e tutte le immagini tenere che mi venivano nella testa di me e lei in situazioni che prima non avrei mai pensato di poter immaginare con nessuna ragazza con cui ero stato a letto.

Me ne sarei andato una volta finita la scuola così avrei fatto come dice quel detto.

'Lontano dagli occhi, lontano dal cuore'.


Adesso mi trovavo nell'ascensore che portava all'attico dei Waldorf con una busta gialla in una mano, ed un'altra busta più piccola nell'altra. Non so cosa mi aveva portato a comprare un regalo alla piccola Eve. Forse saranno stati quegli occhi castani, o forse quei folti capelli bruni... Sta di fatto che sentivo di dover lasciare un mio ricordo a quella bambina, padre o non padre.


Non avevo ancora osato aprire la busta gialla. Mi ero dato come tempo limite alla mia curiosità lo scocco del campanello dell'ascensore, e quello era già suonato da più di venti secondi. Adesso mi trovavo a casa dei Waldorf, e dovevo farlo prima che Blair scendesse. Dovevo sapere la verità prima di fare una delle mie figure e di perderla per sempre. Aprii con delicatezza la busta per non romperla, ed estrassi il foglio bianco che era al suo interno.


Non lessi niente di quello che stava scritto all'intestazione, mi interessava solo la fine.

Chuck, cosa ci fai qui? Pensavo che...” disse Blair scendendo le scale.

Alzai la testa con un'espressione indecifrabile in volto.

Quando pensavi di dirmelo, eh?” sbottai. Blair fece una faccia interdetta.

Chuck, non so di cosa tu stai parlando... Te l'ho detto, tu non sei...”


Il padre?” risposi facendo un ghigno “a quanto pare mentivi” dissi mostrandole il foglio.

Lo prese da mano e lo lesse. Sembrava quasi inorridita.

Nessuno ti ha dato il permesso di torcerle un capello!” gridò.

Non me l'avresti mai dato nemmeno se pregata!”

Resta comunque il fatto che ti sei permesso di toccare mia figlia! E di nascosto, per giunta!”


E' anche mia figlia!” dissi, il sangue che mi andava al cervello. Ero confuso, e tanto tanto arrabbiato che avrei potuto rompere tutta la mobilia di quella casa con la mia furia.

Corrugò la fronte. “Chuck Bass, tu sei uno sporco egoista bastardo che non pensa ad altro che a sé e al suo amico lì tra le gambe. Sei un irresponsabile codardo che a stento riesce a badare a sé stesso e non mi meraviglio che tuo padre non abbia voluto dirti nulla!”


Strinsi i pugni e sospirai. “Cosa c'entra Bart?” urlai, cercando di moderare la voce.

Blair scosse la testa e chiuse un istante gli occhi. Ero sicuro che non voleva dirlo, ma per il mio bene aveva fatto la cosa giusta.

E' venuto quattro mesi fa a vedere di persona che fosse tutto vero...”

Continuavo a sospirare. “Blair. So che c'è altro. Sputa il rospo prima che perda la pazienza”

Ha detto che tu non saresti potuto essere padre nemmeno tra vent'anni e che... era meglio se non ti diceva nulla di Eve. E' da allora che mi manda dei soldi per lei...”


Dalla rabbia verso mio padre dovetti espirare e respirare e tenere per un istante gli occhi socchiusi e trovare la forza di parlare senza urlare. Ora capivo tutto. L'incontro fuori la gioielleria un mese fa, le chiamate al negozio di giocattoli... Era tutto... Per questo. Ed io non ne sapevo niente, e non ne avrei mai saputo niente. Ero incazzato da poter distruggere tutto.


Non ne sapevate niente di come avrei risposto!” sbottai alla fine.

Oh no. Io sono sicura che se te l'avessi detto saresti fuggito a gambe levate dove... A Monaco? A Parigi? A Firenze? O da qualche altra parte a sbatterti qualche puttanella e ad ubriacarti per pretendere che tutto questo – che Eve – non esistesse? Andiamo, non credo che tu sia in grado di fare il padre, così ti evito anche solo di pensarci! Eve è solo mia figlia! Crescerà con una madre e sarà felice così, senza un padre bastardo che l'avrebbe solo fatta soffrire di quanto non avrebbe già fatto soffrire sua madre!”


Tu non sai nulla” dissi, sempre cercando di non esplodere.

Cosa significherebbe questo, Chuck? Lo sappiamo entrambi che finirebbe prima di iniziare”

Scossi la testa nervosamente. “Resta il fatto che non l'avrei mai saputo. Avresti lasciato che nostra figlia sarebbe cresciuta allo scuro dell'esistenza di suo padre?”

Sì. Dopo aver fatto lo stupido ed incosciente errore di perdere la mia verginità nel retro della tua limo ed essere uscita incinta con un figlio tuo avrei fatto avere un'infanzia meravigliosa a mia figlia e l'avrei preservata dagli sporchi maniaci con le limo come te!”


Mi vennero quasi le lacrime agli occhi. Mi stavo troppo arrabbiando, e non andava bene.

Chiusi di nuovo gli occhi e sentii una lacrima rigarmi il viso mentre mi mordevo il labbro. Maledetta. Stavo imprecando internamente perchè una cosa del genere non capivo perchè mi stava accadendo sulla Terra. Le sue parole mi facevano male. “Non sai cosa ti avrei detto. Non sai cosa avrei fatto” risposi con la foce tremolante. Cercai di tenerla ad un livello normale per non tradire alcune emozioni che non capivo da dove arrivavano...


Andiamo, Chuck Bass padre! Non è una cosa a cui potresti credere!”

La guardai di nuovo negli occhi sbattendo le palpebre per far asciugare quelle lacrime che erano salite fin sopra e che volevano ancora uscire. Non riuscivo a trovare altro da dire.

La cosa migliore che potresti fare è andar via e pretendere che...”

Non le lasciai terminare la frase che la bloccai. Le diedi la busta con il regalo per Eve in una mano e mi voltai dicendole poche parole. “Buon Natale, Blair...”

Raggiunsi l'ascensore e vi entrai, premendo il tasto 'terra' più forte che potevo. “Addio...”




Blair's POV

Mi sentivo quasi libera dopo tutto quello che gli avevo detto.

Adesso sapeva la verità amara che avevo cercato di tenere custodita per sempre, ed ero sicura che non l'avrebbe detta a nessuno. Nello stesso tempo mi sentivo realizzata ma anche un po' dispiaciuta per quello che avevo detto a Chuck, ma se l'era voluta.

Adesso non sapevo se aprire o meno la bustina blu che mi aveva lasciato prima di augurarmi buon Natale e andarsene – sperai – per sempre dalla mia vita.


Scartai la busta gettandola a terra in fretta e trovai una scatoletta rettangolare di colore nero che mi sembrava tanto la scatoletta dove solitamente c'erano gioielli.

Aprii in fretta perchè ero curiosa di vedere quale cosa perversa aveva deciso di regalarmi, e mi trovai davanti un piccolo bracciale d'oro su cui leggevo apparentemente un incisione.

Lo avvicinai per leggere meglio, e improvvisamente mi sentii in colpa.


'Evelyn Misty Bass', ecco cosa c'era scritto.

Non ci pensai nemmeno due volte, lasciai il bracciale sul tavolino del soggiorno e spinsi con forza il bottone dell'ascensore. Dovevo fare presto, dovevo cercare di beccarlo prima che se ne fosse andato anche se credevo la cosa molto difficile. Dopo tutto quello che gli avevo detto, ora magari era già diretto all'aeroporto per prendere il prossimo volo per l'Europa e fuggire via da New York come aveva sempre fatto.


Arrivò l'ascensore e vi entrai senza curarmi di prendere un cappotto anche se fuori faceva freddo. Sperai che l'ascensore scendesse più veloce del solito, e nel frattempo mi sentivo ansiosa. Ero stata una stupida, stupida, e ancora stupida.


Quando l'ascensore si aprì iniziai a correre notando da lontano che fuori stava nevicando. Poco mi importava, dovevo vedere se avevo ancora una possibilità. Uscii fuori e mi guardai intorno notando che Chuck era ancora lì accanto la sua limo che guardava un punto indefinito alla sua destra. Noncurante, lo raggiunsi e mi gettai tra le sue braccia sorprendendolo e facendolo sbattere sulla portiera della limousine.


Alzai gli occhi verso di lui. Aveva la bocca spalancata ed era interdetto. Io intanto sentivo le lacrime che mi pungevano gli occhi. Gli accarezzai la guancia e gli sorrisi.

Ho giudicato troppo presto... Mi dispiace” Chuck sorrise appena, e sapevo che era difficile per lui tornare come prima. L'avevo praticamente ucciso verbalmente.

Cosa ti ha fatto cambiare idea?”


Il bracciale. E'... una cosa che non mi aspettavo”

Non è niente”

Era inevitabile che rispondesse così, ma per adesso il suo gesto andava bene.

Per me significa molto” gli risposi sorridendogli ancora “Vorresti salire?” chiesi.

Vorrei, ma prima ho da sbrigare una cosa”


Tuo padre?”

Esatto. Devo farlo prima che parta ancora” disse voltandosi appena.

Fai come vuoi. Ti... aspetteremo” Questa volta sorrise, e la cosa mi rincuorò.

Verrò alle nove” rispose, e mi diede un bacio sulla guancia che mi fece arrossire di brutto e mi fece sentire strana come non accadeva da tempo.



Poco dopo Arthur arrivò e Chuck se ne andò via in limo.

Mi sentii eccitata da quel bacetto e non vedevo l'ora che arrivassero le nove per rivederlo.

Stavo davvero rivalutando Chuck Bass, e mi meravigliava questa cosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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